Uno studio* recente consente di confrontare caratteristiche e prestazioni delle pellicole estensibili a base di PVC e di PE, destinate al confezionamento degli alimenti freschi, in ambito domestico e presso la grande distribuzione. Conferme e sorprese. Luciano Piergiovanni
I film plastici estensibili (o, più comunemente, pellicole estensibili) occupano una posizione preminente nel confezionamento di alimenti freschi (carni, formaggi, frutta e verdure), grazie alle eccellenti proprietà funzionali che permettono la preservazione delle caratteristiche organolettiche e nutrizionali degli alimenti, ma anche in virtù della loro leggerezza, trasparenza ed economicità.
Attualmente le pellicole plastiche estensibili destinate agli alimenti freschi, in ambito domestico e nella grande distribuzione (che assorbe l80% circa della produzione), si suddividono in due grandi famiglie: pellicole a base di PVC, prodotte e utilizzate da decenni, e pellicole a base di PE, più recenti.
Come tutti gli imballaggi destinati al settore food, anche le pellicole estensibili in commercio in Italia sono idonee per questa applicazione, quando risultino conformi alle leggi specifiche, che ne definiscono la composizione qualitativa e quantitativa nonché le migrazioni, globali e specifiche.
Dunque, nel pieno rispetto di normative che si sono evolute nel tempo, diventando più precise e rigorose nella tutela dei consumatori, le pellicole estensibili per alimenti a base di PVC sono state sviluppate e modificate per aumentarne i margini di sicurezza.
Questa nota riporta alcuni risultati della caratterizzazione chimico-fisica e prestazionale di una serie di pellicole estensibili a base di PVC, esistenti in commercio e utilizzate in Italia dalla grande distribuzione e in ambito domestico nel 2001, avendo come riferimento due corrispondenti pellicole a base di PE, pure in commercio nel 2001 in Italia.
La caratterizzazione chimico-fisico-meccanica e sensoriale è stata effettuata dal di-STAM, Dipartimento di Scienza e Tecnologie Alimentari e Microbiologiche dellUniversità di Milano, mentre la caratterizzazione di crescita batterica nelle carni rosse e bianche imballate è stata effettuata dallAgenzia Regionale per la Prevenzione e lAmbiente di Modena.
Film in esame e risultati della caratterizzazione
I campioni
Sono stati esaminati sei campioni di pellicole commerciali a base di PVC presenti nel mercato italiano nella seconda metà del 2001 Quattro campioni (nello specifico i campioni GDO-A, GDO-B, GDO-C, GDO-D) sono del tipo destinato alla grande distribuzione mentre due campioni (UD-1 e UD-2) sono destinati allutilizzo domestico. Il campione GDO-A viene indicato per limballaggio di alimenti acquosi (frutta e verdura), mentre tutti gli altri sono indicati anche per alimenti grassi come formaggi e carne. Tutti i campioni sono conformi alla legislazione italiana esistente riguardo alle materie prime utilizzate nella loro preparazione.
Coefficienti di migrazione globale e specifica
Per verificare lidoneità alimentare delle pellicole a base di PVC sono state effettuate su tutte test di migrazione globale (MG) e test di migrazione specifica (MS) del plastificante di-etil-esil-adipato (DEHA) in accordo con quanto previsto dal D.M. 220 del 26.04.1993 e dal D.M. 338 del 22.07.1998.
Le prove di migrazione globale e specifica prevedono i simulanti e le condizioni specificate nella tabella 1, con fattori di riduzione di 3 e 4 dei dati di migrazione globale e specifica trovati in isottano, in relazione allimballaggio di formaggi e carne.
