March 2004





Materia per un sogno
The stuff of dreams

Luxe Pack
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M&D News







Rapporto sullo stato dell'imballaggio (1)
Report on the state of packaging (1)

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Ambiente: cosa pensano i bambini
Environment: what the children think

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Renewal, starting off from service

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Il 2003 si conclude con i primi segnali di recupero dell’economia italiana, dopo il lungo periodo di stagnazione. L'inizio del 2004 sembra confermare l'impressione di una tanto attesa ripresa. La situazione a fine gennaio 2004. A cura di Plinio Iascone

Come e dove viene usato l'imballaggio
La movimentazione delle merci comporta sempre l’impiego di imballaggi, siano essi primari o secondari o da trasporto. Nella presente trattazione si considerano i principali settori di impiego, in particolare quelli che utilizzano diverse tipologie di imballaggi o quelli in cui si riscontra una presenza, significativa in quantità, di una o più famiglia di imballaggi.

Industria agro alimentare
Il settore alimentare è una delle aree di impiego degli imballaggi più significative: ne assorbe globalmente il 55%, destinandone nello specifico il 30% al confezionamento di cibi e il 25% a quello delle bevande.
Nel corso del 2003 ha registrato una delle migliori prestazioni in termini di crescita della produzione, anche se, rispetto agli anni precedenti, ha accusato gli effetti della stagnazione economica.
Questo trend conferma la minore sensibilità dell’area alimentare al ciclo economico rispetto a molti altri settori industriali.
Nel 2003 l’agro alimentare nella sua globalità ha evidenziato una crescita, in termini reali, dell’1,8% dell’attività produttiva: un'evoluzione che deriva da uno sviluppo dell’1,5% circa delle esportazioni e del 2% circa della domanda interna.
Come si vede il maggiore sostegno alla crescita è arrivato dalla domanda interna, mentre le esportazioni, che incidono per il 20% circa sul totale, nel corso dell’anno hanno progressivamente perso slancio. Tale situazione è stata determinata in parte dalla debolezza della domanda in area UE, e in parte dall’apprezzamento dell’euro rispetto al dollaro (che ha diminuito la nostra competitività nei mercati dell’area dollaro). Le buone prestazioni della domanda interna trovano ragione in vari fenomeni:
- tenuta dei consumi di molti prodotti essenziali (pane, pasta, condimenti, latte, conserve ecc.);
- sensibile crescita dell’area bevande analcoliche e della birra, a seguito della lunga e calda estate;
- politiche promozionali attuate dalla GDO.
Non mancano purtroppo aree di mercato dove si sono registrati dei cali (in quantità). È il caso dei prodotti ortofrutticoli freschi dove, a causa del sensibile incremento dei prezzi, si è registrato un significativo calo dei consumi (con riferimento alle quantità) valutato intorno al -1,5%.
Le previsioni per il 2004 parlano di un andamento di poco differente da quello del 2003, dove il leggero avanzamento dovrebbe essere guidato, a differenza di quanto accaduto nel 2003, dalle esportazioni.
Il settore delle bevande nel suo complesso dovrebbe presentare tassi evolutivi migliori.

Beni di largo consumo
Secondo una classificazione effettuata da Prometeia, questa area di mercato comprende cosmesi, profumeria, il vasto settore dei prodotti per la pulizia della casa, carta per uso domestico, ecc.
Nel complesso, i beni di largo consumo hanno evidenziato nel 2003 un rallentamento produttivo: +1,2-1,3% rispetto al 2002, già in calo rispetto al 2001. Come per l’agro alimentare, questo andamento ha scontato essenzialmente il trend negativo delle esportazioni, diminuite rispetto al 2002.
Anche per questa area di mercato, ovviamente, si evidenziano differenze a seconda dei settori.
Il 2004 è visto in termini positivi: +2-2,5% la produzione a seguito di una possibile crescita delle esportazioni, intorno al 5%, e della domanda interna che si ipotizza potrà segnare uno sviluppo pari a circa il 2%.

