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Quanto costano le differenze inventariali nella GD in Europa? E quali sono le cause dei furti? A queste e altre domande ha cercato di rispondere la ricerca European Retail Theft Barometer, sponsorizzata da Checkpoint, che ha riunito, per la prima volta in Italia, rappresentanti dellindustria e del retail per discutere sulle possibili soluzioni in grado di contrastare il fenomeno.
Daniela Binario
Chissà, forse qualcosa di simile sarà capitato anche a voi
E allora, con molta probabilità, riuscirete ad immaginare il mio stupore nel momento in cui, sistemando la spesa acquistata in una nota catena di supermercati, nella confezione di un whisky di alta gamma ho trovato una bottiglia di unaltra marca, dal costo decisamente inferiore.
Ma la sorpresa maggiore lho provata quando ho contattato telefonicamente il supermercato, per raccontare quello che mi era appena accaduto, e mi sono sentita rispondere che mi avrebbero consegnato la bottiglia originale senza alcun problema.
In quel momento ho pensato che, con molta probabilità, un episodio analogo era già successo mille altre volte, magari in forme diverse. Ad ogni modo, chi aveva fatto lo scambio ci aveva guadagnato, ma a spese di chi? In questo caso, come del resto in tantissimi altri, non è solo la grande distribuzione a pagarne le conseguenze dato che, in ultima analisi, i costi gravano anche su ognuno di noi. E purtroppo, in Italia, nellultimo anno si è registrato un aumento dei furti nel settore della vendita al dettaglio, come emerge anche dal rapporto European Retail Theft Barometer, giunto alla seconda edizione e presentato lo scorso ottobre, a Milano, da Checkpoint Systems, multinazionale che offre una serie di tecnologie idonee a fornire, a tutta la supply chain, soluzioni integrate per marcare, tracciare e proteggere i beni destinati al consumo. La ricerca è stata effettuata dal Professor Joshua Bamfield, direttore del Centre for Retail Research di Nottingham (UK), su un campione di 31.525 punti vendita, in 16 paesi dellEuropa occidentale, con un fatturato complessivo di 491.419 milioni di Euro. I dati sono stati commentati da Alfredo Maggi - direttore generale di Checkpoint Systems Italia - che ha spiegato, dapprima con un esempio divertente, che le differenze inventariali rappresentano lo scarto tra i ricavi teorici, prodotti dalle vendite e basati su inventario e acquisti, e i ricavi reali. «Le fonti che creano ammanchi - spiega Maggi - sono le più varie e non sempre si riesce a identificarle. In genere, le differenze inventariali sono principalmente causate da furti di merce o denaro alla società, ma anche da una serie di errori di procedura, errate imputazioni contabili o errori di prezzo che producono perdite inventariali contabili».
In ogni caso, vale la pena analizzare in dettaglio le diverse voci contenute nello studio che, sfortunatamente, ha evidenziato trend non sempre confortanti.
Differenze inventariali
I costi
Nel periodo dosservazione 2001-2002, la media delle differenze inventariali subite dai punti vendita in tutta lEuropa Occidentale è aumentata del 5% rispetto al 2000-2001, con un valore di perdite pari a 30,311 miliardi di Euro, ossia l1,45% sul fatturato lordo (tabella 1). Due anni fa, la percentuale delle differenze inventariali era dell1,40%. Se la Gran Bretagna continua a essere la nazione interessata dalla maggiore incidenza delle DI (seguita da Norvegia, Grecia e Olanda), dal rapporto si evince che anche altre nazioni ne devono prendere atto: in Danimarca, per esempio, il valore delle perdite ha raggiunto il 9,1% del fatturato. In aumento sono anche i valori raggiunti in Italia (8,5%) e Grecia (6,3%).
Le cause
In generale, lo studio indica che la causa principale delle differenze inventariali è rappresentata dai furti dei clienti, che ammontano al 48,4% del totale delle perdite, e cioè a 14.670 milioni di Euro (tabella 2).
