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Il beverage in Italia è in fermento: cresce il mercato delle acque minerali, sia in termini di consumi sia di produzione; bibite e succhi aprono a nuove tendenze e il business della birra è caratterizzato da un grande dinamismo anche in Italia. Non meno tranquillo è il comparto vino, che sta vivendo una profonda riconfigurazione nella geografia dei consumi, della produzione e dei protagonisti del mercato. A cura di Daniela Binario
Ha contribuito sensibilmente al successo del made in Italy e alla diffusione nel mondo dello stile di vita e dellalimentazione italiana. Stiamo parlando dellacqua minerale, che ha permesso allItalia di vantare il primo posto nella produzione 2002 a livello mondiale. "Questo importante primato - sostiene Pierangelo Grippo, direttore Mineracqua - è stato raggiunto grazie alle 160 imprese che commercializzano 260 marchi e danno lavoro a 7000 dipendenti diretti. A fronte di consumi già altissimi, infatti, il mercato nazionale continua a crescere anche se a tassi inferiori rispetto al passato".
Iniziamo quindi questo nostro approfondimento sul mercato delle bevande partendo proprio dal bene più prezioso, lacqua, per passare poi alla sete "edonistica" di succhi e alla birra, il cui consumo è molto influenzato dalle condizioni climatiche, concludendo con il vino, che viene sempre più considerato una bevanda con effetti benefici per la salute.
Acque minerali
Il mercato italiano dellacqua minerale è dunque cresciuto anche nel 2002. La produzione ha quasi raggiunto gli 11 miliardi di litri e i consumi interni si sono assestati intorno ai 10 miliardi di litri, con un pro-capite di 172 litri annui. Grazie allestate calda, il 2003 si prospetta unannata ancor più felice sia per la produzione sia per i consumi, con nuovi record.
Ma lesplosione dei consumi idrici non è solo un fenomeno italiano; le acque minerali e di sorgente stanno diventando sempre più di moda in tutta Europa e in tutto il mondo, con tassi di crescita annui superiori al 5%. Lindustria minerale italiana, che dispone di un ricchissimo e variegato patrimonio sorgivo, ha quindi lopportunità di vedere crescere enormemente le esportazioni che, non a caso nel 2002, hanno superato per la prima volta la soglia dei 1.000 milioni di litri.
Sia la produzione sia i consumi sono ben distribuiti in tutte le regioni italiane, con una crescita più decisa nel meridione. Prevale il consumo di acque lisce e a bassa mineralizzazione, ma è in crescita quello delle acque a effervescenza naturale e quelle lievemente carbonate, mentre sono in calo i consumi delle acque frizzanti.
Sul mercato italiano delle acque minerali sono attive circa 180 fonti che imbottigliano oltre 280 diverse marche. Spiccano i grandi gruppi a distribuzione nazionale che concentrano i 3/4 del totale produzione: S.Pellegrino/Nestlè, San Benedetto, Italaquae/Danone, Uliveto/Rocchetta, Spumador, Norda, Sangemini. Alle loro spalle stanno avanzando con decisione diverse imprese regionali che ambiscono a raggiungere una dimensione nazionale: Lete/Prata, Fonti di Vinadio, Gaudianello, Traficante, Industrie Togni, Santa Croce. Ma anche altre numerosissime piccole e medie aziende si mostrano combattive, presidiando specifici segmenti geografici, canali distributivi o fasce di prezzo.
Nel frattempo si sta rapidamente affermando anche il giovane mercato delle acque in boccioni destinate a uffici, fabbriche e comunità varie. Questo speciale segmento vale già 110 milioni di litri con 160.000 fontanelle installate. Il quadro competitivo è in forte movimento, ma comincia a delinearsi una chiara leadership intorno a 5 gruppi: DrinkCup/Danone, SEM/BPM, Culligan, Norda/Aquapoint e Nestlè/Powwow.
