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Esperti di settore si sono confrontati sulle prospettive e i limiti dellindustria farmaceutica italiana. E Il dibattito intorno al cosidetto Farmindotto ha fatto emergere un quadro a tinte chiare e scure del comparto, di cui tratteggiamo una libera e rapida sintesi.
Ado Sattanino |
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Ipack-Ima Srl li ha chiamati a raccolta, quasi a tracciare le linee guida di un percorso di analisi che condurrà, nel 2004, alla prima edizione di Pharmintech, in programma a Bologna dall8 all11 giugno 2004 (rimandiamo, per ulteriori informazioni sulla manifestazione, alla spalla). E gli esperti hanno animato una tavola rotonda dal titolo emblematico: Lindustria farmaceutica, cosmetica e nutrizionale in Italia: limiti e prospettive.
I contributi resi dai convenuti ci sono daiuto nel tracciare una panoramica di questo delicato comparto industriale che, tutto sommato, non ha vita facile. Infatti, le imprese coinvolte, da un lato devono tutelare un bene pubblico - la salute - e dallaltro devono potersi sviluppare sul piano economico, in un contesto difficile, caratterizzato da una competizione globale molto agguerrita, da qualche (non indifferente) inefficienza politica e da abitudini di consumo sempre più differenziate.
Questi gli intervenuti: Elio Fontana (vice presidente Aventis Pharma, presidente Aventis Bulk, vice presidente Farmindustria), Mario Garassino (presidente ISPE), Luigia Gozzini (responsabile ricerca Bracco, vice direttore CRM), Mauro Massa (direttore servizio studi e relazioni esterne di Chiesi Farmaceutici), Giuseppe Motta (direttore attività industriali Abbott - Liscate), Barbara Pacchetti (direttore scientifico Sochim International, membro AFI), Franco Pieropan (direttore Glaxo Smith Kline - Parma) e Giancarlo Rugginenti (farmacista e biologo, consigliere nazionale AFI), con Giancarlo Lubner (direttore editoriale NCF) nel ruolo di moderatore.
Cifre e nomi - Sesto Paese per vendite totali (3,41%) e secondo produttore mondiale di materie prime e di macchine, lItalia presenta un mercato domestico del farmaco polarizzato in modo asimmetrico; il 75% è infatti in mano alle multinazionali, mentre il rimanente 25% è spartito fra le aziende a capitale italiano. Fra queste ultime, sono otto i nomi di spicco (Bracco, Chiesi, Dompé, Italfarmaco, Menarini, Recordati, Sigma Tau e Zambon) che, insieme, hanno sostenuto l80% della ricerca nazionale (507 milioni di Euro su 769) investendo in media il 10,3% del proprio fatturato.
Pur di dimensioni relativamente ridotte e in uno scenario molto competitivo, le Otto Sorelle che rappresentano la farmaceutica italiana sono però riuscite a internazionalizzarsi. E così, il 50% del loro fatturato complessivo (4,3 miliardi di Euro) è generato allestero, mentre negli ultimi tre anni gli occupati sono cresciuti del 13%, sino a raggiungere i 23.000 attuali.
Il ritardo nella ricerca - I buoni risultati di queste aziende non possono però modificare un bilancio, per quanto riguarda il comparto farmaceutico in sé, caratterizzato da debolezze strutturali.
Gli occupati nella ricerca sono appena 4.500, mentre in Germania sono14.300, 15.000 in Francia e addirittura 21.000 in GB; se negli Usa gli investimenti in R&S assommano a 27 miliardi di Euro, 7 in Giappone e 5 in Gran Bretagna, lItalia destina alla ricerca meno della metà della media dei Paesi industrializzati, ossia 0,8 miliardi. Inoltre, molte aziende italiane continuano a ritenere la ricerca quasi un lusso: occorrono, infatti, fra i 12 e 15 anni per portare un nuovo farmaco sul mercato, e spesso si preferisce acquisire brevetti di prodotti già in fase clinica avanzata. Si aggiunga, infine, che i ricercatori italiani guadagnano la metà dei loro colleghi svizzeri, e poco meno di spagnoli e greci.
Alla debolezza dellindustria nazionale fa eco linerzia della classe di governo, che non riesce a tracciare un quadro normativo chiaro e coerente, né a valorizzare il settore in modo efficace. Lattuale passaggio di alcuni poteri dallo Stato alle Regioni, inoltre, contribuisce a rendere incerto lorizzonte: a prescindere dal merito della scelta (diverse esperienze di federalismo in campo sanitario, allestero, hanno deluso le attese), sono i tempi e i modi del decentramento a suscitare forti perplessità fra gli addetti ai lavori.
