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Dal Veneto delle origini, la famiglia Zonin si è radicata nelle altre grandi regioni vinicole italiane, perseguendo ambiziosi obiettivi di crescita su tutte le fasce di prodotto. E oggi fa un primo bilancio dellimpianto di imbottigliamento hi-tech installato un anno fa per i vini di pregio della tenuta siciliana, corredato dei sistemi di codifica laser e a getto di resina forniti da Markem.
Stefano Lavorini
Bottiglia, etichetta (fronte, retro e collarino), tappo - di sughero o sintetico? - e capsula, oltre alleventuale gabbietta se il vino è spumante. Quindi la cassa, magari di diverse dimensioni in funzione delle misure delle bottiglie, e il pallet. E, ancora, quale etichetta? Di carta o di plastica? Con quali e quanti tipi e varietà di trattamento superficiale e di decoro?
Ma non solo. Altre scelte fondamentali si impongono, se consideriamo il packaging come veicolo di immagine, promozione e, non ultimo, informazione sul prodotto, di cui la tracciabilità rappresenta un elemento sempre più importante e regolamentato. Infine, ecco i problemi di smaltimento, differenziato, a fine vita. Il tutto moltiplicato per il numero di referenze, a loro volta proporzionali ai canali distributivi.
Questo è il quadro di riferimento relativo al confezionamento di un vino, che una cantina deve saper gestire in modo efficace e razionale: a partire da quelletichetta prestampata e decorata che impegna i magazzini, rischia di scadere prima dellesaurimento delle scorte e, addirittura, di generare frammischiamento.
A maggior ragione, tali problemi sono sentiti in Zonin (viticultori dal 1821, firma storica e azienda vitivinicola tra le più importanti in Italia e in Europa) dove, alla numerosità delle proposte e degli sbocchi commerciali, si accompagna una viva consapevolezza di quanto fondamentale sia far uscire il prodotto dallo scaffale, rinnovandone limmagine in funzione delle mode e delle occasioni di consumo e generando dunque un turnover impressionante di materiali, complementi, tecnologie.
La complessità delle variabili in gioco è tale che lazienda veneta ha istituito un gruppo di lavoro, animato da rappresentanti degli acquisti, del marketing e della produzione, che studia le diverse problematiche con intenti - appunto - di semplificazione.
Anche perché la Zonin oggi rappresenta una realtà variegata e complessa, dove al quartier generale di Gambellara (Vicenza) confluiscono, per essere commercializzati, anche i vini prodotti nelle altre tenute, in cui sono vinificate e imbottigliate le etichette di maggior pregio. Tutte gestite seguendo un unico principio - fare bene - che si traduce in una serie di coerenti direttive di marketing.
Una costellazione di etichette
"Produrre etichette destinate a un consumo quotidiano di qualità per tutti, essere molto attenti al gusto e alle richieste dei consumatori, garantire per ciascun vino caratteristiche costanti, un prezzo adeguato e la reperibilità su tutto il territorio". Così il direttore marketing e pubblicità della Zonin, Franco Zuffellato, sintetizza gli obiettivi di fondo che regolano le scelte organizzative e di prodotto della casa vinicola veneta e delle altre cantine della famiglia. Si tratta di obiettivi perseguiti con lungimiranza, integrando nel tempo lampio ventaglio di proposte per la moderna distribuzione con diverse etichette di pregio per il consumo più raffinato e selettivo.
"In questo momento - spiega Zuffellato - la famiglia Zonin controlla direttamente 11 tenute per 1.800 ettari di estensione, in Veneto, Piemonte, Lombardia, Toscana (dove lanno venturo ne verrà inaugurata una nuova in Maremma), Puglia e Sicilia, oltre che negli Stati Uniti. Vi si producono numerosi vini classici, dagli champenois ai Chianti, Pinot, Soave e via elencando, in un crescendo di qualità al cui vertice troviamo una quindicina di etichette ottenute, in piccole produzioni, da uve selezionate".