Ai furti commessi da una minoranza dei dipendenti, che rappresentano il 25,8% delle DI, seguono gli errori amministrativi, di procedura, rotture, errori di prezzo ed errori contabili (18,3%) e infine i furti o gli errori dei fornitori (7,5%). Comunque, è importante sottolineare che i vari paesi hanno atteggiamenti diversi di fronte al peso delle principali cause delle differenze inventariali: Spagna, Austria e Italia hanno stimato unincidenza del 54% circa dei furti commessi dai clienti, mentre per Paesi Bassi, Regno Unito e Svezia il peso è stato del 45% circa.
I paesi che hanno constatato che i furti commessi dai clienti hanno proporzionalmente una bassa incidenza sulle DI, stimano di subire maggiori furti da parte dei dipendenti. I retailer nel Regno Unito, Paesi Bassi e Svezia hanno constatato le più alte percentuali di furti da parte dei dipendenti, mentre in Spagna, Austria e Italia sono state riscontrate le percentuali più basse.
Per la maggior parte dei paesi, le perdite causate da errori interni/errori di procedura rientrano tra il 16 e il 19%, anche se ci sono state variazioni più marcate nei furti commessi dai fornitori. Il Regno Unito e la Spagna, al contrario, hanno avuto le più basse perdite da parte dei fornitori, e le più alte sono state sostenute in Italia, Finlandia e Portogallo.
Garantire sicurezza
Se andiamo ad analizzare cosa è successo nellultimo anno, emerge che gli investimenti per la sicurezza in Europa sono mediamente diminuiti: infatti, si è investito lo 0,27% sul fatturato (5.644 milioni di Euro), contro lo 0,29% dellanno precedente. Questa riduzione si è riscontrata in particolare nei supermercati, ipermercati e grandi magazzini, a dispetto di alcuni incrementi marginali nel settore elettrico/video/musicale, abbigliamento/tessile e in altri settori del non food.
Per quanto riguarda i costi generali per la sicurezza, il 60% del budget totale viene destinato al personale addetto alla sicurezza, due terzi del quale è rappresentato dalle spese per contratti di sorveglianza (guardie giurate, ecc.), mentre i costi relativi ad attrezzature e sistemi costituiscono il 23,4%.
Stupisce poi apprendere che in Europa le perdite causate dai furti costano 78,93 Euro a persona, somma che eccede di gran lunga i costi per furti domestici o di auto, che focalizzano lattenzione della polizia e del sistema giudiziario. Del resto, poiché negozi e magazzini sono luoghi pubblici, è difficile proteggerli da forme criminali, in genere conseguenza di particolari condizioni sociali (quali ad esempio luso di droga e la disoccupazione).
Ma, soprattutto, il crimine nel retail è difficile da misurare e da controllare, come abbiamo avuto anche modo di apprendere, dietro le quinte, commentando a fine lavori questa situazione con alcuni rappresentanti della GD presenti in sala. Basti pensare, infatti, che in alcuni paesi, è stato consentito luso di telecamere allinterno o nei pressi dei centri commerciali, come deterrente per i furti. E i risultati sono stati positivi. In Italia, invece, la grande distribuzione incontra spesso molti ostacoli, in quanto il loro impiego non viene in genere autorizzato per timore di una violazione della privacy.
Sistemi antitaccheggio
Il sistema antitaccheggio EAS (protezione elettronica delle merci) in Europa occidentale è utilizzato, in alcuni o in tutti punti vendita, dal 67% del campione analizzato dalla ricerca.
In particolare, in ciascun paese, più del 50% dei retailer ha dichiarato di far uso di sistemi antitaccheggio nei propri negozi o grandi magazzini. Quelli con il maggior utilizzo (ovvero, nel caso si decida di adottare sistemi EAS, si procede ad installarli su tutte le catene della distribuzione o quasi) sono risultati: la Norvegia (con l82%), la Francia, la Danimarca e la Svezia; quelli caratterizzati da una più bassa penetrazione di tali sistemi: il Portogallo, lIrlanda, e la Svizzera.
Per capire meglio, però, in che misura questo campione fa uso di tale tecnologia nei propri punti vendita è utile soffermarsi sulla tabella 3, che riporta la percentuale di diffusione del sistema antitaccheggio, per ciascun paese.
Si noterà, infatti, che la percentuale più alta di presenza di tali sistemi si è registrata in Svizzera, Danimarca e Austria (85% e oltre) mentre lutilizzo più basso è stato rilevato in Portogallo e in Italia.