Bibite e succhi
Una delle tendenze più interessanti registrate in questo comparto è sicuramente il continuo mutamento degli atteggiamenti e dei comportamenti dei consumatori che, in misura crescente, si stanno orientando verso nuove soluzioni di bevande in grado non solo di dissetare, ma anche di contribuire al mantenimento del benessere e della salute.
Ogni anno si consumano in Europa oltre 40 miliardi di litri di bevande analcoliche dolci (bibite gassate e lisce, succhi e nettari), con un consumo procapite di circa 126 litri.
In Italia, il consumo di bevande analcoliche dolci è positivo e ha ormai raggiunto i 78 litri pro capite annui (50 l per le bibite gassate, 14 per le bibite piatte e altrettanti per le bevande a base frutta), con un giro daffari per i produttori di 3.300 milioni di Euro.
Tra produttori e importatori si contano circa 200 unità operative, ma esiste una certa concentrazione. Nel settore delle bibite, infatti, i primi quattro gruppi (Coca Cola, Sanpellegrino, San Benedetto & Schweppes, Pepsi Cola) rappresentano circa i 3/4 del mercato complessivo. Nel settore delle bevande a base frutta i primi quattro gruppi (Conserve Italia, Zuegg, Parmalat, Del Monte) assorbono i 2/3 del totale mercato. Esistono tuttavia molti altri importanti competitor che si sono specializzati in specifici segmenti di mercato (Campari, Ferrero, Rocchetta, Lipton, Red Bull, Pago, Confruit ecc.). Nel campo delle bevande alla frutta e degli energy drink operano varie unità di importazione e distribuzione che talvolta rappresentano le filiali italiane di gruppi esteri. A livello locale, infine, sono presenti diverse piccole e medie aziende molto attive nellhoreca e nella vendita porta a porta.
Birra
In tutto il mondo si producono e consumano ogni anno 1.400 milioni di hl di birra. LEuropa comunitaria, pur contando solo il 6% della popolazione mondiale, esprime un consumo di circa 290 milioni di hl (oltre il 20% del totale mondiale), con un giro daffari dei produttori intorno ai 25.000 milioni di Euro e un consumo pro capite di 80 litri.
Il mercato italiano è il fanalino di coda per i consumi pro capite (circa 29 litri), anche se è uno dei più interessanti a livello europeo. Infatti lItalia, con i suoi 16,7 milioni di hl di consumi totali, è pur sempre la quinta potenza birraria nella Ue (dopo Germania, Gran Bretagna, Spagna e a ridosso della Francia); inoltre il nostro paese è uno dei pochi mercati europei che, a partire dal 1997, mostra unininterrotta dinamica di crescita, salvo una battuta darresto nel 2002 (calo del 2-3% secondo le prime stime), a causa dellinfelice annata metereologica e congiunturale.
LItalia è, inoltre, il mercato europeo che importa di più, in rapporto ai consumi interni: oltre 4,4 milioni di hl (oltre il 26% del totale consumi) cui va aggiunto un altro 20% circa di marche estere prodotte su licenza sul nostro territorio. Pertanto si può ben dire che quasi un bicchiere su due della birra consumata in Italia è rappresentato da marche estere, che dominano il segmento delle premium e specialità.
Sul mercato industriale operano circa 250 aziende birrarie con oltre 1.000 marche diverse, occupando tutti i possibili segmenti in termini di tipologie di prodotti, confezioni, occasioni di consumo e canali di vendita. Lo scenario competitivo è tuttavia dominato anche in Italia dai grandi gruppi multinazionali: Heineken Italia, Peroni (di recente acquisita dal gruppo SAB Miller), Carlsberg Italia e Becks Italia (in cui sono confluiti i principali marchi controllati dal gruppo Interbrew).
Questi quattro gruppi concentrano ormai più del 75% del totale mercato italiano. Il giro daffari dei produttori sul mercato italiano è valutabile intorno ai 1.600 milioni di Euro.