I valori dei coefficienti di migrazione globale trovati per il simulante A (alimenti acquosi), simulante B (alimenti acidi) e simulante D (formaggi e carni) sono riassunti in tabella 2 assieme ai dati corrispondenti ottenuti sui campioni in PE di riferimento, mentre la tabella 3 riporta i corrispondenti dati di migrazione specifica del DEHA ai formaggi e alla carne. Lesame dei risultati di tabella 1 mostra che:
i valori dei coefficienti di migrazione globale negli alimenti acquosi e acquosi acidi (simulanti A e B) di tutte le pellicole alimentari a base di PVC rispettano ampiamente i limiti di legge (10 mg/dm2) e risultano sostanzialmente simili ai coefficienti corrispondenti di migrazione delle pellicole alimentari a base di PE;
i coefficienti di migrazione globale delle pellicole a base di PVC negli alimenti formaggi e carni, pur essendo tutti entro le richieste della legislazione esistente, mostrano una sostanziale riduzione (a circa 1/3) nel passaggio dal gruppo 1 ai gruppi 2 e 3, come risultato del lavoro di ricerca e sviluppo di formulazioni (in particolare dei plastificanti usati) condotto dai produttori delle pellicole. I coefficienti di migrazione dei gruppi 2 e 3 sono di tutta sicurezza rispetto alle richieste di legge e, comunque, restano più alti di quelli delle pellicole in PE prese in esame.
Per quanto riguarda i valori dei coefficienti di migrazione specifica al DEHA riportati in tabella 3, tutte le pellicole destinate agli alimenti grassi rispettano i requisiti di legge. Inoltre essi mostrano come i produttori delle pellicole abbiano lavorato per aumentare i margini di sicurezza (ottenendo coefficienti di migrazione più bassi) e per produrre pellicole alimentari a base di PVC non contenenti DEHA.
Infine i dati delle tabelle 2 e 3 mostrano che anche il campione di pellicola GDO-A, espressamente destinato allimballaggio di alimenti acquosi, rispetta le leggi di migrazione globale agli alimenti grassi, formaggi e carne. Per quanto riguarda la migrazione specifica al DEHA, supera il limite (3,8 invece di 3 mg/dm2) previsto per i formaggi, mentre è conforme alle richieste di legge per quanto riguarda lalimento carne.
Coefficienti di frizione e aderenza
Una delle caratteristiche che contraddistinguono i film plastici estensibili è la loro aderenza, ovvero la capacità di aderire su se stessi o su altri supporti, dando origine alla chiusura dellimballaggio. Questa prestazione è tipica delle pellicole plastiche e, nel caso dei film di PVC, è associata alla presenza di plastificanti, determinanti nel causare leffetto cling (o aderenza, appunto). La resistenza offerta allo scorrimento (misura delladerenza del materiale su se stesso e quindi della corretta chiusura dellimballaggio) viene misurata dal coefficiente di frizione (COF) statico e dinamico, il primo relativo alla resistenza che si oppone allo scorrimento-movimento iniziale del materiale che costituisce la chiusura, il secondo alla resistenza offerta allo scorrimento una volta che il movimento è in corso.
I valori dei coefficienti di frizione (COF) dei campioni di pellicole sotto osservazione, sono riportati nello tabella 4.
I valori dei coefficienti di frizione statici delle pellicole alimentari a base di PVC risultano sempre relativamente elevati, assicurando quindi una buona chiusura dellalimento imballato e degli avvolgimenti intorno ai vassoi. Nel passaggio dalle pellicole del gruppo 1 a quelle del gruppo 2 e del gruppo 3 (in corrispondenza alla diminuzione dei coefficienti di migrazione), i valori dei COF statici diminuiscono pur restando sempre (anche nel caso delle pellicole del gruppo 3), significativamente superiori (+50%) di quelli delle pellicole di PE di riferimento. Per tutte le pellicole a base di PVC, i valori di COF dinamici sono inferiori a quelli statici, per cui una volta vinta la resistenza iniziale allo scorrimento, lo scorrimento risulta più facile e non presenta differenze significative per i campioni esaminati, compresi quelli a base di PE.
