October 2003





Belle scommesse!
A fine challenge indeed!

Il rumore del lusso
The sound of luxury

Cosa bolle in pentola
Food: what’s cooking?

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Carta e trasformazione: un bilancio
Paper and converting: a balance

Al centro, il contenitore
At the heart, the container

Contenitori di acciaio per la chimica
Steel containers for chemicals

F&F News







Doppia bolla, esperienza e rinnovamento
Double bubble, experience and renewal

I&M News






Nuova disciplina per l'etichettatura dei prodotti alimentari
New discipline for labeling food products

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Lavorare sulle molecole
Working with molecules

Il PVC e l’imballaggio del "fresco"
PVC and fresh food packaging

Carni lavorate: pack e mercati
Processed meat: packs and markets

Laser per la flexo
Lasers for flexo

Speciali per il converting
Converting specials

M&M News









• Le assemblee annuali dei produttori e trasformatori di carta e cartone restituiscono un bilancio di settore tutto sommato positivo, nonostante la congiuntura economica critica e le difficoltà delle cartiere (che hanno chiuso lo scorso esercizio in sovrapproduzione, con un calo di fatturato, prezzi delle materie prime in aumento e il solo macero in crescita). Dalle relazioni degli uffici studi di Assocarta e Assografici, oltre che dai dati raccolti dal gruppo confindustriale "di specializzazione" su cartone ondulato (Gifco) riprendiamo le informazioni relative all’andamento 2002 e le prudenti previsioni di chiusura per il 2003.
• In merito all'imballaggio flessibile, i dati in nostro possesso non sono ancora avallati dalle stime ufficiali, che Giflex (Gruppo Imballaggio Flessibile) proporrà agli associati solo ad autunno inoltrato, ma rimandiamo all'ampia dissertazione, a firma Plinio Iascone, pubblicata a pagina 37 del fascicolo di settembre di ItaliaImballaggio, sull'evoluzione della produzione 2002.
In linea di massima, tuttavia, è opinione diffusa fra gli operatori italiani che il comparto goda di buona salute (qualche perplessità è avanzata solo da alcuni soggetti che, presumibilmente, non hanno al proprio attivo una gamma di prodotti completa, con la quale far fronte a necessità di confezionamento sempre più complesse). Secondo osservatori qualificati, in Italia, dove è doveroso segnalare la chiusura di alcuni stabilimenti a inizio anno, il comparto segnerà una crescita percentuale della produzione pari al +2,5%, riconfermando così la propria vitalità e continuando a dimostrarsi molto competitivo anche sul piano internazionale.
• Un anno, il 2003, in cui i produttori di macchine per la stampa e il converting, rappresentati da Acimga, hanno potuto intonare note di ottimismo: nonostante le difficoltà incontrate in fase esportativa in qualche area del mondo, il mercato risulta infatti ricco di spunti e contatti interessanti.
Ecco dunque i dati essenziali che aiutano a fare il punto sull’andamento della filiera. Con una considerazione in più: se le imprese soffrono, la politica preoccupa, le riforme stentano e i consumi ristagnano, resta il fatto che i trend del cartone ondulato - da sempre considerato un fedele indicatore dell’economia reale - sono positivi (nel 2002 la produzione è cresciuta del 3,05% in superficie e del +3,02 %in peso) e che le imprese del settore continuano a raccontare storie di successi, soprattutto all’estero. Speriamo che trovino conferma nelle statistiche riepilogative di fine anno.



Paper and converting: a balance

• The annual assemblies of producers and converters of paper and cardboard have restored a balance for the sector which all in all is positive, despite critical economic circumstances and the difficulties of paper mills (which closed the last accounting period with a situation of over-production, with a fall in turnover, rising raw materials prices and only pulp on the rise). We take the information relating to progress in 2002 and cautious closing figures for 2003 from the results of the official studies by Assocarta and Assografici, in addition to statistics collected from the industrial sector group on corrugated cardboard (Gifco).
• Regarding flexible packaging, the statistics we have are not verified by the official estimates, which Giflex (Flexible Packaging Group) only presents to its associate members in autumn, but we refer to the extensive report by Plinio Iascone, published on page 37 of the September issue of ItaliaImballaggio, on the development of production in 2002. On the whole, however, it is an opinion widely held among Italian operators that the sector is in good health (some doubt is put forward by only a few, who presumably do not have a complete range of products available with which to face the ever more complex needs for packaging). According to experienced observers, in Italy, where it is necessary to mention the closure of some plants at the start of the year, the sector will show a percentage growth of +2,5%, thus confirming its vitality and continuing to show that it is very competitive, also at an international level.
• 2003 is a year in which producers of machinery for printing and converting, represented by Acimga, have been able to give out a note of optimism: despite the difficulties encountered in exporting to some parts of the world, the market is in fact buoyant and full of interesting new contacts.
So these are the important signs which help to highlight the progress of the sector. With one more consideration: although companies are suffering, politics worrying, reforms are difficult and consumption stagnant, it is a fact that the trend for corrugated cardboard - always a reliable indicator of the true economy - is positive (in 2002 production rose by 3.05% by surface area and 3.02% by weight) and that companies in the sector continue to tell work on stories of success, especially abroad. Let us hope that this is confirmed by the definitive statistics at the end of the year.




Carta: più produzione, meno fatturato
Tempo di bilanci per Assocarta, che durante l’assemblea annuale del giugno scorso ha divulgato i risultati conseguiti dall’industria cartaria italiana durante il passato esercizio e ha tracciato i macro trend in corso. E.P.
Per le cartiere nazionali il 2002 è stato caratterizzato da un’ulteriore crescita della produzione, che ha raggiunto il nuovo record di 9,3 milioni t (+3,9%), con un trend superiore alla media europea (+2,6%) e inferiore solo alla Spagna (+4,5%). Nel mondo, per completare il quadro di riferimento, la produzione cartaria è stabile in Usa e Giappone, mentre cresce (+2,4%) in Canada. Questi risultati, tuttavia, non hanno trovato riscontro nel fatturato, che è sceso per il secondo anno consecutivo (-1,4%) a quota 7,5 miliardi di Euro. Per quanto riguarda il commercio con l’estero, le importazioni (calcolate su un consumo apparente stimato per il 2002 di circa 11 milioni t) si sono attestate a 4,5 milioni t, corrispondenti a più del 41% del totale e in crescita dell’1,6% rispetto al 2001. A loro volta, le esportazioni hanno toccato il nuovo record di 2,8 milioni t, in aumento del 7,5% sul 2001.

