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Il comparto italiano delle macchine per il confezionamento chiude il 2002 con una crescita del 5%. Il "fatto in Italia" riconferma quindi la propria vitalità competitiva a livello mondiale, ma il futuro presenta qualche incognita. Ecco un primo pre consuntivo espresso da Ucima, basato sui dati raccolti nei primi nove mesi dell'anno passato. L.G.
Un dato su tutti: i risultati, per i costruttori italiani di macchine per il confezionamento e l'imballaggio, sono soddisfacenti, in controtendenza rispetto ad altri settori dell'industria in genere e della meccanica strumentale in particolare. Nonostante l'andamento del mercato sia per certi versi sfuggito alle logiche tradizionali, che hanno fin qui consentito di programmare con efficienza e relativa tranquillità produzione e attività commerciali, le imprese nazionali possono infatti segnare al proprio attivo una crescita significativa. Recuperate posizioni nel corso dell'anno - cominciato in sordina e cresciuto negli ultimi mesi - il fatturato del settore ha segnato un +5%, raggiungendo quota 2,84 miliardi di Euro. Ucima (Unione Costruttori Macchine Automatiche) ne conferma la sostanziale stabilità rispetto all'andamento registrato nel corso del 2001 (+4,7%) e del 2000 (+6,7%), ma, guardando al 2003, non può tacere dei timori raccolti presso gli associati, che faticano a fare previsioni di sorta. Resta il fatto che, rispetto ad altri comparti in difficoltà, l'imballaggio si è mosso bene e l'export è cresciuto ancora del +3% circa, toccando i 2,7 miliardi di Euro. Ucima identifica le aree di eccellenza nella Russia (dove fra gennaio-settembre 2002 le vendite sono aumentate del 56% rispetto all'analogo periodo 2001) e nella Cina, tanto che l'associazione ha ritenuto strategico aprire un proprio ufficio di rappresentanza a Shangai, così da offrire un supporto fattivo alle aziende italiane impegnate su quel fronte. E se nel Far East anche la Corea ha offerto ai costruttori italiani spunti di crescita interessante (50%), il mercato europeo ha continuato a svolgere un ruolo determinante per il nostro export, mantenendosi sostanzialmente stabile (+1,7%). In attesa di un consuntivo definitivo, visualizziamo nelle tabelle 1÷4 i risultati ottenuti dal comparto nel periodo gennaio/settembre 2002.
Primi commenti - Anche se costretti a muoversi in un quadro di incertezza generale, i produttori italiani di macchine automatiche hanno dunque mantenuto saldamente le posizioni. E i risultati ottenuti, secondo Ucima, sono da ricondurre a due fattori fondamentali. In primo luogo le macchine per il confezionamento trovano sbocco in mercati finali estremamente diversificati ma, sostanzialmente, legati ai beni di prima necessità: alimentari e bevande (che assorbono da soli il 40% circa del fatturato totale del settore), farmaci, cosmetici e prodotti per la cura del corpo (20%) sono di fatto comparti più stabili rispetto ad altri, anche in momenti di recessione. In seconda battuta, non va dimenticato che gli imprenditori italiani hanno saputo "costruire" negli anni la propria presenza a livello mondiale (in virtù dell'alta tecnologia e dell'attitudine al servizio), riuscendo così a compensare l'andamento negativo di alcuni mercati con lo sviluppo in aree geografiche "alternative".
A fronte di queste lusinghiere prestazioni, rimangono comunque vive le preoccupazioni per il futuro prossimo. In tempi carichi di incertezze, la cautela è d'obbligo e gli italiani, nel 2003, puntano a consolidare i risultati raggiunti.
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Things looking up (with reservations)
The Italian packaging machine sector ended 2002 with growth of 5%. The "Made in Italy" label thus reinforces its competitive vitality on the international stage, but the future holds some unknown factors. This is the first preliminary balance prepared by UCIMA, based on data collected in the first nine months of last year. L.G.
One piece of data above all others: the results for Italian manufacturers of packaging are satisfactory, contrary to the trend for other sectors in general and mechanical engineering in particular. Although in some respects the traditional logic, which allows the market to programme its production and marketing efficiently and relatively calmly, has been absent, Italian companies have been able to report significant growth in activity. Recovering its position during the course of the year - starting off quietly but growing in later months - the turnover of the sector was up by 5%, reaching a level of 2.84 billion Euro. Ucima (Union of Italian Automatic Machine Manufacturers) confirms substantial stability compared with the situation for 2001 (+4.7%) and 2000 (+6.7%) but, looking forward to 2003, must express the fears voiced by its members, who are struggling to make any kind of forecasts.