Permeabilità ai gas O2 e CO2
Per preservare al meglio le caratteristiche di freschezza degli alimenti (carne, vegetali e prodotti lattiero-caseari), le pellicole estensibili utilizzate devono aver caratteristiche di permeabilità allossigeno, alla CO2 ed al vapor dacqua opportune e bilanciate. I valori delle permeabilità (espresse in cm3/m2 x 24 ore x bar) allossigeno e alla CO2 misurati sulle pellicole esaminate sono riportati nello tabella 5.
Le pellicole destinate alla grande distribuzione (gruppo 1 e 2) mostrano permeabilità (sia allO2 che alla CO2) più elevate di quelle per uso domestico (gruppo 3) e di recente sviluppo; queste ultime inoltre hanno valori di permeabilità allossigeno sostanzialmente simili alle pellicole di PE di riferimento.
Per quanto riguarda la permeabilità allacqua delle pellicole alimentari a base di PVC così come a base di PE, essa non è stata qui misurata; si hanno indicazioni dei diversi comportamenti delle pellicole per quanto riguarda permeabilità allacqua dai risultati dellanalisi sensoriale di cui si riporta più avanti.
Altre proprietà fisiche (trasparenza, opacità) e meccaniche (rigidità e allungamento a trazione)
Tutte le pellicole esaminate a base di PVC e a base di PE, possiedono un grado elevato di trasparenza (prossimo al 90%) e un basso grado di opacità (compreso tra 1 e 2,5) senza evidenti variazioni nel passaggio dal gruppo 1 al gruppo 3.
La caratterizzazione meccanica, in relazione a resistenza a trazione delle pellicole esaminate, ha mostrato che tutte sono poco rigide e altamente deformabili, con allungamenti allo snervamento compresi tra il 100 e il 140% e moduli di Young relativamente bassi e varianti nellintervallo 30-100 Mpa, con i campioni del gruppo 1 che presentano più bassi moduli di Young e più alti allungamenti a snervamento.
Si tratta, in termini generali, di valori tutti adeguati e non critici rispetto al settore applicativo di destinazione.
Crescita batterica in funzione del tempo
La verifica delleffettiva protezione fornita dalle pellicole alimentari a base di PVC rispetto alla proliferazione batterica delle carni fresche imballate è stata oggetto di unanalisi comparativa condotta dallAgenzia Regionale per la Prevenzione e lAmbiente di Modena, di concerto con lArea di Epidemiologia Ambientale.
Lindagine ha preso in considerazione 80 confezioni di carne (40 confezioni di fettine di vitellone e 40 confezioni di fette di pollo) protette da pellicole commerciali a base di PVC avendo sempre come riferimento pellicole commerciali a base di PE (pure contenenti 40 campioni di pollo e 40 campioni di vitellone). Le pellicole a base di PVC e a base di PE utilizzate per limballaggio erano del tipo utilizzate dalla grande distribuzione. A parità di modalità di conservazione dei campioni analizzati, nel rispetto della catena del freddo, sono stati effettuati rilevamenti a tre ore dal confezionamento, quindi a due, quattro e cinque giorni.
I campioni sono stati sottoposti ad analisi microbiologica per individuarne la carica batterica totale e la concentrazione di enterobacilli e lattobacilli, le tipologie di batteri più significative per gli alimenti freschi confezionati e capaci di causare affezioni più o meno significative.
I risultati ottenuti sono mostrati nelle tabella 6 con riferimento, in funzione del tempo, alla carica batterica totale, al numero di enterobatteri e di lattobacilli riferiti ad 1 g di carne.
Entrambe le tipologie di pellicole (base di PVC e a base di PE) mostrano sostanzialmente un andamento analogo della crescita batterica nella carne in funzione del tempo di imballaggio. Tuttavia i valori del numero di batteri trovati fino a 4 giorni di tempo di conservazione sono inferiori nelle carni, sia di vitellone che di pollo, conservate in pellicole a base di PVC.
