Questa analisi di mercato si riferisce ai poliaccoppiati flessibili e multistrato, ottenuti per accoppiamento e coestrusione. È opportuno evidenziare che i valori riportati comprendono anche i film accoppiati senza la stampa e gli imballaggi semirigidi poliaccoppiati per il confezionamento in atmosfera protetta.
Il mercato
Nel 2001 la produzione ha toccato le 227.000 t, segnando una crescita del 2,7%, pari a un fatturato di 1.280 milioni di Euro. La componente estera della domanda svolge da anni un ruolo molto importante: nel 2001 le esportazioni hanno raggiunto circa 102.000 t, con un incremento dell1% rispetto allanno precedente, raggiungendo quindi il 45% della produzione. Se consideriamo le aziende leader di questo settore, lexport supera ampiamente il 50% delle vendite globali.
Il comparto italiano degli imballaggi plastici flessibili può essere considerato ai vertici europei ma, mentre negli anni ottanta la competitività era basata essenzialmente sul prezzo (era lepoca dei frequenti deprezzamenti della lira nei confronti delle principali divise europee), oggi è la qualità che consente questi risultati.
Tuttavia anche il mercato interno presenta un trend produttivo positivo. Nel 2001 il consumo apparente (produzione - esportazioni + importazioni) ha raggiunto le 128.000 t, segnando una crescita rispetto al 2000 del 2,4%. Le importazioni, secondo una valutazione di larga massima, non superano il 3-4% della domanda (tabella 1).
Cambiamenti in atto
Il trend positivo del settore in termini di quantità espresse in tonnellate non evidenzia a pieno leffettiva crescita del settore. In questi ultimi anni infatti si è assistito a un progressivo alleggerimento delle confezioni di poliaccoppiato: il peso per metro quadrato ha subito infatti una progressiva diminuzione, trend tuttora in atto (tabella 2).
Questa evoluzione trova conferma esaminando anche il mix delle materie prime utilizzate per la produzione di imballaggi flessibili accoppiati.
Nel 2001 il foglio sottile di alluminio (che presentava uno share di mercato del 14,5% nel 1998) è sceso al 9,5%, la carta e il cartoncino dal 16,5% sono passati al 12%. I film plastici dal 68,2% del 1998 hanno raggiunto nel 2001 il 78%.
Abbiamo dunque assistito a una diminuzione dei materiali più pesanti (alluminio e carta), a favore dellutilizzo di strutture composte solo di plastica mediante laccoppiamento di diverse tipologie di polimeri.
Anche nellambito dei film plastici si può parlare di riduzione di grammi per metro quadrato; infatti, il sempre maggior impiego di film barriera (Nylon, EVOH, ecc.) consente, in molti casi, di ridurre gli strati o gli spessori dei film. Nel 2001 lo share dei poliaccoppiati formati esclusivamente da film plastici ha continuato ad aumentare, in particolare quelli utilizzati per il sottovuoto o per il confezionato in atmosfera protettiva.
Larea di affari dei poliaccoppiati flessibili presenta una discreta concentrazione produttiva, con una ventina di aziende che detengono circa il 75-80% della produzione complessiva. In questa area si possono distinguere due tipologie di aziende: gli accoppiatori di film, che presentano unintegrazione a monte con la produzione dei film plastici e, in alcuni casi, con altre materie prime (carta o alluminio), e gli accoppiatori senza integrazione a monte (si tratta della categoria più diffusa).
Settori di impiego
Gli imballaggi poliaccoppiati flessibili assumono caratteristiche diverse a seconda dei settori di impiego, sia in relazione ai materiali che li compongono sia in merito al posizionamento rispetto a imballaggi alternativi. Lutilizzo in Italia è destinato per l80% circa allalimentare e per il restante 20% circa al non food (tabella 3).
Area food
In particolare, per quanto riguarda larea alimentare i principali settori di utilizzo sono: i derivati del latte (formaggi, yogurt, burro ecc.) che evidenziano uno share del 22,5% circa, i prodotti da forno e della pasta con il 17,6% circa, i salumi con l11%, i surgelati con l8,6% circa e il caffè con il 5,5%.