Ma vediamo come si sta muovendo Checkpoint Systems per spostare la protezione delle merci dalla fase di distribuzione a quella di produzione.
Protezione alla fonte
«A differenza della protezione alla fonte - spiega Cristiano Madama, ST manager Checkpoint Systems - che prevede, in fase di produzione, lapplicazione di unapposita etichetta nascosta dietro quella del prodotto, letichettatura effettuata dal personale nei punti vendita comporta costi aggiuntivi per la catena di distribuzione e non offre la stessa efficacia. Inoltre, i retailer per proteggere gli articoli più rubati scelgono spesso di esporli in apposite vetrinette, col risultato però di limitarne la vendita. Si tratta in ogni caso di espedienti che non contribuiscono a diminuire il fenomeno dei furti nella vendita al dettaglio.
Per migliorare questa situazione, la protezione alla fonte si è dimostrata lo strumento più utile, anche se i produttori - come è emerso dalla ricerca - hanno espresso preoccupazioni riguardo ai costi addizionali per loperazione. Il 34% delle catene di distribuzione ha valutato molto utile ladozione di sistemi di protezione alla fonte, il 28% lo ritiene utile e il 17% mediamente utile. Purtroppo, è anche emerso che, chi ha tentato di proteggere alla fonte i propri prodotti, ha spesso riscontrato nei fornitori (produttori) un atteggiamento di resistenza. Infatti, soltanto il 28% dei produttori interpellati ha considerato utile o molto utile la protezione alla fonte.
Per questo motivo - sottolinea Madama - è necessario attivare un coinvolgimento maggiore di tutte le parti, affinché compiano una scelta congiunta in termini di tecnologia.
A questo proposito la nostra società ha messo a punto degli strumenti in grado di lavorare e di potersi interfacciare a livello industriale».
In futuro è prevedibile una maggiore diffusione di tali sistemi, grazie alla progressiva riduzione dei costi complessivi per la loro implementazione. Attualmente, infatti, se queste soluzioni rappresentano una barriera per i prodotti di largo consumo, sono giustificabili per articoli di alta gamma. In ogni caso, come dimostrato da chi li ha già sperimentati, si riesce ad ottenere un ritorno dellinvestimento nel giro di qualche anno.
Cè da auspicare, quindi, che la diffidenza dimostrata dai fornitori e dalle aziende produttrici - per certi versi anche comprensibile, visti gli oneri iniziali che la nuova tecnologia comporta - vada gradualmente ad attenuarsi a favore di una maggiore tutela dei prodotti in fase di produzione o confezionamento. In questo caso, forse, in occasione del prossimo studio potremmo scoprire che, grazie allaumento del numero di aziende che hanno adottato un sistema di protezione sicuro, si è riusciti a contrastare il fenomeno e a diminuire la percentuale dei furti nei punti vendita.
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Retail theft
How much does shrinkage cost in European broadscale distribution? What are the causes of theft? An attempt to respond to these questions is seen in the European Retail Theft Barometer, a study sponsored by Checkpoint, who for the first time in Italy brought together representatives of industry and retail in order to discuss the possible solutions for tackling the phenomenon. Daniela Binario
Who knows, perhaps something similar has also happened to you
. And thus, very probably, you will be able to imagine my surprise when, putting away my shopping done in a known supermarket chain, I found a low cost bottle of another brand in the high grade whisky box I had bought.
But I was even more surprised when I phoned the supermarket, to tell about what had just happened to me, and I was told that they would hand over the original bottle without any problem. In that moment I thought that, with a high probability, the same thing must have happened thousands of other times, perhaps in different forms.
At any rate, the person who made the switch did very well from it, but at whos expense? In this case, as in many others, it is not only broadscale distribution that pays the consequences given that, when it comes down to it, we also have to foot the costs. And unfortunately in Italy over the last year an increase was registered in retail theft, as also emerges from the European Retail Theft Barometer, now in its second edition and presented October last, in Milan, by Checkpoint Systems, a multinational that offers technology suited for supplying integrated solutions for marking, tracing and protecting consumer goods all the way along the supply chain.