È fra questi che troviamo i neri e i bianchi di Sicilia, ultima frontiera del bere bene made in Italy e frutto di importanti investimenti in ricerca, tecnologia, risorse umane e valorizzazione dei tradizionali vitigni autoctoni siciliani, che hanno ottenuto unanime apprezzamento da parte della critica e dei consumatori. La tenuta Feudo Principi di Butera, che si estende per 320 ettari (di cui 150 già a vigna) in provincia di Caltanissetta ed è stata acquisita da Zonin nel 1997, produce Nero dAvola, Merlot, Cabernet, Sauvignon, Syrah, Chardonnay e Inzolia. Fra di essi figurano tre top wine: il Calat da uve merlot, il Sanrocco a base di cabernet sauvignon e il Deliella, un puro nero dAvola, proposto come massima espressione del territorio. Naturale allora una cura adeguata della presentazione, che si è tradotta infatti in un packaging studiato nel minimo dettaglio, di cui le recenti scelte in fatto di marcatura rappresentano lultimo tassello e un esempio emblematico.
Codificare con discrezione
"Dopo aver realizzato prodotti di qualità superiore - afferma il direttore produzione della Zonin, Omero Gobbo - occorreva adeguare il packaging in termini estetici, senza trascurare la più completa tracciabilità, dal vigneto fino ai magazzini dei vari distributori. Anche affrontando la codifica dei dati variabili sullimballo primario, dunque, abbiamo cercato di superare i limiti peculiari allink jet finora utilizzato, in fatto di prestazione (stampa solo in orizzontale) e smaltimento di sostanze difficili. Per tutti questi motivi, e tenuto conto delle esigenze espresse dallufficio marketing in fatto di impatto visivo e coerenza stilistica dellimmagine, abbiamo dunque deciso di scegliere la strada del laser".
La codifica della bottiglia con il numero di lotto, va qui precisato, non ha finalità di informazione al consumatore, ma di tracciabilità in caso di problemi; lobiettivo di Zonin, dunque, non era di riprodurre il codice nel modo più visibile ma, al contrario, nella maniera più discreta possibile. Inoltre, il codice da apporre sulla confezione andava iscritto in maniera armonica nellinsieme dei segni che costituiscono gli elementi visuali del packaging.
"Il laser fornito dalla Markem - continua infatti Gobbo - è stato apprezzato perché evita le possibili sbavature dellinchiostro e i problemi derivanti da particolari trattamenti superficiali delletichetta; inoltre, grazie a unabrasione pressoché chirurgica del supporto cartaceo, imprime segni poco evidenti che, in qualche caso, possono addirittura presentarsi come un abbellimento. Abbiamo peraltro escluso di marcare la capsula, perché è meno elegante, o direttamente il vetro che, a nostro modo di vedere, deve essere lasciato integro. Ci hanno, infine, sostenuto anche considerazioni di tipo economico, perché linvestimento iniziale si ammortizza abbastanza velocemente e i costi di gestione non sembrano particolarmente penalizzanti".
Il manager inserisce qui una precisazione opportuna: limpianto è in funzione da un solo anno, ovvero troppo poco per valutare con precisione le spese di manutenzione - determinante, fra laltro, la reale durata della lampada - e prosegue con un cenno alla sicurezza. "Anche da questo punto di vista siamo del tutto tranquilli, né abbiamo incontrato resistenze da parte del personale che è stato informato con chiarezza prima di installare la macchina. Parliamo, infatti, di un laser da 10 Watt (quelli da taglio ne consumano 500) che, se installato correttamente, rientra per quanto riguarda la pericolosità in Classe 1 ovvero la stessa di un lettore di CD. In altre parole, il massimo danno che può procurare è una trascurabile scottatura se si mette la mano davanti al raggio".
Resina a finelinea
Soddisfazione piena, dunque, per la scelta tecnologica (e per il fornitore, di cui è stata apprezzata anche lassistenza) completata, a fine linea, con ladozione di un codificatore, sempre Markem, a getto di resina termoplastica della serie 5000. In questo caso la scelta risponde allesigenza di codificare direttamente sul cartone tutte le informazioni richieste dallorganizzazione interna piuttosto che dal trade, con la necessaria flessibilità e soprattutto, anche in questo caso, con limpatto estetico desiderato.
