September 2002






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Con una crescita media annua del 3,8% sui quantitativi prodotti a livello europeo, le lattine continuano la propria strada di sviluppo tecnologico: di acciaio o di alluminio (versus plastica) presidiano con tenacia il settore beverage. Con buone prospettive di crescita.
Roccandrea Iascone

In Italia le prime bibite in lattina compaiono agli inizi degli anni Sessanta (ma negli States venivano impiegate già da oltre vent’anni). Si trattava di lattine di banda stagnata in tre pezzi: fondo, coperchio e corpo, quest’ultimo con una vistosa saldatura laterale a punti. Una lattina da 33 cl pesava, allora, complessivamente 80 grammi!
La prima rivoluzione intervenne nel 1963 quando l’americano Ernie Fraze della Dayton Reliable Tool Company inventò il coperchio easy open di alluminio che, per facilità di applicazione e di uso, modificò radicalmente il modo di realizzare la lattina: l’alluminio entra così “di prepotenza” nei contenitori metallici destinati alle bevande, consentendo di ridurre drasticamente il peso della lattina da 33 cl a 35 grammi. Il grosso pregio offerto dalla lattina di alluminio (formata da un corpo e un coperchio) fu, fin dall’inizio, la possibilità di ricorrere al processo di imbutitura. Ma la risposta dell’acciaio non si fece attendere e, a partire dagli anni Settanta, si andò affermando dapprima la lattina in tre pezzi con il corpo saldato elettricamente (la linea di saldatura si era ridotta a una sottile inserzione) per passare in seguito a quella imbutita a due pezzi. Quest’ultima innovazione fu resa possibile con la messa a punto di un acciaio speciale.
Dal 1960 a oggi le lattine per bevande, sia di alluminio che di banda stagnata, hanno dunque vissuto profondi cambiamenti: miglioramenti nell’apertura dei coperchi, riduzione nel diametro dei coperchi con risparmio di materiale, riduzione del diametro del collo.
Allo stato dell’arte, il peso globale di una lattina da 33 cl è di 20 grammi per quella di banda stagnata, mentre quella di alluminio ha raggiunto i 14 grammi. Progressi tecnologici a parte, non è da sottovalutarne l’influsso su alcune abitudini di consumo: l’avvento della lattina metallica per il confezionamento delle bevande ha dato infatti un forte impulso al consumo di bevande fuori casa e fuori dai centri di distribuzione (bar e ristoranti).

Europa: sguardo al mercato
I dati 2001, relativi all’Europa, parlano di 38 miliardi di lattine metalliche prodotte: un mercato che, nell’ultimo quadriennio, ha vissuto uno sviluppo medio annuo del 3,8%.
Il trend di crescita risulta lievemente superiore al trend evolutivo globale delle due principali aree di mercato utilizzatrici di lattine (bevande analcoliche e birra) dato che, tra il 1997 e il 2001, questi due comparti presentano un tasso di crescita tendenziale del 3% medio annuo.
Da questo raffronto si può dedurre che la lattina metallica, a livello europeo, dovrebbe avere guadagnato posizioni di mercato.
Una più attenta analisi di mercato fa ritenere che l’area trainante sia costituita dalle bevande analcoliche (tasso tendenziale di crescita 4-4,5% medio annuo), in quanto il settore della birra è interessato da alcuni anni da una sostanziale stabilità, sia in termini di consumi che di mix del packaging.
Nell’area delle bevande analcoliche, l’impiego della lattina risulta in crescita in Spagna, in Francia e in Germania, sostanzialmente stabile in Inghilterra e in Italia. In questo senso, la stabilità di posizionamento non significa ovviamente calo degli impieghi, ma sviluppo in linea con il trend dei settori di impiego o lievemente inferiore.
Nell’area della birra lo share di mercato della lattina risulta in crescita in Spagna, Germania, Inghilterra, Grecia e Svezia, mentre è sostanzialmente stabile nelle altre principali aree di mercato.
Sempre a livello europeo, il rapporto tra lattine di alluminio e lattine di banda stagnata è rispettivamente 54% e 46% (ossia 20,5 miliardi di unità per l’alluminio e 17,5 miliardi per la banda stagnata). Negli ultimi anni il mercato ha evidenziato una progressiva tendenza a favore dell’alluminio: nel 1997 il rapporto era 49% alluminio e 51% banda stagnata.
In merito alle lattine di acciaio, meritano una segnalazione particolare quelle in tre pezzi con capacità da 75 cl e 150 cl. Si tratta di contenitori sagomati o cilindrici con chiusura a vite di plastica e versatore, usati per il confezionamento degli sciroppi, molto diffuse all’estero, in special modo in Francia (e prodotte essenzialmente da Crown Cork e Impress).
Esaminando i principali mercati europei troviamo alcune sostanziali differenziazioni in merito alla presenza delle due tipologie di lattine: in Germania, Francia e Spagna predominano le lattine in banda stagnata (rispettivamente 88%, 75% e 57%); in Italia, Gran Bretagna, Grecia e Svezia le lattine di alluminio (rispettivamente 99%, 67% e 100%).