Ma se il tempo di conservazione è superiore a 4 giorni, la crescita nel numero di batteri è più accelerata e rapida nelle carni conservate in pellicole a base di PE.
In altri termini, i risultati di crescita batterica indicano un margine di sicurezza maggiore offerto dagli imballaggi a base di PVC rispetto a quelli a base di PE, anche in termini di tempo di vita dellalimento,
Aspetto generale, condensa, odore e colore (analisi sensoriale) degli alimenti imballati in funzione del tempo (shelf life)
Le valutazioni sullaspetto generale e sulla condensa nella confezione, su odore e colore degli alimenti imballati (frutta, carni, latticini, verdure) sono state effettuate da un panel esperto del di-STAM su prodotti imballati in pellicole a base di PVC e di PE per diverso tempo (fino a 6 giorni). I risultati dellanalisi sensoriale a 3 e 6 giorni per la banana e a 1 e 3 giorni per la carne bovina sono mostrati rispettivamente nelle figure 1÷ 3.
I panelisti dellanalisi sensoriale hanno assegnato punteggi maggiori alle confezioni imballate in pellicole a base di PVC, anche se le differenze più significative dal punto di vista statistico si rilevano solo per laspetto generale e la condensa.
Quanto evidenziato nelle figure citate è, in termini generali, valido per tutti gli alimenti imballati, verdure e formaggi compresi, e per tutti i tempi di imballaggio esaminati fino a 6 giorni.
I panelisti hanno inoltre evidenziato la relativamente scarsa adesività dei film di PE sullalimento e attorno al vassoio; questo limite, assieme alla presenza di condensa allinterno della confezione e sulla superficie dellalimento (aspetto negativo anche sotto il profilo igienico), hanno determinato le preferenze verso le confezioni avvolte in film a base di PVC, che presentano nel complesso un aspetto giudicato più luminoso e invitante.
Un altro motivo di riflessione significativo emerge dallanalisi delle conservazione delle bananecome risulta dalla figura 1, che mostra la concentrazione di etilene nello spazio di testa delle confezioni in funzione del periodo di shelf-life. Nel caso delle banane, particolarmente sensibili alla presenza di etilene nellatmosfera circostante, lazione svolta dalletilene si esplica fondamentalmente nellaccelerazione della respirazione del prodotto con il conseguente aumento del metabolismo cellulare, che può comportare il raggiungimento del giusto grado di maturazione o lavvio dei processi degradativi nella fase successiva di senescenza (figura 2).
In conclusione
I coefficienti di migrazione totale e specifica di tutte le pellicole a base di PVC esaminate sono risultati conformi alle leggi italiane esistenti.
Inoltre limpegno dei produttori ha consentito di arrivare alla produzione di pellicole migliori rispetto al passato, in relazione alla migrazione totale e specifica agli alimenti grassi come formaggi e carni (coefficienti di migrazione pari ad 1/3 del limite di legge).
Laderenza (associata al relativamente elevato coefficiente di frizione statico) delle pellicole a base di PVC su stesse e su altri materiali, assicura ottima tenuta dellimballaggio.
Questa caratteristica, insieme alla permeabilità bilanciata allossigeno e alla CO2, oltre allopportuna permeabilità allacqua, costituisce la base fisica del comportamento prestazionale ottimale delle pellicole alimentari a base di PVC nellimballaggio di alimenti freschi.
Il buon comportamento prestazionale risulta anche dalla misurazione, in funzione del tempo, della crescita batterica nelle carni imballate nonché dallanalisi sensoriale su alimenti frutta, verdura, carni e formaggi, imballati in condizioni standard.
Le valutazioni mostrano infine che le pellicole a base di PVC consentono una shelf life prolungata degli alimenti, rispetto alle pellicole a base di PE oggetto dello studio.