Beni di consumo (area moda)
Vestiario, scarpe e pelletteria varia hanno evidenziato, già a partire dal 2001, un progressivo e sensibile calo dell’attività produttiva: da tre anni a questa parte, tutti i comparti hanno subito un calo medio annuo del 3% circa, in termini reali.
La componente estera della domanda, determinante per il made in Italy della moda, ha subito pesanti contrazioni in relazione al rafforzamento dell’euro rispetto al dollaro, che ne ha di fatto abbassato la competitività in molti importanti mercati. In più non sono state compensate dalla domanda interna, risultata debole.
Tuttavia, si guarda al 2004 in termini moderatamente positivi: il consolidamento della ripresa internazionale e l’inversione del ciclo economico di stagnazione del mercato italiano, fanno ritenere possibile una lenta e contenuta ripresa degli ordini e, quindi, dell’attività produttiva.

Industria chimica
Prodotti vernicianti, concimi, lubrificanti, gas tecnici, adesivi ecc., sono tutti settori che, nel corso del 2003, hanno subito gli effetti del negativo ciclo economico. Globalmente sono risultati in calo dell’1-1,5% circa, in merito all’attività produttiva. Il calo della produzione industriale che ha interessato l’Italia e la maggior parte dei paesi UE ha condizionato sia la domanda interna che le esportazioni dei produttori nazionali, entrambe in calo.
In particolare, la componente estera della domanda ha risentito non solo del deprezzamento del dollaro sull’euro, ma anche della forte concorrenza sui mercati internazionali dei paesi a basso costo del lavoro (primo fra tutti, la Cina).
Anche se la aspettative per il 2004 sono moderatamente positive, la crescita non sarà comunque consistente, pari all'1-1,5%.

Costruzioni
L’attività edilizia italiana è fortemente correlata ai seguenti prodotti: cemento, calce, laterizi, vetro piano, tondini per cemento armato, ecc.
Nel 2003 il settore delle costruzioni ha chiuso in positivo, in controtendenza rispetto all’indice generale della produzione industriale. Secondo un primo consuntivo, la globalità dei settori ha registrato un incremento di attività del 2% circa.
Le aspettative per il 2004 sono orientate a una crescita analoga, tenendo conto delle prospettive di sviluppo relativo al potenziamento delle opere pubbliche programmate dal Governo.

Arredamento
Si tratta di un'area molto vasta, in cui rientrano non solo i mobili, ma anche gli elettrodomestici grandi e piccoli, vasellame e pentole, eccetera.
Nell'ultimo biennio 2002/2003, i livelli produttivi sono stati caratterizzati da una stagnazione strisciante, con difficoltà evidenti relative sia all'export sia al consumo interno.
Secondo il parere di enti di ricerca economica qualificati, le aspettative per il 2004 indicano la possibilità di una ripresa moderata.



Report on the state of packaging (1)
2003 has ended with the first few signs of a turnaround in the Italian economy after a long period of stagnation. The beginning of 2004 seems to confirm the impression of a much awaited upswing. The situation at the end of January, 2004. By Plinio Iascone

How and where packaging is used
The movement of goods always involves the use of packaging, whether primary or secondary or for shipping. This article takes a look at the main sectors of use, especially those that use various types of packaging or those where one or more families of packaging are used in significant quantities.

The agro food industry
The food sector is one of the most important areas when it comes to the use of packaging: it uses 55% of all packaging, with 30% used for food and 25% for drinks.
During the course of 2003 there has been an improvement in performance in terms of increased output, even if the effects of the economic slump are easily seen when compared to past years. This trend confirms the lower sensitivity of the food area to fluctuations in the economy compared to many other industrial sectors. The general agro food industry in 2003 saw real growth of 1.8% in output, thanks to roughly 1.5% growth in exports and about 2% in internal demand.
This shows that most support for growth came from internal demand, while exports (accounting for about 20% of total output) gradually fell over the course of the year. This situation is partly due to the weakness in demand within the EU and partly to the strengthening of the Euro against the Dollar (which has reduced our competitiveness in markets in the Dollar zone).
The good performance of internal demand is thanks to various phenomena:
- constant consumption levels for many essential products (bread, pasta, seasonings, milk, preserves, etc.);
- a significant rise in the soft drinks and beer area, thanks to the long hot summer;
- supermarket promotion policies.
However, there are also several market areas that have seen a drop in quantity. This is the case of fresh produce where, as a result of the marked rise in prices, there has been a significant fall in consumption levels (quantity), calculated at -1.5%.
The forecasts for 2004 point to very much the same trends as those in 2003, where a slight increase could be thanks to higher exports, contrary to what happened in 2003.
The overall drinks sector should see some better growth.