The fact remains that, compared with other sectors in difficulty, packaging has seen good progress and exports rose by about 3%, reaching 2.7 billion Euro. Ucima has identified areas of excellence in Russia (where between January and September 2002 sales increased by 56% compared with the same period for 2001) and China, to the extent that the association considers it an important strategic move to open its own representative office in Shanghai, in order to be able to offer active support to Italian manufacturers involved in the area.
And if the Far East, including Korea, has provided Italian manufacturers with the encouragement of substantial growth (50%), the European market has continued to play a decisive part in exports, remaining substantially stable (+1.7%). While awaiting the definitive final balance, tables 1-4 show the results obtained from the sector in the period January-September 2002.
First comments - Although forced to operate within a framework of general uncertainty, Italian automatic machine manufacturers have nevertheless held on firmly to their position.
The results obtained, according to Ucima, can be put down to two basic factors.
In the first place, packaging machines have found outlets in widely diverse end markets but which are linked to necessary goods: food and drink (which alone accounted for about 40% of the sectors total turnover), pharmaceuticals, cosmetics, and body care products (20%) are in fact the most stable compared with others, even in these times of recession. In the second place, it must be remembered that Italian entrepreneurs knew how over the years to build up their position at an international level (through high technology and their attitude to service), thus succeeding in compensating for the negative trend in some markets with development in alternative geographical areas.
Despite this flattering performance, however, worries about the immediate future remain. At a time full of uncertainty, caution is called for and in 2003 the Italians are focussing on consolidating the results they have achieved.
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Ma lassociazionismo va forte
In un contesto dove la cautela è dobbligo, spicca per contrasto il dinamismo di Ucima e Acimga, che hanno messo in campo nuove e incisive iniziative, acquistando un peso sempre più rilevante in ambito nazionale e internazionale.
E il settore risponde, tanto che nel 2002 lunione dei produttori di macchine per il packaging ha raccolto ben 9 nuove adesioni (ma altre sono in fase di definizione), alcune delle quali da parte di realtà di assoluto rilievo.
Sul versante nazionale le novità riguardano innanzitutto le risorse umane, la cui centralità come fattore critico di crescita è ormai riconosciuta universalmente. In questambito si segnala il recente accordo con il Servizio Stage del Politecnico di Milano, siglato con lobiettivo di agevolare la formazione di professionalità mirate sulle concrete esigenze del settore e di favorire il contatto fra imprese e manodopera qualificata. Con lo stesso Politecnico è inoltre in fase di approvazione unulteriore intesa che permetterà ai soci Ucima e Acimga di partecipare a tariffe agevolate ai master del MIP (la struttura specializzata in gestione aziendale).
Ma le novità più sensazionali riguardano il sostegno allexport e la promozione del comparto a livello internazionale.
La più importante consiste nellapertura di una sede a Shanghai, ovvero nella città che si sta affermando come il vero polo economico e produttivo della "nuova" Cina. "È un ufficio di rappresentanza diretta, che condivideremo con Centrexpo - spiega Guido Corbella, segretario generale di Ucima e di Acimga - strutturato per offrire alle aziende associate i servizi e le informazioni utili a cogliere le opportunità di business generate da questo Paese". Unarea che, è opinione comune, in prospettiva rappresenterà uno sbocco sempre più importante e dove, non a caso, i produttori americani e inglesi stanno recuperando peso e aggressività.
E qui è amaro ricordare, una volta ancora, come i competitor possano contare su finanziamenti a fondo perduto e altre consistenti forme di sostegno statale, mentre la nostra industria debba autofinanziare ogni suo passo.
Sovranazionali e lungimiranti
Se la presenza a Shanghai aggiunge senza dubbio un anello forte alla catena della promozione dellexport, Ucima e Acimga hanno messo in campo altre iniziative che "guardano" lontano.
La prima riguarda lattività di monitoraggio e rappresentanza a livello comunitario, che per il prossimo biennio sarà favorita dal fatto che Ucima ha assunto la segreteria Europama (la federazione europea di settore, a cui fanno capo otto associazioni nazionali).