Graziano Vidotto, Marco Piana
Centro di Informazione sul PVC, Milano, [email protected], www.pvcforum.it
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PVC and fresh food packaging
One recent study* has delved into the comparisons and contrasts of the characteristics and performance of PVC- and PE-based stretchfilms intended for packaging fresh foods, in the domestic environment and in the large-scale retail trade. Confirmations and a few surprises.
Graziano Vidotto, Marco Piana
Plastic stretchfilms (or better known as simply stretchfilms) hold a preeminent position in packaging fresh foods (meats, cheeses, fruits and vegetables), due to their excellent functional qualities that preserve and protect the sensory and nutritional characteristics of the foods and also because of their remarkably low weight, transparency and cost-effectiveness.
Currently, plastic stretchfilms conceived for use in packaging fresh foods, in the home and in the large-scale retail trade (which accounts for approximately 80% of total production) can be grouped into two macro product categories: PVC-based films, which have been produced and used for decades, and newer, more advanced PE-based films.
As with all packaging designed for use with food products, the stretchfilms available on the market in Italy are suitable for this application provided they comply with specific legislation that outlines the requirements of their quantitative and qualitative composition and lays down the limits of global and specific migration.
Therefore, in full compliance with the regulations that have evolved over the years and have become more precise and strict in terms of consumer protection issues, PVC-based stretchfilms for food packaging have evolved and changed to increase their margins of safety. This article gives some of the results of the chemical and physical characteristics and performance of a series of PVC-based stretchfilms available on the Italian market and used by large-scale retail and by home consumers in 2001, taking as a reference two corresponding PE-based films, also available on the Italian market in 2001.
The chemical, physical, mechanical, and sensory characterization was made by di-STAM, the Department of Food and Microbiological Sciences and Technology of the University of Milan, while the description of the bacterial growth in packaged red and white meats was done by the Regional Agency for Prevention and the Environment of Modena.
The films in question and results of the characterization
The samples
Six samples of commercial PVC-based stretchfilms available on the Italian market in the second half of 2001 were taken under examination. Four samples (specifically, GDO-A, GDO-B, GDO-C, GDO-D samples) are produced for use by the large-scale retail trade, while two samples (UD-1 and UD-2) are designed primarily for home use. The GDO-A sample is recommended for packaging aqueous foods (fruits and vegetables), while all the others are recommended for fatty foods such as cheeses and meat products. All the samples complied fully with current Italian legislation as regards the raw materials used in their preparation.
Coefficients of global and specific migration
To check the suitability of use of PVC-based films with certain food products, all the samples were subjected to global migration (GM) tests and specific migration (SM) tests that specifically tested the migration of di-ethylhexyl-adipate (DEHA) plasticizer, in accordance with the instructions laid down by Min. Decree 220 of 26.04.1993 and Min. Decree 338 of 22.07.1998.
The global and specific migration tests used the simulants and the conditions specified in table 1 with reduction factors of 3 and 4 of the global and specific migration data found in iso-octane, in relation to packaging cheeses and meat.
The coefficient values of global migration found for simulant A (aqueous food products), simulant B (acidic food products) and simulant D (cheeses and meats) are summarized in table 2 along with the corresponding data obtained on samples of the reference PE film, while table 3 reports the corresponding data of specific migration of DEHA to cheeses and meats.
An analysis of the results of table 1 show that:
the values of the coefficients of global migration into aqueous foods and aqueous acidic foods (simulants A and B) of all the food grade PVC-based films are well below the legal limits (10 mg/dm2) and are substantially similar to the coefficients corresponding to migration values of food grade PE-based films;
the coefficients of global migration of food grade PVC-based films into cheeses and meat products, while all well within the requirements of existing legislation, show a substantial reduction (to about one-third) in the transition from group 1 to groups 2 and 3, as a result of the research and development work conducted by film producers into new formulas (in particular, the plasticizers used). The coefficients of migration of the groups 2 and 3 are completely safe with respect to legal requirements but nevertheless, are still higher than the PE-based film examined in the study.
