September 2002






Interpack




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Gli sviluppi del riempimento asettico: dalle digressioni tecnologiche agli approfondimenti sulle strategie messe in atto (o da intraprendere) per soddisfare il mercato. Il nuovo corso di SIG Simonazzi, che guarda lontano facendo tesoro del passato.
L.G.

Per SIG Simonazzi, l’ultima Interpack ha avuto il sapore delle conferme. È stata preziosa occasione per riaffermare il senso di un cammino intrapreso con determinazione (in seno alla nuova realtà nata con le acquisizioni da parte della holding elevetica SIG*) lungo le direzioni della delocalizzazione, del servizio e dell’innovazione. Ma è stato il momento pubblico par excellence in cui dar prova della coesione tra le varie realtà che fanno capo al gruppo SIG, dove le molte competenze e gli anni di esperienza sul campo sono “una moneta da spendere bene”.
Luigi Panzetti, amministratore delegato di SIG Simonazzi SpA, non nasconde la propria soddisfazione, nel vedere pienamente riconosciute le abilità dell’azienda di cui è alla guida e il cui nome è fortemente legato alla storia di coloro che, in passato, l’hanno fatta grande.
«Non solo in SIG Simonazzi è stato confermato il management, in modo analogo rispetto alle altre società italiane entrate nell’orbita di SIG, a riprova del rispetto delle culture locali e della fiducia riposta nelle capacità dei dirigenti, ma è stato anche dimostrato un autentico interesse per l’approccio al business, che caratterizza da sempre la nostra realtà. Per questo, oggi, mi sento di dire che il gruppo sta vivendo una fase di “feconda contaminazione” fra la lucida visione d’insieme (del centro) e l’iniezione di quello spirito imprenditoriale, molto italiano, che anima la nostra industria. E, in più, sono evidenti le sinergie tra la due anime di SIG: quella “manifatturiera” che caratterizza l’approccio al prodotto, e quella di “public company” quotata in borsa, impegnata a garantire agli azionisti dividendi interessanti. Il che porta a perseguire una politica di sviluppo seria e duratura, insomma, non speculativa, e fortemente motivante per tutti noi».

* Dell’acquisizione da parte della svizzera SIG dell’area wet di Sasib si è già molto parlato (risale, ormai, a più di un anno fa). Così come delle strategie della nuova Divisione SIG Beverages (si veda, fra l’altro, l’intervista al responsabile della Divisione Carlo Venturi, pubblicata su ItaliaImballaggio di giugno 2002) nonché degli ultimi prodotti messi a punto (soprattutto per la sterilizzazione “a secco” e il trattamento di liquidi ad alta pressione).

Conferme e prospettive
Per il gruppo SIG, Interpack è stata una buona fiera. I motivi sono in apparenza simili a quelli espressi, di norma, dagli altri espositori (grande affluenza e importanza dei visitatori, molteplicità dei mercati rappresentati, propensione generalizzata all’acquisto) con qualche significativa variante in più. A partire dall’offerta specifica, presentata come «un insieme coerente e funzionale di sistemi e servizi per l’imbottigliamento che comprendono, oltre alle riempitrici, lavabottiglie, pastorizzatori, palletizzatori e depalletizzatori a marchio proprio, anche le etichettatrici di Alfa, i sistemi di processo Manzini e le soffiatrici Corpoplast (PET) o Blowtec (PE).
Sappiamo bene - sottolinea Panzetti - che l’efficienza di una linea richiede la capacità di integrare al meglio diverse competenze e specializzazioni, ma il valore della proposta dipende anche dalla qualità delle singole macchine e delle tecnologie.
Insomma, dalla “bontà” del prodotto in sé che, per noi, continua a essere prioritaria. Ecco perché SIG Simonazzi ha vissuto il momento della fiera come un’occasione preziosa per verificare sul campo modalità e modi dell’approccio al mercato, sollecitati in questo dai molti contatti personali e dal confronto diretto con i grandi competitor.
E - prosegue sincero Panzetti - ne abbiamo tratto conferme confortanti. Anzitutto in merito alla nostra competenza tecnologica, in fatto di progettazione e impiantistica, che è ormai strumento imprescindibile oltre che fattore di differenziazione per raggiungere la soddisfazione del cliente».
Dalla prima conferma ne deriva una seconda, relativa alle scelte strategiche della società. «Per essere veramente competitivi - spiega l’amministratore delegato - è importante saper razionalizzare i costi, non tanto perseguendo piani di delocalizzazione della produzione di macchine, quanto facendo crescere, nelle diverse aree geografiche, le “intelligenze” giuste, in grado di fare engineering. Perché il packaging è correlato a variabili locali e ogni attività di project management deve tenerlo in debito conto. A ciò si aggiunga che i grandi end user tendono a ridimensionare le proprie strutture interne di engineering per affidare ai fornitori la responsabilità della messa in opera delle linee. Ecco perché siamo orientati a mantenere in Italia la produzione, in stretta relazione con l’attività di R&D, decentrando invece il servizio di engineering, come abbiamo già fatto in Brasile, come stiamo facendo in Cina e come faremo negli Usa» anticipa Panzetti.