Il problema della ricerca non è, comunque, solo italiano. LEuropa, che pur negli ultimi dieci anni ha visto crescere gli investimenti del 7%, non riesce a tenere il ritmo degli Stati Uniti, che hanno incrementato i loro già cospicui finanziamenti del 12%. Alcune multinazionali americane, inoltre, hanno chiuso centri di ricerca nel Vecchio Continente per trasferirli oltre Atlantico.
Leccellenza dellindotto - Se nella R&S lItalia gioca un ruolo di secondo piano, è invece in prima fila nelle altre fasi della catena produttiva, come riconoscono le molte multinazionali che proprio nel nostro Paese curano lintroduzione e le applicazioni cliniche del prodotto, ovvero lo studio degli effetti secondari della molecola o dellimpiego dello stesso farmaco per curare altre malattie.
Il motore trainante del comparto è però la produzione delle macchine automatiche. Nellingegneria di precisione (ma anche nellofferta di materie prime, packaging, logistica, certificazione, consulenze di laboratorio) lItalia vanta infatti una presenza molto forte di piccole imprese specializzate, che esportano per l80%. Queste aziende di successo sono caratterizzate da flessibilità, rapidità di risposta e costi competitivi (30% in meno degli USA), oltre alla professionalità e alla fantasia e creatività che sostengono la continua evoluzione del settore, in termini di specializzazione tecnologica, robustezza, precisione e accuratezza. Inoltre, fra i 110 mercati mondiali sui quali le macchine italiane giocano un ruolo da protagonista (Usa e Giappone in testa), ve ne sono alcuni - i Paesi emergenti - caratterizzati da una crescita sostenuta della domanda, cui lItalia dimostra di saper ben rispondere con offerte adeguate, sia come rapporto qualità/prezzo sia come flessibilità dimpiego.
Laltra sfida che i nostri produttori stanno affrontando è quella legata alla razionalizzazione del processo degli acquisti: lemergere di grandi attori globali e la caduta delle barriere fra Stati fa sì che le macchine debbano essere standard ovunque, con un referente centrale per lassistenza e una rete di supporto locale.
I trend del comparto - Fra le tendenze che si sono verificate a livello mondiale, negli ultimi anni, vi è innanzitutto il peso crescente delle nuove terapie, dopo le recenti acquisizioni scientifiche (specie in campo genetico): i farmaci innovativi sono, infatti, ai primi venti posti della classifica per fatturato.
Altrettanto importanti sono i medicinali per la terza età, le formulazioni a rilascio controllato, i parenterali, i topici, gli orali e i farmaci generici. Lingresso di questi ultimi, in particolare, ha contribuito a contenere la spesa pubblica, anche perché la loro concorrenza - in alcuni casi - ha indotto i produttori delle specialità originali a ridurre i prezzi del 50%; leffetto è tuttavia destinato ad aumentare, se si pensa che in Italia questi prodotti devono ancora esprimere le loro potenzialità: dal maggio 2001 allaprile 2002, infatti, i farmaci generici hanno coperto appena lo 0,1% del nostro mercato, contro il 14,7% della Francia e il 14,5% della Germania.
Un altro fenomeno che ha investito il settore è lo sviluppo di nuove tecnologie che interessano lintera catena produttiva, per esempio nelle fasi di sintesi, purificazione, granulazione e rivestimento, o lautomazione dei processi di pulizia e sterilizzazione, e limpiego di metodi sempre più rapidi di analisi e di controllo. Si tratta di segmenti in cui lItalia è forte, così come nel ricorso alloutsourcing (addirittura raddoppiato negli ultimi 5 anni) per la ricerca, lo sviluppo o la produzione.
Le evoluzioni possibili - In conclusione, lo scenario verso il quale evolve lintero comparto farmaceutico sembra essere caratterizzato dai seguenti aspetti:
la ricerca di base non si farà più allinterno delle imprese bensì nelle università, con joint venture fra atenei (che parteciperanno con le idee) e aziende (con il denaro).
Il miglioramento dei processi produttivi e lo sviluppo tecnologico è destinato ad accelerare, con la crescita di imprese conto-terzi specializzate in un solo segmento e impegnate a incrementare lefficienza (come accade in Italia).
Ai brand rimane il mercato. Affidate alloutsourcing la ricerca di base e la produzione, il core business delle imprese si focalizzerà sulla ricerca finale, la sperimentazione e il marketing/promozione.