The study was made by Professor Joshua Bamfield, head of the Centre for Retail Research at Nottingham (UK), on a sample of 31,525 salespoints, in 16 western European countries, with an overall turnover of 491,419 million Euros.
The figures are commented on by Alfredo Maggi - general director of Checkpoint Systems Italia - who explained, at first choosing a funny example, that shrinkage or inventory losses is the difference between theoretical turnover, produced by sales and based on inventories and purchases, and actual turnover. The sources that create losses - Maggi explains - are the most varied and one does not always manage to identify them. In general, inventory differences are mainly caused by the theft of goods or money from the company, but also by a series of errors in procedure, faulty accounting or price errors that produce inventory counting losses.
At any rate, it is worthwhile making a detailed analysis of the various items in the study that, unfortunately, has highlighted trends that are not always comforting.
Retail shrinkage
Costs
In the period observed 2001-2001, the average shrinkage suffered by salespoints throughout western Europe has increased 5% compared to 2000-2001, accounting for a loss of 30.311 billion Euros, or that is 1.45% of the gross turnover (table 1). Two years ago, the percentage of shrinkage was 1.40%.
If the UK continues to be the nation affected by the highest level of shrinkage (followed by Norway, Greece and Holland), from the study one concludes that other countries have to consider the problem: Denmark for example losses account for 9.1% of turnover. Figures are also on the increase in Italy (8.5%) and Greece (6.3%).
The causes
In general the study indicates that the main causes of the shrinkage is customer theft, that accounts for 48.8% of total losses, that being 14,670 million Euros (table 2).
Theft made by a minority of employees, that accounts for 25.8% of the shrinkage, is followed by administrative errors, procedural errors, breakage, price and process failures (18.3%) and finally errors and theft by suppliers (7.5%).
At any rate there are national differences in attitudes towards the relative importance of the main sources of shrinkage loss: Spain, Austria and Italy thought that customer theft accounted for 54% or more of shrinkage, whilst The Netherlands, UK and Sweden believed it was 45% or less. Countries which thought customer theft was a proportionately smaller part of shrinkage, felt they suffered high staff theft. Retailers in the UK, Netherlands and Sweden thought they had the highest proportions of employee theft, whilst Spain, Austria and Italy were amongst the lowest. Most countries felt that losses caused by internal error/process failures fell within the 16%-19% band, although there were much wider variations in losses believed to be caused by suppliers. The UK and Spain had the lowest losses caused by suppliers, whilst the highest levels were experienced by Italy, Finland and Portugal.
Guarantee safety
If we go and take a look at what has happened in the last year it emerges that the investments in safety in Europe have on average dropped: in actual fact 0.27% of turnover was invested (5.644 millions Euro), against the 0.29% of the year previous. This reduction particularly applies to supermarkets, hypermarkets and large stores, this against some marginal increase in the electrical / video / musical, clothing/textiles and in other non food sectors. As far as the general costs for security are concerned, 60% of the total budget is accounted for by security personnel, two thirds of which is accounted for expense for surveillance contracts (security guards etc), while the relative costs regarding equipment and systems stand at 23.4%.
One is amazed to learn that losses caused by theft cost 78.93 Euro per person, sum which much exceed the cost for domestic burglary and car thefts, on which the attention of police and the judicial system are focussed.
What is more, since shops and stores are public places, it is difficult to protect them from forms of crime, generally consequence of special social conditions (such as for example drug abuse and unemployment).
But aboveall crime in retail is difficult to measure and to control, as we found out behind the scenes, commenting this situation with some of the representative of broadscale distribution present in the room after the meeting was over.
One only in fact has to think that in some countries cameras inside or close to the shopping malls as a deterrent against theft are in use.
And the results have been positive.
In Italy though broadscale distribution often encounters many obstacles, inasmuch as the use of cameras is in general not authorised for fear of violation of privacy.
Electronic Article Surveillance
EAS (electronic article surveillance) in western Europe is used in some or in all salespoints by 67% of the sample analysed in the study.
More than 50% of retailers in every country claimed to make use of EAS in their shops and stores. The countries with the greatest usage (in the event that EAS systems are adopted, these are installed throughout the distribution chains or virtually so) were Norway (with 82%), France, Denmark, and Sweden. Those with the lowest penetration were Portugal, Ireland and Switzerland.
