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Sempre più Cosmoprof
Si chiama IFI (Iniziative Fieristiche Internazionali) la società costituita allinizio dello scorso anno da Bologna Fiere, Sogecos e Unipro per gestire Cosmoprof. La manifestazione bolognese, che ha filiato anche unedizione in Sudamerica (Brasile) e Hong Kong, si è affermata nel tempo come la più grande fiera mondiale del comparto cosmetico-profumiero, suggerendo ai promotori di promuovere un più stretto coordinamento, al fine di ottimizzare le risorse e imprimere a Cosmoprof un impulso ulteriore. Fra i programmi di IFI figurano anche nuove acquisizioni in altre aree del mondo.
Even more Cosmoprof
Named IFI (Iniziative Fieristiche Internazionali International Exhibition Initiative), this is the company set up at the beginning of last year by Bologna Fiere, Sogecos and Unipro to run Cosmoprof. This Bologna event, which has also had branches in South America (Brazil) and Hong Kong, has over the years confirmed itself as the largest international exhibition of the cosmetics and perfume industry, encouraging its promoters to set up a closer co-ordination, with the aim of optimising resources and instilling a further impetus into Cosmoprof. New acquisitions in other parts of the world also figure in IFIs plans.
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Era annunciato ed è accaduto: l effetto nido, conseguenza psicologica dellattentato alle Twin Towers, ha sostenuto i consumi di prodotti di bellezza in tutto il Primo Mondo. Ecco i preconsuntivi Unipro per lItalia e qualche considerazione in libertà sui trend del mercato. E.P.
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Lincontro tenutosi lo scorso febbraio nella nuova sede inaugura la serie di appuntamenti, a cadenza semestrale, che lassociazione italiana dei produttori di cosmetici e profumi Unipro ha già calendarizzato per il biennio in corso. Lobiettivo è, negli intenti del presidente Alberto Donati, fornire agli operatori del settore «un più ampio spettro di indicazioni e di valutazioni» sullandamento di un settore che, allinterno della Chimica delle Specialità, vanta la bilancia commerciale con lattivo più elevato. E, al tempo stesso, aggiornare tempestivamente sulle evoluzioni strutturali e di mercato dellindustria cosmetica.
Ecco, dunque, il preconsuntivo 2001 elaborato dal neonato Centro Studi e Cultura dImpresa dellassociazione (il Rapporto definitivo verrà reso pubblico in aprile), commentato dal suo responsabile Gianandrea Positano e dallo stesso Donati.
Più investimenti nel futuro prossimo
Con riferimento a un mercato interno valutato quasi 10.000 milioni di Euro, in Italia nel 2001 la domanda di cosmetici è cresciuta del 6,2%, lexport del 18% e il fatturato dellindustria nazionale di settore di oltre il 7%. Ma non basta: stando alle indicazioni fornite dal panel congiunturale Unipro, per lanno in corso si prevede un ulteriore aumento della domanda (+5% circa), che conferma lItalia come terzo mercato europeo dopo Francia e Germania. Anche le vendite allestero appaiono in crescita (+15%), a testimonianza del maggior peso che le imprese nazionali vanno progressivamente assumendo nel contesto internazionale.
Individuando i principali elementi che contribuiscono a formare la media del pollo, vediamo che laumento dei consumi non è da attribuire in pari misura a tutti i canali. A fronte di un +3,8% ascritto alle vendite porta a porta e per corrispondenza, troviamo il +16,9% totalizzato dalle erboristerie, destinato a replicarsi nellulteriore +10,9% previsto per questo fine esercizio. Spicca, inoltre, la buona crescita dei centri estetici (+8,1%) e dei parrucchieri (+7,1% quelli da donna e +9% quelli da uomo).
Passando in rassegna altri indicatori significativi, troviamo il già citato saldo della bilancia commerciale, passato da 339,1 milioni di e nel 2000 a 620 milioni di e a fine 2001, e il dato sulloccupazione, che quasi la metà dei soggetti imprenditoriali costituenti il panel Unipro dichiara in crescita (laltra metà lo dà per stabile), in controtendenza rispetto alla media dei comparti.
Dulcis in fundo, nel 58,2% dei questionari è stata dichiarata lintenzione a investire in impianti e macchinari, il che prefigura interessanti ricadute anche sullindotto dei fornitori di macchine per il confezionamento. Coerenti con questultimo dato, il grado di sfruttamento degli impianti, prossimo al 90% ovvero alla saturazione, e lalto tasso di investimenti in manutenzione.
