September 2003





Il sapore della qualità
The taste of quality

Progettare il successo
Planning for success

M&D News







Flessibili e competitivi
Flexible and competitive

Plastica: converter a rapporto
Plastics: converters meet up

Fra rivendicazioni e impegno sociale
Between claims and social commitment

F&F News







Cartolina da… Schaffhausen
Postcard from… Schaffhausen

Pensiero e azione
Thoughts and action

Cassette blu: in crescita
Blue crates: on the rise

Cooperative d’assalto
Cooperatives on the attack

I&M News







Più vicini al mercato, con intelligenza
Closer to the market, with intelligence

M&M News







. Le notizie .

Tutta natura, pack compreso
Completely natural, including the pack

Naturalmente ricchi
Naturally rich


L’appuntamento del lusso
Appointment with luxury



Quando la frutta diventa snack
When fruit becomes a snack



Imballaggi “made in USA”
Packaging from the US



Anticipare i trend
Predicting trends



Furti nel retail
Pilfering in retail



Errata Corrige
Nella notizia apparsa su ItaliaImballaggio, numero 7-8/03 a pag. 20, intitolata "Per un Iper più verde", gli interessati hanno riscontrato alcune imprecisioni, che desideriamo correggere:
- la catena di ipermercati non è veneta;
- gli alimenti freschi non sono a marchio proprio ma sono di propria produzione;
- l'azienda di produzione del PLA non è Dow Chemical, ma è Cargill Dow (joint-venture paritetica fra Cargill Inc. e Dow Chemical).
Ci scusiamo con i lettori e con gli interessati per il disguido e rimandiamo all'articolo che pubblichiamo sull'argomento in questo fascicolo, nella sezione "Marketing & Design".

Corrigenda
In the news in ItaliaImballaggio, issue 7-8/03, on page 20, entitled “For a greener Iper”, some inaccuracies have been pointed out to us by those directly concerned that we wish to correct:
- the hypermarket chain is not from the Veneto region;
- their fresh produce is not own brand but of their own production;
- the company that produces the PLA is not Dow Chemicals but Cargill Dow (equal joint venture between Cargill Inc. and Dow Chemical).
We apologise to the readers and to those concerned for the misinformation and indicate the article we are publishing on the subject in this issue, in the “Marketing & Design” section..
News

Tutta natura, pack compreso
Cosa accade quando una catena di ipermercati sostituisce, per tutti i prodotti freschi di propria produzione, i tradizionali contenitori di plastica con una serie di nuovi packaging ottenuti da resine di origine vegetale? Ce lo spiega FinIper. E.P.

Quando è stato formato il team per la ricerca di materiali da imballaggio “alternativi” ed eco-compatibili, in FinIper (21 ipermercati nel Nord e Centro Italia, per circa 300.000 m2 coperti, 8.000 dipendenti e un fatturato 2002 di 1.900 milioni di Euro) la gestione degli imballi non era centralizzata. In sostanza, per confezionare gli innumerevoli alimenti “fatti in casa” (panetteria, pasticceria, pizzeria, pasta fresca, gastronomia, ortofrutta di IV gamma, polleria, macelleria, salumeria, taglio formaggi, gelateria, panineria), che caratterizzano l’offerta del “Paese della Grande i”, venivano gestiti 26 fornitori diversi e un numero imprecisato di referenze, con grande dispendio di risorse. È dunque coniugando un’esigenza di razionalità economica con la decisione di approfondire le problematiche relative all’impatto ambientale del packaging, che il gruppo si è mosso sul delicato terreno dell’eco-compatibilità: un terreno a forte rischio di ideologismi ma anche portatore di vera innovazione. Ecco, infatti, cosa è successo.

Obiettivi e mezzi - Un gruppo di lavoro dedicato ha avuto l’indicazione di perseguire tre obiettivi generali: rispetto per l’ambiente (tramite la ricerca e selezione di imballaggi compostabili, riciclabili e suscettibili di raccolta differenziata); contenimento dei volumi di imballaggi usati (preferenza per il packaging monomateriale, riduzione dei consumi di plastica, riduzione degli spessori); massima riciclabilità dei contenitori.
Coniugando queste esigenze, la ricerca si è orientata sui materiali derivati da fonti rinnovabili, portato, infine, all’adozione - in alternativa alle plastiche “tradizionali” - del MaterBi (Novamont) per gli shopper e del PLA NatureWorks (Cargill Dow) per le vaschette e gli altri tipi di confezione, riducendo a 2 i fornitori e a soli 23 i tipi di imballi usati (120 referenze in tutto). Ecco, in cifre, la portata dell’operazione: nel 2002 FinIper ha distribuito 2 milioni di vaschette di PLA per gli alimenti freddi di propria produzione (frutta fresca, ortaggi, pasta e alcuni prodotti di gastronomia), oltre a 3.500.000 sacchetti di MaterBi e più di 20 milioni di sacchetti di carta e scatole di cartoncino al posto del PP microforato e delle scatole di PS, nei reparti panetteria, pasticceria e pizzeria.