La situazione italiana
In Italia nel 2001 sono state prodotte 1,86 miliardi di lattine di alluminio e il mercato italiano ne ha utilizzati 1,65 miliardi.
Negli ultimi quattro anni il trend di crescita ha evidenziato uno sviluppo del 2% circa medio annuo. Considerando che nello stesso periodo l’area di sbocco delle lattine metalliche (bevande analcoliche + birra) è cresciuta a un tasso medio annuo del 4%. Dal che si deduce che, nel nostro Paese le lattine, pur continuando a crescere, hanno perso qualche quota a favore di imballaggi concorrenti.
Tale situazione è la conseguenza del forte impulso che i produttori di bevande analcoliche hanno dato ai formati famiglia, dove la lattina non trova ovviamente spazio.
Per contro nelle mono dosi, essenzialmente 33 cl, la lattina resta in posizione leader.
Il mercato italiano, oltre alle lattine di alluminio, assorbe anche circa 20 milioni di lattine da 17,5 cl a tre pezzi di acciaio, utilizzate nel settore succhi di frutta.
L’offerta, in relazione alle lattine di alluminio, è riconducibile a tre aziende: Rexam (che detiene la posizione di leader), Crown Cork Company (che le importa dai propri stabilimenti all’estero) e il Tubettificio Europeo (tutte e tre sono associate ad Anfima). Per quanto concerne le lattine in tre pezzi di banda stagnata per succhi di frutta, i produttori nazionali sono Faba Sirma e Impress (nel 2001 ne sono state prodotte 47 milioni, di cui 2/3 destinati all’export).



Cans for soft drinks
With average annual growth of 3.8% in the quantity produced at a European level, cans continue to develop technologically. Both steel and aluminium (as opposed to plastic) are maintaining a strong hold in the soft drinks sector. With good perspectives. Roccandrea Iascone

In Italy, the first soft drinks in cans appeared in the early 1960s (whereas in the States they had already been in use for more than twenty years). These were cans made from tinned steel strip made in three sections: base, lid and body, the last component with a large spot-welded seam down the side. At that time, a 33 cl can had an overall weight of 80 grams!
The first revolution took place in 1963 when the American Ernie Fraze of the Dayton Reliable Tool Company invented the easy-open aluminium lid which, because of its ease of application and use, radically changed the way of manufacturing cans: in this way aluminium had an overwhelming impact on cans intended for soft drinks, allowing the weight of the 33 cl can to be drastically reduced to 35 grams. Right from the start, the great merit offered by the aluminium can (formed from a body and a lid) was the possibility to manufacture them by pressing. But the response from steel was not slow in coming and, from the 1970s, there appeared first the electrically-welded three-piece can (in which the welded seam was reduced to a thin crease) and then cans pressed in two pieces. This last innovation was made possible by the development of a special steel.
From 1960 until today soft drinks cans, both in aluminium and in tinned steel strip, have undergone drastic changes: improvements in the opening of the lid, reduction in the diameter of the lid with a saving in material, and reduction of the diameter of the neck.
As things stand now, the overall weight of a tinned steel can is 20 grams, while that of an aluminium can is down to 14 grams. Apart from technological progress, certain consumption habits are not to be underestimated: the appearance of the metal can for the packaging of soft drinks has given a strong impetus to the consumption of soft drinks outside the home and away from distribution centres (bars and restaurants).

