|
New entry nel settore del fine linea, Atlanta ha saputo mettere a frutto entusiasmo, creatività e competenze tecnologiche, raccogliendo da subito interessanti risultati. Rimane in primo piano il progetto originario: costruire unorganizzazione e una politica commerciale e di prodotto, in grado di assicurare una robusta crescita nel medio e lungo periodo.
Luciana Guidotti
Se, a suo tempo, Atlante sorreggeva il mondo sulle spalle, oggi Atlanta (più concretamente) sembra intenzionata a impacchettarlo e ad avvolgerlo ben bene.
Fuor di metafora, questa realtà industriale, entrata di recente nel settore del confezionamento e dell'avvolgimento a fine linea, sembra avere le carte in regola per arrivare in alto: l'autorevolezza delle scelte operate in campo progettuale e commerciale ne fanno infatti un esempio riuscito di "micro-imprenditorialità" all'italiana.
E se il copione della sua fondazione segue un canovaccio caro all'industria dell'imballaggio, i motivi di interesse non mancano: Atlanta, in poco più di due anni, passo dopo passo, si è ritagliata uno spazio preciso, puntando anzitutto a specializzarsi nella costruzione di macchine wrap around e combinate (wrap around + avvolgimento di fardelli con film termoretraibile), tavole rotanti e robot per l'avvolgimento con film estensibile di carichi palettizzati: sistemi, questi, progettati, costruiti e consegnati in tempi record.
Oggi, dopo il buon esito degli esordi, sta lavorando a darsi una struttura e un'organizzazione da azienda industriale, puntando sulla qualità e sullinnovazione sistematica.
Un nome e un marchio
da conoscere
Uno dei motivi che rendono un "po' diversa" questa realtà sta forse anche nel nome (non freddo acronimo, ma concreto, evocativo quanto basta per pensare a uno spazio da percorrere, a un obiettivo da superare) "scelto per caso e per puro piacere di assonanza" sostiene chi l'ha fondata nel 2001.
Non poteva probabilmente essere altrimenti, dato che i tre soci fondatori, ovvero Fabio Mazzanti, Francesco Gazzaneo, Vincenzo Vito, hanno alle spalle buone conoscenze, di prodotto e di mercato, ma anche una spiccata attitudine a non farsi omologare. Oggi, appaiono ancora molto uniti e determinati a raggiungere una meta comune, senza arroganza, ovvero dimostrare di poter fare di più e meglio, mettendo in campo impegno, capacità e voglia di rischiare (c'è ancora chi ce l'ha).
"La prima wrap around - ci dice Mazzanti - è stata pensata sulla scorta delle richieste degli utilizzatori, in modo da offrire razionalità costruttiva, robustezza, affidabilità. Abbiamo optato da subito per una struttura di acciaio inox, in sostituzione del ferro verniciato, gli organi meccanici sono stati abbondantemente dimensionati e, non ultimo, tutta la componentistica, pneumatica ed elettronica è di prima qualità".
Particolare attenzione è stata dedicata a migliorare lefficienza dei gruppi di alimentazione dei cartoni, nonché a semplificare le operazioni di cambio formato: per esempio, la regolazione verticale del gruppo di chiusura dei cartoni è effettuata tramite un dispositivo motorizzato, controllato da un microinterrutore, che rileva l'altezza dei contenitori da imballare. Abbiamo cercato di realizzare una macchina, in cui meccanica ed elettronica fossero correttamente integrate a seconda delle prestazioni dei diversi modelli, che coprono attualmente la fascia da 25 a 45 colpi al minuto.
I primi risultati di mercato sono stati incoraggianti, tanto che, in rapida successione, abbiamo realizzato 5 linee combinate, dove abbiamo integrato la nuova incartonatrice wrap around con unavvolgitrice con film termoretraibile.
Questo a riprova della crescente necessità degli end user di avere a disposizione mezzi in grado di soddisfare tempestivamente le richieste dei diversi canali distributivi. Poi, sempre su richiesta del mercato, abbiamo di recente progettato e messo in produzione delle wrap around a bassa velocità (da 7 a 18 colpi al minuti) che, pur semplificate, assicurano standard qualitativi superiori".
Ciò che fa la differenza
In sintesi, Atlanta ha inteso anzitutto seguire la strada della semplificazione strutturale, senza peraltro risparmiare sulla qualità dei componenti e il risultato, nel caso delle wrap around e delle linee combinate, è un sistema complessivamente efficiente e ben congegnato, che rispetta le aspettative del mercato.
