March 2003





Profumi: l’era dell’eleganza
Perfume: the age of elegance

Imballaggi per sentirsi meglio
Feel good packaging

Shopping
Shopping

Al largo, con le emozioni
Emotions on the ocean wave

Uova: alimenti “incrEdibili”
Eggs: the "IncrEdible" food

Maestra di protezione
Expert in protection

M&D News







Segno + (con riserve)
Things looking up (with reservations)

Impatec: aria di ripresa?
Impatec: recovery on the way?

Rapporto sullo stato dell'imballaggio (1)
Report on the state of packaging (1)

F&F News







Più cultura per l’imballaggio
More packaging culture

L’arte della chiusura
The art of closure

La coerenza dell'innovazione
The coherence of innovation

Successi in (doppia) bolla
Double bubble success

Osare e dosare
The feeding challenge

Imprenditorialità, passione italiana
Entrepreneurship, an Italian craving

I&M News







Sforzi privati e pubbliche virtù
Private efforts and public virtues

Raccolta differenziata all'italiana
Segregated waste collection Italian style

E&L News







Perché Ipack-Ima (2)
Why Ipack-Ima (2)

Verifica sul campo di un sistema per il controllo qualità
Verification in the field of a system for quality control

25 anni a registro
25 years on register

OPP fuori dagli schemi
OPP beyond the norms

M&M News









La produzione in camera bianca di imballaggi per alimenti è solo l’ultima tappa di uno sviluppo aziendale pianificato con cura, che vede il Gruppo Piber muoversi con determinazione anche sui mercati esteri. Un momento importante, da vivere come premessa di un ulteriore avanzamento qualitativo e quantitativo dell’offerta complessiva.
L.G.

Solida realtà industriale da 79,8 milioni di Euro (2002), in quarant’anni di storia segnati dall'appartenenza alla famiglia Bergaglio, il Gruppo Piber si è affermato come trasformatore di materie plastiche e produttore di imballaggi primari di plastica destinati all’alimentare, in primis all’industria del gelato e lattiero-casearia, ma anche alla detergenza domestica e al personal care. La ricchezza del portafoglio, resa possibile dall’integrazione con diverse aziende (si veda, a qesto proposito, il box), non si esprime solo nella realizzazione di packaging rigido e semi-rigido, ma anche nella progettazione di stampi, robot e macchine confezionatrici, nella commercializzazione di alcuni prodotti conto terzi, infine nei servizi di consulenza e assistenza.
E oggi, dopo aver chiuso il 2002 con risultati lusinghieri (fatturato consolidato +7,9%; export +50%), la società di Voghera (PV) attira su di sé l’attenzione degli addetti ai lavori con una notizia di rilievo: l’acquisizione di una commessa internazionale che si distingue non solo per i volumi davvero importanti, ma anche per il contenuto innovativo della proposta, come ci ha illustrato con chiarezza il direttore commerciale del gruppo, Marco Bergaglio.

Al servizio dell’asettico
"Abbiamo stipulato un contratto - spiega l’imprenditore - per fornire a una grande marca francese, ogni anno, decine di milioni di contenitori per margarina, realizzati a iniezione e decorati offset a 10 colori per quanto riguarda la vaschetta e con la tecnica IML (in mould labeling) per quanto riguarda il coperchio: lavorazioni, queste ultime, nelle quali vantiamo una tradizione consolidata. La novità è che ogni fase della produzione avviene in una camera bianca, all’interno della quale un efficiente sistema automatico con robot che noi stessi abbiamo progettato, formano le confezioni, le decorano e le imballano per la spedizione".
La scelta dello stampaggio a iniezione deriva dalla necessità di garantire la massima omogeneità del contenitore rispetto al coperchio, mentre le esigenti richieste espresse dal committente, in termini di decorazione del fondo, hanno fatto optare per una stampa in offset a 10 colori.
"In quanto all’asetticità - prosegue Bergaglio - avere in dotazione una moderna camera bianca (Ndr. una delle più grandi in Europa nel settore del food), ci ha permesso di ovviare alle diseconomie, in termini di tempo, denaro e qualità, tipiche della sterilizzazione successiva alla produzione, che di solito avveniva in uno stabilimento diverso. Oggi, l’integrazione delle nostre tecnologie di punta (IML e iniezione) con l’igiene offerta dalla camera bianca si sta rivelando un plus vincente".