Europe: a look at the market
2001 data for Europe speaks of 38 billion metal cans produced: a market which, over the last four-year period, has seen an average annual increase of 3.8%.
This growth trend is slightly higher than the overall development trend in the two main market areas which use cans (soft drinks and beer) which, between 1997 and 2001 showed average annual growth of 3%.
This comparison infers that the metal can, at a European level, must have won market share.
A closer analysis of the market shows that the growth area is in soft drinks
(4-4.5% average annual growth) while the beer sector has been substantially stable for several years, in terms of both consumption and packaging mix.
In the soft drinks sector, the use of cans is growing in Spain, France and Germany and more or less stable in Britain and Italy. This stability obviously does not mean a reduction in use, but a development in line with the trend the sectors of use or slightly lower.
In the beer sector, the can’s market share is growing in Spain, Germany, Britain, Greece and Sweden, while it is mainly stable in the other main market areas.
Also at the European level, the market shares of aluminium and tinned steel cans are 54% and 46% respectively (or 20.5 billion units for aluminium and 17,5 billion for tinned steel). In the last few years, the market has shown a steady trend in favour of aluminium: in 1997 the comparison was 49% aluminium and 51% tinned steel strip.
Where steel cans are concerned, those with capacities of 75 cl and 150 cl are worth a special mention. These are cylindrical or shaped containers with plastic screw tops and pourers, used for the packaging of cordials, very widespread abroad, especially in France (and produced almost exclusively by Crown Cork and Impress).
An examination of the main European markets shows several substantial differences in the share held by the two types of can: in Germany, France and Spain cans made from tinned steel strip predominate (88%, 75% and 57% respectively); in Italy, Great Britain, Greece and Sweden it is the aluminium can (99%, 67% and 100% respectively).

The Italian situation
In Italy in 2001, 1.86 billion aluminium cans were produced, of which the Italian market used 1.65 billion. In the last four years the trend has been for an average increase of around 2% per annum. Bearing in mind that in the same period the outlet market for metal cans (soft drinks and beer) has grown by 4%, it can be deduced that in Italy the can, although continuing to grow, has lost some ground to alternative forms of packaging.
This situation is the result of the strong pressure soft drinks producers have applied to the production of a “family” size, where obviously the can cannot compete. On the other hand where single drinks, mainly 33 cl, are concerned, the can still holds a leading position.
As well as aluminium cans, the Italian market accounts for about 20 million 17.5 cl three-piece steel cans, used in the fruit juice sector.
Where aluminium cans are concerned, supply is from three companies: Rexam (which holds the leading position), Crown Cork Company (which imports from its plants abroad) and Tubettificio Europeo (all three are members of Anfima). As regards three-piece cans made from steel strip, Italian producers are Faba Sirma and Impress (in 2001 47 million were produced, of which 2/3 went for export).



In pillole…
In estrema sintesi riportiamo le considerazioni di Cesare Maffei, amministratore delegato di Rexam Beverage Can Italia, in merito ai plus delle lattine per bevande in alluminio e degli sviluppi che, già affermati in altri paesi, arriveranno a breve anche sul mercato italiano.
Va detto, a titolo di cronaca, che molte delle caratteristiche citate, sono comuni alle due tipologie di lattine (di alluminio e di acciaio).

Punti di forza della lattina di alluminio in due pezzi
• Assicurano ai prodotti prolungata vita a scaffale, grazie alla protezione dalla luce e alla barriera all’ossigeno.
• Consentono il mantenimento a basse temperature per un tempo significativo dopo il prelievo dal frigorifero.
• Estremamente leggere ma resistenti dal punto di vista strutturale; ne derivano le buone prestazioni in termini logistici (impilabilità, visibilità a scaffale, facilità di palettizzazione).
• Ottimi livelli di recupero e riciclo (in Italia il 40% dell’immesso al consumo viene riciclato).
• Veicolano un’immagine dinamica e moderna, ideali quindi per un target di consumatori “giovane”.