Ma è stato soprattutto in relazione ai robot per l'avvolgimento dei carichi palettizzati e alle tavole rotanti, che Atlanta ha cercato, trovandolo, un chiaro motivo di originalità tecnologica.
"L'intuizione è nata semplicemente, ascoltando un nostro collaboratore a digiuno di tecnologie di imballaggio, che riportava esperienze progettuali fatte in altri ambiti" spiega il tecnico del gruppo, Vincenzo Vito. "Il risultato è stato che abbiamo eliminato la struttura verticale di supporto (il palo), dove solitamente viene montato il sistema di svolgitura del film, sostituendola con un braccio mobile, i cui movimenti sono regolati tramite un motore elettrico.
Questa soluzione ci ha consentito di realizzare macchine che hanno un ingombro in altezza inferiore al normale, ma comunque in grado di raggiungere velocità di avvolgimento analoghe a quelle di altri sistemi presenti sul mercato".
Sia sulle tavole sia sui robot, il braccio ha il proprio fulcro sul basamento della macchina e sostiene il gruppo di stiro e di svolgimento del film, che può essere fornito in varie versioni. Il vantaggio di questo nuovo concetto costruttivo, che mira appunto a contenere l'altezza della macchina, risulta più evidente sui robot in quanto, progettati per spostarsi da un ambiente all'altro, offrono maggiore libertà di manovra. Altezza a parte, la macchina risulta comunque meno pesante, a tutto vantaggio dell'autonomia e di una significativa riduzione dei consumi energetici.
"Insomma abbiamo creato un robot che ci sentiamo di definire unico per razionalità e agilità di prestazioni" aggiunge Vito. "Presentato alla scorsa Ipack-Ima ha suscitato notevole interesse, a cui ha fatto seguito, nei mesi successivi, una vivace richiesta da parte del mercato. Per fortuna (o per bravura?) partendo da un buon progetto siamo ora in grado di offrire una macchina semplice e razionale, a un costo competitivo e con tempi di consegna ridotti".
"Il valore di questa proposta - interviene a proposito Mazzanti - ha origini dal corretto approvvigionamento dei componenti e dei materiali, e dalla semplificazione delle modalità di montaggio e di successiva manutenzione. E, a questo riguardo, un punto a nostro favore è l'essenzialità dell'elettronica che, in particolare sul robot, è limitata a una singola scheda di controllo e a un semplice caricabatteria".
Realtà con prospettive
Atlanta vende i propri prodotti direttamente, per quanto riguarda le incartonatrici wrap around, mentre si affida a distributori per le tavole rotanti e i robot.
Anche se l'Italia rimane per ora il mercato di riferimento, sta muovendosi con grande dinamismo in ambito europeo, dove ha già identificato alcuni partner interessanti (per inciso, nel frattempo ha raggiunto anche il Giappone, dove sta consegnando i primi robot avvolgitori).
Non esprime particolari preoccupazioni per l'assistenza post vendita "dato che - tiene a precisare Mazzanti - l'idea progettuale che sta alla base delle nostre macchine, e dei robot in particolare, è improntata alla massima semplicità, a garanzia di grande funzionalità. Abbiamo lavorato proprio con lo scopo di razionalizzare il numero dei componenti e dei controlli, per eliminare alla base i problemi di manutenzione legati a sistemi complessi.
Di altro tenore è il discorso dellassistenza in relazione alle incartonatrici wrap around, che curiamo direttamente dalla sede. In generale, possiamo dire che se tutti gli operatori, più o meno, sanno intervenire sulle parti meccaniche, l'elettronica rimane per molti un terreno "scivoloso".
Ecco perché, su queste macchine, montiamo un modem che ci consente di dialogare a distanza con i clienti, fornendo loro precisazioni sui possibili interventi da effettuare in caso di malfunzionamento.
Inoltre, abbiamo dedicato particolare attenzione alla realizzazione di manuali duso completi ed esaustivi (anche per i robot, il cui prezzo non sembrerebbe giustificare uno sforzo simile, Ndr.), redatti in più lingue e concepiti per essere un degno biglietto da visita in tutto il mondo".