Secondo Unipro, nel complesso le industrie italiane si aspettano, per lanno in corso, unulteriore crescita di fatturato, stimata intorno al 7%, per un valore superiore ai 7.200 milioni di Euro.
Come cambiano domanda e offerta
Accanto ai dati congiunturali, si impongono allattenzione altri due fatti significativi di unevoluzione nella cultura imprenditoriale delle industrie di settore: la maggior propensione agli investimenti in comunicazione dichiarata dal 48,8% del panel, e in Ricerca & Sviluppo annunciata dal 60,2%. Alberto Donati sottolinea come entrambi rimandino a una crescente consapevolezza dei fattori che influenzano la capacità di competere sui mercati moderni, caratterizzati da un lato da una vita media di prodotto sempre più breve e dallaltro dalla necessità di competere su più canali del trade («perché il consumatore di oggi si serve sia in profumeria sia sul mass market e in erboristeria...»).
Riproponendo un tema che gli è caro - è lindustria che si assoggetta ai gusti del pubblico, e non viceversa - il presidente Unipro passa quindi a commentare i comportamenti di consumo e i trend di domanda, che in Europa non risultano disturbati dallintroduzione della nuova valuta e, più in generale, appaiono sostenuti dal cosiddetto effetto coccole o effetto nido che dir si voglia. Il concetto, proposto dagli psicologi che studiano questo mercato (v. anche ItaliaImballaggio 1-2/02), pare abbia effettivamente trovato riscontro nei fatti, traducendo il rinnovato senso di precarietà esistenziale causato dagli attentati dell11 settembre, in un più spiccato desiderio di intimità e cura di sé.
Ma il consumatore, oggi, chi è? Appare ormai trascorso il tempo in cui emergevano i grandi nuovi target della bellezza come, negli anni passati, è accaduto con i Bambini prima e lUomo poi. Piuttosto, sottolinea Donati, prosegue il fenomeno di targettizzazione spinta che mira a individuare il consumatore con precisione sempre maggiore (e ad articolare di conseguenza lofferta in una miriade di prodotti di nicchia). Un esempio? «Non ci rivolgiamo più allinfanzia ma ai piccoli, ai preadolescenti, agli adolescenti, ai giovani adulti, ecc. Analogamente, non offriamo più coloranti per capelli, ma prodotti diversi a seconda che il consumatore voglia tingere le chiome incanutite, farsi una ciocca verde, ottenere riflessi ramati, diventare rosso henné, farsi le mèches o i colpi di sole, e altro ancora a seconda delle mode».
E uneventuale apparente uniformità non tragga in inganno: rispecchia senzaltro un filone dominante di valori e di gusto, ma a ben guardare si scorgeranno quelle piccole differenze che andranno a colpire il consumatore giusto.
Nota: Le previsioni di tendenza riferite in questa occasione sono state ricavate elaborando le risposte ad appositi questionari, inviati al 70% delle imprese che costituiscono luniverso di riferimento.
Note: The forecasts of trends included here have been formulated by analysing the responses to appropriate questionnaires, sent to 70% of the companies comprising the referent sector.
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Beauty products: the nest effect
It was described and it has happened: the nest effect, the psychological consequence of the attacks on the Twin Towers, has sustained the consumption of beauty products in the whole of the First World. Here are Unipros preliminary assessments for Italy, and some general thoughts on market trends. E.P.
The meeting held last February in the new headquarters was the inauguration of a series of events to be held at six-monthly intervals which Unipro, the Italian association of cosmetics and perfume producers, has fixed for the next two-year period. The aim, as far as Chairman Alberto Donati is concerned, is to provide operators in the field with a wider spectrum of indicators and evaluation on the progress of a sector which, within the Specialised Chemicals field, boasts the trade balance with the highest assets. An equally important objective is to provide prompt updates of the evolution of both the structure and markets of the cosmetics industry.
Here, then, is the preliminary statement (the definitive report is to be presented in April) prepared by the associations newly-formed Centre for Studies and Culture, discussed by its director Gianandrea Positano and Alberto Donati.
More investment in the near future
Regarding a home market valued at nearly 10 billion Euro, in Italy in 2001 demand for cosmetics rose by 6.2%, exports by 18% and turnover of the sectors national industry by more than 7%.