"Se letichetta stampata e applicata in linea - afferma Gobbo - garantisce la massima leggibilità dei codici, grazie al contrasto perfetto fra scritta e sfondo bianco, spicca però in maniera prepotente sulla scatola, prevaricando gli altri elementi visuali. Inoltre non sempre viene applicata con la precisione richiesta, rischiando di coprire scritte o elementi grafici che impreziosiscono limballo. Anche in questo caso, dunque, è stata unesigenza di discrezione che ha orientato la scelta, resa ancor più urgente dal fatto che sulla linea installata in Sicilia abbiamo adottato una sola misura di cartoni stampati con immagini colorate e sfondi dal forte impatto cromatico, da personalizzare di volta in volta con la codifica a macrocaratteri". Ed è proprio rispetto a queste esigenze di personalizzazione che si sono dovuti affrontare alcuni limiti della codifica diretta. "La stampa su cartone riduce la possibilità di scegliere grafica e colori, per assicurare il contrasto necessario alla leggibilità dei codici. Infatti, dopo le prime esperienze ci siamo concentrati su questo problema e, grazie alla collaborazione di Markem, abbiamo potuto individuare in funzione delle nostre esigenze la resina più adatta alla stampa. Ne è risultato un compromesso soddisfacente fra queste diverse esigenze, che tiene conto anche della facilità e velocità di gestione della macchina".
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The good wine code
From its origins in Veneto, the Zonin family has established itself in the other major wine-growing regions of Italy, with ambitious targets for growth in all product areas. Today it closes the first balance for its hi-tech bottling plant installed a year ago for the prestigious wines of its Sicilian vineyard, a plant fitted with laser and resin jet coding systems from Markem.
Stefano Lavorini
Bottle, label (front, back and neck), cork - natural cork or synthetic? - and capsule, plus cork wire if a sparkling wine. Then the box, perhaps coming in different sizes to suit the size of the bottles, and the pallet. And, again, what type of label? Paper or plastic? And what and how many types and varieties of surface treatment and decoration?
And that's not all. There are other fundamental choices to be made when one considers that the packaging is a vehicle for the image of the product, its promotion and, last but not least, product information, where traceability is an increasingly important and regulated factor. Finally, there's the question of disposal - preferably split by material, at the end of the product's lifecycle. All this multiplied by the number of different products, each proportional to the distribution channels.
This is the general picture for packing wine. A modern winery must know how to manage all these aspects effectively and rationally: starting from the pre-printed, decorated stock of labels with the risk of this expiring before stocks run out and even causing mix-ups.
Even more reason, therefore, why such problems are especially felt at Zonin (wine-growers since 1821, a classic brand and one of the most important wine companies in Italy and Europe) where, in addition to the great number of proposals and commercial outlets, there's also much awareness of just how important it is to get the product to stick out on the shelf, by renewing its image to suit current fashions and consumer opportunities and thus generating a truly impressive turnover in terms of materials, complements and technologies.
The complexity of the variables in question is such that this Venetian company has set up a workgroup (with representatives from its purchasing, marketing and production departments) to study the various problems involved with the goal of simplifying matters.
Also because Zonin today is a variegated, complex concern, with even the more prestigious wines produced and bottled in other vineyards also being sent to the HQ in Gambellara (Vicenza) to be marketed. Everything's managed in accordance with a single principle - do things well - which leads to a series of coherent marketing directives.
A constellation of labels
"The production of labels for daily consumption of quality wines for all. Close attention to consumer tastes and demands. A guarantee that each wine has constant characteristics, is suitably priced and can be found throughout the country".
This is how the Marketing and Advertising Director at Zonin, Franco Zuffellato, sums up the basic objectives that dictate the organisational and product decisions of this Venetian winegrower and the other wineries belonging to the Zonin family. Objectives that are far-sighted in their pursuit, integrating over time the wide range of proposals for broadscale distribution with different prestige labels to cater for the more refined, selective consumer.
"Right now - explains Zuffellato - the Zonin family has direct control of 11 vineyards with a total of 1,800 hectares, in Veneto, Piedmont, Lombardy, Tuscany (with a new one due to be added next year in the Maremma area), Puglia and Sicily, as well as in the United States. These vineyards produce numerous classic wines, from Champenois to Chianti, Pinot, Soave and so on, with a crescendo of quality, topped with fifteen labels obtained from very select grapes and produced in limited amounts".