Accanto al mercato industriale della birra, si sta rapidamente affermando anche in Italia il fenomeno della birra artigianale, con oltre 50.000 hl di birra non pastorizzata e circa cento unità produttrici (microbirrerie e brew pub).
A parte i produttori, nel mondo della birra operano organicamente oltre 1.500 grossisti di bevande, per i quali la distribuzione della birra rappresenta il core business della propria attività. Si stima inoltre in circa 9.000 unità il numero dei locali specializzati nella somministrazione delle birre (birrerie e pub a varia caratterizzazione tematica), anche se la birra viene trattata da 200.000 pubblici esercizi e da tutti i punti vendita del dettaglio alimentare moderno e tradizionale. Infine, nel settore sono coinvolte alcune centinaia di fornitori specializzati di impianti, attrezzature, materiali e servizi vari per la produzione, la distribuzione e la somministrazione.
Vino
Il mercato mondiale del vino vale oltre 150 miliardi di dollari di consumi e coinvolge centinaia di milioni di consumatori e centinaia di migliaia di imprese del settore primario, dellindustria, del commercio e dei servizi.
I consumi, in contrazione a livello mondiale, si muovono dai mercati tradizionali dellEuropa mediterranea (Italia, Francia e Spagna) a quelli emergenti (Regno Unito, Paesi Scandinavi, Stati Uniti e Giappone).
Calano i consumi dei prodotti di fascia bassa e aumenta la quota dei prodotti premium. Si riducono le quantità consumate indoor e cresce la spesa nella ristorazione. Diminuisce il consumo delle fasce demografiche più alte e aumenta la penetrazione tra i giovani e le donne.
Sul fronte della produzione, questa evoluzione ha coinciso con laffermarsi di unampia platea di nuovi competitor. Basti pensare, a tale proposito, alla incredibile affermazione internazionale dei produttori del Nuovo Mondo. Trentanni fa la produzione di vino di Australia, Cile, Stati Uniti e Sud Africa superava di poco i 2 milioni di t (contro i 7 milioni dellItalia). Oggi questi paesi producono complessivamente qualcosa come 4,8 milioni di t di vino, un volume sostanzialmente analogo a quello italiano. Contemporaneamente è impressionante lincremento nella quota di export mondiale: dall1% del 1970, i quattro paesi emergenti sono arrivati nel 2001 a superare la quota del 18%, lo stesso livello dellItalia.
Parallelamente, la repentina globalizzazione del settore ha incoraggiato una forte concentrazione settoriale che ha portato allemergere di un ristretto gruppo di imprese multinazionali di grandi dimensioni, in grado di influenzare levoluzione del mercato, attivare politiche di branding a livello globale e reggere il confronto con la grande distribuzione, sia nei mercati emergenti sia in quelli esteri (il processo di concentrazione ha riguardato solo in maniera limitata il mercato europeo).
In questo scenario, quindi, le imprese europee (soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni) si trovano ad affrontare un forte incremento della tensione competitiva non solo nei mercati esteri, ma anche in quello interno.
Mercati e prodotti - Tutte le aree geografiche sembrano interessate da variazioni positive dei consumi, sia in termini di volumi sia di valori, ma con alcune differenze rilevanti.
Il mercato europeo, saturo nelle sue componenti più consolidate di consumo, potrà beneficiare della spinta propulsiva dei paesi non tradizionalmente consumatori.
La categoria che sarà contraddistinta dai maggiori tassi di crescita è quella dei vini rossi, di cui è prevista una crescita del valore delle vendite intorno al 20% nei prossimi tre anni: uno sviluppo determinato da alcune contrapposte tendenze interne.
Da un lato si assiste infatti a un progressivo calo dei consumi più banalizzati, soprattutto nei mercati di consumo tradizionale e nei mercati storici (Francia, Italia, Spagna, Portogallo) si riduce lutilizzo del vino rosso come tradizionale accompagnamento ai pasti quotidiani, soprattutto nei segmenti a più basso valore aggiunto.