Il bilancio - Tutto positivo il bilancio di questa iniziativa, tanto da incoraggiarne l’estensione ad altre merceologie. Nella conferenza stampa dedicata, infatti, è emerso tutto l’orgoglio del gruppo di lavoro - capitanato da una giovane e preparata Paola Zorzoli - e la soddisfazione del marketing, rappresentato dal responsabile, Marco Filipponi. Che esprimono, in primo luogo, la consapevolezza di lavorare per un obiettivo di civiltà, anche a costo di scegliere soluzioni di packaging relativamente più costose.
"Iper è stata la prima catena in Europa a utilizzare in maniera estensiva i contenitori di PLA NatureWorks", dichiara infatti Filipponi, che considera il materiale della Cargill Dow come “la plastica del futuro”. "Per noi si trattava di un atto dovuto, per rispetto verso il consumatore e, in generale, verso la collettività. Di più, è una scelta molto concreta, che interessa grandi quantità di materiali da smaltire, con dei risvolti positivi anche sul piano dell’immagine, oggi più coerente con la nostra identità".
"Siamo partiti affrontando un problema di smaltimento rifiuti - rincara Paola Zorzoli - e siamo approdati a un progetto di ampio respiro, che mira a sostituire progressivamente il packaging precedente con la resina termoplastica a base di amido di mais (ma in futuro potrebbe essere ricavata da altri tipi di amido, Ndr), che è compostabile in 47 giorni circa a 60 °C in un impianto industriale. Ma non solo: il PLA della Cargill rispetta tutte le caratteristiche di alimentarietà e igiene imposte dalla legge e non incontra limiti di utilizzo (salvo il confezionamento di alimenti caldi, ovvero sopra i 50 °C). Perciò abbiamo esteso le nuove vaschette a tutti i reparti dove si trattano alimenti freschi, cucinati o meno, agevolati anche dal fatto che possono essere chiuse con un lid termosaldato, nonché stampate con informazioni utili al consumatore".
In effetti, anche se resta per ora un materiale di nicchia, il PLA NaturWorks sta progressivamente prendendo piede nel packaging, agevolato anche dalla sue caratteristiche ottiche (è trasparentissimo), prestazionali e di macchinabilità. Garantito OGM-free, si presenta oggi come l’ultima frontiera in fatto di materiali “ecologicamente corretti” (ma in Italia resta ancora da definire la relativa tariffa Conai, Ndr) e ora gli sforzi più importanti si stanno spendendo sul piano della ricerca, per poter ricavare il polilattide da altri tipi di zuccheri, ottenuti anche da sottoprodotti dell’agricoltura.

I progetti in cantiere - Il team di ricerca FinIper sta ora esaminando i materiali eco-compatibili adatti al confezionamento dei prodotti di macelleria, pescheria, gelateria, panineria, salumeria, polleria e formaggi al taglio. Nel settore salumeria, per esempio, sono in fase di messa a punto dei sacchetti di sola carta, che sostituiranno quelli accoppiati con alluminio, oltre che gli accoppiati carta/PP fino ad oggi usati per i polli allo spiedo e la carta/PE utilizzata nei reparti di polleria e pescheria. Ma il lavoro è ancora lungo, e - annunciano i manager - l’impegno della catena non finisce qui. Al prossimo aggiornamento.


Completely natural, including the pack
What happens when, for all its own-brand fresh products, a hypermarket chain replaces traditional plastic containers with a series of new packaging obtained from resins of vegetable origin? FinIper explains. E.P.

When a team was formed to research into ‘alternative’ and eco-compatible packaging materials, at FinIper (21 hypermarkets in North and Central Italy, with about 300,000 m2 of covered space, 8,000 employees and a turnover in 2002 of 1,900 million Euro) the management of packaging was not centralised.
In effect, to package the innumerable "home-made" foodstuffs (bakery products, confectionery, pizzas, fresh pasta, delicatessen goods, 4th level fruit and vegetables, poultry, meat, cured meats, cut cheese, ice cream and rolls), which characterise their products from the "Country with a capital i", 26 different suppliers were used and an unknown number of references, with a great waste of resources.
Thus by combining the requirements of economic rationality with a decision to explore the problems relating to the environmental impact of packaging, the group entered the delicate area of eco-compatibility: an area at great risk from ideologies but also a bearer of real innovation. This is what happened.