To better understand though to what degree this sample makes use of this technology in its own salespoints one should take a look at table 3, that shows the portion of stores using EAS systems for each country.
It can in fact be noted store penetration by EAS systems is highest in Switzerland, Denmark and Austria (85% or above). Lower proportional use of EAS in their stores is seen in Portugal and Italy.
But lets take a look and see how Checkpoint Systems is moving to shift good protection from the distribution to the production phase.
Source tagging
As opposed to source tagging - Cristiano Madama, ST Manager Checkpoint Systems explained - that lays down the application of a tag hidden by the brand, tagging carried out by the personnel at the salespoint entails added costs for the distribution chain and is not nearly as effective. As well as that, the retailers, in order to protect the items that are stolen most often choose to display them in special cases, with the result though of limiting their sale.
At any rate we are speaking of expedients that do not contribute to diminishing the phenomenon of shoplifting.
In order to improve this situation, protection at source has been seen to be the most useful tool even if the producers - as has emerged in the study - have expressed worry as regards the additional costs of the operation.
Indeed 34% of distribution chains rated the adoption of source systems as very useful, 28% considers them useful and 17% moderately useful. Unfortunately, what also emerged was that those who attempted to protect their goods at source, often found a certain resistance amongst their suppliers (producers). In actual fact only 28% of producers interviewed considered source tagging useful or very useful. This is why - Madama underlines - one need foster greater involvement on all sides, so that a joint choice in terms of technology can be adopted. Here our company has devised some tools capable of working and of interfacing at an industrial level.
In the future a greater spread of these systems is to be foreseen thanks to the progressive drop in overall costs for their implementation. Currently in fact, if these solutions represent a barrier for broadly consumed products, they are justified for top range items. At any rate perhaps, in occasion of the next study we could discover that, thanks to the increase of the number of companies that have adopted this system of secure protection, one has managed to contrast the phenomenon and reduce the percentage of theft at salespoints.
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Casi pratici
Una soluzione per lo zafferano
Forse non tutti sanno che
lo zafferano, oltre a impreziosire gustosi piatti della nostra cucina, va letteralmente a ruba nei punti vendita. E c'è di più perché, in questo caso, si tratta di veri e propri furti organizzati, che gestiscono un mercato parallelo per la rivendita del prodotto ai ristoranti. La fantasia, in certe circostanze, non manca davvero!
Non vi avremmo raccontato tutto questo se non per il fatto che Aromatica, industria milanese del settore alimentare, ha recentemente deciso di adottare una linea di protezione alla fonte, fornita da Checkpoint Systems, per lintegrazione di etichette antitaccheggio in radio frequenza digitale sulle bustine di zafferano, direttamente in fase di confezionamento del prodotto.
«Abbiamo preso questa decisione - precisa Mario Sidoni direttore generale di Aromatica - perché lo zafferano risultava essere uno degli articoli più soggetti ai furti nei punti vendita. Questo ne aveva causato la diminuzione o addirittura lallontanamento dagli scaffali da parte di alcune catene della distribuzione, che lo identificavano come un prodotto a rischio e anche perchè, in ultima analisi, non potevano più sostenere il costo dovuto agli ammanchi».
Dopo aver vagliato numerose soluzioni (che passavano dallesposizione delle bustine allinterno di apposite vetrine alladozione di espositori con ganci speciali) Aromatica ha scelto di ricorrere a un programma di protezione alla fonte.
«In un primo momento - spiega Sidoni - abbiamo inserito unetichetta antitaccheggio magnetica ma, a causa dellaumento degli scarti di produzione che comportava tale processo, ci siamo orientati verso una tecnologia in radio frequenza. E sin dai primi test lofferta Checkpoint Systems si è dimostrata affidabile e completamente integrabile nella nostra linea di produzione. Infatti, letichetta adesiva, di 2x2 cm, viene facilmente applicata tra i due film delle bustine in fase di produzione». Aromatica ha sostenuto in toto il costo di tale operazione, ma la conferma di aver imboccato la strada giusta non è tardata ad arrivare. Tanto è vero che lo zafferano così protetto è stato riproposto a libero servizio sugli scaffali. E la soddisfazione maggiore è derivata dal fatto che è aumentato il numero delle catene disposte a inserire lo zafferano Aromatica fra le proprie referenze.