Innovazione sul campo
Il quadro di riferimento non è completo senza un accenno ai trend relativi al beverage e al settore delle macchine per l’imbottigliamento, dove è avvertita una certa dicotomia tra il buon andamento dei consumi di bevande confezionate e la richiesta di sistemi di confezionamento, che non è stata, nella prima parte dell’anno, particolarmente incoraggiante.
«I grandi mercati emergenti stanno infatti attraversando un momento di difficoltà: l’emisfero Sud è in crisi, il Far East stenta, l’Australia è in buona salute ma si tratta pur sempre di un’area limitata... Ciò nonostante, dal nostro punto di vista, le prospettive restano positive e lo dimostrano i risultati fin qui ottenuti da SIG Simonazzi».
In questo contesto, caratterizzato dalla crescente competizione fra fornitori di impianti, le strategie industriali di lungo termine di SIG aprono in direzione di crescenti opportunità. «Il che significa in concreto - sottolinea convinto Panzetti - disponibilità a investire sui prodotti, viva attenzione alle attività di ricerca e sviluppo, finalizzata all’innovazione radicale dell’offerta e non a un semplice restyling».
Così SIG Simonazzi ha focalizzato il proprio impegno in direzione del riempimento asettico, settore strategico dove, tra l’altro, disporre di soluzioni “a costi competitivi” offrirà importanti prospettive di crescita («si pensi anche solo alle potenzialità offerte nel campo della birra...»).
Entrando infine nel vivo delle proposte tecnologiche, Panzetti ci ha mostrato i sistemi esposti in fiera «ultimi sviluppi di progetti in cui crediamo molto. Uno dei più interessanti riguarda la sterilizzazione “a secco”, ossia sotto vuoto spinto, che permette di ottenere a fine ciclo una bottiglia perfettamente asciutta, senza bisogno di ulteriori risciacqui e sgocciolamenti. Viene realizzata sulla nuova riempitrice lineare Aseptica L, in cui la sterilizzazione avviene sotto vuoto tramite una finissima nebulizzazione di acqua ossigenata, a cui segue l’asciugatura per vaporizzazione dell’acqua residua. Seguono il riempimento volumetrico con il prodotto in arrivo da un serbatoio asettico in sovrapressione con gas inerte, oltre al CIP e SIP automatico, operazioni controllate da PC».
Ma SIG Simonazzi ha lavorato con successo anche sulla stabilizzazione microbica con tecnologia EPT (Enhanced Pressure Treatment), ossia un trattamento ad alta pressione che sfrutta variazioni estremamente rapide e capaci di inibire alcune reazioni chimiche che provocano danni termici all’alimento. «Per questa applicazione - aggiunge Panzetti - stiamo perfezionando un impianto, composto da un’unità minima di 16 reattori, ciascuno dei quali processa in automatico una bottiglia di prodotto. Abbiamo lavorato molto sulla flessibilità del lay-out, puntando alla modularità, così da renderlo facilmente installabile ovunque con un semplice upgrading», un “quid” che il mercato saprà senza dubbio cogliere e apprezzare.


Successful contamination
Developments in aseptic filling: from technological digressions to in-depth looks at current strategies (or those about to be adopted) to satisfy market demand. The new far-sighted direction for SIG Simonazzi, drawing on the treasures of the past. L.G.


For SIG Simonazzi the recent Interpack felt very much like confirmation. It was a valuable opportunity to reaffirm the sense of setting out with resolute determination (as part of the new reality created from the buy-ups by the Swiss holding company, SIG*) in new directions: de-localisation, service and innovation. But it was also the public occasion par excellence to show off the cohesion between the various entities that make up the SIG Group, where the many skills, expertise and years of experience in the field are “money to be well spent”.
Luigi Panzetti, Managing Director of SIG Simonazzi SpA, just can’t hide his satisfaction in seeing the abilities of the company he heads now fully recognised. A company whose name is strongly linked to the history of those who, in the past, made it great.
“Not only has the management of SIG Simonazzi been confirmed, like the other Italian firms making up the SIG Group, as proof of their respect for local cultures and the trust we have in our managers, but it’s also demonstrated the genuine interest in a certain approach to business that increasingly distinguishes our dealings. For this reason, I can today say that the Group is going through a period of “prolific contamination” what with the clear overall vision (of the centre) and the injection of that typically Italian entrepreneurial spirit that breathes life into our industry. And, moreover, the synergy between the two souls of SIG is all too obvious: the “manufacturing” soul that characterises the approach to the product and that of the “public company” listed on the stock exchange, busy guaranteeing its shareholders interesting dividends. This leads to the adoption of a serious, long-term development policy, that’s without speculation and one that provides great motivation for all of us”.