Convenience goods
According to a classification by Prometeia, this market area includes cosmetics, perfumes, the huge sector of household detergents, kitchen paper, etc. Overall, convenience goods have seen a slowdown in output in 2003: +1.2-1.3% compared to 2002, already lower than in 2001. As in the case of agro food, this trend mainly reflects the negative trend in export figures, lower than in 2002.
Here too, there are obvious differences between the sectors.
2004 is seen in positive terms: +2-2.5% output following a possible rise in exports of around 5% and in internal demand estimated to grow by roughly 2%.

Consumer goods (fashion)
Clothing, shoes and leather goods have experienced continued and marked negative growth since 2001: all areas have seen an average annual fall of 3% in real terms.
Exports (of great importance for the Italian fashion industry) have fallen significantly due to the stronger Euro against the Dollar, meaning the competitiveness of Italian firms has been reduced on many important markets. Moreover, weak internal demand has not made up for this fall.
Nevertheless, 2004 is viewed in moderately positive terms: a strengthening of the international turnaround and a reversal in the slump in the Italian economy point to a possible upturn in orders (though somewhat slow and limited) and thus output.

Chemicals
Paints, fertilisers, lubricants, industrial gases, adhesives etc., are all sectors that suffered over the course of 2003 from the negative economic trend. Overall output is about 1-1.5% down.
This fall in output (in Italy and most EU states) has affected both internal demand and exports of Italian products, both falling.
More specifically, exports have been affected not just by the weakening of the Dollar against the Euro, but also by fierce competition on international markets from countries with low labour costs (China, first and foremost). Even if the expectations for 2004 are relatively positive, any growth will not be consistent (roughly 1-1.5%).

Construction
The Italian building industry is closely linked to the following products: cement, lime, brick, float glass, steel rebars for reinforcement cement, etc.
The construction industry ended 2003 on a positive note, contrary to the general trend in industrial output. According to initial findings, the sectors as a whole saw growth of roughly 2%. The forecast for 2004 is for similar growth, bearing in mind the prospects for growth thanks to the Government's plans to increase spending on public works.

Furnishing
This is an extremely wide ranging area, including not just furniture, but also household equipment (large and small), tableware and kitchenware, etc. Over the last two years (2002-2003) output levels have been characterised by creeping stagnation, with obvious difficulties for both exports and internal consumption.
According to qualified economic research bodies, the outlook for 2004 is for moderate potential growth.




Evoluzione dell'economia italiana

L’analisi dell’evoluzione dell’economia è stata effettuata utilizzando i dati e i commenti espressi dai principali istituti di ricerca (Prometeia, Isae, Confindustria, Cer e Uffici studi dei principali Istituti Bancari).


Il 2003 si chiude con i primi barlumi di inversione di tendenza del lungo ciclo economico negativo, ma i dati a consuntivo restano nel complesso negativi. Il PIL, dopo la deludente crescita dello 0,4% nel 2002, chiude con uno sviluppo contenuto allo 0,4% (dato non ancora definitivo).
La produzione industriale, sempre secondo un preconsuntivo, conclude l’anno con una contrazione dello 0,8% che fa seguito al calo del 2,1% nel 2002. Continuando con l’analisi della dinamica dell’economia italiana del 2003 è da segnalare anche l'andamento negativo della bilancia commerciale: secondo elaborazioni Istat le nostre esportazioni risultano infatti calate di oltre il 7%.
La contrazione dell'export, che ha coinvolto molti settori dell’industria manifatturiera italiana, trae origine da due circostanze: l’apprezzamento dell’euro rispetto al dollaro e la debolezza della congiuntura dell’Europa.
Facendo riferimento solo all’industria manifatturiera, sulla base delle prime valutazioni di Prometeia, il 2003 dovrebbe essersi concluso con la seguente dinamica (variazioni a prezzi costanti):
- produzione -1,1
- importazione +0,4
- esportazioni -1,7
- domanda interna -0,9
- prezzi alla produzione +0,3
Comunque, come anticipato, il 2003 si conclude con i primi segnali di una timida ripresa. I segnali dell’inversione di tendenza, che si sono manifestati nel bimestre novembre-dicembre, hanno interessato fatturato e ordini acquisiti dall’industria, cresciuti rispettivamente del 2,8% e del 2,2%.
Anche la produzione industriale, che sino a settembre sembrava orientata a chiudere il 2003 con un calo dell’1%, a partire da ottobre ha rallentato la flessione. Questi segnali hanno portato di recente a modificare verso l'alto la previsione evolutiva del PIL, passando dallo 0,4% allo 0,5%.
Le diverse rilevazioni riportano inoltre un lieve miglioramento del clima di fiducia degli imprenditori. Anche il Centro Studi Confindustria ha fatto proprie le considerazioni di cauto ottimismo.