Cresce allopposto la quota di consumi extradomestici, meno routinari e più indirizzati a livelli qualitativi più elevati.
In relazione ai vini bianchi, soprattutto tra i premium, essi presentano invece potenzialità specifiche (dal punto di vista produttivo e di mercato) che potrebbero far lievitare i consumi.
Il contesto competitivo - A differenza di buona parte dei prodotti alimentari al consumo, quello del vino si propone oramai come un settore molto internazionalizzato.
Alcune stime Nomisma valutano infatti che entro il 2005 la quota di produzione mondiale di vino esportata supererà il 28% a volume e il 39% a valore.
Peraltro tali flussi di esportazione, che sino alla metà degli anni 80 si risolvevano essenzialmente nelle relazioni commerciali tra paesi europei e tra questi e gli Usa, oggi riguardano un numero sempre più ampio di paesi di tutti i continenti.
È facile dunque prevedere che, proprio nei segmenti di mercato che presentano oggi i tassi di crescita più sostenuti, si eserciteranno le maggiori tensioni competitive e probabilmente anche pressioni sui prezzi. Questo porterà a una progressiva concentrazione tra le imprese (affermatasi con maggior forza nei paesi del Nuovo Mondo e in Nord America).
In questo contesto, sperimentarsi sui mercati esteri non costituisce solo unopportunità commerciale, ma lunico modo per misurarsi in uno scenario internazionale in cui si stanno affacciando competitor che, nel medio termine, potrebbero concorrere anche sul mercato interno.
È necessario quindi che tutte le imprese individuino i propri caratteri distintivi in grado di reggere a una competizione globale, per definire obiettivi e strategie coerenti con tali punti di forza.
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Drinks all round
The beverage sector in Italy is in ferment: the mineral water market is growing, both in terms of consumption and in terms of production; soft drinks and juices are opening to new trends and the beer business also features great dynamism in Italy. Equally fervid the wine segment, that is going through a profound reconfiguration in the geography of consumption, production and market protagonists.
By Daniela Binario
It has considerably contributed to the success of made in Italy and to the spread in the world of the Italian lifestyle as well as an Italian foodstyle. We are speaking of mineral water, Italy being able to boast first place in world production of mineral water in 2002. This important record - Mineracqua head Pierangelo Grippo points out - has been reached thanks to the 160 companies that market 260 brands and provide work for 7,000 direct employees. With consumption already at high levels in fact the Italian market is continuing to grow even if at lesser rates than in the past.
Hence we start up our study of the beverage market beginning with its most precious item, water, to go on to the hedonistic thirst for juices and beer, whose consumption is very much influenced by climatic weather conditions, concluding with wine, evermore considered to be a drink beneficial to ones health.
Mineral water
Hence the Italian mineral water market also grew in 2002. Production is nigh on 11 billion litres and domestic consumption has settled at around 10 billions litres, with a per capita consumption of 172 litres a year. Thanks to the hot summer, 2003 is liable to be an even better year both for production as well as for consumption, with new records being achieved.
But the explosion in water consumption is not only an Italian phenomenon; mineral and spring water consumption have become trendy throughout Europe and the world over, with annual growth rates of over 5%. The Italian mineral water industry, that has a rich and varied estate of springs, in fact faces the opportunity of an enormous growth in exports that, not by chance in 2002, for the first time went beyond the limit of 1,000 million litres.
Both production as well as consumption are well spread throughout the Italian regions, with a greater growth in the southern ones. Still and low mineral waters are the most consumed, but consumption of naturally sparkling water and water that is slightly carbonated is growing, while that of sparkling water is on the wane.