These select labels include the red and white wines of Sicily, the last frontier of good Italian wine and the result of important investments in research, technology, human resources and the enhancement of traditional autochthonous Sicilian vines, which have received unanimous appreciation from critics and consumers alike. The Feudo Principi di Butera vineyard, with its 320 hectares (150 already producing) in the province of Caltanissetta was purchased by Zonin in 1997 and now produces Nero dAvola, Merlot, Cabernet, Sauvignon, Syrah, Chardonnay and Inzolia grapes. Output includes three top wines: Calat using Merlot grapes, Sanrocco, based on Cabernet Sauvignon, and Deliella, a pure Nero dAvola, the maximum expression of this land. It's quite natural, therefore, that much care is taken over the presentation of these wines, meaning packaging that's been studied in the minimum details. And here the company's recent choices in terms of marking are the last detail and an emblematic example.
Coding with discretion
"After producing top quality products - says Zonin's Director of Production, Omero Gobbo - we needed to suit the packaging in terms of aesthetics, without neglecting the important aspects of complete traceability, from the vineyard to the warehouse and the various distributors. Thus, even when it came to the coding of the variable data on the primary packaging, we've tried to surmount the typical limits of ink jet marking until now, both in terms of performance (horizontal printing only) and the disposal of difficult substances. For these reasons, therefore, and bearing in mind the needs expressed by the marketing office in terms of visual impact and coherence in style of the image, we've decided to go for laser coding".
It should be noted that the coding of the bottle with the lot number is not aimed at providing information for the consumer, but is to allow for the product to be retraced if problems arise; Zonin's goal here, therefore, was not to make the code more visible, but, quite the contrary, to make it as discreet as possible. Moreover, the code that needs to be added to the pack had to be written in harmony with the combination of signs that make up the visual elements of the packaging.
"The laser supplied by Markem - continues Gobbo - is much appreciated because it avoids the risk of smudges and problems deriving from special surface treatments on the label; what's more, thanks to almost surgical abrasion of the paper medium, the laser produces low impact signs that, in some cases, can even appear as a form of decoration. We've also decided not to mark the capsule, as this is less elegant, or the glass itself, which, we believe, is best left as it is. Finally, we've also taken costs into account, as the initial investment is quickly recouped and running costs are not particularly high".
Here the manager wishes to make a special point: the plant has only been running one year, i.e. too short a time to assess the maintenance costs properly - among other things, the actual life of the laser source will be crucial - and continues with a note on safety. "Here too we have compete peace of mind, not having met with any resistance in our staff who've been fully trained before installing the machine. In fact, we're using a 10 Watt laser (lasers used for cutting consume 500 Watts) that, if properly installed, has a risk belonging to Class 1 (i.e. the same as a CD reader). In other words, the maximum damage that could occur is a slight burn if someone puts his hand in front of the beam".
End line resin
Full satisfaction, therefore, with their technological choices (and for the supplier, whose customer service is highly appreciated) completed at the end of the line with the adoption of a series 5000 coder (once again Markem) using a thermoplastic resin jet.
In this case, the choice meets the need to code the box directly with the information needed for internal organisation rather than the trade, with all the necessary flexibility and also here the required aesthetic effect above all else.
"If the label printed and applied in line - says Gobbo - guarantees max legibility of the codes thanks to perfect contrast between the writing and the white background, it really stands out on the shelf, overshadowing all the other visual elements. Moreover, it's not always applied with the necessary precision and so risks covering the text and graphics that add to the value of the packaging.
Here too, the need for discretion has oriented our choice, made even more urgent by the fact that we've adopted only one size of box in our Sicilian line, printed with coloured images and strongly coloured backgrounds, which can be personalised at will with macro-character coding".
In deed, they've had to face certain limits of direct coding to satisfy the need for personalisation. "Printing on cardboard limits our choice of graphics and colour, in order to guarantee the contrast needed for legibility of the codes.