Una scelta ponderata
Con la nuova camera bianca, Pibergroup compie un passo in avanti, coerente con un piano di sviluppo, che tiene conto delle sfide locali e globali, che un’azienda deve saper affrontare se vuole continuare a crescere. "Gli investimenti relativi a questa commessa - afferma Bergaglio - ci consentono di dare le giuste risposte ai bisogni espressi a più voci dall’industria alimentare. Nei mercati più evoluti, infatti, lo sviluppo continuo di imballaggi con proprietà barriera non basta a risolvere le esigenze dei produttori di beni, che puntano su alimenti con lunga shelf-life, e dei consumatori, che vorrebbero prodotti “freschi” e a basso contenuto di conservanti. A tal fine, l’impiego di tecniche di confezionamento in asettico favorisce l’integrità degli alimenti e il mantenimento delle loro proprietà organolettiche, consentendo nuove opportunità di produzione e distribuzione. Nel caso della margarina, per esempio, grazie alle nostre vaschette che garantiscono una maggiore conservazione al contenuto, è stato possibile arricchire la materia vegetale con grassi di origine animale". Ma non si tratta soltanto di creare un imballaggio migliore. "L’altro aspetto importante - ribadisce il nostro interlocutore - è che gli investimenti di questo tenore, portando in azienda nuove competenze, favoriscono la crescita tecnologica e culturale di tutto il gruppo, nonché il graduale aumento qualitativo dell’offerta complessiva. Perciò, grazie all’esperienza derivata dall’impiego della camera bianca, saremo ancora "più bravi" a garantire sicurezza e igiene, anche nell'offerta standard".

Oltre le Alpi, di là dal mare
Già affermati in Germania e Spagna, ma anche in Slovenia, Croazia e Turchia, gli imballaggi Piber ora puntano con decisione alla Francia e alla Gran Bretagna, con l’obiettivo di portare la quota export del gruppo dal 14% del 2002 al 22%.
"Questa ambizione - ragiona l’imprenditore - è doppiamente motivata. In primo luogo, grazie all’evoluzione del sistema trasporto/logistica, oggi gli imballaggi ad alto valore aggiunto possono risultare competitivi anche in territori lontani dai centri di produzione. Inoltre, i vantaggi derivati dall'essere operativi sui mercati internazionali, non si traducono semplicemente in una crescita dei volumi di vendita, ma ci spingono al confronto con nuove problematiche, fino a sviluppare soluzioni innovative. Lo dimostrano, ancora una volta le confezioni “francesi”: per vincere la gara ci siamo dovuti dotare di una camera bianca, e abbiamo acquisito un know-how che sapremo valorizzare per produzioni differenti, destinate all’Italia o ad altri Paesi".
Tuttavia, come in una combattuta partita di “Risiko”, le strategie di attacco e difesa devono essere ben bilanciate per evitare spiacevoli sorprese; fuor di metafora, la caduta delle barriere geografiche non apre solo nuove prospettive, ma espone anche al rischio di una serrata concorrenza da parte delle aziende del Far East sul mercato domestico.
"Un imprenditore non può escludere nulla" premette Bergaglio.
"Del resto, la storia ci insegna che, a rotazione, tutti i prodotti sono destinati a rientrare in una competizione globale. Per quanto riguarda l’immediato futuro, rimane indispensabile essere vicini al cliente, in termini geografici e culturali. Le innovazioni nel comparto alimentare si susseguono veloci, perciò la collaborazione con i partner deve essere stretta, la risposta rapida, il servizio standard deve attestarsi su livelli sempre più elevati, la produzione localizzata in prossimità del cliente e gestita in modo diretto. È anche per questo motivo che non crediamo nell’outsourcing, una politica che mira solo a contenere i costi ma che, a nostro avviso, indebolisce la qualità dell’offerta".
Ma quale potrebbe essere l’esito della "sfida" fra Oriente e Occidente nel lungo periodo? "Mi auguro che fra venti o trent’anni - sorride il nostro cortese interlocutore - quei produttori asiatici, che oggi lavorano per l’esportazione in virtù dei bassi costi di manodopera, si trovino impegnati a rifornire un mercato locale destinato ad evolversi, con una domanda interna più esigente e in un contesto economico e sociale ben diverso… chissà che non si possa giocare, allora, ad armi pari… Noi, peraltro, confidiamo molto nelle nostre".




The coherence of innovation
White room production of food packaging is only the latest stage of a carefully planned company expansion, which sees the Gruppo Piber moving determinedly in foreign markets too.
It is an important moment, to be perceived as the start of further qualitative and quantitative progress of the overall offer. L.G.

