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January/February 2003





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Il profumo è come l’amore: se è poco, non basta. È una delle “massime” della mitica Estée Lauder che, prima di diventare "il marchio" di un impero è stata anzitutto una donna, amante della bellezza, della famiglia, del lavoro e del lusso. Che si è fatta ambasciatrice dello chic in America. E.P.

In Europa sono famosi ma negli Usa sono mitici (e leader di mercato). Lì più che altrove i profumi Estée Lauder rappresentano la classe, il lusso e i sogni di seduzione identificati con lo charme Old Europe. E se, indubbiamente, il marketing della multinazionale avrà avuto buona parte nell’edificazione di questo risultato, gran parte del merito va ascritto a una signora americana dalle origini esotiche (il sangue è francese, ungherese, ceco, viennese, tedesco) e dalla comunicativa latina (sarà che la balia era italiana…), che da ragazza promuoveva i preparati cosmetici di suo zio Schotz presso i parrucchieri. Il suo nome suonava Josephine Esther Mentzer (Lauder è il marito) e da piccola voleva fare la dermatologa o l’attrice.
È riuscita a fare entrambe le cose, con qualche piccola trasposizione di piano. Oltre a un’eleganza naturale ereditata dalla madre e al gusto per la perfezione acquisito dal padre, Estée spiccava per la capacità straordinaria di entrare in contatto con gli altri e di comunicare (l’Estée attrice), oltre a un gusto per la bellezza che, dalla cura della pelle (ecco la dermatologa) si è spostato alle creme e ai profumi. Li inventava lei, ancora in tarda età, componendo sapientemente le fragranze che ogni volta diventavano grandi successi e, in parallelo, suggeriva un’idea di appeal al femminile, grazie alle scelte vincenti di testimonial e packaging.

Immagini ed essenze
Così Esther ha creato essenza (alla lettera) e immagine di una serie straordinaria di profumi che, soprattutto se visti tutti insieme - come è capitato nel corso di una piccola mostra milanese, allestita nell’ambito de Il matrimonio dei sensi j - trasmettono con impareggiabile efficacia stile ed eleganza, ovvero i valori della Casa.
Il primo profumo, del 1953, si chiamava (e si chiama, dato che tutti i profumi Estée sono ancora in produzione) Youth-Dew.
È stato elaborato a partire da una fragranza usata nella famiglia dei Lauder. Toni orientali e colore opulento, Youth-Dew viene ancora offerto in una lussuosa boccetta-abito, con nastro in vita: non semplice idea regalo, ma vero e proprio bene da godere, per sé.
Estée scoprì così di essere un “naso”, e nessuno l’ha più fermata. Sono seguiti nel 1968 il profumo che porta il suo nome ("giovane, sensuale, eccitante e moderno, fatto per la donna che lavora, controllata e impeccabile") e tutti gli altri, altrettanto curati nel packaging (vedere per credere) e nell’immagine, sostenuti dalla bellezza delle modelle e dalla loro capacità di incarnare lo spirito dei tempi.
L’ultimo (Pleasures Intense), candidato al premio Accademia del Profumo, è stato lanciato l’anno scorso in una cornice di peonie rosa, abbinato al volto angelico di Carolyn Murphy. Sviluppo voluttuoso di Pleasures, archetipo cristallino-fiorito della casa, interpreta la femminilità di oggi come espressione di un’interiorità che non rinnega il corpo, armonia fra spiritualità eterea e sensualità esplicita, espressa in un equilibrio di linee minimali, materiali da toccare, colori estroversi e dettagli raffinati.

Sogna e lavora (belle con metodo)
A sostegno di cotanta sostanza, un metodo messo a punto da una donna infaticabile ("Il successo? Non bisogna sognare di ottenerlo; bisogna stare ben svegli e darsi da fare per afferrarlo") che sapeva capire le altre donne, gratificarle, stuzzicarne la curiosità - magari con qualche campione gratuito - e, buon ultimo, fidelizzarle.
Alla base vi sta l’idea che il prodotto debba essere provato, magari "regalato" all'inizio, perché una volta convinta - attenzione: non vinta! - la donna diventerà fedele per sempre.
Come? Suscitando il desiderio di bellezza che dimora in tutte, "quelle già bellissime e quelle che non sanno di esserlo", e combattere la pigrizia che, in fatto di fascino, è il solo peccato mortale.
Eccolo, dunque, il segreto di questa signora: dimora nella sua capacità di sognare, e di far sognare.