Analisi e prospettive
Il 2004 inizia dunque con segnali incoraggianti anche se, per il momento, di portata limitata, relativi all’inizio della ripresa dell’economia italiana. Sta di fatto che si percepisce un maggiore ottimismo rispetto al medesimo periodo dello scorso anno.
Il 2004 sarà quindi caratterizzato da una graduale ripresa che, a consuntivo, risulterà però di lieve portata, mentre la crescita piena interesserà il 2005 per consolidarsi poi nel 2006.
Si tratta di considerazioni condivise dai principali istituti di ricerca, Centro Studi Confindustria e Istituto Prometeia compresi.
Focalizzandoci sulla previsione del PIL, l’evoluzione dovrebbe essere così scandita: +1,7% nel 2004, +2,3% nel 2005, +2,8% nel 2006.
La ripresa, almeno per quanto concerne il 2004, non potrà però influenzare più di tanto la componente estera della domanda, interessando essenzialmente il mercato interno.



Evolution of the Italian economy
This analysis of the evolution of the Italian economy has been written using data and comments from the major research institutes (Prometeia, Isae, Confindustria, Cer and Study Offices of leading Banks).

2003 ended with the first signs of a turnaround in this long negative economic cycle, but the final data are still negative as a whole.
After disappointing growth of 0.4% in 2002, GDP grew by a modest 0.4% in 2003 (figure yet to be confirmed).
Industrial output (again on the basis of interim findings) fell by 0.8% in 2003, following the 2.1% drop in 2002.
Still looking at the dynamics of the Italian economy in 2003, there was another negative trend in the balance of trade: according to Istat calculations, Italian exports fell by over 7%.
This fall in exports, which affected many sectors of Italy's manufacturing industry, was due to two basic circumstances: the strengthening of the Euro against the Dollar and the weakness of the general European economy.
Taking into account just the manufacturing industry, on the basis of the initial figures from Prometeia, it's expected that 2003 closed with the following dynamics (variations, constant prices):
- output -1.1
- imports +0.4
- exports -1.7
- domestic demand -0.9
- production costs +0.3
Nevertheless, as already mentioned, 2003 has ended with the first signs of a timid turnaround. The signs of this change in direction were seen in the months of November and December, in invoices and order books up by 2.8% and 2.2% respectively.
Also industrial output, which until September seemed destined for a 1% fall in 2003, saw a slowdown in the negative trend.
These signs have recently altered GDP forecasts for the better, with the figure going from 0.4% to 0.5%.
Different findings also point to a slight improvement in the confidence of businessmen. The Confindustria Study Centre has announced that it is cautiously optimistic.

Analysis and outlooks
2004, therefore, starts with some encouraging signs of a turnaround in the Italian economy, even if only minimal for the time being. The fact is that there is a perceptible sense of greater optimism than this time last year.
The forecast for 2004 is gradual though slight improvement; full growth will only be seen in 2005, to be consolidated in 2006.
These opinions are shared by the major research institutes, including the Confindustria Study Centre and the Prometeia Institute.
With regard to the forecast for GDP, this is expected to evolve as follows: +1.7% in 2004, +2.3% in 2005, +2.8% in 2006.
The turnaround, at least in 2004, will not influence exports much, but will mainly be seen on the domestic market.





Globalmente il settore degli imballaggi ha concluso il 2003 con un incremento dell’1% dell’attività produttiva espressa in tonnellate.
In particolare si valuta una crescita contenuta entro lo 0,5% delle esportazioni, un calo del 5% circa delle importazioni e un utilizzo apparente nazionale che cresce dello 0,6%.