Nel 2003 costi ancora alti
Le previsioni per il 2003 non autorizzano grande ottimismo. Nei primi mesi dell’anno - rilevano in Assocarta - si registra un ulteriore e costante aumento del costo delle materie prime, solo parzialmente assorbito dai listini di vendita, e il permanere di un costo dell’energia che, rispetto all’estero, è superiore del 20% per il gas naturale e di oltre il 30% per l’energia elettrica. Inoltre, il presidente di Assocarta, Giovanni Dell’Aria Burani, ha segnalato un altro fenomeno che sta penalizzando il settore: l’eccesso di sovvenzioni governative per la costruzione di nuovi impianti, stanziate per incentivare l’occupazione in zone svantaggiate, che rischiano di “drogare” l’imprenditorialità (e al contempo aggravare l’effetto di sovrapproduzione).
Durante l’assemblea è stato documentato anche l’impegno delle cartiere italiane a ridurre le emissioni e migliorare la sicurezza nei siti produttivi (nel quinquennio 1998-2002 pro ambiente sono stati investiti oltre 4,2 miliardi di Euro) e pubblicato il quarto Bilancio Ambientale.

Maceri in crescita
Guardando, infine, all’approvvigionamento di materie prime, vediamo che l’utilizzo di carta da macero è cresciuto anche nel 2002 (+2%), raggiungendo i 5,2 milioni t, per la maggior parte di provenienza nazionale; nel 2002 la raccolta interna ha superato i 4,9 milioni t con un aumento del 5,5% rispetto al 2001. Il tasso di utilizzo (ovvero il rapporto fra utilizzo di carta da macero e produzione di carte e cartoni) è stato del 56%, mentre il tasso di raccolta (rapporto fra raccolta di macero e consumi nazionali di carte e cartoni) è cresciuto ancora, raggiungendo il 44,9%. Durante il periodo in esame è aumentato anche il fabbisogno di paste per carta (fibra vergine) che ha superato i 3,6 milioni t ma, al contrario del macero, proviene perlopiù dall’estero. Grande, al riguardo, l’attenzione di Assocarta per la “certificazione forestale” che attesta uno sfruttamento sostenibile delle risorse.

Il bilancio dei trasformatori
Assografici: dati di consuntivo 2002 del settore grafico e cartotecnico trasformatore. Dagli atti riprendiamo le cifre e i commenti principali,
con un “grandangolo” sui risultati dell’ultima indagine OSI. E.P.
Dai dati Istat disponibili (l’ultima rilevazione risale al 1999), nella filiera della carta, trasformazione, stampa ed editoria si contano 32.203 imprese (+0,3% rispetto al 1998), che impiegano 253.918 addetti, effettuano investimenti fissi lordi per 2.028 milioni di Euro e realizzano un fatturato di 36.291 milioni di Euro. Anche nell’indagine relativa al 1999, come in quelle degli anni precedenti, si conferma la presenza dominante delle imprese di piccole dimensioni (da 1 a 9 addetti), che sono 27.166 e costituiscono l’84,4% del totale. Le 2.018 imprese con più di 19 addetti, che rappresentano solo il 6,3% del totale, impiegano però il 56% degli addetti e realizzano il 71,3% del fatturato e il 60,5% degli investimenti.
Oggi, secondo l’indagine Movimprese di Infocamere, il numero di imprese attive nella filiera è di 36.499 unità, di cui 31.426 grafico-editoriali (+200 rispetto al 2001) e 5.073 cartarie e cartotecniche
(-43).
Dal report di Assografici riprendiamo in particolare le informazioni riguardanti le aziende cartotecniche, senza dimenticare che, per quanto riguarda l’imballaggio, l’associazione rappresenta anche i converter di film, riuniti nel gruppo di specializzazione Giflex, a cui dedicheremo approfondimenti in uno dei prossimi fascicoli.

La produzione
Le rilevazioni sul 2002 del Panel OSI (Osservatorio Stampa Imballaggio di Assografici) registrano una progressione annuale della produzione del settore pari al 3,5%, in accelerazione rispetto all'’l,9% conseguito nel 2001.
La produzione in metri quadri di cartone ondulato, che pesa per oltre il 70% sul totale della produzione di imballaggi cellulosici, ha registrato un incremento del 3% rispetto al 2001, mentre, in quantità, i sacchi crescono del 4,7% e gli imballaggi flessibili del 2,9%. Secondo l'Istat, la crescita della produzione di astucci pieghevoli nel 2002 è pari al 5,7%, un dato inferiore rispetto al consumo apparente di cartoncino per astucci segnalato da Assocarta (+7,1%). Il comparto degli imballaggi cellulosici conferma, quindi, per il 2002, risultati produttivi superiori alla media nazionale, che si possono interpretare soprattutto alla luce del fatto che i settori utilizzatori (alimentare in testa) sono poco sensibili all'evoluzione del ciclo economico. Sempre sulla base dei dati Istat, infine, la produzione di buste per corrispondenza migliora del 15,5%, gli articoli igienici e sanitari crescono del 9,8% e le carte trattate diminuiscono del 2,6%.
Facendo una media delle prestazioni dei diversi segmenti, vediamo infine che dopo un avvio difficoltoso e una ripresa nella parte centrale dell'anno, il risultato positivo del quarto trimestre 2002 ha spinto l'incremento del fatturato del settore su base annuale al 3,1%, rispetto al 2001. La stima del fatturato 2002 per l'industria cartotecnica trasformatrice è perciò di 6.784 milioni di Euro. Questi dati sono confermati anche dal grado di utilizzo degli impianti, che cresce di 4,2 punti rispetto all'anno precedente, attestandosi all'83%.