Nel settore dei derivati del latte lo share dei poliaccoppiati flessibili o semirigidi rappresenta il 56% rispetto alle altre tipologie di confezionamento: in particolare, la presenza del poliaccoppiato è in progressiva crescita, a scapito essenzialmente dellincarto tradizionale per il prodotto sfuso porzionato venduto al banco.
Per quanto concerne larea dei prodotti da forno e della pasta lo share dei poliaccoppiati flessibili rispetto agli imballaggi competitor è rispettivamente il 4% (quota sostanzialmente stabile per la pasta) e il 50%, tendenzialmente in crescita a seguito del progressivo incremento del settore pasta fresca industriale dove il confezionamento in atmosfera protetta avviene grazie allutilizzo di imballaggi multistrato.
Nel settore dei surgelati lo share dei poliaccoppiati flessibili (69% circa), è in progressiva crescita. Il poliaccoppiato interessa anche labbinamento con lastuccio pieghevole.
In progressiva crescita risulta anche la quota dei poliaccoppiati nel settore dei salumi, che attualmente ha raggiunto il 25-30%.
Per il confezionamento del caffè si ricorre essenzialmente al sacchetto in poliaccoppiato flessibile (92% circa).
Imballaggi multistrato flessibili o semirigidi vengono di recente impiegati (ed è una tendenza interessante) per il confezionamento di polpe e passate di pomodoro destinate al catering, di pet food del tipo umido, di tonno, riso e bevande (cheer pack).
Area non food
In questo caso, il principale campo di applicazione è il settore della detergenza domestica, con uno share del 5,5%, seguito dal settore farmaceutico e della cosmesi-profumeria con il 5%.
Gli imballaggi storici nel settore della detergenza domestica sono i fustini di cartone e gli astucci di cartoncino: se i primi hanno ormai una presenza molto limitata, i secondi sono ancora utilizzati ma subiscono la concorrenza di altre tipologie di imballaggi. Limballaggio in poliaccoppiato flessibile è la soluzione che presenta le migliori prestazioni (quota di mercato attuale 17% circa).
La busta di poliaccoppiato flessibile risulta in concorrenza principalmente con la scatola di cartoncino, ma anche al flacone di plastica. La diffusione dei poliaccoppiati deriva anche dallorientamento del mercato allimpiego dei prodotti concentrati e delle ricariche.
Il confezionamento dei prodotti farmaceutici e della cosmesi-profumeria (essenzialmente bustine) vede i poliaccoppiati flessibili collocati intorno al 2,5%. Negli anni passati sembravano esserci interessanti possibilità di sviluppo, che si sono però ridimensionate col tempo.
È infine il comparto chimico a impiegare i poliaccoppiati flessibili, per il confezionamento di fitofarmaci, concimi, prodotti intermedi per lindustria chimica e quantaltro.
Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio
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Flexible packaging
Packaging with complex structures, where each component fulfils a specific use function; this is a feature that stands as the main strongpoint of this type of packaging.
Plinio Iascone
This market analysis refers to flexible and multilayer polylaminates obtained by lamination or coextrusion. It should be highlighted that the given figures also include laminated film without printing and semirigid polylaminate packaging for packing in protected atmosphere.
The market
In 2001 production touched on 227,000 t, marking a growth of 2.7%, equivalent to a turnover of 1,280 million Euro. For years now the foreign component of demand has been playing a highly important role: in 2001 exports reached around 102,000 t, with an increase of 1% compared to the year previous, hence reaching 45% of output. If we consider the leading companies in this sector, exports broadly exceed 50% of overall sales.
The Italian plastic flexible packaging segment can be considered among the top in Europe but, while in the eighties competitivity was essentially based on price (it was the time of the frequent depreciation of the lira against the main European currencies), today it is the quality that enables these results.