A solid industry worth 79.8 million Euro (2002), in the forty years it has belonged to the Bergaglio family, the Gruppo Piber has established itself as a transformer of plastic materials and manufacturer of plastic primary packaging destined for food, mainly the ice-cream and dairy industries, but also household detergents and personal care. The wealth of its portfolio, made possible by the integration with various companies (see box), is not merely expressed through the production of rigid and semi-rigid packaging, but also through the design of packaging molds, robots and machinery, in the marketing of some products for third parties, and finally in its services of consulting and assistance.
And today, after closing 2002 with gratifying results (consolidated turnover +7.9%; exports +50%), the company based in Voghera (PV) is attracting the attention of others in the same business with some important news: the acquisition of an international order which stands out not only due to the large volumes involved, but also the innovative nature of the proposal, as the group’s commercial director, Marco Bergaglio clearly illustrated to us.

Serving the aseptic
"We have stipulated a contract - explains the businessman - to supply a large French brand name with tens of millions of margarine containers annually. The cartons are injection molded and offset decorated in ten colours while the lids employ the IML (in mold labeling) technique. We boast a strong tradition in the latter. The novelty is that every phase of production takes place in a white room, in which an efficient automatic robot system we invented ourselves, shapes the packaging, decorates it and packs it for forwarding".
The choice of injection molding derives from the necessity to guarantee the container maximum homogeneity compared to the lid, while the demanding requirements expressed by the customer, regarding the decoration of the bottom piece, led us to opt for offset printing in ten colours.
“As for the aseptic aspect - continues Bergaglio - having a modern white room (one of the largest in Europe in the food sector, editorial note) has allowed us to remedy diseconomies, in terms of time, money and quality, typical of sterilisation subsequent to production, which usually takes place in a different plant. Today, the integration of our finest technology (IML and injection) together with the hygiene given by the white room is turning out to be a positive plus”.

A well-pondered choice
With the new white room, Pibergroup goes one step further, in keeping with their plans for expansion, taking into account local and global challenges, which a company must be able to face if it wants to continue to grow. “The investments relative to this order - says Bergaglio - allow us to provide the correct responses to needs expressed by various voices in the food industry. In more evolved markets, in fact, the continuous development of packaging with barrier properties is not enough to meet the requirements of goods manufacturers, who aim at food products with a long shelf-life, and consumers, who want “fresh” products containing few preservatives. To this end, the use of aseptic packaging techniques favours the integrity of the food and allows it to retain its organoleptic properties, paving the way for new opportunities in production and distribution. In the case of margarine, for example, thanks to our tubs which guarantee better conservation of the contents, we have been able to enrich the vegetable matter with animal fats”.
But this is not just about creating better packaging. “The other important aspect - repeats our interlocutor - is that investments of this size, bringing fresh blood to the company, favour the technological and cultural growth of the whole group, as well as the gradual qualitative increase of the overall offer. Therefore, thanks to experience gained from the use of the white room, we will still be “better” at guaranteeing safety and hygiene, even in our standard offer”.

Over the Alps, across the sea
Already established in Germany and Spain, but also in Slovenia, Croatia and Turkey, Piber packaging is now heavily targeting France and Great Britain, with the aim of bringing the group’s export share from 14% in 2002 up to 22%.
“This ambition - reasons the businessman - is doubly motivated. In the first place nowadays, thanks to the evolution in transport and logistics, packaging with high added value can turn out to be competitive in countries far from its centres of production.
Moreover, the advantages derived from being operational in international markets, are not merely a matter of increased sales volumes but encourage us to deal with new problems and develop innovative solutions.
Once again the “French” packaging deal demonstrates this: to win the race we had to fit out a white room and in so doing we acquired know-how which we will be able to exploit for different products, destined for Italy or overseas.”
However, as though in a hard-fought game of “Risiko”, the strategies of attack and defence must be well-balanced in order to avoid unpleasant surprises.
Leaving the metaphor aside, the fall of geographical barriers does not only hold new prospects, but also exposes us to the risk of a fierce competition from Far Eastern firms in Italy.
“A businessman cannot leave any stone unturned” Bergaglio starts off by saying.
“On the other hand, history has taught us that, by turns, all products are destined to compete globally.
As far as the immediate future is concerned, it is indispensable to be close to the client, geographically and culturally. Innovations in the food sector follow one other rapidly, therefore there must be close collaboration between partners, rapid responses, the standard service must be of an increasingly high level, production based close to the customer and managed directly. This is also the reason why we don’t believe in outsourcing, a policy which aims at reducing costs but which, in our opinion, weakens the quality of the offer”. But what might be the outcome of the East and “face-off” in the long run? “I hope that in twenty or thirty years time- smiles our courteous interlocutor- those Asian producers, who today work to export their products by virtue of their low labour costs, find themselves busy supplying a local market destined to expand, with a more demanding internal demand, in a very different economic and social context… who knows …if that happens we may be able to compete on equal terms. We, though, have enormous faith in ourselves”.