Migliore servizio sul punto vendita
Un altro esempio, che mette in luce come la protezione alla fonte possa servire per ridurre le differenze inventariali e i costi della manodopera allinterno del punto vendita, ci arriva da Mauro Carbonetti, direttore commerciale Magazzini Gabrielli (gruppo Intermedia).
«Sebbene l'azienda operi come distributore in un territorio circoscritto, principalmente Marche e Abruzzo, ma anche Lazio e Puglia, da qualche anno abbiamo constatato un aumento dei furti. Abbiamo quindi deciso di investire sulla tecnologia a radiofrequenza, perché ci siamo resi conto che avremmo potuto ottenere un ritorno economico dellinvestimento in sicurezza (che include inoltre barriere elettroniche, impianti antitaccheggio e contratti di sorveglianza, anche video). Ma abbiamo rilevato altri vantaggi. Innanzitutto - conclude Carbonetti - ora non rischiamo più di danneggiare le confezioni applicando etichette di vario tipo allinterno del punto vendita, inoltre, abbiamo potuto concentrarci con maggiore attenzione sul nostro core business, offrendo un servizio migliore ai clienti, e di conseguenza, ottenendo ricadute positive anche sulle vendite».
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Case studies
A solution for saffron
Perhaps not everybody knows that saffron, an essential ingredient in Italian cuisine, is also one of the products most pilfered at Italian salespoints. And what is more this is a case of organized theft leading to product diversion where the stolen items are re-sold to restaurants. No lack of imagination there!
We wouldnt have broached the subject were it not for the fact that Aromatica, the Milanese food producer, has recently decided to adopt a source tagging line, supplied by Checkpoint Systems, in order to add the digital radio frequency anti-pilfering EAS tag to the bags of saffron at the product packaging stage. As Aromatica general director Mario Sidoni told us - we took this decision because saffron was one the articles most subject to theft at salespoints. This caused some distribution chains to limit or even remove the product from their shelves in that they considered it a product at risk and in the last resort they could no longer afford the loss. After having examined numerous solutions (that went from displaying the bags inside special showcases to adopting display cases with special hooks) Aromatica decided on a program of protection at source.
In a first instance - Sidoni told us - we inserted a magnetic anti-pilfering tag but, due to the increase in production rejects entailed in the process, our choice went in the direction of radio frequency technology. And right from the first tests Checkpoint Systems offer was seen to be reliable and completely integratable into our production line. In actual fact the 2x2 cm adhesive tag is easily applied between the two films of the bag in the production phase. Aromatica paid entirely for the cost of the operation, but the confirmation that this was the right approach was not long in coming. To the point where the saffron protected in this manner was freely placed back on the shelves. But the greatest satisfaction lies in the fact that the number of chains prepared to include Aromatica saffron among its product references has increased.
Better service at the salespoint
Another example, that throws light on how protection at source can help to reduce inventory losses and labor costs inside the salespoint, comes from Mauro Carbonetti, commercial director of Magazzini Gabrielli (Intermedia Group). Even if the company operates as a distributor in a defined area, mainly the Marches and Abruzzo, but also in Lazio and Puglia, for some years now we have experienced an increase in shoplifting. We hence decided to invest in radio frequency technology, because we realised that we would have had a return on investment in security (that also includes electronic barriers, EAS anti-pilfering systems and surveillance contracts, including video surveillance. But we also noticed other advantages.
Aboveall - Carbonetti concludes - we now no longer risk damaging the pack by applying various types of tag inside the salespoint, as well as that we have been able to concentrate further on our core business, offering our customers a better service, and consequently with a positive effect on sales.
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Come proteggere le merci
Negli ultimi due-tre anni, Checkpoint Systems (Cusago, MI) ha ampliato la propria sfera d'azione nel settore della produzione e distribuzione delle merci, passando dalla fornitura di sistemi destinati al retail, alla progettazione di soluzioni per la gestione e la protezione delle merci alla fonte. Questo vuol dire che le industrie manifatturiere inseriscono particolari etichette durante la realizzazione dei prodotti o il successivo confezionamento. In tal modo, i prodotti arrivano al canale distributivo già corredati del sistema di sicurezza e possono essere posti immediatamente, e soprattutto liberamente, sugli scaffali di vendita. In dettaglio, proponiamo le diverse soluzioni.