All the same the domestic market also presents a positive production trend. In 2001 apparent consumption (production - export + imports) reached 128,000 t, marking a growth of 2.4% seen against the year previous. According to an overall rating, imports are no more than 3-4% of demand (table 1).
Changes underway
The positive trend in the sector in terms of quantity in tons does not fully highlight the sector growth. In these latter years in fact the polylaminate packs have been growing progressively lighter: the weight per square metre is in fact dropping, the trend being still underway (table 2).
This run of things is also confirmed by examining the mix of raw materials used for the production of flexible laminate packaging.
In 2001 thin aluminium foil (that presented a market share of 14.5% in 1998) dropped to 9.5%, paper and card went from 16.5% to 2%. Plastic film from 68.2% in 1998 to 78% in 2001.
We have hence seen a drop of the heavier materials (aluminium and paper), in favor of the use of structures only made up of plastic, this through the lamination of different types of polymers.
Still in the field of plastic films one sees a grammage reduction per square metre; in actual fact, in many cases the ever greater usage of barrier films (Nylon, EVOH, etc.) has enabled a reduction in layers or film thickness. In 2001 the share of polylaminate formed exclusively by plastic films has continued to increase, in particular those used for vacuum packing or packing in protective atmosphere.
The business area for flexible polylaminate presents is fairly concentrated, with some twenty companies accounting for 75-80% of overall production.
In this area one can single out two types of concerns: the film laminators that also integrate upstream producing plastic films and, in some cases other raw materials (paper or aluminium), and the laminators without these facilities (the most common category).
Sectors of use
Flexible polylaminate packaging features differently according to the sector of use, both in relation to the materials it is composed of and in terms of positioning seen against alternative packaging. Use in Italy is around 80% in the food industry and the remaining 20% in non food (table 3).
Food area
In particular, as far as the food area is concerned the main sectors of use are: milk derivates (cheese, yoghurt, butter etc.) that have a share of around 22.5%, bakery and pasta products with around 17.6%, cold cut meats with 11%, frozen foods with around 8.6% and coffee 5.5%.
In the milk derivate sector the share of flexible polylaminates or semirigids stands at 56% seen against the other types of packaging: in particular, the presence of polylaminates is growing progressively, this to the detriment of the traditional wrap of loose, portioned products sold at the counter.
As far as the bakery products and pasta are concerned the share of flexible polylaminates seen against competing packaging stands consecutively at 4% (the pasta share being substantially stable) and 50%, being on the up, following the progressive increase of the fresh industrial pasta sector where packing in protected atmosphere entails the use of multilayer packaging.
In the frozen foods segment the share of flexible polylaminates (around 69%) is growing progressively. Polylaminates are also combined and used in folding cases.
The share of polylaminates in the cold cut meats sector, currently standing at 25-30%, is also increasing.
Essentially the flexible polylaminate bag is used for packing coffee (this to around 92%).
In an interesting trend, multilayer flexible and semirigid packaging have also recently begun to be used for packing tomato puree for catering, for humid petfood, tuna, rice and beverages (cheer pack).
Non food area
In this case, the main field of application is the domestic detergency sector, with a share of 5.5%, followed by the pharmaceutical and cosmetics-perfumery with 5%.
The timehonored packaging of the domestic detergent sector is the cardboard tin and cardboard case: while the former have a by now only very limited presence, the latter are still used but are subject to competition from other types of packaging. Packaging in flexible polylaminates is the solution that presents the best performance (current share of the market around 17%).
The flexible polylaminated bag is mainly in competition with the cardboard box, but also with the plastic bottle. The diffusion of polylaminates also derives from the market trend towards concentrated products and refills.
The packing of pharmaceutical and cosmetic-perfumery products (mainly bags) sees flexible polylaminates at around 2.5%. In the past years there seemed to be interesting possibilities of development, though these have been somewhat sized down in time.
Finally, the chemical segment uses flexible polylaminates for the packaging of plant protection products, fertilisers, intermediary products for the chemical industry and other.
Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio
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