As regards the values of the coefficients of specific migration to DEHA shown in table 3, all the films designed especially for fatty foods conform with the legal requirements. In addition, they show how stretchfilm producers have been committed to increasing the margins of safety (by obtaining lower coefficients of migration) and to producing PVC-based food grade films that do not contain DEHA.
Finally, the data given on tables 2 and 3 show that even the GDO-A film sample, expressly intended for packaging aqueous food products, complies with the laws of global migration to fatty foods, cheeses and meats. As regards the specific migration of DEHA into the packaged foods, it exceeds the limit (3.8 instead of the limit 3 mg/dm2) set for cheeses, while it is in conformance with the legal requirements as regards meat products.
Friction and adherence coefficients
One of the characteristics that distinguish plastic stretchfilms is their cling, in other words, the films ability to adhere to itself and to other supports, creating the seal on the package. This ability is typical of plastic films and, in the specific case of PVC-based film, is associated with the addition of plasticizers, instrumental to forming the cling effect. The resistance offered against sliding (a measure of how well the material clings to itself and thus creates the correct seal of the packaging) is measured by the dynamic and static coefficient of friction (COF), the former related to the resistance that is opposed to the initial sliding-movement of the material that makes up the seal, the latter to the resistance offered to sliding once the movement is underway.
The coefficient of friction (COF) values of the samples of film examined here are given in table 4.
The static coefficient of friction values of the food grade PVC-based films are always relatively high, thereby ensuring a proper seal of the packaged food and the wrapping around the trays.
In moving from the group 1 stretchfilms to those of groups 2 and 3 (in relation to the decrease in the coefficients of migration), the static COF values decrease although they consistently remain including in the case of group 3 films - substantially higher (up to 50%) than those of the reference PE-based films. For all the PVC-based films tested, the dynamic COF values are lower than the static values, therefore once the initial resistance to sliding is overcome, sliding becomes easier and does not present significant differences between the samples examined, including in the PE-based films.
Permeability to O2
and CO2 gas
To best preserve the qualities of freshness of foods (such as meat, fruits and vegetables, and dairy products and cheese), the stretchfilms used must have appropriate and balanced characteristics of permeability to oxygen, CO2 and water vapor. The values of permeability (expressed in cm3/m2 x 24 hours x bar) to oxygen and CO2 measured on the films examined are given in table 5.
The stretchfilms produced for use by the large-scale retail trade (groups 1 and 2) present permeability (to O2 and CO2) higher than the recently-developed domestic use films (group 3); these latter also offer values of permeability to oxygen that are quite comparable to the PE-based films used as reference.
Permeability to water of the PVC-based and PE-based food grade films was not measured in this study.
Measures of the films differing behaviors as regards permeability to water were found in the results of the sensory analysis, which will be discussed later on.
Other physical properties (transparency, opacity) and mechanical properties (rigidity and stretching to traction)
All the PVC-based and PE-based films examined possess a high degree of transparency (close to 90%) and a low degree of opacity (between 1 and 2.5) without obvious variations in these levels from group 1 and group 3.
The mechanical characterization, in relation to the tear and pull resistance of the films examined, has shown that all the films are very flexible (not rigid) and are highly deformable, with stretch to yield values in the range of 100 to 140% and relatively low Young modules and variants in the interval of 30-100 MPA. Group 1 stretchfilm samples show lower Young modules and higher stretch to yield figures.
In general terms, these values are all satisfactory and not critical with respect to the application sector of use.
Bacterial proliferation
in relation to time
Verification of the effective protection provided by PVC-based food grade films with respect to bacterial proliferation in fresh packaged meats was subject to a comparative analysis conducted by the Regional Agency for Prevention and the Environment of Modena, in conjunction with the Environmental Epidemiological Division.