LItalia, insomma, sembra avere tutte le carte in regola per continuare a primeggiare sia nella fornitura di macchine e materiali, sia nella produzione conto terzi con tecnologie ad hoc e servizi davanguardia.
Un destino da braccio destro, forte e indispensabile; peccato, però, che la testa del sistema stia ormai fuori dei nostri confini.
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Pharma at the crossroads
Sector experts discussed the prospects and the limits of the Italian pharmaceutical industry. And the debate over the pharmaceutical supplier industry showed up the light and dark areas of the segment, of which we have here traced out a free and rapid synthesis. Ado Sattanino
Ipack-Ima Srl called them together, almost as if to trace out the guidelines of an analytical approach that will lead in 2004 to the first edition of Pharmintech, scheduled at Bologna from 8 to 11 June 2004 (see the piece for further information on the show). And the experts animated a round table discussion with the emblematic title: The pharmaceutical, cosmetics and nutritional industry in Italy: limits and prospects.
The contributions made by those called to take part are a help in tracing out an overview of this delicate industrial segment that, all told, does not have an easy time of it.
In actual fact the companies involved have to on the one hand safeguard public health, while on the other they have to be able to grow on the economic side, in a difficult context, featuring fierce global competition, certain (indeed considerable) political inefficiency and evermore diversified habits of consumption.
These are the people that took part at the round table discussion: Elio Fontana (vice president of Aventis Pharma, president of Aventis Bulk, vice president of Farmindustria) Mario Garassino (ISPE president), Luigia Gozzini (research head at Bracco, CRM vice director), Mauro Massa (study service head and head of external relations at Chiesi Farmaceutici), Giuseppe Motta (head of industrial activities at Abbott - Liscate), Barbara Pacchetti (scientific head of Sochim International, AFI member), Franco Pieropan (head of Glaxo Smith Kline - Parma) and Giancarlo Rugginenti (pharmacist and biologist, national AFI councillor), with Giancarlo Lubner (editorial director NCF) in the role of moderator.
Figures and names - Sixth country in terms of total sales (3.41%) and second world producer of raw materials and machinery, Italy has an off-balance domestic pharmaceutical market; 75% is in fact in the hands of the multinationals, while the remaining 25% is shared out between companies supported by Italian capital. Among these there are eight leading names (Bracco, Chiesi, Dompé, Italfarmaco, Menarini, Recordati, Sigma Tau and Zambon) that together fund 80% of national research (507 million out of 769 million) investing on average 10.3% of their turnover.
Even though relatively small in size and in a highly competitive scenario, the Eight Sisters that represent Italian pharmaceuticals have though managed to internationalize. Thus 50% of their overall turnover (4.3 billion Euros) is generated abroad, while over the last three years figures for employed staff in the pharmaceutical industry increased by 13%, up to reaching the current figure of 23,000.
Research lagging behind - The good results of these concerns cannot though modify the balance of the Italian pharmaceutical segment in itself, where structural weaknesses feature.
A mere 4,500 people are employed in research, this seen against 14,500 in Germany, 15,000 in France and as many as 21,000 in the UK; if in the US investments in R&D total 27 billion Euro, 7 in Japan and 5 in the UK, Italy ploughs less than half the average figure for industrialised countries back into research, or that is 0.8 billion Euro. As well as that, many Italian concerns continue to consider research as something verging on a luxury: in fact you need from between 12 to 15 years in order to get a new pharmaceutical product onto the market, and often purchasing patents of products already in an advanced clinical phase is preferred. One should finally add that Italian research workers earn half of what their Swiss counterparts earn, and a little less than Spaniards and Greeks.
This weakness of the Italian industry is echoed in the inertia of Italys government, that is not capable of tracing out a clear and coherent set of standards, nor are they capable of valorizing the sector effectively. The current passing of some State powers onto the Regional authorities furthermore is creating even greater uncertainty: leaving merits of the choice (several experiences of federalism in the field of health abroad fell short of expectations), it is the rate and way of decentering that is arousing strong perplexities among those who actually work in the field. The problem of research all the same is not only Italian. Europe, that even though it has seen investments grow by 7% is not capable of keeping up with the US, that have increased their already sizeable fundings by 12%. As well as that some US multinationals have closed their European research centres and moved them to the other side of the Atlantic.
The excellence of the supplier industry - If in R&D Italy plays a secondary role, it is in actual fact up front in the other phases of the production chain, as recognised by the many multinationals, who carry out product introduction and clinical applications in our country, that is the study of side-effects of the molecules or the use of the same pharmaceutical product for curing other ailments in Italy.