Flessibili, concreti e lungimiranti, dunque, "quelli" di Atlanta, che hanno costruito le basi di una realtà produttiva, che intende strutturarsi al pari di una grande impresa, senza tuttavia perdere quei tratti di originalità e imprenditorialità, che soli possono fare la differenza.
|
|
Thoughts and action
A new entry in the end of line sector, Atlanta has successfully channeled its enthusiasm, creativity and technological competence and has reaped some rewarding results. But the founding idea is still in the forefront: to build an organization and a commercial and product policy that can ensure strong growth in the medium and longterm. Luciana Guidotti
While legend has it that mythological Atlas upheld the world on his shoulders, today his namesake, Atlanta, seems committed to packaging that world and wrapping it up tightly. Metaphorical references notwithstanding, this industrial reality has recently joined the end of line packaging and wrapping machinery sector and seems to hold a winning hand to make it to the top. Experienced decisions made in the design and business areas have made the concern a successful example of Italian-style small enterprise. Although the company was founded pretty much in the usual way for the packaging industry, Atlanta is not short on areas of particular interest. In just over two years and by making step by step progress, Atlanta has carved itself a specific space, aiming to specialise its work in the construction of wrap-around and combined machinery (wrap around + bundles wrapping using heat shrink film), rotary table and robots for wrapping palletized loads with stretch film. What's more, these systems are designed, constructed and delivered in record times.
Today, continuing the excellent results of its beginnings, it is working to build itself the structure and organization of an industrial company, aiming for quality and systematic innovation.
A name and a brand
worth getting to know
One of the reasons that make Atlanta a bit different from other companies of its genre lies in the name (not an anonymous acronym, but concrete and evocative enough to suggest a new space to be crossed, an objective to be attained). "We chose it mainly because we liked the way it sounded", those that founded the company in 2001 told us. It couldn't have been otherwise, considering that the three promoters, Fabio Mazzanti, Francesco Gazzaneo and Vincenzo Vito, have brought with them vast expertise and experience on the product and the market, as well as a deft skill in avoiding type registration. Today, they are even more unified and determined to reach a common goal, without a trace of arrogance. They have proven their ability to do more, better, and have put their commitment, capability and the penchant for risk-taking (yes, some people still have it) into everything they do. "The first wrap around machine - Mazzanti tells us - was designed on the wake of the requests by our customers, in order to offer constructive rationality, durability and reliability. We immediately opted for a stainless steel structure, in place of the more traditional lacquered iron, with much larger mechanical parts. Last but not least, all the pneumatic and electronic components we use are top quality. We have paid special attention to improving the efficiency of the carton feed units and simplifying format change procedures: for example, the vertical adjustment of the carton closing unit is carried out using a motorized device, controlled by a microswitch that automatically detects the height of the containers to package. We attempted to build a machine where the mechanics and electronics could be incorporated in accordance with the performance needs of the various models, which currently cover the 25 to 45 strokes per minute range. The initial response by the market has been encouraging. In rapid succession we came up with another five combination lines, where we incorporated the new wrap around casepacking machine with a wrapping machine that uses heatshrink film. We were trying to cope with the growing needs expressed by end users to have machines that can provide prompt responses to the diverse distribution channels. Later, after receiving other requests from the market, we completed design and production of low-speed wrap around machines (from 7 to 18 strokes per minute) which are simplified versions of our classics, but ensure even better quality standards".
Details that make
the difference
In short, Atlanta has insightfully taken the road of structural simplification, without sacrificing the quality of the components. In the case of wrap-around and combined lines, the result is an overall efficient and well-orchestrated system that keeps the market expectations foremost. But, Atlanta has sought, and identified, a clear motive of technological originality especially in relation to the robots it builds for wrapping palletized loads and rotary indexing tables. "The idea was conceived simply, by listening to one of our co-workers, inexperienced in packaging technologies but with extensive design experience in other areas" explains the Group technician, Vincenzo Vito. "The result was that we eliminated the vertical structure of the support (the post), where the film unrolling system is usually positioned, replacing it with a moveable arm whose movements are regulated by an electrical motor. This solution has allowed us to construct machines that have lower than average overall heights, but are able to reach wrapping speeds comparable to other systems already available on the market". On the tables and the robots, the arm has its fulcrum at the base of the machine and supports the film stretching and unrolling units, both of which can be supplied in several versions. The advantage of this new construction concept, which limits the height of the machine, is more evident when used on robots since they are designed to move about from one place to the other, offering more freedom of movement. The improved height aside, the machine is also lighter weight, to the benefit of autonomy and a significant reduction in energy consumption. "In other words - adds Vito - we have created a robot that we feel is unique for the rationality and agility of its performance. Introduced at the last Ipack-Ima, it created quite a stir. This excitement was followed in the subsequent months by an excellent show of interest by the market. Because of luck (or perhaps our ability?) and starting with a good project, we are now able to offer a simple and rational machine at a competitive cost and with very low time to market".
"The value of this proposal - interjects Mazzanti - is founded on the accurate procurement of the components and materials and by the simplification of the methods of assembly and subsequent maintenance. In this regard, one point in our favour is the essentiality of the electronic components. In our robots, the electronic package is limited to a single control card and a simple battery charger".