Una storia ricca di soddisfazioni
Con la creazione di Piberplast, Piero Bergaglio dà inizio a una storia di successo, che porta i segni di un certo modo tutto italiano di vivere in e per l’azienda: intuitivo, nella scelta dei momenti e delle modalità di espansione, ma mai avventuristico; tradizionale, nel mantener fede ai principi di un’offerta di qualità, ma aperto ai cambiamenti e alle logiche di un mercato in evoluzione.
Nata nel 1960 a Pontecurone (AL), Piberplast era dislocata su un’area di 100 m2, e la sua prima attività consisteva nello stampaggio a iniezione di piccoli contenitori di plastica per il confezionamento di prodotti farmaceutici e alimentari, ma già nel 1962, realizza contenitori di polistirolo cristallo con chiusura di sigillo a strappo di polietilene.
Nel decennio del “miracolo economico” l’azienda cresce velocemente, rendendo necessario il trasferimento (1968) in un nuovo stabilimento di 3.000 m2 coperti, a Voghera (PV). La produzione, intanto, si specializza: prima in Italia sin dagli anni ‘60 a costruire stampi multipli a canali caldi per lo stampaggio veloce (senza materozza) di vasetti e bicchierini, è anche la prima in Europa, nei primi anni ’70, a produrre contenitori e coperchi con etichette decorate a più colori inserite direttamente nello stampo (IML).
Piber si presenta come un gruppo diversificato e di respiro internazionale, con circa 560 dipendenti; dislocati nelle contigue province di Pavia e Alessandria, gli stabilimenti si sviluppano su una superficie complessiva di 250.000 m2, di cui 50.000 coperti, e esprimono un’offerta integrata di primo piano nel campo degli stampati a iniezione (Piberplast S.p.A. e Stamplast S.r.l.), dell’estrusione e termoformatura (Esbe S.r.l.), della progettazione di stampi e robot (H.M.S. S.r.l.), delle macchine confezionatrici per alimenti e bevande (Alipack S.r.l.). Per finire con la "giovane" Lampografica, che si occupa della stampa offset di etichette, sia per usi IML (su carta e plastica) che tradizionali (a colla).
PiberInvest, con sede legale a Voghera, è la holding di controllo.



A story rich in satisfactions
With the creation of Piberplast, Piero Bergaglio began a success story which carries the marks of a certain all Italian way of living in and for the company which is intuitive, in the choice of times and means of growth, but never a matter of risky improvisation; traditional, in keeping loyal to the principles of a quality offer, but open to changes and the logic of an evolving market.
Born in 1960 in Pontecurone (AL), Piberplast was spread over an area of 100m2, and its first activity consisted in the injection molding of small plastic containers for the packaging of pharmaceutical and food products. However, as early as 1962, it began to make containers in crystal polystyrene with tear off polyethylene seals.
In the decade known as the “economic miracle” the company grew rapidly, necessitating the move (1968) to a new covered plant measuring 3,000 m2, in Voghera (PV). Meanwhile production became more specialised: They were the first in Italy, back in the ‘60s, to produce warm channel gang dies for rapid molding (without casting head) of small cartons and tubs, and the first in Europe, in the early ‘70s, to produce containers and lids with labels decorated with several colours injected directly into the mold (IML). Piber is a diversified group with international breadth, employing approximately 560 people. Spread over the neighbouring provinces of Pavia and Alessandria, the plants occupy an overall area of 250,000 m2, 50,000 of which are covered. Piber are leaders in the field of injection molds (Piberplast S.p.A and Stamplast S.r.l.), extrusion and thermoforming (Esbe S.r.l.), designing molds and robots (H.M.S. S.r.l.) and packaging machinery for food and beverages (Alipack S.r.l.). Last but not least is the “young” Lampografica, whose business is offset label printing, for both IML (on paper and plastic) and traditional uses (glue). PiberInvest, whose registered office is in Voghera, is the controlling holding.