In fact, after a few initial experiences, we concentrated on this problem and, thanks to Markem's help, we've managed to identify the best "printing" resin for our purposes. The result is a satisfactory compromise between these different needs, also taking into account the ease and speed of operating the machine".
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Top i vini, top limpianto
Nella cantina Feudo dei Principi di Butera, la famiglia Zonin ha messo in campo unimpiantistica allo stato dellarte sia per le operazioni fondamentali di riempimento e chiusura sia per quelle complementari. "La linea di imbottigliamento - spiega il direttore di produzione della Zonin SpA, Omero Gobbo - da 4.500 bottiglie/ora, è servita da due robot antropomorfi (Emmeti) che effettuano, rispettivamente, la depalettizzazione dei vetri e la palettizzazione dei cartoni: una soluzione che, per quanto ne sappia, siamo gli unici ad avere adottato in Italia.
Le funzioni di sciacquatura, riempimento e tappatura sottovuoto sono invece svolte da un monoblocco compatto della Bertolaso, accuratamente disegnato in modo da ridurre le distanze e minimizzare la quantità di ossigeno assorbito dal vino in questa fase. Seguono unetichettatrice rotativa in autoadesivo Kosme, che monta un codificatore laser Markem, e unincartonatrice monoblocco Mondo e Scaglione, particolarmente compatta ed economicamente interessante, che appronta i cartoni, inserisce gli alveari, incassetta e chiude, integrata a valle con il codificatore a macrocaratteri serie 5000 della Markem".
Un impianto, dunque, che potrebbe apparire addirittura sovradimensionato rispetto alla produzione di nicchia (e quantitativamente limitata) della tenuta siciliana. La decisione di sostenere il relativo investimento e i problemi derivati, per esempio, dalla scarsa disponibilità in loco di manodopera specializzata, si possono spiegare con parole semplici: "A Butera produciamo vini eccellenti, per i quali volevamo disporre di macchine eccellenti; inoltre, la linea allestita in questa tenuta ci permette di testare idee e tecnologie che un domani potremmo utilmente estendere anche ad altre realtà produttive".
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Top wines, top plant
In the Feudo dei Principi di Butera winery, the Zonin family has installed a state-of-the-art plant for both the essential filling and closing operations and the complementary processes. "The bottling line - explains Zonin SpA's Director of Production, Omero Gobbo - has capacity of 4,500 bottles/hour and is served by two anthropomorphic robots (Emmeti), one unloading the glass bottles from the pallets and the other palletising the boxes. As far as we are aware, we're the only ones to adopt this solution in Italy. The rinsing, filling and vacuum capping functions are performed by a compact monoblock from Bertolaso, carefully designed to cut distances and to minimise the amount of oxygen absorbed by the wine during this stage. Then there's a rotary self-adhesive labeling machine by Kosme, with a Markem laser coder, and a monoblock Mondo e Scaglione case packer that's especially compact and cost-effective. This machine prepares the boxes, inserts the honeycomb sections, inserts the bottles and then closes the box. It's integrated down line with a macro-character series 5000 coder from Markem". In other words, a plant that could even appear oversized for the niche (and limited) output of this Sicilian vineyard. The decision to make such a big investment and face the problems due to a lack of skilled labour in the immediate area, for instance, can be explained in a few simple words: "We produce excellent wines in Butera, and so we wanted excellent machines for these; moreover, the line in this vineyard lets us try out new ideas and technologies that, in the future, we might usefully extend to other production sites".
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Codificare con Markem
La codifica sulla bottiglia - tipicamente del lotto di produzione - può avvenire sulla capsula, direttamente sul vetro, oppure sulletichetta. Per tutti questi substrati Markem propone SmartLase, un codificatore laser digitale a tecnologia CO2, che consente di scegliere potenze diverse (10 o 30 Watt) a seconda del materiale su cui si deve operare. Le ultime versioni - SmartLase 110 e SmartLase 130 - assicurano prestazioni superiori e sono più facili da usare, grazie allinterfaccia-operatore portatile e con tastiera QWERTY. Inoltre, gli SmartLase non richiedono un computer allinterno del sito produttivo e, grazie alle dimensioni compatte, possono essere facilmente posizionati nei contesti più diversi senza modifiche.