The driving force in the segment however is the production of automatic machines. In precision engineering (but also as regards the offer of raw materials, packaging, logistics, certification, laboratory consultancy) Italy in fact boasts a strong presence of small specialised concerns that export 80% of their output. These successful companies feature flexibility, rapid response and competitive costs (30% less than the US), as well as the professional and creative approach that is supporting the continuous evolution of the sector in terms of technological specialisation, sturdiness, precision and accuracy. As well as that, among the 110 world markets on which Italian machines play a leading role (the US and Japan first and foremost), there are some - the emerging countries - that are featuring a strong growth in demand, where Italy shows it is well able to respond with an offer that is suited to the situation, this both in terms of the price/quality ratio and in terms of flexibility of use.
The other challenge that Italian products are facing is that related to the rationalization of the purchasing process: the emergence of great global actors and the falling away of barriers between states means that machines have to be standard everywhere, with a central point of references for assistance and a local support network.
The sector trends - Among the trends that have emerged at world level over the latter years, aboveall one has the growing importance of the new therapies, after the recent scientific conquests (aboveall in the field of genetics): the innovatory pharmaceutical products in fact occupy the first twenty places in the top turnover ratings.
Medicines for the elderly are equally important along with controlled release formulations, parenterals, topical-, oral as well as general pharmaceutical products.
The arrival of the latter in particular has contributed to containing public expense, also because their competition - in some cases - has induced the producers of the original specialities to reduce their prices by 50%; all the same the effect is liable to increase, if one thinks that in Italy these products still have to express their potential: in fact from May 2001 to April 2002 general pharmaceutical products covered just 0.1% of the Italian market, against the 14.7% in France and the 14.5% in Germany. Another phenomenon that has affected the sector is the development of new technologies that affect the entire production chain, for example in the synthesis, purification, granulation and coating phases, or in the automation of the cleaning and sterilization processes and the use of evermore rapid methods of analysis and control. These are segments where Italy is strong, likewise in the resorting to outsourcing (that has even doubled in the last 5 years), for research, development and production.
Possible evolutions - To conclude,
the scenario towards which the entire pharmaceutical segment is evolving seems to feature the following aspects:
Basic research will no longer be done inside the companies but rather in the universities, with joint ventures between universities (that will take part with the ideas) and companies (providing the money).
The improvement of the production processes and the technological development is liable to increase, with the growth of service companies specialised in a single segment and committed to increasing efficiency
(as occurs in Italy).
The brands will be inclined to concentrate on the market. With the basic research and production entrusted to the outsourcing, the core business of the companies will focus on final research, experimentation and marketing/promotion.
Italy thus seems to have all the right cards to continue to excel both in the supply of machines and materials, as well as in production for third parties with special technology and leading-edge services.A destiny of acting as the right hand, strong and indispensable; its a pity though for Italy that the head of the system now lies beyond its borders.
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Nasce la fiera bolognese del farma
Lo scorso 10 ottobre è stata ufficialmente presentata Pharmintech, fiera internazionale della farmaceutica organizzata da Ipack-Ima Srl, la cui prima edizione è in programma a Bologna dall8 all11 giugno 2004.
Fiera verticale a cadenza triennale, Pharmintech, nelle intenzioni degli organizzatori, vuole essere una vetrina specializzata dove «gli addetti dellindustria farmaceutica e parafarmaceutica potranno trovare soluzioni allavanguardia nel campo della progettazione, della produzione, del controllo, logistica e distribuzione». Lappuntamento bolognese offrirà al tecnico e al decisore aziendale la possibilità di aggiornarsi sulle evoluzioni di questo delicato settore. Lo ha spiegato, proprio a Bologna, Guido Corbella (amministratore delegato di Ipack-Ima, che organizza la manifestazione, under the auspices di Ucima) presentando le ragioni delliniziativa, che intende presidiare unarea strategica per la nostra economia nazionale.
«La farmaceutica è un comparto di rilievo nel panorama italiano che, con lindotto, conta circa 1.200 fra industrie e laboratori, 250.000 addetti e un fatturato di 16,5 miliardi di Euro, caratterizzato da una crescente propensione allexport. Non va inoltre dimenticato che lindustria italiana occupa, insieme alla Germania, una posizione di assoluto prestigio a livello mondiale nella fornitura di macchine per il packaging farmaceutico: il giro daffari di questo segmento supera di fatto i 3 miliardi di Euro, con una quota export pari all80%. Ma lItalia non esporta solo macchine: anche nella produzione di materie prime, infatti, il nostro Paese gioca da protagonista, con una quota dell11,5% sul totale mondiale; e per quanto riguarda i prodotti intermedi/principi attivi, si sale addirittura al 15%, con 3 miliardi di Euro di fatturato».