Le più significative innovazioni in atto o previste a breve termine
In fatto di novità, anche in Italia assisteremo alla diffusione di lattine di alluminio capaci di caratterizzare e sostenere in modo originale l’unicità di un brand. In particolare:
• Lattine sagomate, personalizzate sulla base delle esigenze del riempitore.
• Lattine con scritte in rilievo.
• Lattine litografate (che potranno essere fosforescenti o satinate, in grado di cambiare colore al variare della temperatura).
• Lattine con capacità da 100 cl.
• Si prevede un aumento delle confezioni multipack e una crescita dell’impiego delle lattine anche come veicoli pubblicitari e promozionali, non necessariamente legate al settore beverage ma impiegate come contenitori di diversi beni di consumo.

Note a margine
Rexam Beverage Can Italia (certificata ISO 9002 e in attesa della ISO 14001) è uno dei maggiori produttori di lattine in alluminio per bevande con capacità 25 cl e 33 cl (diametro fondo e coperchio 202 e 206). I coperchi easy open vengono forniti dagli stabilimenti europei di Rexam.
Nel nostro paese sono attivi due stabilimenti: Nogara (che esprime una capacità di 1,3 miliardi di lattine/anno) e Chieti (0,6 miliardi di lattine/anno).
Nasce nel 1976 a Nogara (VR), con una linea in grado di produrre 370 milioni di lattine, a cui ben presto viene affiancata una seconda linea. È dell’83 l’apertura dello stabilimento a Chieti, che coincide con il progressivo e costante miglioramento delle gamme produttive.
Nel 1991 Rexam avvia la produzione delle lattine con capacità 25 cl e, un anno più tardi, introduce la produzione a ciclo continuo.




In pills...
We here summarise the considerations of Cesare Maffei, managing director of Rexam Beverage Can Italia, on the plus points regarding aluminium beverage cans and the developments that, already well-established in other countries, will shortly also arrive on the Italian market. It should be said for the record that many of the above characteristics are shared by both types of can (aluminium and steel).

Strongpoints of the two-piece beverage can
• They ensure prolonged shelf-life, thanks to protection from light and oxygen barrier).
• They enable low temperatures to be kept for a considerable time after removal from the fridge.
• Extremely light but structurally sturdy; good performance in terms of logistics (stackability, shelf visibility, easy to palletize).
• Excellent recovery and recycling levels (In Italy 40% of the material placed on the market is recycled).
• They transmit a dynamic and modern image, ideal hence for a target of “young” consumers.

The most important innovations currently underway or foreseen in the short term
In terms of new features, in Italy too we will witness the spread of aluminium cans capable of characterising and sustaining the uniqueness of a brand in an original manner. In particular:
• Shaped cans, personalised on the basis of the needs of the filler.
• Embossed cans.
• Lithographed cans (that can be phosphorescent or satinated, capable of changing color as temperature changes).
• Cans with a capacity of 100 cl.
• An increase in multipacks and also a growth in the use of cans as a vehicle for advertising and promotion is predicted, this not necessarily connected with the beverage sector but used as containers for a variety of different consumer goods.

Marginal notes
Rexham Beverage Can Italia (IS0 9002 certified and awaiting ISO 14001 certification) is one of the largest producers of aluminium beverage cans with
25 cl and 33 cl capacity (base and top diameter 202 and 206). The easy open covers are supplied by Rexam’s European works.
Two works are active in Italy: Nogara (that has a capacity of 1.3 billion cans/year) and Chieti (0.6 billion cans/year). The company was set up in 1976 at Nogara (VR), with a line capable of producing 370 million cans, very soon followed by a second line. The works at Chieti was set up in 1983, coinciding with the progressive and constant improvement of the production range.
In 1991 Rexam started up the production of 25 cl capacity cans and, a year lager, introduced continuous production.