La seconda consiste nellavvicinamento a Pira, l'autorevole società di consulenza britannica, considerata un "universo di riferimento" nel campo del packaging e della stampa. Anche in questo caso lonere della membership è stato interamente sostenuto dalle associazioni, che ora possono offrire ai soci laccesso alla banca dati della Pira (con oltre 600.000 articoli selezionati a livello mondiale), ai report sulle tendenze tecnologiche, di mercato, legislative e al mensile elettronico (personalizzato) di aggiornamento. L'accordo prevede anche tariffe "agevolate" ai soci che vogliano affidare a Pira studi particolari. Linteresse suscitato nelle aziende da queste opportunità è testimoniato dalla loro "inusuale velocità di reazione", registrata con soddisfazione in Ucima come conferma di gradimento.
Infine, due parole sull'attività promozionale legata alla partecipazione "collettiva" alle grandi manifestazioni internazionali.
"Per il 2003 abbiamo individuato alcune fiere di portata veramente "strategica" per i costruttori italiani in varie aree del mondo, puntando così as ottimizzare le energie di tutti" spiega al proposito Corbella. "Così, in collaborazione con ICE sono previste collettive a Pack Expo (Messico), Fispal (San Paolo, Brasile) e Propack China (Shangai); negli Stati Uniti, invece, Ucima coordinerà direttamente la presenza delle imprese italiane al Pack Expo di Las Vegas". Il programma degli appuntamenti (oltre Ipack-Ima, naturalmente) prevede una presenza dell'associazione anche a Embax Print (Rep. Ceca), IAAWP (Egitto), Packaging & Printing (Lettonia), Japan Pack a Tokio e Sibupack (Novosibirsk, Russia).
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Yet the Association is doing great
In times when caution has the upperhand, what stands out in Ucima and Acimga is their dynamism in having fielded new and incisive undertakings, taking on an ever greater weight on the national and international scene. And the sector is responding, to the point where in 2002 the union of packaging machine producers acquired 9 new members, some of which sizeable concerns (others being in the process of joining).
On the national side of things aboveall new features concern human resources, now universally deemed as a central critical growth factor. Here one notes the recent agreement with Servizio Stage of the Milan Polytechnic, signed with the objective of facilitating professional training, aimed at covering the concrete sector needs and favoring contact between companies and qualified labor. With the selfsame polytechnic furthermore a further agreement has been signed that will allow Ucima and Acimga members to attend the MIP master (the structure specialised in company management) at reduced rates.
But the most sensational new features concern the support to export and the promotion of the segment at international level. The most important consists in the opening of a centre at Shanghai, or that is the city that is establishing itself as the true economic and productive pole in the new China. It is a bureau offering direct representation, to be shared with Centrexpo - Guido Corbella, general secretary of Ucima and Acimga explains - structured to offer to associated companies the services and information useful for making the best of business opportunities in China. An area that, common opinion has it, in prospect represents an evermore important outlet and where, not by chance, US and UK producers are recovering weight and aggressiveness.
And here we bitterly remind people that as ever, while our competitors can count on funding without security and other sizeable forms of state support, Italian industry has to autofinance each step it takes.
Supranational and farsighted
If the presence at Shanghai without a doubt adds a strong ring to the chain of export promotions, Ucima and Acimga have fielded other undertakings that aim far off.
The first concerns the activity of monitoring and representation at community level, that for the coming two year period will be favored by the fact that Ucima has taken on the Europama secretariat (the European federation of the sector that heads eight national associations).
The second concerns agreements made with Pira, the authoritive UK consultancy concern, considered a universe of reference in the packaging and printing field. Here too the cost of membership has been entirely footed by the associations, that can now offer their members access to the Pira databank (with over 600,000 items selected at world level), as well as to reports on technological trends, on the market, on legislative matters and to Piras (customized) electronic monthly updates. The agreement also includes lower rates for members who want to entrust their special research work to Pira. The interest aroused in member companies by these opportunities is borne witness to by their unusual speed of response, which Ucima has with satisfaction registered as confirmation of the undertakings success. Finally, two words on the promotional activity linked to the collective participation at the great international shows.
For 2003 we have discovered some fairs of strategic scope for Italian constructors in various parts of the world, hence aiming at optimizing everybodys energies as Guido Corbella explains on this count. Thus, in cooperation with ICE, collective showings at Pack Expo (Mexico), Fispal (Sao Paolo, Brazil) and Propack China (Shanghai) will be organized; in the US in turn, Ucima will directly coordinate the presence of Italian companies at Pack Expo Las Vegas". The schedule of events (as well as Ipack-Ima, naturally) also lays down a presence of the association at Embax Print (Czech Rep.), IAAWP (Egypt), Packaging & Printing (Latvia), Japan Pack at Tokyo and Sibupack (Novosibirsk, Russia).
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