Economicamente interessante sia in termini di investimento iniziale che di gestione, il laser della Markem presenta unulteriore caratteristica di rilievo: utilizza un laser allanidride carbonica raffreddato ad aria, che - una volta installato e controllato in modo appropriato - lo rende uno dei sistemi più sicuri presenti sul mercato.
Per lidentificazione dei colli a fine linea Markem propone invece il sistema di codifica per i cartoni neutri, basato sui codificatori della serie 5000. Progettati con lesplicito obiettivo di eliminare le scatole prestampate e quindi i relativi costi di stoccaggio e gestione, riproducono direttamente sul cartone scritte e codici a barre, loghi e legende, con una qualità di stampa elevata e costante, e con unoperatività semplice e pulita. Le ultime versioni - 5200 e 5400 - operano anche con più teste di stampa (fino a 4) con un solo pannello di controllo. Entrambi i modelli possono stampare in contemporanea su due lati di una scatola e sono concepiti per lavorare in ambienti industriali. Le codifiche realizzate mantengono la loro integrità e leggibilità a prescindere dalle caratteristiche delle superfici da stampare, garantendo lelevata qualità consentita dai 256 fori di emissione e dallutilizzo di unapposita resina termoplastica senza solventi (Markem Touch Dry®), ad essiccazione istantanea, disponibile in diversi colori.
I dispositivi citati fanno parte di una vasta gamma di tecnologie - comprendente getto di resina, laser, trasferimento termico, sistemi di stampa-applicazione etichette, SW, materiali di consumo e servizi - proposti e gestiti dalla filiale italiana (Assago, MI) della Markem Corporation. Fondata negli Usa nel 1911, la società americana è oggi uno dei leader mondiali nello sviluppo e fornitura di sistemi di stampa, materiali e servizi per lidentificazione, la marcatura e la codifica di prodotti per lindustria. Forma un gruppo multinazionale che conta più di 1.300 dipendenti, due siti produttivi negli Stati Uniti e uno in Inghilterra, filiali in 17 paesi, oltre ad agenti e rappresentanti in altri 40 Stati.
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Coding with Markem
Coding on the bottle - typically with the production lot - can be on the capsule, directly on the glass or on the label. Markem proposes its SmartLase for all these mediums: a digital laser coder using CO2 technology that lets one choose the power (10 or 30 Watts) to suit the material one's working with. The latest versions - the SmartLase 110 and the SmartLase 130 - guarantee superior performance and are easier to use, thanks to portable operator interface and a QWERTY keyboard. Moreover, the SmartLase coders have no need for a computer in the production site and, thanks to their compact size, can be easily placed in a wide range of contexts without needing modification. Cost effective both in terms of the initial capital outlay and the running costs, Markem lasers offer a further interesting feature: they use an air-cooled carbon dioxide laser that - once installed and controlled appropriately - makes this one of the safest systems currently on the market.
When it comes to end-line pack identification, Markem proposes its neutral box coding system based on coders from the 5000 series. Designed with the explicit goal of getting rid of pre-printed boxes and thus the relevant storage and management costs, they reproduce text and barcodes, logos and slogans directly on the box, with constantly high print quality and easy, clean operation.
The latest versions - 5200 and 5400 - also operate with several print heads (up to 4) with just one control panel. Both models can print on two sides of a box at the same time and are conceived to work in industrial environments. The resulting coding are always precise and legible regardless of the characteristics of the surfaces to be printed, with superior quality guaranteed thanks to the 256 addressable jets and the use of a special instant drying, solvent-less thermoplastic resin (Markem Touch Dry®), available in a wide choice of colors.
The devices mentioned are just part of a huge range of technologies - including resin jet, laser, heat transfer, label print&apply systems, SW, consumables and services - proposed and managed by the Italian branch (Assago, Milan) of the Markem Corporation. Set up in the USA in 1911, this American concern is today a world leader in the development and supply of printing systems, materials and services for the identification, marking and coding of products for industry. It forms a multinational group with more than 1,300 employees, two production sites in the USA and one in the UK, branches in 17 states, plus agents and representatives in another 40.
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