But that is not all: based on indications for the current year supplied by Unipros economic assessment panel, a further increase in demand (of about 5%) is forecast, confirming Italy as the third-biggest European market after France and Germany. Also, foreign sales appear to be growing (+15%), as is shown by the greater importance progressively being assumed by Italian companies in an international context.
Isolating the main elements contributing to these raw averages, we see that the growth in consumption is not equal in all areas. Compared with +3.8% in door-to-door and postal sales, we find a total of +16.9% in herbalists, forecast to increase by a further 10.9% by the end of the current financial year. There has also been notable growth in beauty salons (+8.1%) and hairdressers (+7.1% in womens establishments and +9% in mens).
A review of other important indicators shows the above-mentioned balance of trade, increasing from 339.1 million ¤ in 2000 to 620 million ¤ at the end of 2001, and data on employment, which almost half the entrepreneurial members making up the Unipro panel declare to be on the increase (the other half consider it to be stable), contrary to average tendencies.
To cap it all, 58.2% of those questioned stated their intention of investing in equipment and machinery, which will have a knock-on effect on the turnover of packaging machine suppliers. Consistent with this last statistic, the degree of exploitation of equipment, close to 90%, or nearing saturation, is the high level in investment in maintenance.
According to Unipro, generally speaking Italian industries are expecting, over the course of the current year, further growth in turnover, estimated at about 7%, or more than 7,200 million Euro.
How supply and demand are changing
Alongside the economic data, two other significant facts concerning an evolution in the entrepreneurial culture of the sectors industries demand attention: the greater inclination towards investment in communications affirmed by 48.8% of the panel, and in Research & Development by 60.2%. Alberto Donati points out how both are evidence of a growing awareness of the factors influencing the ability to compete in todays markets, characterised on the one hand by an ever-shorter average product-life and on the other by the need to compete in several trade channels (because todays consumer makes use of not only the perfumery but the mass market and the herbalists
).
Taking up a subject that is dear to him that the industry adapts itself to the publics tastes, and not vice versa the chairman of Unipro goes on to comment on consumer behaviour and demand trends, which in Europe have not been affected by the introduction of the new currency and, more generally, seem to have been sustained by the so-called cuddle effect, or nest effect if you like. This concept, put forward by psychologists studying this market (see ItaliaImballaggio 1-2/02), seems to have effectively been confirmed through the translation of the renewed sense of existential uncertainty caused by the events of 11 September into a more heightened desire for intimacy and self-care.
But today, who is the consumer? It seems that the days are already over when great new beauty targets emerged such as, in past years, first Children and then Men. Above all, Mr. Donati emphasises, there is a continuing phenomenon of targeting pushes which aim to identify the consumer with ever greater precision (and consequently to divide supply into a myriad of niche products). An example? We no longer simply target young people, but small children, pre-adolescents, adolescents, young adults, and so on. Similarly, we no longer offer hair colourings, but different products depending on whether the consumer wishes to tint a head of grey hair, colour a lock of hair green, have copper highlights, become henna red, put in streaks or sun-bleaching, or any other things to keep up with fashion.
And any possible apparent uniformity is deceptive: certainly it mirrors a dominant thread of values and taste, but closer inspection reveals those little differences which make it possible to hit the right consumer.