I prezzi delle materie prime
Osservando i prezzi delle materie prime in media d'anno, sulla base dei listini della Camera di Commercio di Milano, si rileva che fra le carte per ondulatore a fibra vergine, la semichimica europea si deprezza del 3,2% rispetto al 2001, mentre la semichimica scandinava cresce in prezzo del 4,9%; fra le carte per ondulare a base riciclo, invece, la quotazione del fluting aumenta del 7,5% e quella del medium del 2,3%. Si deprezzano, invece, le carte per copertine a fibra vergine: il prezzo del kraftliner avana diminuisce del 6,3% e quello del kraftliner bianco del 3%, mentre gli andamenti dei prezzi delle carte per copertine a base riciclo oscillano fra un -2% e un +7%; i prezzi dei cartoncini patinati in fogli per astucci mostrano variazioni comprese fra il -2% e il +2%; i prezzi delle carte in bobine per imballaggi flessibili tendono per la maggior parte al ribasso rispetto all'anno precedente; le quotazioni delle carte per sacchi a uso industriale in bobine registrano una leggera diminuzione rispetto al 2001, in un range compreso fra lo 0,5% e l'1%.

Il commercio con l’estero
L’evoluzione positiva del fatturato del settore cartotecnico trasformatore si spiega anche alla luce dei risultati del commercio estero: le esportazioni aumentano dello 0,4% in valore rispetto all'anno precedente, dopo due anni caratterizzati da un forte sviluppo. In valore assoluto, realizzano 2.089 milioni di Euro, mentre le importazioni scendono a 620 milioni di Euro, favorendo il formarsi di un surplus di 1.469 milioni di Euro (+7,5% rispetto al 2001). Le due voci principali dell'export del settore, dopo l'aumento dell'anno precedente, risultano ancora in crescita: le esportazioni di prodotti in carta per uso domestico e sanitario (858 milioni di Euro) registrano, infatti, un +6,2% mentre quelle di scatole, sacchi e imballaggi vari in carta e cartone (566 milioni di Euro) un incremento dello 0,8%. Progrediscono anche le esportazioni di carte da parati (+1,4%), etichette (+7,0%) e tubi in cartone (+17,2%).
Subiscono, invece, una flessione dell'export gli articoli per scuola, ufficio e cartoleria (-22,8%), i prodotti cartotecnici per corrispondenza (-10,7%) e i prodotti vari in carta e cartone (-3,8%).

Le principali aree
di esportazione

Il principale Paese verso cui nel 2002 si sono rivolte le esportazioni di prodotti del settore cartotecnico trasformatore è la Germania, che rappresenta una quota del 23,5% sul totale (in calo rispetto al 24,1% del 2001). La Francia guadagna ciò che la Germania perde, passando dal 20,8% al 21,6%, e ciò corrisponde a un incremento del 4% in valore. Il Regno Unito è il terzo paese importatore, e conferma una percentuale sul totale del 5,4%, in lieve calo, di 0,2 punti, rispetto al 2001, incalzato dalla Spagna, che passa da una quota del 4,9% al 5,3%, a seguito di un incremento del valore delle esportazioni del 9,9%. Analizzando l'export per grandi aree geografiche, si osserva che l'Unione europea rimane il principale mercato di sbocco del settore, con una quota del 71,7%, sul totale, pressoché invariata rispetto all’anno precedente.
Le esportazioni verso i paesi dell'Europa Centro-Orientale risultano in leggero calo (-0,6%), e la quota sul totale passa dall'11,6% all'11,5%; osservando i principali paesi importatori dell'area, si nota che le esportazioni verso Polonia (-8%) e Romania (-9,5%) diminuiscono, mentre cresce del 4,2% l'export verso la Slovenia. Rilevante, infine, l'incremento delle esportazioni verso la Russia, pari all'8,3%.
Anche la quota dell'America sul totale delle esportazioni registra un lieve decremento, passando dal 4% al 3,7%, corrispondente a una diminuzione del valore dell'export pari al 6,3%. Nell'America del Centro-Nord l'export verso gli Stati Uniti cresce, tuttavia del 2,2%, e verso il Messico di ben il 49,1%; in America Latina, invece, scendono le esportazioni verso il Brasile (-9,8%), e crollano quelle verso il Cile (-52,7) e verso l'Argentina
(-59,4%).
Infine, Africa e Paesi asiatici. In questi ultimi, la quota sul totale dell'export rimane invariata al 3,7%. Tale risultato è determinato da una crescita delle esportazioni verso Giappone (+3,8%) e Cina (+15%) e da un calo del 14,5% dell'export verso Hong Kong, che rimane comunque il leader dell'area fra i paesi importatori.
La quota dell'Africa sul totale delle esportazioni, invece, aumenta dal 2% al 2,2%, mentre il valore dell'export cresce del-
l' 11,5%: tale sviluppo è dovuto all'incremento delle esportazioni verso la Tunisia (+21%), l'Egitto (+42,6%) e il Sud Africa (+4%), cui si contrappone un calo del 25,1% dell'export verso la Libia.



L’Osservatorio stampa e imballaggio
Il Centro Studi di Assografici ha pubblicato l’indagine OSI (Osservatorio Stampa e Imballaggio), condotta su un panel storico, formato da una quarantina di aziende che rappresentano circa il 4% degli associati e il 21% degli occupati, a cui si aggiungono altre 20 aziende contattate telefonicamente.
Ne risulta che nel 2002 le aziende grafiche del panel hanno subito, in media, una riduzione del fatturato del 2,6% rispetto al 2001. Tenuto conto delle differenze, prevalgono i confronti negativi: solo il 33% delle aziende incrementa il giro d’affari, con percentuali comprese tra il 2 e il 10%, mentre il 67% delle imprese registra una riduzione del fatturato, fra il 2 e il 24%. Il fatturato medio per addetto passa così dai 194.200 Euro del 2001 ai 194.000 del 2002, in calo dello 0,1%, mentre gli occupati diminuiscono del 2%; questa situazione ha inoltre rallentato gli investimenti.
In crescita, invece, il fatturato nel settore cartotecnico trasformatore, in media 3,1% su base annuale. Confrontando i risultati delle singole imprese, si nota una netta divisione in due parti del campione: il 50% delle aziende dichiara un fatturato in aumento, fra l’1 e il 5%, e il restante 50% il calo, fra lo 0,5 e l’8%. Qui il fatturato medio per addetto passa da 201.400 a 207.700 Euro (+3,1%), mentre gli occupati del campione rimangono stabili. In valori assoluti, le aziende cartotecniche registrano un livello di fatturato medio per addetto pari a 105.800 Euro (114.100 Euro nel 2001), mentre i vari segmenti dell’imballaggio si posizionano fra i 175.500 e i 261.300 Euro per dipendente, con un minimo nell’ambito dei sacchi e un massimo negli imballaggi flessibili.