The investigation considered 80 packages of meat (40 packages of sliced veal and 40 packages of sliced chicken) protected by commercially available PVC-based films, using PE-based films as a standard of reference (also containing 40 samples of veal and 40 samples of chicken). The PVC-based and PE-based stretchfilms used for the packaging were the kind designed for the large-scale retail trade. The methods of conservation of the samples analyzed being equal, in accordance with the cold chain, measurements were taken every three hours after the time of packaging, then at two, four and five days.
The samples were subjected to microbiological analyses to identify the total bacteria count and the concentration of enterobacillus and lactobacillus, the most common types of bacteria for fresh packaged foods which are also responsible for causing more or less dangerous illnesses.
The results obtained are shown in table 6 with reference to, in relation to time, the total bacteria count, the number of enterobacillus, and the number of lactobacillus with reference to 1 gram of meat.
Both types of stretchfilms (PVC and PE-based films) show essentially analogous trends in bacterial growth in the meat in relation to the time of packaging. However, the actual numbers of bacteria measured at up to four days of storage were lower in the meat samples, both veal and chicken, preserved in PVC-based films. However, when the time of storage exceeded 4 days, proliferation of bacteria accelerated rapidly in the meats preserved in PE-based films. In other words, the results of bacterial growth indicate that PVC-based packaging offers a higher margin of safety than PE-based packaging, including in terms of shelf-life of the food.
The general appearance, condensation, odor and color (sensory analysis) of the packaged foods in relation to storage time (shelf-life)
A panel of experts appointed by the di-STAM conducted several evaluations of the general appearance and the condensation inside the package and the odor and color of the foods (fruit, meats, dairy products, vegetables) packaged in PVC-based and PE-based stretchfilms for variable amounts of time (up to 6 days).
The results of the sensory analysis at 3 and 6 days for bananas and 1 and 3 days for beef are shown respectively in figures 1÷ 3.
The panelists making the sensory analyses assigned higher points to the packages wrapped in PVC-based stretchfilms, even though significant differences from a statistical point of view were found only in the general appearance and condensation present inside the packages.
The results found in the figures cited are generally valid for all packaged foods, fruits and vegetables and cheeses included, and for all the storage times examined up to six days.
The panelists also noted relatively poor cling in the PE-based stretchfilms on the food and around the tray.
This shortcoming, along with the presence of condensation inside the package and on the surface of the food (an off-putting appearance from a hygienic perspective), have led panelists to prefer packages wrapped in PVC-based films, whose appearance was generally considered brighter and more appealing.
Another reason for significant reflection stemmed from the analysis made on packaged bananas, as shown in figure 1, which shows that the concentration of ethylene in the space at the top of the packages depends on the shelf-life.
In the case of bananas a product particularly sensitive to the presence of ethylene in the surrounding atmosphere - ethylene essentially accelerates the products breathing with the resulting increase in cellular metabolism.
This process can lead the fruit to reach the correct degree of ripeness or trigger decomposition processes in the subsequent ageing phase (figure 2).
In conclusion
The coefficients of total and specific migration of all the PVC-based films examined were found to be consistent with the existing Italian legislation.
In addition, stretchfilm manufacturers commitment to research and development has made it possible for them to produce better films compared with the past, and decrease global and specific migration to fatty foods such as cheeses and meats (coefficients of migration now stand at about 1/3 of the legal limit).
The cling (associated with the relative high static coefficient of friction) of the PVC-based films onto themselves and onto other materials ensures an excellent seal on the packages.
This quality, together with the balanced permeability to oxygen and CO2 and in addition to the appropriate permeability to water, constitutes the physical basis of the optimal performance of the food grade PVC-based films in packaging fresh food products.
The excellent performance is also due to the measure, in relation to time, of the proliferation of bacteria in packaged meats as well as in the sensory analysis of fruit, vegetables, meat, and cheeses packaged under standard conditions. Finally, the analyses conducted have shown that PVC-based stretchfilms lengthen the shelf-life of foods compared with the PE-based films examined in the study.
Graziano Vidotto, Marco Piana
Centro di Informazione sul PVC, Milan, [email protected], www.pvcforum.it
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