Il matrimonio dei sensi 2002 - Mostra evento allestita a Milano il 18-20 ottobre scorso, presso Industria Superstudio, dall’omonima organizzazione di Gabriella Giamminola. Obiettivo: valorizzare in una cornice adeguata le proposte delle grandi firme del design per la Sposa e il suo mondo.
Quest’anno la manifestazione, che si svolge in contemporanea con le sfilate dell’haute couture per il matrimonio, è stata ambientata nelle diverse stanze di una casa ideale, che ha accolto mobili e complementi d’arredo, abiti e gioielli, e i preziosi oggetti per l’abitare di lusso.



Love & perfume
Perfume is like love: if just a little, it's not enough. This is one of the “maxims” of the legendary Estée Lauder, who, before becoming "the brand" of an empire, was first and foremost a woman, with a passion for beauty, the family, work and luxury. Who then became an ambassador of chic in America. E.P.

They're famous in Europe, but truly legendary in the USA (and the market leaders). There, more than anywhere else, Estée Lauder perfumes represent class, luxury and the dream of seduction identified with the charm of Old Europe. And if, undoubtedly, the marketing of the multinational has had a fair part to play in building up this result, a lot of the merit also goes to an American lady of exotic origins (with French, Hungarian, Czech, Austrian and German blood running in her veins) and Latin communication skills (her nanny was Italian…), who promoted the cosmetics prepared by her uncle Schotz in hairdresser salons as a young girl.
Her full name was Josephine Esther Mentzer (Lauder is her husband's name) and she wanted to be a dermatologist or actress when she was small.
And she managed to do both, by shifting the plane slightly. As well as having a natural elegance which she inherited from her mother and a taste for perfection from her father, Estée stood out for her extraordinary ability to come into contact with others and to communicate (Estée the actress), plus a taste for beauty that shifted from skincare (Estée the dermatologist) to creams and perfumes. She invented them all through life, even when elderly, wisely mixing the fragrances to create perfumes that each time became great successes and, at the same time, suggested an idea of female appeal, thanks to a winning choice of testimonials and packaging.

Images and essences
And so Esther has created the essence (literally) and image of a series of extraordinary perfumes that, especially if seen all together - as happened recently in a small Milan show as part of The Marriage of Senses event j - transmit an unequalled efficacy, style and elegance, i.e. the values of the Maison.
The first perfume, dated 1953, was called Youth-Dew (and is still called this, given that all Estée perfumes are still in production). It was prepared starting from a fragrance used in the Lauder family. Oriental tones and an opulent colour, Youth-Dew is still offered in a luxurious bottle/robe, with a ribbon around its waist: not a straightforward gift idea, but a real item to cherish, for itself.
Estée thus discovered she had a “nose”, and no one has been able to stop her since. In 1968 the perfume that bears her name appeared ("young, sensual, exciting and modern, made for the working woman, controlled and impeccable") and all the others, equally carefully studied when it comes to packaging (seeing is believing) and image, sustained by the beauty of the models and their ability to embody the spirit of the time.
The most recent (Pleasures Intense), a candidate for a Perfume Academy award, was launched last year in a frame of pink peonies, combined with the angelic face of Carolyn Murphy. The voluptuous development of Pleasures, the crystalline-floral archetype of the house, it interprets femininity today as the expression of an inner life that doesn't deny the body, of harmony between ethereal spirituality and explicit sensuality, expressed in an equilibrium of minimal lines, materials begging to be felt, extrovert colours and refined details.

Dream and work (beautiful with method)
Supporting such great substance, a method developed by a tireless lady ("Success? You don't need to dream to obtain it; just be vigil and go for it") who knew how to understand other women, gratify them, arouse their curiosity - perhaps with a few free samples - and, last but not least, keep them loyal. At the roots is the idea that the product must be tried first, perhaps even "given away" at the start, because once convinced - attention: not browbeaten! - a woman becomes loyal for life. How? By arousing the desire for beauty that exists in everyone, "those that are already beautiful and those who don't yet know they are", and to beat the laziness that, when it comes to fascination, is the only mortal sin.
This, therefore, is the secret of this lady: it lies in her ability to dream and to make others dream.

The Marriage of the Senses 2002 - A show event held in Milan on October 18-20, at the Industria Superstudio, belonging to Gabriella Giamminola's organisation of the same name. Goal: to enhance in a suitable setting the proposals of the leading names in design for the Bride and her world. This year, the event, which takes place at the same time as the haute couture shows for bride and bridegroom, was set in the various rooms of an ideal home, with furniture, furnishings, clothes, jewels and all the precious objects needed for luxury living.