In the Italian market for bottled mineral water there are about 180 springs that bottle over 280 brands. The outstanding large groups distributing throughout Italy account for 3/4 of total production: S.Pellegrino/Nestlè, San Benedetto, Italaquae/Danone, Uliveto/Rocchetta, Spumador, Norda, Sangemini. Behind them various regional concerns with the ambition of reaching a national level are advancing fast: Lete/Prata, Fonti di Vinadio, Gaudianello, Traficante, Industrie Togni, Santa Croce. But numerous small-to-medium-sized concerns are now showing themselves to be combative, presiding over specific geographic segments, distribution channels or price ranges. Meanwhile the young market of bottled waters for coolers meant for offices, factories and various communities is also winning through. This special segment is worth 110 million litres with 160,000 water fountains installed. The competitive scene is very much on the move, but 5 groups appear to be emerging as clear leaders: DrinkCup/Danone, SEM/BPM, Culligan, Norda/Aquapoint and Nestlè/Powwow.
Beverages and juices
One of the most interesting trends registered in this segment is the continuous change in the approaches and behaviour of the consumers that, in a growing manner, are moving towards new beverage solutions capable not only of quenching ones thirst, but of also contributing to maintaining wellbeing and health.
Each year in Europe over 40 billion litres of sweet non alcoholic beverages are consumed (fizzy or flat drinks, juices and nectars) with a per capita consumption of around 126 litres.
In Italy the consumption of non alcoholic beverages is growing and has by now reached 78 litres per capita a year (fizzy drinks 50 litres, flat drinks and fruit based beverages both accounting for 14 litres), with a turnover for the producers of 3,300 million Euros.
There are around 200 producer and importer concerns, though there is considerable concentration. In fact the soft drinks sector the first four groups (Coca Cola, Sanpellegrino, San Benedetto & Schweppes, Pepsi Cola) account for around 3/4 of the overall market. In the fruit based beverages sector the first four groups (Conserve Italia, Zuegg, Parmalat, Del Monte) account for 2/3 of the total market. All the same many other important competitors exist that have specialised in specific market segments (Campari, Ferrero, Rocchetta, Lipton, Red Bull, Pago, Confruit ecc.). In the field of fruit beverages and energy drinks various import and distribution concerns operate that occasionally represent the Italian branches of foreign groups. Finally, a variety of small-to-medium sized concerns exist at a local level very active in horeca and in door-to-door sales.
Beer
Throughout the world today 1,400 million hl of beer are produced and consumed. The EU, even though only having 6% of the world population, accounts for a consumption of around 290 million hl (over 20% of the world total), with the producers turnover standing at around 25,000 million Euros and a per capita consumption of 80 litres.
The Italian market is in last place as regards per capita consumption (around 29 litres), even if it is one of the most interesting at European level. In fact Italy, with its 16.7 million hl of total consumption, is all the same still the fifth beer brewing power in the EU (after Germany, the UK, Spain and alongside France); as well as that Italy is one of the few European markets that, starting from 1997, shows an uninterrupted growth rate, apart from a stop in 2002 (a drop of 2-3% according to the first estimates), due to a year of bad weather conditions and a poor economic situation.
Italy is what is more the European market that imports most proportionate to domestic consumption: over 4.4 million hl (over 26% of total consumption) to which one should add another 20% or so of foreign brands produced under licence in Italy. Thus one can say that nearly one glass out of two of the beer consumed in Italy is accounted for by foreign, non-Italian brands, that dominate the premium and the speciality segment.
Around 250 beer brewing concerns operate on the industrial market with over 1,000 different brands, occupying all the possible segments in terms of type of products, packs, occasions for consumption and sales channels. All the same in Italy too the competitive scenario is dominated by large multinational groups: Heineken Italia, Peroni (recently bought by the SAB Miller group), Carlsberg Italia and Becks Italia (under which all the main brands controlled by the Interbrew group have gathered). These four groups now account for more than 75% of the total Italian market. The producers turnover on the Italian market is rated at around 1,600 million Euro.