Objectives and means - A dedicated working group was briefed to pursue three general objectives: respect for the environment (through research into, and selection of, packaging which was compostable, recyclable and could be separated for collection); limiting the volume of packaging used (a preference for single-material packaging, a reduction in the consumption of plastic and a reduction in thicknesses) and maximum recyclability of containers.
Combining these requirements, the research turned to materials derived from renewable sources, which finally led to the adoption - as an alternative to "traditional" plastics - of MaterBi (Novamont) for carrier bags and PLA NatureWorks (Cargill Dow) for trays and other types of packaging, reducing the number of suppliers to two and the types of packaging used to 23 (120 references in all). Here. In brief, is the scope of the operation: in 2002 FinIper distributed 2 million PLA trays for its own-produced cold foodstuffs (fresh fruit, vegetables, pasta and certain delicatessen products), more than 3,500,000 MaterBi bags and more than 20 million paper bags and cardboard boxes in place of the micro-porous PP and PS boxes, in the bakery, confectionery and pizza departments.

The outcome - The outcome of this initiative has been totally positive, so much so that it has encouraged an extension into other types of goods. In fact, at the press conference devoted to the subject, there emerged all the pride of the working group - led by the young and well-prepared Paola Zorzoli - and the satisfaction of the marketing department, represented by its head, Marco Filipponi. In the first place, they expressed their awareness of working for a "civilised" objective, even at the cost of choosing relatively more expensive packaging materials.
"Iper has been the first chain in Europe to extensively use containers in NatureWorks PLA", declared Filipponi, who considers Cargill Dow’s material to be the "plastic of the future". "For us, this has been a necessary action, out of respect for the consumer and, more generally, for the community. Also, it is a very concrete choice, affecting large quantities of materials which become waste, and also has positive effects on our image, now more in tune with our identity".
Paola Zorzoli takes up the story: "We started out by approaching the problem of waste disposal, and found ourselves with a much broader project, which aims to gradually replace all existing packaging with thermoplastic resin based on corn starch (but which in future may be obtained from other types of starch, Ed), which can be composted in 47 days at 60 °C in an industrial plant. But that is not all: Cargill’s PLA has all the features necessary for hygiene and use with foodstuffs required by law and has no limits of use (except for packaging hot foods, that is, over 50 °C). We have therefore extended the new trays to all departments where fresh or cooked foods are dealt with, also aided by the fact that they can be sealed with a heat-welded lid, as well as printed with information of use to the consumer".
In fact, even if at the moment it remains a niche material, NatureWorks PLA is gradually taking a hold in packaging, helped by its optical characteristics (it is extremely transparent), its performance and its machinability.
Guaranteed OGM-free, it is now the last word in terms of ‘ecologically correct’ materials (but in Italy the relevant Conai tariff has to be decide, Ed) and now the most important efforts are being made at the level of research, in order to obtain the polylactide from other types of sugar, or even obtained as by-products of agriculture.

Projects in hand - The FinIper research team is now examining eco-compatible materials suitable for packaging meat products, fish, ice cream, bakery products, cured meats, poultry and cheese portions. In the cured meats sector, for example, bags are being developed made only of paper, to replace those bonded with aluminium, as well as bonded paper/PP until now used for roast chicken and the paper/PE used in the fish and poultry departments. But there is still a long way to go and - as the managers emphasise - the chain’s commitment does not end here. Here’s to the next update.



Naturalmente ricchi
Orogel rafforza la propria posizione nell’agroalimentare con nuovi investimenti, la razionalizzazione di risorse e strutture e il rilancio del proprio marchio per tutti i prodotti: surgelati, freschi e confetture. E a Macfrut lancia la nuova linea di alimenti “naturalmente ricchi” targati Prodotto Benessere.