Da Bologna al mondo - Pharmintech avrà dunque una forte impronta internazionale, sia sul piano dellofferta sia della domanda. Lelevata percentuale dellexport delle aziende espositrici impegna infatti gli organizzatori ad attirare i visitatori dalle diverse aree del mondo dove lItalia ha conquistato una posizione deccellenza. E gli importanti investimenti promozionali messi in campo da Ipack-Ima sembrano essere la giusta premessa per incontri di alto livello.
Anche la sede prescelta per ospitare la manifestazione sembra offrire qualche garanzia in più.
«Capoluogo di una regione che ospita oltre il 70% dei costruttori italiani di macchine automatiche, Bologna sembra essere infatti la sede naturale per una fiera nella quale i sistemi di produzione e confezionamento (unitamente ai materiali, alla logistica, ai servizi) giocano un ruolo determinante». Lo ha affermato Marco Vacchi, presidente di Ucima, riconoscendo che la città «ha accolto la nuova manifestazione a braccia aperte». Entusiasmo confermato peraltro dal presidente di Bologna Fiere, Giuseppe Fini che, di concerto con lamministrazione comunale, allimpegno concreto per fare del quartiere un «vero contenitore di fiere internazionali» ha aggiunto parole di stima per il lavoro di Ucima e Ipack-Ima, con cui sono state messe in campo da anni numerose fruttuose collaborazioni.
Le aree merceologiche di Pharmintech
Materie prime farmaceutiche, cosmetiche e nutrizionali.
Materiali da imballaggio e contenitori.
Infrastrutture, impianti e logistica.
Macchine di processo e confezionamento per prodotti farmaceutici e parafarmaceutici.
Servizi.
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The Bologna Pharma fair is born
On the 10th of October Pharmintech, an international pharmaceuticals fair, organised by Ipack-Ima Srl, was officially presented. Its first edition is planned to take place in Bologna from the 8th to the 11th of June 2004.
A vertical fair which should take place every three years, the organisers intend Pharmintech to be a specialised window where «operators in the pharmaceutical and parapharmaceutical industry can find avant-garde solutions in the field of planning, production, control, logistic and distribution. The appointment in Bologna will offer the specialist and company decision-taker ample opportunity to bring themselves up-to-date on evolutions in this delicate sector». This was explained in Bologna by Guido Corbella (managing director of Ipack-Ima which is organising the event under the auspices of Ucima) presenting the reasons behind the initiative which intends to defend a strategic area of our national economy.
«Pharmaceuticals is an important division in Italy with approximately 1,200 industries and laboratories, 250,000 operators and a turnover of 16,5 billion Euros, characterised by a growing propensity towards export. Moreover it shouldnt be forgotten that Italian industry occupies, along with Germany, a position of absolute prestige on a global level in the supply of pharmaceutical packaging machines: sales in this segment in fact exceed 3 billion Euros with an export share of 80%. But Italy does not only export machines: indeed in the production of raw materials Italy is a leading player with a share of 11.5% of the global total; and as far as intermediate goods/active ingredients are concerned this increases to 15% with a turnover of 3 billion Euros».
From Bologna to the rest of the world - Pharmintech will therefore have a strong international character in terms of both offer and demand. The high exports percentage of exhibiting companies means that the organisers are busy attracting visitors from various parts of the world where Italy has conquered a position of excellence. And Ipack-Imas hefty promotional investments seem to provide the right premise for high level encounters.
The chosen exhibition venue also seems to offer some kind of extra guarantee.
Capital of a region which hosts over 70% of Italian automatic machine builders, Bologna appears in fact to be the obvious place for a fair in which production and packaging systems (together with materials, logistics, services) play a crucial role says Marco Vacchi, president of Ucima. He recognised that the city has welcomed a new fair with open arms. This enthusiasm is confirmed by the president of Bologna Fiere, Giuseppe Fini who, in addition to his solid commitment to make the neighbourhood into a true receptacle for international fairs and echoing the city council, has added words of praise for the work of Ucima and Ipack-Ima, with whom over the years numerous profitable partnerships have been brought to bear.
Product areas at the Pharmintech exhibition
Pharmaceutical, cosmetic and nutritional raw materials
Packaging materials and containers.
Infrastructures, plants and logistics.
Process and packaging machines for pharmaceuticals and parapharmaceuticals.
Services
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