Cartone ondulato:
più di 6 miliardi di m2
Per il comparto cartone ondulato il 2002 chiude con un ulteriore incremento produttivo (il ventesimo consecutivo). Numeri e considerazioni di mercato dalla relazione del presidente Gifco, Piero Attoma. L.G.
Secondo i dati resi noti in occasione dell'annuale assemblea del Gruppo Italiano Fabbricanti Cartone Ondulato (Gifco, Assografici), svoltasi a Napoli il 16 e 17 maggio, nel periodo 1983-2002 la produzione di imballaggi di cartone ondulato è più che raddoppiata, passando da 1.539.078 t a 3.659.577 t (figura 1). In particolare, rispetto al 2001, si sono registrati aumenti sia in superficie (+3,05%) sia in peso (+3,02%). Si deve notare che i dati della produzione industriale sono stati di recente riparametrati dall’Istat, per cui nella figura 2, riferita all'andamento di produzione Industriale, PIL e produzione di cartone ondulato, sono stati ritoccati i tracciati degli ultimi anni.

Ripartizione della produzione e mercato
A fronte degli incrementi espressi dalle aziende associate a Gifco e dagli "outsider", il rapporto percentuale relativo alla ripartizione tra cartone in fogli e quello in casse (comprensivo di micro-onda) ha subito variazioni minime: il cartone recupera rispetto all’anno precedente e registra un +3,4% sia in superficie che in peso, mentre le casse segnano incrementi analoghi a quelli del 2001, ovvero +2,8% in superficie e +2,7% in peso.
La grammatura media rimane di 604 g/mq (615 g/mq per le casse e 589 g/mq per i fogli), e resta largamente al di sopra di un 9% circa della media europea. Risultano inoltre stabili i valori produttivi espressi dalle singole regioni: Emilia Romagna, Marche, Lombardia, Toscana e Triveneto producono quasi l’80% del totale italiano. Sessantasei stabilimenti associati a Gifco costituiscono l’82% dell’intero mercato nazionale (83% in peso) e, stando alle rilevazioni, essi vivono una crescita percentuale superiore alla media di mercato, sia in superficie che in peso. In relazione alle aziende "pure" (produttori di soli fogli), 17 realtà hanno conseguito un buon aumento di volume (+4,2%), superiore a quello dell’intero comparto. Mentre tra le aziende integrate, 37 incrementano il volume dell’1,0%, al di sotto della media del settore. I principali gruppi produttivi concludono il 2002 con quote di mercato identiche agli anni precedenti e non ci sono state cessazioni di attività. Si registra la mancanza di Ondulati del Friuli, che ha ceduto il Verbano a Ondulati Maranello (figura 3), mentre la Toscana Ondulati ha avviato un nuovo stabilimento a Perignano.
Da notare che, il settore, continua a esprimere una sovracapacità, con riflessi negativi sulla remunerazione del capitale impiegato. E, a proposito del capitale, la figura 4 "fotografa" la presenza estera in Italia, stimata al 45% dell’intero parco produttivo (20 anni fa era al 13%).

Settori merceologici
Come accade ormai da parecchi anni, le aree “alimentare”, “prodotti per l’agricoltura” e “bevande” risultano i maggiori end user di ondulato, assorbendo oltre il 50% della produzione.
La ripartizione percentuale dei settori di sbocco degli imballaggi di cartone ondulato è stata tracciata sulla base di un'elaborazione matematica dei dati inviati dai produttori di casse e fustellati (associati e outsider Gifco), ma è priva della quantità di cartone trasformata dagli scatolifici.
A tale riguardo l'associazione sta mettendo a punto un metodo di classificazione più sintetico, corredato da legenda, che renda omogenea l’imputazione di singoli prodotti merceologici. Ha inoltre in programma di affidare alla Commissione Marketing il compito di estendere l’indagine anche al fatturato degli scatolifici.

Mercato della materia prima
Sostanzialmente inalterato risulta anche il rapporto nell’impiego tra carta per copertine e carta per onda, rispettivamente del 52% e 48%. L’analisi relativa al periodo gennaio-dicembre 2002 fa delle distinzioni tra carte da fibra vergine e carte prodotte con maceri. Le prime, siano esse copertine o per onda, hanno subito un adeguamento del prezzo verso l’alto all’inizio dell’estate per poi stabilizzarsi, testimoniando una sostanziale tenuta.
Per le carte da macero, l’anno è iniziato con aumenti sostanziali richiesti fino all’estate. Successivamente hanno subito una flessione, che non ha portato comunque le quotazioni allo stesso livello dell’inizio anno. L’andamento ha riguardato anche qui sia la carta per copertine che quella per onda.

Prospettive per il 2003
Sulla base della complessa situazione geopolitica attuale, il governo ha ipotizzato due differenti scenari macroeconomici.
Il primo scenario prevede una ripresa a partire dalla seconda metà del 2003, collegata a un incremento sia della spesa delle famiglie (+1,5% rispetto all’anno passato) sia degli investimenti (+2,0%); la crescita del PIL risulterebbe così dell’1,1%, in sintonia con le stime della Commissione Europea nonché del Fondo Monetario Internazionale. Il secondo scenario simula la prosecuzione dell’attuale fase di incertezza, con un contenimento della crescita del prodotto interno lordo attorno allo 0,6%. In quest'ultimo caso, l’inflazione dovrebbe decelerare mentre il tasso di disoccupazione si ridurrebbe, seppure di poco: dal 9,0% del 2002 all’8,9%. Per quanto riguarda la finanza pubblica, il Governo prevede un rapporto deficit-Pil attorno al 2,3%, sugli stessi livelli del 2002, ma meno elevato rispetto a quelli previsti da Francia e Germania.
Se a questi dati si aggiunge il fatto che il mercato del cartone ondulato ha dimostrato di avere un andamento "aciclico" rispetto alla situazione congiunturale, si può prevedere, per l'anno in corso, un consolidamento delle posizioni di mercato acquisite e una sostanziale stabilità dei prezzi.