Alongside the industrial beer market, in Italy too the craft beer phenomenon is also gaining ground, with over 50,000 hl of non pasteurized beer and around a hundred producer concerns (micro beer halls and brew pubs). Apart from the producers, some 1,500 beverage wholesalers operate organically in the beer world, for whom the distribution of beer represents the core business of their activity. It is also estimated that the number of beer specialised premises (variously thematic characterized beerhouses and pubs), stand at 9,000, even if beer is dispensed in 200,000 public premises and by all the modern and traditional food salespoints. Lastly the sector counts hundreds of suppliers involved, specialised in systems, equipment, materials and various service for producing, distributing and dispensing the same.
Wine
The world wine market is worth over 150 billion dollars consumption and involves hundreds of millions of consumers and hundreds of thousands of concerns in the primary sector, in industry, trade and services.
Consumption, showing a contraction at world level, is moving from the traditional markets of Mediterranean Europe (Italy, France and Spain) to the emerging ones (the UK, the Scandinavian countries, the US and Japan). The consumption of the low range products is dropping and the share of premium products is rising. Likewise, lower quantities are being consumed in the home and outlay in restaurants and catering is increasing. Consumption is dropping among the older part of the population while penetration is up among the young and among women.
On the production front, this evolution has coincided with the success of a broad range of new competitors.
On this count one only has to think of the incredible international success of the New World producers. Thirty years ago wine production in Australia, Chile, the US and South Africa was a little over 2 million tons (against Italys 7 million). Now these countries taken together produce something like 4.8 million tons of wine, a volume that is basically the same as that of Italy. At the same time their increase in the share of world exports is striking: going from 1% in 1970, in 2001 the four emerging countries managed export share was over 18%, the same as Italys.
At the same time, the speedy globalisation of the sector has encouraged a strong sectoral concentration that has led to the emerging of a small group of largescale multinational concerns, capable of influencing the evolution of the market, activating branding policies at world level and standing up to broadscale distribution, both in emerging markets as well as markets abroad (this process of concentration has only affected the European market in a limited manner).
In this scenario hence European concerns (aboveall the small-to-medium-sized ones) are not only forced to face a strong increase in competitive tension on the foreign markets, but also on their domestic market.
Markets and products - All geographic areas seem to be affected by upswings in consumption, but with considerable differences. The European market, saturated in its most consolidated areas of consumption, could benefit from the propulsive thrust of the countries that are not traditionally consumers. The category that will enjoy the greatest growthrate is that of red wine, where over the next three years a growth of the sales value of around 20% is predicted: a growth to be put down to contrasting domestic trends. On the one hand one sees a progressive drop in more banal-type consumption, aboveall in the markets of traditional consumption and the historic ones (France, Italy, Spain and Portugal) where the use of red wine as a traditional accompaniment of daily meals is waning. Against this the less routine share of consumption away from home involving higher quality levels is growing. As far as white wines are concerned, aboveall the premium ones, they offer specific potential (from the point of view of production and market) that could allow consumption to take off.
The competitive context - As opposed to most of the consumer food products, wine by now offers itself as a highly internationalised sector. Some Nomisma estimates in fact rate that by 2005 the share of wine production exported will exceed 28% in volume and 39% in value. What is more those export flows, that up to the mid eighties were essentially constituted by trade between European countries and between these and the US, today concern an ever broader number of countries the world over.
It is perhaps easy to forecast that, the very market segments that today show the greatest growth rates, will feature the greatest competitive tension and probably also the greatest pressure on prices. This will lead to a progressive concentration of companies (seen most in the countries of the New World and North America). In this context, experimenting on the foreign market does not only constitute a commercial opportunity, but the sole way for measuring up to an international scenario in which competitors are appearing that, in the mid term, could also compete on domestic market (Italy).
Hence all the concerns should locate their distinctive characters capable of standing up to global competition, to define objectives and strategies coherent with these strongpoints.
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Aggiornarsi leggendo
L'articolo intitolato "Da bere per tutti" è stato elaborato prendendo spunto dalle preziose informazioni contenute nei volumi della collana Annuari del Bere pubblicati da Beverfood Edizioni e nel libro Wine Marketing realizzato da Agra.