A concern with prospects
Atlanta sells its wrap around cartoning machines directly to the market but relies on distributors to take care of sales of the rotary tables and palletizing robots.
Although Italy has remained its reference market, the company is expanding with great verve into the European market, where it has already identified potential partners (incidentally, in the meantime Atlanta has already reached Japanese shores where it is currently delivering its first wrapping robots).
He doesn't express any special worries about post sales assistance given that - as Mazzanti states - our machines and our robots in particular are based on a design concept of maximum simplicity, this to guarantee exceptional functionality. "We have worked hard with a view to downsizing the number of components and controls, to eliminate any maintenance problems associated with complex systems at the source. The issue of post-sales assistance for wrap around casepacking machines is another story. We offer this service directly at our headquarters. In general, while most operators more or less know where to place their hands in terms of the mechanical parts, the electronics are a much more slippery issue for many.
This is why we install a modem on these machines, which allows us to provide long distance service to our customers. We can supply precise explanations on the possible procedures to make in the case of malfunctioning. In addition, we have dedicated special attention to creation of complete and comprehensive user manuals (included for the robots, whose low price would not seem to justify such corporate efforts, E.n.) written up in several languages and designed to be their calling card around the world".
Flexible, substantial and longsighted, thus, the people at Atlanta have laid the foundations for a manufacturing company that intends to structure its business as a great industrial reality, without losing the special traits of originality and entrepreneurship, as these can make all the difference.
|
|
Da Giotto a Mytho, passando per il "Granchio"
In rapida successione, ecco le proposte per il confezionamento e l'avvolgimento a fine linea messe in campo dalla società Atlanta, tutte improntate alla massima robustezza e versatilità.
Giotto ,ovvero la nuova serie di incartonatrici wrap around e vassoiatrici, controllata da PLC, che assicura ampia libertà nella gestione dei formati e delle tipologie d'imballo (bottiglie di vetro o di PET, lattine, ecc.). Grazie a una meccanica d'avanguardia, è in grado di movimentare anche prodotti voluminosi e pesanti, con cambi formato rapidi e precisi. Può essere fornita anche in versione combinata con una fardellatrice.
Mytho è la tavola rotante concepita con una tecnologia unica nel settore, che ha consentito di ridurne al minimo l'ingombro pur assicurando altezza standard di avvolgimento. Tutti i parametri relativi a velocità di rotazione della tavola e salita-discesa del braccio sono regolabili da pannello e può essere dotata di vari tipi di sistema di tensionamento del film con rulli di prestiro (meccanici, comandati elettronicamente o motorizzati).
Crab (granchio in inglese), il nuovo robot per l'avvolgimento, ha una struttura compatta che ne agevola il transito sotto a sbarre, barriere fisse o aperture basse (2.100 cm di altezza standard, con un'altezza di stazionamento di soli 1.030 cm). Oltre ai normali cicli di discesa e salita, di sola salita e con mettifoglio, è predisposto con un ciclo di autoapprendimento, che consente tra l'altro di avere cicli di rinforzo da 1 a 4 altezze preimpostate, cicli di partenza del carrello ad altezza preimpostata, cicli con esclusione della fotocellula, nonché cicli variabili per avvolgimenti speciali.
|
|
From Giotto to Mytho, by way of the "Crab"
In a quick synopsis, here are some of the new solutions for the end of line packaging and wrapping introduced by Atlanta, all marked by their remarkable durability and versatility.
Giotto , a new series of PLC controlled cartoner wrap around and traying, that provide new freedom in the handling of packaging styles and formats (glass or PET bottles, cans, etc.). Thanks to a revolutionary mechanical structure, Giotto is able to handle very large and heavy products, with rapid and accurate format changes. It can also be supplied in the combination version with a bundler.
Mytho is a rotary table conceived with technology unique for the sector. The overall dimensions of the machine are reduced to a minimum, while still providing standard wrapping height. All the parameters relating to the speed of rotation of the table and the upward/downward motion of the arm can be adjusted from a panel and the machine can be equipped with various types of film tensioning systems using pre-stretch units (mechanical, electronic, motorized).
Crab is the Atlanta's newest wrapping robot; it has a compact design that allows the machine to slip under cross bars, fixed obstacles or low clearance openings (2.1 meters standard height with an installed height of just 1.03 m). In addition to the normal upward and downward, upward only, and with sheet feeder included cycles, the machine also has an automatic learning cycle that provides cycles of reinforcement from 1 to 4 preset heights, a start cycle with the carriage at preset heights, photoelectric cell blocked out cycle, as well as several variable cycles for special wrapping.
|
|
|
|