Buone prospettive per le macchine
Riconfermata presidente di Acimga, durante il GEC dello scorso giugno
Silvana Canette ha illustrato il bilancio 2002 dei costruttori di macchine
da stampa e converting. Fatti positivi e negativi che stanno condizionando
l’anno in corso, fra cui spicca una raccolta ordini incoraggiante. L.G.
Dinamica e concreta come sempre, Silvana Canette (che a GEC partecipava nella duplice veste di imprenditrice e di presidente Acimga) già alla fine del terzo giorno di mostra esprimeva sincera soddisfazione. La manifestazione stava infatti procedendo molto bene, al di là delle più rosee aspettative, sostenuta dalla massiccia affluenza di un pubblico qualificato, alla ricerca di tecnologia aggiornata e servizio.
«GEC 2003 è iniziato in controtendenza - ha dichiarato Canette, di passaggio allo stand di Converting - perché non possiamo nasconderci che il momento economico non è dei più facili e neppure che gli analisti, da tre anni, continuano a rimandare l’annuncio della vera ripresa. In fiera si sono ricevute le visite di italiani ma anche olandesi, ucraini, russi, turchi … E, soprattutto, si trattava di operatori attivi “sul mercato”, in grado di poter concludere contratti in fiera».
Nonostante l’Euro forte? «Nonostante. La rivalutazione dell’Euro sul dollaro ha ridotto del 20-25% la nostra competitività in Nordamerica, ovvero in un’area dove, nel 2002, il nostro comparto (ed è stato l’unico!) ha incrementato del 3,6% le proprie quote. Maggiori incertezze, a causa della Sars, si profilano in Estremo Oriente (ed è utile ricordare che l’anno scorso l’export di settore verso la Cina è più che raddoppiato), ma anche in Europa, dove le dinamiche non appaiono molto vivaci. Fortunatamente fa qui eccezione tutta l’area dell’Est che, per il nostro settore, rappresenta uno sbocco strategico».

Ragioni di ottimismo
Ma cifre e ragionamenti non intaccano l’ottimismo di Canette, che poggia su fatti concreti: «Gli italiani, e nel nostro settore è particolarmente evidente, si sono dimostrati sempre capaci di cogliere tutte le opportunità, anche nei momenti difficili di incertezze generalizzate e di imprevedibilità. Magari stringendo i denti, limando i margini… ma sono in grado di superare le impasse, e la fiera sta dando segnali positivi in questa direzione. Non solo: l’anno è iniziato con una buona attività di acquisizione degli ordini, e se il trend trovasse conferma nei dati estivi, a testimonianza di una pur lieve ripresa, noi siamo pronti a raccogliere i frutti di tanto lavoro».
A queste considerazioni rese in libertà, si aggiungono i motivi esplicitati durante la conferenza di apertura della fiera a commento dei dati di bilancio 2002, dai quali emerge il rafforzamento del mercato interno, la tenuta di capacità produttiva, l'aumento dell’occupazione (+1,3 sull'anno precedente) e la crescita di investimenti in R&S (+4,6% sul 2001).
Ecco i dati, positivi e negativi, esposti proprio da Canette nel rapporto Acimga.

Le ombre…
Nel 2002 il fatturato dei costruttori italiani di macchine per l’industria grafica, cartotecnica, cartaria, di trasformazione e affini, rappresentati da Acimga, è calato di oltre il 5%, a 1.470 milioni di Euro. La portata negativa di un tale evento è attenuata solo dal fatto che, l’anno precedente, si era registrata una crescita di pari livello: nel 2001 le esportazioni avevano tenuto e sul mercato interno le consegne erano salite di quasi il 19%, mentre nel 2002 la domanda interna ha solo tenuto le posizioni e le vendite all’estero hanno subito una flessione del 7,7% (1.068 milioni di Euro). Ha contribuito a tale risultato il persistere dell’andamento negativo dei principali mercati UE, legato alla debolezza delle economie aggravata dal processo di ristrutturazione in atto nell’industria poligrafica di vari Paesi, che ha spinto molte aziende a rinviare l’acquisto di nuovi macchinari. Inoltre, il che è peggio, l’anno scorso il trend negativo si è esteso ad altre aree. Fortunatamente, come già accennato, hanno in buona parte bilanciato questo andamento i buoni risultati registrati negli Usa e in Cina, ma anche in Turchia e altre aree.

… e le luci
Nonostante il peso degli eventi negativi, va sottolineato che l’industria di settore continua a vendere all’estero quasi il 73% della propria produzione, e conserva una bilancia commerciale in largo attivo. Non solo: fra i vari altri fenomeni positivi, ne spicca uno per portata strategica, ed è l’aumento delle spese in Ricerca & Sviluppo, che rappresentano in media più del 5% del fatturato, toccando uno dei livelli più elevati della meccanica strumentale italiana e in linea con quelli dei principali competitor stranieri.
Entrambi questi fatti offrono lo spunto agli imprenditori associati in Acimga di reclamare, ancora una volta, forte e chiaro, il doveroso sostegno del Governo, sia all’export (con opportuni strumenti di credito) sia agli investimenti (soprattutto riducendo il drenaggio fiscale) "visto che negli ultimi anni molte aziende hanno difeso le loro quote di mercato solo sacrificando una parte dei profitti".
Ma export e innovazione non sono i soli punti di forza del settore.
Un’altra buona notizia riguarda infatti la tenuta del mercato italiano, ancor più apprezzabile alla luce della debolezza del contesto europeo. Acimga valuta la situazione di concerto con Argi (associazione che rappresenta i fornitori esteri del mercato italiano): come è noto, se l’Italia è leader mondiale nella produzione di macchine per la stampa roto e flexo, la cartotecnica e il converting, dipende dall’estero per la prestampa e la stampa offset. In sintesi, le analisi di entrambe le associazioni confermano che l’Italia resta un mercato solido, con una domanda interna sostenuta. Segnali negativi vengono principalmente dalle rotative commerciali, che hanno vissuto un netto arretramento di vendite dopo la forte crescita degli anni precedenti, ma in tutti gli altri segmenti Argi segnala un trend positivo, con una domanda in aumento fra il 5% e, in alcuni casi, addirittura il 15%. Acimga, a sua volta, registra una crescita degli ordini nei primi tre mesi 2002 e un clima positivo fra le aziende, che autorizza a ipotizzare un primo semestre in linea con gli esordi.