Impianti EAS - Sistemi costituiti da antenne con centralina elettronica in grado di rilevare etichette antitaccheggio, disattivabili tramite scanner alla cassa.
Etichette RF - Le etichette di protezione con tecnologia RF contengono un circuito in radio frequenza che serve a proteggere dai furti la merce esposta nel punto vendita. In genere, per ricoprire letichetta antitaccheggio, ne viene apposta una tradizionale didentificazione, la quale non risulta quindi visibile sulla confezione.
Etichette RFID - Si tratta di etichette che utilizzano una tecnologia a radiofrequenza digitale, che prevede limpiego di un microchip in grado di gestire automaticamente il prodotto, dal momento della produzione fino a quello della sua messa in vendita. Secondo Checkpoint, questa tecnologia prenderà sempre più piede ed è destinata a rivoluzionare un po tutto il settore, visto che in molti casi potrà persino sostituire i codici a barre.
Cartellini integrati - Interessanti anche le tecnologie adottate per il settore dellabbigliamento, dove è possibile integrare, allinterno del pendaglio di marca, le etichette antitaccheggio RF. Il sistema antitaccheggio (EAS) è sicuro in quanto è in grado di rilevare le etichette RF non disattivate alla cassa, segnalando i tentativi di furto.
Checkpoint Easy WearTM - È unetichetta specifica per la protezione dei prodotti tessili ed è integrabile allinterno dei capi dabbigliamento. Laffidabilità è totale: il capo può essere lavato e stirato anche dopo linserimento delletichetta, persino nelle parti più nascoste o allinterno delletichetta di marca.
Check-Net - Servizio a livello internazionale, non solo per il settore tessile. Check-Net è un nuovo sistema che consente di stampare etichette e cartellini personalizzati da applicare sui capi, anche già integrati con etichetta di protezione. Il servizio è reso possibile da un network di 25 centri stampa con sedi sparse nel mondo che, in tempo reale, ricevono da produttori/fornitori tutti gli elementi di identificazione da apporre sull'etichetta.
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How to protect merchandise
Over the last two-three years Checkpoint Systems (Cusago, MI) has broadened its sphere of action in the sector of the production and distribution of goods, going from the supply of systems for retail, to the design of solutions for protecting and administering merchandise at source (source tagging). This entails that the manufacturing industries insert special tags when the product is made or when it is packed. Thus, the products reach the distribution channel already fitted with safety systems and they can be immediately placed, and aboveall freely placed on the sales shelves. We here give a detailed account of the solutions.
EAS systems - Systems made up of antennas with electronic switchboard capable of sensing source tags, that can be disactivated by a scanner at the check-out.
RF tags - The protection tags with RF technology contain a radio frequency circuit that helps protect the merchandise on show at the salespoint. Generally speaking, the tag is covered by a traditional identification label that hides it from view.
RFID tags - Labels that use a digital radiofrequency technology that entail the use of a microchip capable of automatically handling the product, from production up to its being placed on sale. According to Checkpoint this technology is liable to spread and revolutionize close on all sectors, given that in many cases it can even substitute barcodes.
Integrated cards - Interesting also the technology adopted for the clothing sector, where the RF tag can be placed inside the brand pendant. The EAS system is secure inasmuch as it is capable of signalling the non deactivated RF tags at the check-out, indicating any attempts at theft.
Checkpoint Easy WearTM - A specific label for protecting textile products that can be placed inside the item of clothing. It is totally reliable: the item can be washed and ironed after the tag has been attached, this even in the most hidden parts or inside the brand label.
Check-Net - Service at international level, not only for the textile sector. Check-net is a new system that enables the printing of personalised labels and tags to be applied on items of clothing, also already incorporating protection tags. The service is made possible by a network of 25 print centres spread throughout the world that, in real time receive all the identification elements to be placed on the label from the suppliers/producers.
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