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Il fenomeno erboristeria
Una recente indagine promossa dal Ministero delle Risorse Agricole ha censito la coltivazione di piante officinali in Italia: sono stati individuate 370 aziende agricole su più di 3.000 ettari, con un patrimonio di oltre 100 specie diverse. Costituiscono una rete di piccoli produttori che vanno dalla Val dAosta alla Calabria e che hanno saputo conservare la tradizione produttiva di essenze di alta qualità, ricercate per questo in tutto il mondo. La loro produzione sta alla base di un comparto che ha preso impulso, a partire dalla fine degli anni 70, dal boom del canale distributivo (oggi le erboristerie sono più di 4.500), ma che si è trasformato nel tempo in una filiera complessa, che copre le varie fasi della coltivazione, sviluppo dei prodotti, ricerca scientifica, commercializzazione. Assoerbe - lassociazione delle aziende che operano nel commercio delle erbe e dei loro derivati, rappresentativa del 90% del mercato italiano - stima il fatturato nazionale complessivo in circa 600 milioni di Euro (a fronte di un dato europeo di 8 miliardi di euro), realizzato da circa 1.000 aziende con oltre ventimila addetti. Importanti gli sbocchi nella bellezza: gli studi di settore presentati da Unipro hanno stimato in circa 170 milioni di euro il valore dei cosmetici acquistati in erboristeria, evidenziando come questo canale mostri i migliori incrementi nelle vendite (+16,9% dal 2000 al 2001) e, in più, levidente tendenza a una crescita ulteriore. Benché penalizzato da una normativa arretrata e incerta, il mondo dellerboristeria sembra quindi finalmente avere messo a frutto i valori di una tradizione secolare, anche grazie alla capacità di anticipare lormai consolidata esigenza di naturale e di rinnovarsi dal punto di vista tecnico e scientifico. Non a caso, pur in assenza di una normativa specifica che riconosca questa figura professionale, sono ormai più di venti le sedi universitarie che hanno attivato i corsi di laurea breve in tecniche erboristiche. La nuova generazione di erboristi che si sta formando, e già si affaccia al mondo del lavoro, incarna un patrimonio di esperienze polivalenti - su coltivazione, preparazione e controllo di qualità dei prodotti - unico per ora in Europa, che saprà rinverdire una tradizione molto amata dal pubblico.
Demetrio Benelli, direttore di Erboristeria Domani*
Erboristeria Domani è nata nel 1978, quando il moderno settore erboristico italiano era agli albori, e da allora è sempre stata riconosciuta come il primo, più diffuso e autorevole periodico sulle piante officinali e i derivati naturali per la salute, lalimentazione, la cosmesi, lindustria. Mensile, distribuita solo in abbonamento, affronta lattualità di settore (mercato, fiere, normative, prodotti, novità), presenta articoli di carattere tecnico-scientifico sui vari campi di interesse (salutistico, alimentare, cosmetico) e pubblica reportage illustrati sulluso delle piante officinali nei vari paesi del mondo. La casa editrice pubblica anche lAnnuario Italiano di Erboristeria.
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The herbalist phenomenon
A recent study commissioned by the Ministry of Agricultural Resources has surveyed the cultivation of officinal plants in Italy: some 370 farms have been found, totalling more than 3,000 hectares and growing more than 100 different species. These form a network of small producers from Val dAosta to Calabria, all continuing the tradition of the production of top quality essences and as such highly sought-over all over the world. Their output forms the basis for a market that has benefited from the boom in the distribution channel since the late 1970s (there are now more than 4,500 herbalists shops in Italy), but one thats also changed over the years into a complex industry, covering the various stages of cultivation, product development, scientific research and commercialisation. Assoerbe - the trade association for those operating in the sale of herbs and their derivatives, representing 90% of the Italian market - puts overall Italian turnover at about 600 million Euro (compared to 8 billion Euro for Europe as a whole), produced by about 1,000 firms employing more than twenty thousand. Beauty outlets are particularly important: the sector surveys presented by Unipro give an estimate of about 170 million Euro spent on cosmetics bought in herbalists shops, showing just how this channel has the best growth in sales figures (+16.9% in 2001 compared to 2000) and, whats more, theres an evident trend for further growth. Although somewhat penalised by an insufficient and unclear set of laws, the world of herbs seems finally to have started reaping the values of a centuries-old tradition, thanks also to the herbalists skill in anticipating the now consolidated need for all things natural and in renewing the technical and scientific aspects. Its no coincidence that, despite there being no specific set of standards that recognises this professional figure, more than twenty universities have introduced 3-year degree courses in herbalist techniques. The new generation of herbalists now being trained, and already entering the job market, embody a wealth of multipurpose experience - the cultivation, preparation and quality control of products - thats one of its kind in Europe at the present and one thats destined to breathe fresh life into a tradition greatly loved by the public.
Demetrio Benelli, director of Erboristeria Domani*
Erboristeria Domani was set up in 1978 when the modern herbalist sector in Italy was in its early days and has been considered the leading, most widely-read and authoritative magazine on officinal plants and natural derivatives for health, nutrition, cosmetics and industry ever since.
A monthly magazine, available only on subscription, it deals with all the latest developments in the sector (market, exhibitions, laws, products and novelties), produces technical/scientific articles on the various areas of interest (health, nutrition, cosmetics) and publishes illustrated reports on the use of officinal plants throughout the world. The publishers also publish the Italian Herbalists Handbook.
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