Si ringraziano gli editori per la gentile collaborazione.
Acque Minerali - LAnnuario 2003-2004 delle Acque Minerali e di Sorgente Italia mette a fuoco tutti gli aspetti e i protagonisti delle acque confezionate in Italia: mercati, prodotti, normativa, marche, confezioni, produttori, fornitori, enti e associazioni ecc.
Nella Sezione Mercati sono riportati i dati su produzione, consumi, tipologie prodotti e confezioni, canali di vendita, competitor e gruppi, quote di mercato e dinamiche fatturati dei produttori.
Si possono trovare inoltre le sezioni dedicate ai Prodotti (con la mappatura della normativa - a cura di Mineracqua - e dei servizi sulle caratteristiche salutistiche delle acque minerali) e ai Produttori.
Una speciale sezione è riservata alle Acque in Boccioni, con unanalisi del mercato e la scheda informativa delle aziende operanti nel settore.
Bibite e succhi - Lannuario 2002-2003 "Bibite e succhi Italia prende in considerazione tutti gli aspetti e i protagonisti delle bevande analcoliche dolci: tendenze di consumo, scenario competitivo, marche, prodotti, confezioni, produttori e importatori, distributori, fornitori e utilities varie.
La Sezione Mercati offre una panoramica completa del mercato europeo e di quello nazionale, con analisi e dati riguardanti produzione, consumi, tipologie di prodotti e confezioni, canali di vendita, competitors, gruppi e quote di mercato.
Nelle altre sezioni sono incluse informazioni su Prodotti, Produttori & Importatori, Fornitori Specializzati e Distributori.
Birre - Lannuario 2003-2004 "Birre Italia" fornisce uno spaccato del mercato nazionale e di quello europeo, con dati aggiornati su consumi, produzione, import, export, canali di vendita e quadro competitivo.
La Sezione Prodotti & Marche contiene il repertorio di tutti i brand presenti in Italia. Il volume prevede anche la Sezione Produttori (nazionali ed esteri) operanti sul mercato italiano, la sezione Importatori ed Agenzie. In una sezione dedicata si parla di Microbirrerie e Brew Pub, presenti in Italia. Non manca poi la parte riservata ai Distributori Regionali.
Vino - Ha ricevuto il premio "Provincia di Siena" per la letteratura e scienza vicinicola, con la seguente motivazione: "È un manuale tecnico, rigoroso ed esauriente sulla commercializzazione del vino". Si tratta del libro Il marketing del vino in Europa, edito da Agra e realizzato in collaborazione con lIstituto di ricerca Nomisma, che si sofferma su scenari, canali distributivi, grossisti e importatori. Nella prima parte della pubblicazione (affidata ai ricercatori Nomisma) sono analizzati i consumi nei diversi mercati europei, i canali distributivi, le tendenze in atto, le strategie vincenti e gli strumenti adottati dai principali competitor, italiani e non, per ampliare i mercati. La seconda parte attiene più al marketing operativo: suddivisi per paese, sono indicate le schede di oltre 1.000 aziende grossiste e importatrici attive nel commercio e distribuzione del vino.
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Update by reading
The article entitled Drinks all round has been devised drawing from the precious information contained in the volume of the series Beverage annuals published by Beverfood Edizioni and in the book Wine Marketing produced by Agra.
We thank the editors for their kind cooperation.
Mineral water - The Annual 2003-2004 of Acque Minerali e di Sorgente Italia (Mineral and Spring Waters Italy) focuses on all the aspects and the protagonists of water packed in Italy: markets, products, standards, brands, packs, producers, suppliers, bodies and associations etc. In the Market Section one can find data on production, consumption, types of products and packs, sales channels, competitors and groups, market shares and producer turnover trends.
You can also find a section dedicated to Products (with mapping of standards - edited by Mineracqua - and articles on the health characteristics of mineral waters) as well as Producers.