In questa sede si espone un preconsuntivo calcolato in base alle prime indicazioni relative all’attività produttiva dei diversi settori da cui, tenuto conto dell’andamento del commercio estero Istat (proiezione annua del consuntivo dei primi nove mesi), si è calcolato l’utilizzo apparente.
Come già più volte evidenziato, il settore degli imballaggi presenta una significativa correlazione con i due importanti macro indicatori economici, ovvero la produzione industriale e il PIL.
Tipico del comparto rimane il trend evolutivo, che risulta sempre lievemente migliore rispetto all'andamento dei due indicatori, siano essi in salita o in discesa.
Dunque, con un PIL che da preconsuntivo è cresciuto dello 0,5% e una produzione industriale che dovrebbe avere concluso l’anno con un calo del 0,7-0,6%, la crescita dell’1% del settore degli imballaggi (seppur molto contenuta rispetto ai trend del passato) ha confermato in pieno la relazione con i due indicatori.
A maggior ragione, per il 2004, è possibile dunque fare un'ipotesi evolutiva solo agganciandosi ai due macro indicatori: a fronte di una crescita prevista pari all’1,7% del PIL e al 2% della produzione industriale, la quantità globale di imballaggi potrebbe segnare un incremento del 2,5-3% circa.

Imballaggi di acciaio - Imballaggi leggeri di banda stagnata e fusti di acciaio da 200 l di capacità: le stime di chiusura 2003 parlano di una crescita del 2,5%. L’incremento ha tratto impulso essenzialmente dal mercato interno, grazie all'andamento positivo dei derivati del pomodoro e dalla tenuta delle esportazioni, anche se queste presentano preoccupanti segnali di rallentamento.
In particolare, la crescita degli imballaggi di banda stagnata è stata valutata in un +3%; i fusti di acciaio di elevata capacità sembra abbiano invece concluso l’anno in lieve calo, a seguito della sfavorevole congiuntura nella principale area di utilizzo, ovvero il settore chimico-petrolifero.

Imballaggi di alluminio - Le prime valutazioni a consuntivo portano a valutare che il 2003 si sia concluso con una crescita del 3,5%.
Il risultato deriva dal buon andamento di tre principali settori di utilizzo: lattine per bevande (a seguito del lungo periodo di caldo estivo), vaschette e foglio da incarto. Le altre aree o hanno confermato i valori del 2002 o registrano lievi cali.

Imballaggi di plastica - Il trend evolutivo degli imballaggi di plastica evidenzia un modesto tasso di sviluppo (1,8-1,9%). Dopo diversi anni in progressione positiva, per due anni consecutivi lo sviluppo risulta ridimensionato a causa della situazione economica generale negativa.
Per il 2003 l'incremento limitato è da far risalire essenzialmente alle battute d'arresto nell'export (31% della produzione).
Si valuta che il mercato interno abbia beneficiato di una crescita pari al 2,5%.
Le aree trainanti sono state: bottiglie per liquidi alimentari, chiusure, imballaggi per il confezionamento degli alimenti (vaschette, vassoi, film, alveoli ecc.), imballaggi flessibili da converter, che segnano una crescita del 6% circa.
Quest’ultima area è l’unica dove, anche le esportazioni, hanno segnato tassi di crescita significativi.
Decisamente meno brillante il trend evolutivo degli imballaggi legati ai prodotti dell’area chimico-petrolifera (secchielli, fusti sacchi, film da trasporto ecc.).

Imballaggi cellulosici - La stagnazione-recessione dell’economia nazionale ha avuto effetti negativi anche in quest'area che, nell’ultimo triennio, aveva evidenziato un tasso di sviluppo medio annuo superiore a quello del settore degli imballaggi nel suo complesso.
Tale evoluzione derivava essenzialmente dalle prestazioni positive del cartone ondulato e degli astucci pieghevoli.
Si valuta che il 2003 si sia concluso con una produzione globale sostanzialmente in linea con i valori del 2002.
La battuta di arresto del trend evolutivo positivo ha scontato la lieve contrazione dell’attività produttiva del settore del cartone ondulato (che rappresenta il 69% dell’intero settore), e il calo di altri settori minori, come la carta da incarto e le scatole di cartoncino teso.
In crescita risultano invece i settori degli astucci pieghevoli, dei sacchi di grande capacità e i contenitori di cellulosa accoppiata per liquidi alimentari.

Imballaggi di vetro - Le stime 2003 delle quattro categorie merceologiche dell'area (bottiglie, vasi, flaconeria e vetro tubo per fiale e flaconi) parlano di un incremento del 3% circa; il valore è legato alle esportazioni, che hanno assorbito 12% della produzione, e al forte ridimensionamento delle importazioni, che ha consentito un aumento della quota di produzione nazionale.
L’utilizzo sul mercato interno, per contro, limita la crescita all’1,8-1,9% e interessa sostanzialmente le bottiglie e i vasi, mentre la flaconeria per prodotti chimici-farmaceutici risulta in lieve calo.