Un giro d’affari di 185 milioni di Euro e 1.300.000 quintali di prodotti commercializzati: sono i numeri di Orogel Fresco, la società nata dalla fusione di Apro Fruttadoro con varie altre cooperative, che affianca Orogel Surgelati (prima realtà italiana nel settore di riferimento, alle spalle delle multinazionali Unilever e Nestlé). Cresce, con quest’ultimo accorpamento, il peso del gruppo cesenate, che ha di recente inglobato anche Conar, specializzata nella produzione di confetture e mousse di frutta. La nuova compagine conta complessivamente 3.483 soci ed esprime un fatturato consolidato di 260 milioni di Euro, che fanno di Orogel una delle realtà più importanti e significative del settore cooperativo nazionale. Diversi gli obiettivi di questa politica di concentrazione: migliorare l’organizzazione aziendale, ridurre i costi e incrementare il potere di acquisto; potenziare il sistema commerciale e logistico; estendere e razionalizzare le politiche di qualità già promosse da anni nel settore surgelati; attivare politiche comuni di marketing e comunicazione, sfruttando la notorietà del marchio Orogel. Ed è in questo contesto che Orogel Fresco ha presentato a Macfrut il nuovo packaging e lo slogan “Sapore d’Italia”, oltre al marchio “Prodotto Benessere” che distinguerà le linee di alimenti naturalmente ricchi di componenti utili all’organismo.

Un marchio, un progetto
L’attenzione alla forza promozionale dei marchi è testimoniata (e insieme rafforzata) dal fatto che, secondo indagini mirate, l’80% dei consumatori riconosce “Orogel” come simbolo di salubrità e sicurezza. Questo traguardo è il risultato, oltre che della qualità dei prodotti, anche di un’intensa attività di certificazione che ha conquistato la Vision 2000 per tutta la filiera produttiva, dal campo, allo stabilimento di trasformazione fino alla surgelazione. Ma non è, questa, la sola “etichetta” di garanzia esibita dal gruppo. Tutte le produzioni sono attestate dall’apposito centro di analisi, come prive di sostanze nocive, mentre i surgelati, in particolare, sono certificati da SGS come privi di ingredienti geneticamente modificati o transgenici.
Ed ecco ora - su un altro piano - le confezioni e il marchio che distingueranno, accanto alle a quelle già affermate, la nuova linea di “prodotti benessere”, in commercio dall’autunno 2003 e caratterizzati dalla naturale abbondanza di elementi benefici quali vitamine e antiossidanti.
"Quello che i prodotti benessere offrono in più, rispetto agli altri alimenti, è la capacità di contribuire in misura particolarmente rilevante all’acquisizione della RDA (recommended daily allowance, ovvero razione giornaliera consigliata) di sostanze salutari per l'organismo", spiegano i dirigenti Orogel. E sottolineano che non si tratta di prodotti addittivati, bensì “naturalmente ricchi”: ulteriore tassello di una politica che ha puntato con decisione sull’alimentazione naturale, prestando attenzione anche all’apporto nutrizionale dei cibi, da cui sono già banditi elementi come il glutammato e gli addensanti. La decisione di far nascere un nuovo marchio è sostenuta anche dalla constatazione che, perlopiù, la maggioranza degli italiani legge sulle etichette dei prodotti alimentari la data di scadenza ma non la lista degli ingredienti, presa in considerazione solo da un esiguo 15% (dati Cirm). Gli stessi produttori di alimenti trascurano di esplicitare molti dati significativi, fra cui la presenza di additivi piuttosto che le modalità di conservazione o, per l’appunto, i valori nutrizionali, compresi i nutrienti stabiliti per qualità e quantità secondo la famosa RDA o i LARN (Livelli di Assunzione Raccomandata). Tanto che in UE si stanno approntando norme ad hoc.


Naturally rich
Orogel is strengthening its position in the agrofood sector with new investments, rationalisation of resources and structure, and the relaunch of its own brand for all products: frozen, fresh and preserves. At Macfrut it launched its new range of “naturally rich” foods, with the brand name Prodotto Benessere.

A turnover of 185 million Euro and 130.000 tonnes of products marketed: these are the figures for Orogel Fresco, the company formed by the merging of Apro Fruttadoro with several other co-operatives, which now stands alongside Orogel Surgelati (the first Italian company in the frozen food sector, after the multinationals Unilever and Nestlé). With this latest entity the power of the group from Cesena, which recently absorbed Conar, specialising in fruit preserves and mousses, is growing. The new company now has 3,483 partners and an overall turnover of 260 million Euro, making Orogel one of the most important and significant companies in the domestic co-operative sector.
There are several objectives of this policy of concentration: to improve company organisation, reduce costs and increase buying power; to develop the marketing and logistics system; to extend and rationalise the policies of quality promoted for years in the frozen foods sector; to put into action common marketing and communication policies, taking advantage of the fame of the Orogel brand. It is in this context that Orogel Fresco presented its new packaging and slogan “A taste of Italy” at Macfrut, as well as the “Prodotto Benessere” brand which highlights its lines of fresh foods naturally rich in ingredients good for the human body.