A special section is reserved for Water in dispensers, with a market analysis and data sheets on the concerns operating in the sector.
Soft drinks and juices - The 2002-2003 annual Bibite e succhi Italia (Soft drinks and Juices Italy) considers all the aspects and the protagonists of sweet non alcoholic beverages: trends in consumption, competitive scenarios, brands, products, packs, producers and importers, distributors, suppliers of various utilities. The Market Sections offers a complete overview of the European and Italian market, with data analysis regarding production, consumption, types of products and packs, sales channels, competitors, groups and market quotas. The other sections include information on Products, Producers & Importers, Specialised suppliers and Distributors.
Beers - The 2003-2004 annual Birre Italia (Italian Beers) supplies a cross section of the Italian and European markets, with updated figures on consumption, output, imports, exports, sales channels and the competitive picture. The Products & Brands section contains the repertoire of all brands present in Italy. The volume also has a Producer Section (Italian and foreign) operating on the Italian market, a section covering importers and agencies. In a dedicated section micro beerhouses and brew pubs present in Italy are covered. There is also a part reserved for Regional Distributors.
Wine - Awarded the Province of Siena prize for literature and the science of winemaking, with the following motivations: It is a technical manual, rigorous and exhaustive on the trading of wine. In question a book The marketing of wine in Europe, edited by Agra and made in cooperation with the Nomisma study institute, that covers scenarios, distribution channels, wholesalers and importers. In the first part of the publication (entrusted to Nomisma researchers) the consumption of different European markets are analysed along with distribution channels, trends underway, winning strategies and the tools adopted by the main competitors, Italian and other, to broaden the market. The second part belongs more to operative marketing: divided up country per country, data sheets of over 1,000 wholesale concerns and importers in the trade and distribution of wine are included.
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Ecotasse - In Germania, nonostante le ripetute sollecitazioni inviate alla Commissione europea da parte dei settori interessati (birra, acque minerali, bevande analcooliche) attraverso le proprie Associazioni europee, permangono le difficoltà per i contenitori a perdere di alcune tipologie di bevande. Assobibe ha ribadito la necessità di forti iniziative di contrasto, in sede UNESDA e in sede CIAA. Tali iniziative hanno convinto la Commissione europea a inviare una lettera al Governo tedesco in cui viene criticato il sistema per il deposito cauzionale introdotto dalle disposizioni in vigore dal 1° gennaio 2003. La questione, nata da una misura di carattere protezionistico e non di tutela ambientale, ha provocato notevoli danni a numerose aziende produttrici in ragione della cancellazione da parte della Distribuzione di ordini di prodotti confezionati in contenitori a perdere. Il braccio di ferro tra il Governo tedesco e le autorità Ue non appare destinato ad evolversi positivamente, stante la ferma intenzione del Governo di non modificare il sistema per il deposito cauzionale entrato in vigore il 1° ottobre 2003. Si attendono sviluppi in materia a seguito della decisione della Commissione europea di avviare una procedura dinfrazione contro la Germania.
(Fonte: Assobibe News)
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Ecotaxes - In Germany, despite the repeated requests sent to the European commission by the sectors affected (beer, mineral water, non alcoholic drinks) through their European associations, the difficulties as regards the disposable containers for some types of beverages still remain. Assobibe has repeated the need for strong contrastive measures to the UNESDA and the CIAA. These undertakings have convinced the European commission to send a letter to the German government criticising the system for a deposit introduced by the dispositions in force since 1st January 2003. The question, born out of a measure that is protectionist in character and is not for environmental protection, has caused considerable damage to numerous producer concerns due to the distributors cancellation of orders for products packed in disposable containers. The dispute between the German government and the EU authorities is not liable to have a positive outcome, given the firm intention of the German government not to modify the system of deposits that came into force October 1st 2003. One awaits developments on the subject following the decision of the EU to start up an infraction procedure against Germany.
(Source: Assobibe News)
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