Imballaggi di legno - Si valuta che il 2003 si sia concluso con un lieve arretramento rispetto al 2002. Risultano in calo le cassette per ortofrutta, a seguito del sempre più frequente ricorso a imballaggi alternativi e delle difficoltà produttive nel settore ortofrutticolo. Pallet e imballaggi industriali, con il perdurare della stagnazione dell’attività dell’industria manifatturiera italiana, non dovrebbero superare i livelli produttivi del 2002.

Plinio Iascone
Iascone Packaging Marketing


Packaging: output figures
Overall, the packaging sector ended 2003 with a rise of 1% in output (tonnes). In particular, there was modest growth of 0.5% in exports, a fall in the region of 5% in imports and 0.6% growth in apparent use in Italy.

This article provides the interim results based on the first figures available for output in the various sectors, then used to calculate the apparent use, bearing in mind also trends in Istat foreign trade (annual forecast based on the results of the first nine months of the year).
As we've pointed out many a time, the packaging sector represents a significant link between the two important macro economic indicators, i.e. industrial production and the GDP.
The typical growth trend of this industry continues, always slighter better than the progress of the two indicators, whether these be falling or rising.
Thus, in view of the interim results that point to 0.5% growth in GDP and industrial output figures expected to fall by 0.7-0.6%, growth of 1% in the packaging sector still fully confirms the link between these two indices (even though far less than in past trends). This means it is only possible to forecast growth in 2004 by using these two macro indicators: with expected growth in GDP of 1.7% and in industrial output of 2%, the overall amount of packaging could see a rise of roughly 2.5-3%.

Steel packaging - Lightweight tin packaging and 200-litre steel drums: the estimates at the end of 2003 indicate growth of 2.5%. This increase is mostly due to the domestic market, thanks to a pick-up in the tomato derivatives sector, after some two years of recession due to the weather, and to good export figures, even if there are some worrying signs of a slowdown here.
In particular, growth in tin packaging has been estimated at +3%; there seems to be a slight fall in large capacity steel drums, due to the unfavourable economic conditions in the main area of use: the chemicals and oil industries.

Aluminium packaging - The initial final results seem to indicate that 2003 ended with growth of 3.5%. This result is thanks to positive trends in the three main sectors of use: drink cans (due to the long hot summer), trays and foil.
The other areas have either confirmed their 2002 values or have seen a slight fall.

Plastic packaging - The trend in plastic packaging has seen modest growth (1.8-1.9%). After several years of positive results, growth has slowed down for two years running due to the general negative economic situation.
Limited growth in 2003 is mainly due to a fall in exports (31% of output).
The domestic market is held to have benefited from growth of 2.5%.
The most important areas are: bottles for liquid foods, closures, packaging for food packing (tubs, trays, film, honeycombs etc.) and flexible packaging for converters, with growth of about 6%.
The latter area is the only one where significant growth has been seen at home as well as in exports.
The growth trend in packaging linked to the chemicals and oil industries has definitely been less spectacular (pots, drums, bags, shipping film, etc.).

Cellulose packaging - Stagnation/recession in the Italian economy has had a negative effect on this area too, despite this having seen mean annual growth in the past three years well above the overall figure for the packaging industry. This is mostly due to positive performance of corrugated cardboard and folding boxes. It's estimated that 2003 ended with overall output roughly in line with that in 2002.
The check in growth has led to a slight drop in the output of the corrugated cardboard segment (representing 69% of this sector) and a fall in the other minor areas, such as wrapping paper and plain carton boxes.
The areas of folding boxes, big bags and laminated cellulose containers for liquid foods have all seen positive growth.

Glass packaging - The estimates for 2003 for the four main goods sectors in this area (bottles, jars, flacons and tube glass for vials and flacons) indicate an increase of roughly 3%; this value is linked to exports, accounting for 12% of output, and a major reduction in imports, making for an increase in Italian output.
Then again, consumption on the Italian market is just 1.8-1.9% up on the previous year and is mostly seen in the areas of bottles and jars, while there is a drop in the use of flacons for chemical/pharmaceutical products.

Wooden packaging - It's estimated that 2003 ended with a slight fall on 2002 figures. There is a drop in crates for fruit and vegetables , due to the increasing preference for alternative forms of packaging and difficulties in the fresh produce industry. Growth in pallets and industrial packaging is not expected to exceed 2002 output levels as a result of the continuing stagnation in the Italian manufacturing industry.

Plinio Iascone
Iascone Packaging Marketing