One brand, one plan
Attention to the promotional strength of brand names is evidenced (and reinforced) by the fact that, according to targeted surveys, 80% of consumers recognise Orogel as a symbol of health and safety. This fact is the result of, in addition to the quality of the product, the intense certification activity which has won over Vision 2000 for the whole production chain, from the field, to the processing plant, to the freezing process. But this is not the only “label” of quality demonstrated by the group. All of its production is certified by analysis centres as being free from harmful substances, while frozen foods in particular are certified by SGS as being free from genetically modified or transgenic ingredients.
And now – on another level – there are the packaging and the brand name which, alongside the already well-known one, distinguish the new line of “prodotti benessere” (products for wellbeing), on sale from autumn 2003 and characterised by the natural abundance of beneficial elements such as vitamins and antioxidants.
“The extra offered by the new products for wellbeing, compared with other foods, is an ability to contribute in a particularly relevant way to the acquisition of the RDA (recommended daily allowance) of substances good for the health of the organism" explain the Orogel managers. They also underline that these are not products with additives, but “naturally rich”: a further strand of a policy which has taken a strong stand on natural foods, focussing attention on the nutritional contribution of foodstuffs, from which elements such as glutamates and thickeners are already banned.
The decision to create a new brand is also supported by the observation that, in most cases, most Italians read on the labels of foodstuffs only the expiry date, but not the list of ingredients, which is taken into consideration by a meagre 15% (Cirm data).
Producers of foodstuffs themselves omit to make explicit a lot of significant information, such as the presence of additives rather than the method of conservation or even the nutritional values, including the nutrients established for quantity and quality according to the famous RDA or LARN (Recommended Levels of Intake). In this regard, the EU is preparing a set of ad hoc regulations.



Un gruppo in crescita
Il gruppo Orogel sta vivendo un momento di forte accelerazione: un imponente piano di investimenti - oltre 25 milioni di Euro - permetterà di realizzare nel prossimo triennio un potenziamento tecnologico e produttivo, con la messa in funzione di linee di produzione up-to-date, unitamente al rafforzamento della logistica e all’applicazione di nuovi sistemi informatici per la tracciabilità di filiera.
Contemporaneamente, l’azienda sta perseguendo una politica “spinta” di R&S per il miglioramento varietale in agricoltura, in modo da ottenere prodotti sempre più sani, ricchi di gusto e di servizio.
Migliorano, nel frattempo, anche i risultati. Il fatturato consolidato 2002 cresce a 125 milioni di Euro (+8%) con oltre 62.000 t di prodotto commercializzato (+10%), e si rafforza il terzo posto del gruppo nel retail nazionale con una quota dell’8% (all’inizio di quest’anno era già l’8,8% medio, con punte del 13.5% nel settore vegetali, core business del gruppo).
L’azienda – la cui gamma completa comprende anche piatti pronti, gelati, prodotti ittici, pizze e snack - sta peraltro crescendo anche nel settore degli alimenti precucinati pronti per l’uso, dove il marchio La Cucina Italiana di Orogel, lanciato nel 2000, ha registrato successi rilevanti. Anche grazie al centro di ricerca e sviluppo appositamente allestito per formulare nuove ricette, che consente di presentare ogni anno novità gastronomiche per i vari target di consumatore.


A growing group
The Orogel group is going through a period of strong acceleration: an imposing investment plan – more than 25 million Euro – will allow it to establish development in technology and production, with the setting up of an ultra-modern production line, together with a strengthening of logistics and the application of new computer systems for the traceability of products.
At the same time, the company is pursuing a determined R&D policy for the improvement of varieties in agriculture, so as to obtain products which are healthy, rich in flavour and service.
In the meantime, results are also improving. The final turnover for 2002 rose to 125 million Euro (+8%) with more than 62,000 tonnes of produce marketed (+10%), putting it in third place among national retailers with a share of 8% (at the start of this year the average was already 8.8%, with peaks of 13.5% in the vegetable sector, the group’s core business).
The company – whose complete range also includes ready dishes, ice cream, seafood products, pizzas and snacks – is also growing in the sector of pre-cooked, ready-to-use foods, where the brand La Cucina Italiana di Orogel, launched in 2000, has enjoyed considerable success. This is also thanks to a research and development centre specifically set up to create new recipes, which means that every year new gastronomic treats can be presented to the various target consumers.