Paper: more production, less turnover
Time for drawing balances at Assocarta, that during the annual assembly held last June, divulged the results achieved by the Italian paper industry during the past financial year while tracing the macro trends underway. E.P.
For Italian papermills 2002 featured a further growth in production, the new record of 9.3 million tons (+3.9%) being attained with an above average growth trend compared to the rest of Europe, (+2.6%) and only lower than Spain (+4.5%). In the world, to complete the general picture, paper production is stable in the US and Japan, while it was up (+2.4%) in Canada. These results through have not been equalled in turnover, that has dropped for the second year running (-1,4% ) to 7.5 billion Euros. As far as foreign trade is concerned, imports (calculated on an apparent consumption estimated for 2002 at around 11 milllion tons) totalled 4.5 milllion tons, corresponding to the more than 41% of the total, up 1.6% compared to 2001. In turn exports touched the new record of 2.8 millions tons with an increase of 7.5% on 2001.

In 2003 costs still high
Forecasts for 2003 do not allow for great optimism. In the first months of the year - Assocarta reveals - one registers a further and constant growth of raw material costs, only partially absorbed by sales prices, and the continuation of energy costs that, compared to abroad, are 20% higher for natural gas and over 30% for electric power. As well as that, Assocarta President Giovanni Dell’Aria Burani indicated another feature that is penalizing the sector: the excess of government subsidies for the building of new mills, earmarked to incentivate employment in disadvantaged areas, that risks “drugging” entrepreneurship (and at the same time worsening the effect of overproduction). During the assembly the commitment of Italian papermills to reducing emissions and improving production site safety was documented (in the five year period 1998-2002 over 4.2 billion Euros were invested in pro environmental action) and the fourth environmental balance was published.

The waste paper increase
Finally, taking a look at procurement of raw material, we see that the use of waste paper also increased in 2002 (+2%) reaching 5.2 million tons, most of which coming from Italy; in 2002 Italian collection superseded 4.9 million tons with an increase of 5.5% compared to 2001. The use rate (or that is the ratio between waste paper and the production of paper and cardboards) stood at 56%, while the collection rate (ratio between waste collection and national Italian paper consumption) has grown further, attaining 44.9%. During the period under examination the need for paper pulp (virgin fibre) also increased, exceeding 3.6 million tons that, as opposed to waste, mostly comes from abroad. On this count Assocarta is showing great attention to “forestry certification”, that acknowledges a sustainable exploitation of resources.

Converters: an analysis
Assografici: 2002 final balance sheet of the graphics and paper conversion sector. We take the most important statistics and comments from the documents, with a broad look at the results
of the latest OSI survey. E.P.
The available Istat data (the latest previous survey dates from 1999) on the sectors of paper, converting, printing and publishing shows that there were 32,203 businesses (+0.3% compared with 1998), with 253,918 employees, making gross fixed-income investments of 2,028 million Euro and showing a turnover of 36,291 million Euro. The 1999 survey also shows, as in previous years, a dominant presence of small businesses (from 1 to 9 employees), accounting for 27,166 or 84.4% of the total. The 2018 companies with more than 19 employees represented only 6.3% of the total, with 56% of the employees, creating 71.3% of the turnover and 60.5% of investments.
Today, according to the Movimprese survey by Infocamere, the number of companies operating in the sector is 36,499, of which 31,426 are in graphics and publishing (+200 compared with 2001) and 5,073 papermaking and paper converting (-43).
In particular, we are looking at the information in the Assografici survey regarding the paper converting companies, not forgetting that, where packaging is concerned, the association also represents film converters, under the banner of the specialist Giflex group, to which we will devote a detailed report in one of the next issues.

Production
The 2002 survey by the OSI Panel (Osservatorio Stampa Imballaggio) of Assografici shows annual progress in production of 3.5%, up from the 1.9% achieved in 2001.
Production in square metres of corrugated cardboard, which accounts for 70% of the total production of cellulose packaging, showed an increase of 3% compared with 2001, while in quantity bags grew by 4.7% and flexible packaging by 2.9%. According to Istat, the growth in production of folding boxes in 2002 was 5.7%, less than the apparent consumption of card for boxes indicated by Assocarta (+7.1%).
Thus for 2002 the cellulose packaging sector shows positive results above the national average, which can be interpreted as showing that the users’ sector (led by foodstuffs) is not very sensitive to the economic cycle. Again based on the Istat statistics, the production of envelopes for the mail rose by 15.5%, items for hygienic and sanitary use by 9.8%, while treated paper fell by 2.6%.
Taking the average performance of the various sectors, we see that after a very difficult start and an upturn in the middle of the year, the positive result of the fourth quarter of 2002 boosted the sector’s turnover on an annual basis to 3.1% compared with 2001. The estimated 2002 turnover for the paper converting industry is 6,784 million Euro.
These statistics are also confirmed by the level of use of equipment, which rose by 4.2 points compared with the previous year, to 83%.
Raw materials prices
An examination of the annual average for raw materials prices, based on information from the Milan Chamber of Commerce, shows that of the virgin-fibre corrugated cardboards, the price of European semi-chemical fell by 3.2% compared with 2001, while Scandinavian semi-chemical rose in price by 4.9%. For corrugated cardboard made from recycled materials, the price for fluting rose by 7.5% and medium by 2.3%. However, there was a drop in the price of virgin fibre covers: the price of kraftliner havana fell by 6.3% and kraftliner white by 3%, while prices for cover papers based on recycled materials varied between -2% and +7%; the prices of sheets of coated card for boxes ranged from -2% and +2%; the prices of reels of paper for flexible packaging tended to be lower than in the previous year; reels of paper sacks for industrial use showed a slight drop compared with 2001, in the range 0.5% to 1%.

Foreign trade
The positive development of turnover in the paper converting sector can also be explained by foreign trade: exports increased by 0.4% in value compared with the previous year, after two years of substantial growth. In real terms, this meant 2,089 million Euro, while imports fell to 620 million Euro, creating a trade surplus of 1,469 million Euro (+7.5% compared with 2001).
The sector’s two main export items, after the increase of the previous year, also grew: exports of paper products for domestic and sanitary use (858 million Euro) in fact showed a growth of 6.2%, while boxes, bags and miscellaneous packaging in paper and cardboard (566 million Euro) showed an increase of 0.8%. There was also positive progress in the exports of wallpapers (+1.4%), labels (+7.0%) and cardboard tubes (+17.2%). However, falls in exports were suffered by products for schools, officers and stationers
(-22.8%), paper products for mailing (-10,7%) and other paper and cardboard products (-3,8%).