* A lot has already been said about the acquisition by SIG of Switzerland of Sasib’s wet area (more than a year ago now). Not to mention the strategies of the new SIG Beverages Division (see, for instance, the interview with the Division Manager, Carlo Venturi, published in the June 2002 issue of ItaliaImballaggio) and the latest new products (especially for “dry” sterilisation and the treatment of liquids at high pressure).

Confirmation and prospects
Interpack has been a good fair for the SIG Group. The reasons are apparently very similar to those given by most of the other exhibitors (great numbers of important visitors, a wide range of different markets represented, a general tendency to buy), plus a few extra ones. Starting with the specific offer, presented as “a coherent and functional body of systems and services for bottling, including the Alfa labeling machines, the Manzini process systems and the Corpoplast (PET) and Blowtec (PE) blowing machines, as well as the own-brand filling machines, bottle-washers, pasteurising systems and pallet loaders/unloaders. We know only too well - stresses Panzetti - that line efficiency calls for the ability to integrate the different expertise and specialisation in the best possible way, but the value of the proposal also depends on the quality of the quality of the individual machines and technologies. In other words, the “wholesomeness” of the product itself, which continues to be a priority for us. That’s why SIG Simonazzi saw the exhibition as a valuable opportunity to verify in the field the methods and modes of its market approach, having been asked to do so by many personal contacts and a desire to meet our great competitors face on. And - continues Panzetti in all sincerity - we received some comforting confirmation. First of all, with regard to our technological ability, in terms of engineering and plant, which have now become an inescapable tool and factor of differentiation needed to achieve customer satisfaction”.
This first type of confirmation leads to a second one, concerning the company’s strategic choices. “To be really competitive, - explains the Managing Director - it’s important to know how to rationalise costs, not so much by following de-localisation plans for machine production, but rather allowing the right “intelligence” to grow in the different geographical areas, in order to get perfect engineering.
Because the packaging is linked to local variables and each project management activity must bear these in mind. Then there’s the fact that the big end users tend to reorganise their own internal engineering structures in order to give their suppliers the responsibility for setting up lines. That’s why we’re strongly oriented to keeping the production in Italy, closely in step with our R&D activities, while decentralising the engineering service, as we’ve already done in Brazil, as we’re currently in the process of doing in China, and as we intend to do in the USA” reveals Panzetti.

Innovation in the field
The picture isn’t complete without mentioning the trends in beverage and the bottling machine sector, where there’s a certain dichotomy between the good consumption figures for packed drinks and the demand for packing systems that hasn’t been particularly encouraging, at least in the first half of the year.
“The big emerging markets are, in fact, experiencing a certain amount of difficulty at present: the southern hemisphere is in recession and the Far East is struggling, while Australia’s in good health but it’s still a very limited area…
Despite this, however, the outlook is positive for us and this is proven by the results SIG Simonazzi’s has achieved to date in these areas”. Here, faced with growing competition from plant suppliers, SIG’s long-term industrial strategies are directed to growing opportunities.
“In effect, this means a willingness to invest in the products - stresses a convinced Panzetti - plus close attention to R&D aimed at radically innovating the offer and not just simple restyling”.
Thus SIG Simonazzi has focused its efforts in the field of aseptic filling, a strategic sector where, among other things, the ability to offer “competitively-priced” solutions will lead to considerable prospects for growth (“just think of the potential offered in the field of beer...”). Finally, taking a closer look at the technological offers, Panzetti showed us the systems exhibited at the fair:
“The latest developments of projects in which we believe a lot. One of the most interesting is “dry” sterilisation, i.e. in a great vacuum, making it possible to get a perfectly dry bottle at the end of the cycle, without the need for further rinsing and draining.
This is a feature of the new Aseptica L linear filling machine, where sterilisation takes place in a vacuum via an ultra-fine spray of hydrogen peroxide, followed by drying by means of evaporating the remaining water. Then comes volumetric filling with the product coming from an inert gas pressurised aseptic tank, as well as automatic CIP and SIP controlled by PC”. But SIG Simonazzi has also successfully worked on microbic stabilisation using EPT (Enhanced Pressure Treatment) technology, a high pressure process that exploits extremely quick variations to inhibit certain chemical reactions that can lead to heat damage to the food. “We’re currently perfecting a plant for this application - adds Panzetti - consisting of a unit with a minimum of 16 reactors, each automatically processing a bottle of product. We’ve done a lot of work on the flexibility of the lay-out - aiming for modularity - to make it easily installable wherever needed, thanks to simple upgrading”. Something that the market will no doubt be quick to seize
and appreciate.