L’appuntamento del lusso
In programma da mercoledì 22 a sabato 25 ottobre 2003 al Grimaldi Forum di Montecarlo, la sedicesima edizione del Luxe Pack sarà l’occasione di incontro delle professioni legate al packaging dei prodotti di lusso.
Ben 320 espositori, su una superficie di 5.000 m2, presenteranno le più eleganti soluzioni di imballaggio per i settori profumeria-cosmetica, gioielleria-orologeria, agroalimentare di lusso, vini e alcoolici, tabaccheria, arti della tavola.
Premiare la creatività - Luxe Pack e il Principato di Monaco, sotto l’alto patronato della Corona monegasca, hanno organizzato il “Monaco Luxe Pack Design Award”, un concorso internazionale che interessa Italia, Germania, Brasile, Francia e Stati Uniti, e si rivolge ai giovani designer.
Lo scorso 27 maggio, presso la sede milanese della DTC, si è svolta la premiazione della sezione italiana, dove i 46 candidati hanno preparato un dossier con la realizzazione grafica di un flacone di profumo da 75 ml (coordinato con l'astuccio) ispirandosi al tema Monte Carlo Dream. La palma è andata al progetto realizzato da Jacopo Maria Giagnoni (foto), che si confronterà nel corso del prossimo Luxe Pack 2003 con i quattro concept selezionati negli altri Paesi.



Appointment with luxury
Scheduled from Wednesday 22nd to Saturday 25th October 2003 at the Grimaldi Forum Montecarlo, the sixteenth edition of Luxe Pack will be the occasion for the encounter of the professions associated with the packaging of luxury products.
As many as 320 exhibitors over a surface of 5000 m2, will present the most elegant packaging solutions for the sectors of perfumery-cosmetics, jewelry-watchmaking, luxury agrofood, wines & spirits, tobacco and tableware.
Awarding creativity - Luxe Pack and the Principality of Monaco, under the patronage of the Royal Family of Monaco, organised the “Monaco Luxe Pack Design Award”, an international competition that includes Italy, Germany, Brazil, France and the US, and that is for young designers.
Last 27 May, at the Milanese premises of DTC, the award ceremony for the Italian section took place, where 46 candidates prepared a dossier with the graphic creation of a 75 thousand litre perfume flacon (with coordinated case) under the inspiration of the theme Monte Carlo Dream.
The first prize went to the project made by Jacopo Maria Giagnoni (photo), who will compete during the coming Luxe Pack (Montecarlo, 22-25 October 2003) with the four concepts selected in the other countries.




Quando la frutta diventa snack
Cavalcando la fortuna dei fuori pasto e dei pasti fuori casa, Apofruit (la più grande cooperativa ortofrutticola italiana) in joint-venture con Sipo (prodotti di IV gamma), ha lanciato al Macfrut 2003 il primo snack nazionale alla frutta. Si chiama Tit Bit (“bocconcino”) ed è un’insalata di frutta in sette varietà + mix macedonia, presentata in una vaschetta trasparente con lid pelabile e forchettina, pronta per il consumo.
Nessun additivo, solo un po’ di acido citrico, per un prodotto buono, salubre e salutista, che - se correttamente conservato, a meno di 6 °C - presenta una shelf life di una settimana. D'altronde - spiega Franco Ceccarini, amministratore di Sipo e presidente della società Speedyfrutta, che commercializza Tit Bit - la preparazione e lavorazione della frutta sono completamente automatizzate, per evitare rischi di contaminazioni batteriche, e il confezionamento avviene in atmosfera controllata, proprio per garantire l’assoluta integrità e freschezza del contenuto".
Naturale, con poche calorie, ad alto contenuto di servizio, Tit Bit rappresenta un prodotto di nicchia, che potrebbe - stimano i suoi “creatori” - assorbire l’1 o 2% dei consumi e che, una volta superate le difficoltà (e abbassati i costi) legate alla logistica refrigerata, avrebbe tutti i titoli per entrare anche nel ricco canale Horeca. Una bella sfida, ad alto valore aggiunto, che nei Paesi anglosassoni si è già conclusa da tempo con un successo consolidato.
Tit Bit è il risultato di un lavoro di due anni, portato avanti in collaborazione con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie alimentari dell’Università di Bologna, e non nasce solo. All’ultimo Macfrut sono stati presentati, in buste da 500 g, anche i fagiolini di IV gamma, e dunque già selezionati, spuntati, lavati e asciugati, che integrano un’offerta Sipo di oltre 60 referenze di prodotto “tradizionale” e 42 di prodotto biologico, per buone 25.000 t di alimenti.