Main export markets
In 2002, the most important country receiving exports of the paper converting sector was Germany, accounting for 23.5% of total exports (down 24.1% compared with 2001). The loss in Germany was partly made up in France, moving from 20.8% to 21.6%, an increase of 4% in value. The United Kingdom was the third biggest importer, with a total of 5.4%, a slight fall of 0.2 points compared with 2001, closely followed by Spain, which rose from 4.9% to 5.3%, resulting in an increase in export value of 9.9%.
An analysis of exports according to broad geographical areas shows that the European Union remains the biggest market outlet, accounting for 71.7% of the total, practically unchanged from the previous year.
Exports to Central and Eastern Europe showed a slight fall (-0.6%), and the share of the total fell from 11.6% to11.5%; analysing the most important importing countries in the area, exports to Poland (-8%) and Romania (-9.5%) fell, while those to Slovenia rose 4.2%. There was a notable increase in exports to Russia, at 8.3%. The share of total exports to the Americas also fell a little, from 4% to 3.7%, with a corresponding fall in the value of exports of 6.3%. In Central and North America exports to the United States rose by 2.2%, and those to Mexico by a full 49.1%; in Latin America, however, exports to Brazil fell (-9,8%), and they collapsed to Chile (-52.7) and Argentina
(-59.4%). Finally, Africa and Asian countries. In the latter, the share of the total remained unchanged at 3.7%. This result was due to a growth in exports to Japan (+3.8%) and China (+15%) and a fall of 14.5% in exports to Hong Kong which nevertheless remains the leading importer among the top countries. Africa’s share of total exports, however, grew by from 2% to 2.2%, while the value of exports grew by 11.5%: this development was due to increases in exports to Tunisia (+21%), Egypt (+42.6%) and South Africa (+4%), which must be set against a fall of 25.1% in exports to Libya.



The Osservatorio Stampa
e Imballaggio

The Assografici Study Centre has published its OSI (Osservatorio Stampa e Imballaggio) survey, carried out with a historic panel made up of forty companies representing about 4% of members and 21% of those employed, to which were added another 20 companies contacted by telephone.
The results show that, on average, in 2002 the graphics companies on the panel suffered a reduction in turnover of 2.6% compared with 2001. Taking variations into account, a negative trend prevails: only 33% of companies increased their volume of business, with percentages between 2 and 10%, while 67% of companies showed a drop in turnover of between 2 and 24%. The average turnover per employee fell very slightly from 194,200 Euro in 2001 to 194,000 in 2002, a fall of 0.1%, while the number of employees fell by 2%; this situation also slowed investments.
However, there was growth in the turnover of the paper converting sector, 3.1% annually on average. Comparing the results for individual companies, there was a neat division of the sample into two parts: 50% of companies declared an increased turnover, between 1 and 5%, while the remaining 50% recorded a fall of between 0.5 and 8%. Here the average turnover per employee rose from 201,400 to 207,700 Euro (+3.1%), while the number of employees in the sample remained stable. In absolute terms, the paper converting companies registered an average level of turnover per company of 105,800 Euro (114,100 Euro in 2001), while the various parts of the packaging industry showed a turnover ranging from 175,500 to 261,300 Euro per employee, with the minimum in the area of bags and the maximum in flexible packaging.




Corrugated cardboard: more than 6 billion m2
For the corrugated cardboard segment 2002 closed with a further increase in production (the twentieth in a row). Market figures and considerations by Gifco president Piero Attoma.
According to the figures announced at the annual assembly of the Italian Corrugated Cardboard Manufacturer’s Group (Gifco, Assografici) held at Naples 16 to 17 May, in the period 1983-2002 packaging production more than doubled, going from 1,539,078 t to 3,659,577 t (figure 1). In particular, compared to 2001, increases in both surface (+3.05%) and weight (+3.02%) were seen. One should note that industrial production figures were reparametered by Istat, hence, the readings for the last years for industrial production, GNP and the production of corrugated cardboard in figure 2 have been changed.

Break-down of output and the market
Compared to the increases expressed by Gifco associated companies and “outsiders”, the percentage of cardboard in sheets and cardboard boxes (including micro-corrugates) has changed little: cardboard is catching up on the previous year and is + 3.4% in both surface coverage and weight, while boxes have put in the same increase as for 2001, or that is +2.8% in surface and +2.7% in weight.
The average basis weight stays at 604 g/m2 for the boxes and 589 g/m2 for sheets) and is still a good 9% over the European average.
The production rates of the single regions remained stable: Emilia Romagna, the Marches, Lombardy, Tuscany and the Triveneto produce around 80% of the Italian total.
Sixty-six works associated to Gifco go to make up 82% of the entire Italian market (83% in weight) and according to figures, they are enjoying a percentage growth greater than an average run of the market, both in surface and in weight.
Considering the “pure” companies (that only produce sheets), 17 concerns have achieved a considerable increase in volume (+4.2%), above that of the entire segment. While among the integrated concerns, 37 have increased their volume by 1.0%, below the sector average.
The main producers finished 2002 with shares of the market identical to previous years and no concern closed down. One registers the failing of Ondulati del Friuli, that ceded Verbano to Ondulati Maranello (figure 3), while Toscana Ondulati has started up a new works at Perignano.
To be noted that the sector continues to express an overcapacity, with negative effects on remuneration of invested capital. And, in terms of the capital figure 4 gives a picture of the foreign presence in Italy, estimated at 45% of the entire production capacity (20 years ago it stood at 13%).

Merchandise sectors
As has happened for a good many years now, the “food”, “agricultural products” and “beverage” sectors are the main end users for corrugates, absorbing over 50% of the output.
The break-down in percent of the corrugated cardboard packaging outlet sectors has been traced on the basis of a mathematical calculation of the data sent in by boxes and blanks producers (Gifco associates and Gifco outsiders), but it is without the quantity of cardboard converted by the boxworks. On this count the association is devising a more synthetic classification with legend to help classify each single product. It also plans to entrust the Marketing Commission with the task of extending the study to cover the turnover of the boxworks as well.