When fruit becomes a snack
Taking advantage of the trend for snacks between meals and meals out of doors, at Macfrut 2003 Apofruit (the largest Italian fruit and vegetable co-operative) in a joint venture with Sipo (4th grade products), launched the first national fruit snack. It is called Tit Bit and is a fruit salad in seven varieties + Macedonian mix, presented in a transparent dish with a peel-off lid and a small fork, ready to eat.
No additives, just a little citric acid, making it a product which is good and healthy and which - if kept correctly at less than 6 °C - has a shelf life of a week. "Moreover - explains Franco Ceccarini, managing director of Sipo and chairman of the Speedyfrutta company which markets Tit Bit - the preparation and processing of the fruit is completely automated, to avoid any risk of bacterial contamination, and packaging takes place in a controlled atmosphere to ensure the absolute integrity and freshness of the contents".
Natural, with few calories, and high service content, Tit Bit is a niche product which, its “creators” estimate, could take up 1 or 2% of consumption and which, once difficulties linked to the logistics of refrigeration are overcome (and related costs lowered), could have every right to enter the rich Horeca channel.
Quite a challenge, with high added value, which for some time now has had considerable success in Anglo-Saxon countries.
Tit Bit is the result of two years’ work, carried forward in association with the Department of Food Sciences and Technologies of the University of Bologna, and it is not alone.
At the last Macfrut 4th grade green beans were also presented, in 500 g bags, which had been selected, trimmed, washed and dried, becoming part of Sipo’s range of more than 60 “traditional” and 42 organic products, accounting for 25,000 tonnes of foodstuffs.




Imballaggi “made in USA”
Il settore dei materiali per l’imballaggio continua a evolversi a ritmi sostenuti, e il Pack Expo di Las Vegas (dal 13 al 15 ottobre 2003), in collaborazione con PMMI, dedicherà uno spazio speciale a quelle innovazioni nel packaging caratterizzate da semplicità d’uso, proprietà barriera, macchinabilità o versatilità.
Ecco, fra i tanti, qualche esempio particolarmente interessante:
• Pechiney Plastic Packaging presenta una bottiglia di PP Gamma Clear, caratterizzata da elevata trasparenza e resistenza, che può contenere liquidi sino a 96° C. Tuttavia, i tecnici dell’azienda stanno lavorando per renderla adatta alle applicazioni “retort” (127° C).
• Riverwood International ha messo a punto Sustain, un cartone molto resistente alla compressione e adatto a stampe di qualità.
• Rollprint Packaging Products ha prodotto ClearFoil, un poliaccoppiato caratterizzato da vari gradi di barriera all’ossigeno e all’umidità. Questi film possono essere personalizzati per includere barriere specifiche, fra cui all’ossido di silicio e all’ossido di alluminio, e sono ideali per le applicazioni tipo “retort”.
• Sealed Air Corporation presenta Instapak SpeedyPacker. Questi sistemi di confezionamento producono degli speciali “cuscini” di schiuma per proteggere i prodotti dagli urti e dalle vibrazioni durante il trasporto e la movimentazione.
• Toray Plastics propone Lumbrite, un film di poliestere su cui è possibile stampare direttamente a rilievo, particolarmente adatto per le decorazioni olografiche.
• Voridian (divisione di Eastman Chemical) mette in mostra la sua ampia gamma di contenitori di polietilene tereftalato per prodotti alimentari e bevande, cosmetici, farmaci. La plastica VersaTray, in particolare, accompagna il cibo dal congelatore (-40 °C) al forno convenzionale o microonde (204 °C) alla tavola e di nuovo al congelatore.



Packaging from the US
The packaging materials sector continues to evolve at a high rate, and Pack Expo Las Vegas 2003 (October 13-15), in collaboration with PMMI, will dedicate a special space to the packaging innovations featuring ease of use, barrier properties, machineability or versatility. Here follows a list of particularly interesting examples among the many.
• Pechiney Plastic Packaging presents a PP Gamma Clear bottle featuring high clarity and strength: it can handle hot-fill temperatures of 96 °C, but the technicians are working on extending that range to enable retort compatibility (about 127 °C).
• Riverwood International has devised Sustain, a high-compression-strength carton with top-quality graphics capabilities.
• Rollprint Packaging Products has produced ClearFoil structures, clear composite films with varying degrees of oxygen and moisture barriers. These films can be customized to incorporate various user-specific barriers, including silicon oxide (SiOx) and aluminium oxide (AlOx) coatings, and are ideal for retort applications.
• Sealed Air Corporation presents Instapak SpeedyPacker. These systems produce foam cushions to protect products against shock and vibration during shipping and handling.
• Toray Plastics proposes Lumbrite, a direct embossable polyester films for holographic decoration applications.
• Voridian, a division of Eastman Chemical, will spotlight a broad portfolio of polyethylene terephthalate packaging solutions for brand owners of beverages, food, cosmetics, and pharmaceutical products. VersaTray plastic, in particular, can go from freezer (-40 °C) to both conventional and microwave ovens (204 °C) to table and back into the freezer.




Anticipare i trend
I cambiamenti che interessano la nostra società sono sempre più veloci: non è un caso che circa il 75% dei nuovi lanci di prodotto sopravviva meno di un anno sul mercato. Diventa perciò fondamentale saper prevedere i gusti del consumatore e dare per primi la giusta risposta, anche con un imballaggio creativo. “The Future of Packaging” (martedì 24 e mercoledì 25 giugno 2003, Roma) ha dato alcune indicazioni utili sul consumatore di domani, fornendo inoltre previsioni di mercato settore per settore. L’incontro, organizzato da Pira con Faraday Packaging, è stato pertanto un’importante occasione d’aggiornamento.
Questi gli argomenti trattati: gusti e abitudini del consumatore di domani; previsioni di mercato e analisi dell’imballaggio; sguardo sui contesti di vendita futuri; tattiche per il successo del marchio; sviluppo della catena del valore; strategie innovative per catturare il consumatore; tecnologie rivoluzionarie; sostenibilità del packaging.


Predicting trends
The pace of change shaping our society is accelerating: with approximately 75% of new product launches surviving less than a year in the marketplace, predicting consumer trends and being first to market with a creatively packaged product is essential. The “Future of Packaging” (June 2003, Tuesday 24th and Wednesday 25th , Rome) has had keynotes on the consumer of the future and sector-by-sector market forecasts. This flagship Pira/Faraday Packaging partnership event has been hence an update on the essentials of success. The programme included cutting-edge keynotes on the following: perspectives on tomorrow’s consumer lifestyles; market forecasts and analysis of packaging; insights into future retail environments; tactics for brand success; supply chain developments; cutting-edge strategies to attract the consumer; revolutionary technologies; packaging sustainability.



Furti nel retail
L’ultima edizione del Barometro Europeo dei Furti nel Retail riporta i dati relativi ad una diminuzione delle differenze inventariali. Una buona notizia per i retailer europei, i quali si trovano ad operare in un mercato caratterizzato da margini di profitto sempre minori e da una crescente competitività. Per la prima volta, la ricerca indipendente (sponsorizzata da Checkpoint Systems e condotta dal Centro di Ricerca nel Retail CRR di Nottingham, UK), ha evidenziato una netta diminuzione della media delle "differenze inventariali", che sono infatti scese dall’1,45% all’1,37% del fatturato (dall’1,41% all’1,36% in Italia). Il calo del 5,5% (-3,5% per l’Italia) può essere visto come una conseguenza sia dell’intensificazione delle politiche di prevenzione attuate dai retailer, sia dei significativi investimenti in sistemi di sicurezza. I risultati della ricerca, relativi agli ultimi 12 mesi, tra il 2002 e il 2003, si riferiscono a un campione di 436 tra i maggiori retailer europei con un fatturato complessivo di 441.054 milioni di Euro, 28.819 punti vendita e il 21% circa del mercato europeo del retail.


Pilfering in retail
The latest edition of the European Barometer of Pilfering in Retail marks a drop in stocktaking differences. Good news for European retailers, who find themselves having to operate in a market featuring evermore reduced profit margins and growing competitiveness. For the first time independent research (sponsored by Checkpoint Systems and carried out by the UK Nottingham CRR Centre of Retail Research) has highlighted a clear drop in “stocktaking differences”, that in fact have dropped from 1.45% to 1.37% of turnover (from 1.41% to 1.36% in Italy). The drop of 5.5% (-3.5% for Italy) can be seen as a consequence of the intensification of the current policies of prevention activated by the retailer, as well as significant investment in security systems. The results of the study, covering the last 12 months, from 2002 through to 2003, refer to a sample of 436 among the largest European retailers with an overall turnover of 441.054 million Euros, 28,819 salespoints and around 21% of the European retail market.