Raw materials market
The ratio between the use of paper for covers and paper for corrugates is also basically unchanged, standing respectively at 52% and 48%. The analyses covering the period January-December 2002 distinguishes between virgin fibre paper and paper produced from waste paper.
The former, be these covers or for corrugate, experienced a price rise at the beginning of the summer that then leveled off to hold firm.
For waste paper the year began with a considerable increase up to the summer. After that there was a drop, that though did not bring quotations to the same level at the beginning of the year. Here too both paper for covers as well as for corrugates was affected.

Prospects for 2003
On the basis of the current complex geopolitical situation, the government has hypothesised two different macroeconomic scenarios. The first scenario forecasts a recovery starting off from the second half of 2003, linked to an increase in family expenditure (+1.5% compared to last year) as well as investment (+2.0%); the growth of the GNP would thus be seen to be 1.1%, in line with the estimates of the European Commission and the IMF.
The second scenario simulates the continuation of the current phase of uncertainty, with a containment of the growth of the GNP at around 0.6%, In this later case, inflation should decrease while the rate of unemployment drops, even though only slightly: from the 9.0% of 2002 to 8.9%. But as far as public finances are concerned, the government lays down a deficit-GNP ratio of around 2.3% at the same levels of 2002, but lower than France and Germany.
If to this one adds that fact the corrugated cardboard market has had an “acyclical” run compared to the market situation, one can conclude that for this year there will be a consolidation of the market positions acquired and a substantial price stability.

Good prospects for machines
Reconfirmed president of Acimga, during the GEC last June Silvana Canette illustrated the print and converting machine builder balance for 2002. Positive and negative aspects that are conditioning the year underway, though featuring an encouraging bag of orders. L.G.
Dynamic and straightforward as always, Silvana Canette (who participated in the GEC in the dual role of independent entrepreneur and Acimga president) was already expressing sincere satisfaction by the third day. Despite the more hopeful expectations, the event was still proceeding very well, bolstered by the good attendance by respected sector professionals, in search of up-to-date technology and services.
"The fair GEC initiated while going against the trends - noted Canette when she paid a visit to the Converting booth - because it is clear that the current economy is fairly difficult and analysts have postponed the projected recovery for the third year in row. The show was well-attended by Italians, of course, but also by Dutch, Ukraine, Russian and Turkish visitors. And, what's more, these were professionals who actually work "on the market", in the position to sign new contracts right here during the fair".
In spite of the strong Euro? "Yes, in spite of it. The revaluation of the Euro against the dollar has reduced our competitiveness by 20-25% in North America, an area where our sector was the only one to have increased its market share by 3.6% in 2002. Increased uncertainty caused by SARS still looms in the Far East (remember that last year, exports in the sector toward China more than doubled), but also in Europe, where the dynamics seem less than brisk. Fortunately, this pessimistic picture does not include the vast area of Eastern Europe, which represents an important strategic market for our sector".

Reasons for optimism
Still, the figures and analyses can't erode Canette's optimism, which is based on concrete facts. "In our sector, it is particularly clear that Italians have always shown the uncanny ability to seize every opportunity, even in difficult periods of generalized uncertainty and unpredictability, by rolling up their sleeves and shaving off margins. Italians have been able to struggle through the impasse and the trade fair is showing positive signs in this sense. In addition, the year began with a healthy level of order acquisition. If the trends are confirmed by this summer's data, signalling even a slight recovery, we will be ready to cash in on the results of our hard work”. In addition to these freely expressed reflections, the opinions discussed during the opening conference of the fair, remarking on the financial statement figures of 2002, described a reinforcement of the domestic market, stable production capacity, an increase in employment (up 1.3% on the previous year) and an increase in investments in R&D (+4.6% on 2001). Here are some positive and negative figures exhibited by Canette in the Acimga report .

The gloom…
In 2002, revenues earned by Italian manufacturers of machinery for the graphics, paper transformation, paper production, converting and similar industries, represented by Acimga, slipped by more than 5%, to 1,470 million Euros. The negative effect of this decline was mitigated by the fact that the previous year registered a similar 5% increase. In 2001, exports held steady and deliveries rose by almost 19% on the domestic market, while in 2002 domestic demand managed to hold onto its position and foreign sales suffered a decline of 7.7% (1,068 million Euro). Contributing to this result was the prolongation of the negative performance of the main EU markets combined with the weakness of the economies, aggravated by the restructuring process underway in the printing industry in several countries, which has led many companies to postpone purchases of new machinery. Furthermore and what's worse, last year the negative trend encroached into other areas. Fortunately, as already mentioned, this performance was balanced by the good results registered in the US and China, as well as Turkey and other geographic areas.

… and the resilience
Despite the weight of the negative events, it is important to note that the industry sector continues to export almost 73% of its output out of the country and has managed to keep its trade balance in the black. What's more, of the several positive phenomena underway at the moment, an important one of is the increase in research & development expenditure, which now accounts for an average of more than 5% of revenues, reaching historic levels for the Italian instrumental mechanics sector and in line with the main foreign competitors.
Both of these facts have encouraged Acimga member entrepreneurs to yet again demand the necessary support from the government in terms of exports (with appropriate credit instruments) and investments (especially by reducing the fiscal drain) "considering that in the recent years, many companies have managed to protect their market shares only by sacrificing a percentage of their profits".
But export and innovation are not the only strong points in the sector.
Another piece of good news regards the dependability of the Italian market, which looks even better when judged against the weakness of the general European context. Acimga has evaluated the situation in tandem with Argi (the association that represents foreign suppliers on the Italian market). While Italy is a world leader in the production of rotogravure and flexo printing machinery, paper transformation and converting, it also relies on the foreign markets for its pre-printing and offset printing needs. In short, the analyses conducted by both associations confirm that Italy remains a solid market, with sustained domestic demand. Negative signs are emerging mainly from the area of commercial printing machines, which has seen a distinct contraction in sales after the strong growth of the previous years, but in all the other segments, Argi has found positive trends, with demand up by 5% and in some cases even reaching 15% and more. Acimga, for its part, has registered increases in orders in the first three months of 2002 and positive conditions among sector companies, leading it to anticipate a first half finishing in line with the beginning.