September 2000
L’Alchimista
The Alchemist

Massima flessibilità
Maximum flexibility

Un pack per la grande distribuzione
A pack for broadscale distribution

Il vissuto della pubblicità
The experience of advertising

M&D News
Scenari italiani
Italian scenarios

Si conferma la ripresa
The recovery is confirmed

F&F News
Automazione controcorrente
Automation going against the grain

Un’elevata concetrazione di colore
A high concentration of color

Meglio di una sfera di cristallo
Better than a crystal ball

I&M News

Un big bag amico dell’ambiente
Environmentally friendly big bags

Informatore legislativo
Laws and Decrees


Lettere al direttore
Letters to the editor

E&L News
Orizzonti di crescita
Growth horizons

Trattare bene le emissioni gassose
Treating gas emissions well

Invisibili e cool
Invisible and cool

Eccellenza a prima vista
Excellence on sight

Lampo di genio
Spark of genius

Materie prime per la produzione di imballaggi
Raw materials for packaging production

Tutti quelli che...
All those that

M&M News
3 aziende x 1 successo
• Autorotor produce tavole rotanti meccaniche (dove è di parecchie misure il leader italiano), intermittori e oscillatori ad assi ortogonali e paralleli, manipolatori lineari e rotativi, oltre a un’ampia serie di accessori come bancali per macchine automatiche e semiautomatiche, dischi, ecc. Le applicazioni coprono tutti i settori industriali. Fondata nel 1978, oggi è una realtà consolidata, che opera sui principali mercati mondiali e commercializza i propri prodotti tramite un’estesa rete di agenti in Italia e di rappresentanti esclusivi in Europa, Stati Uniti, Brasile, Singapore e Israele. In Germania ha aperto una filiale diretta.
• Tecmes, fondata nel 1983, progetta e produce macchine meccaniche di assemblaggio, rotative e lineari. Originariamente, “la” macchina Tecmes veniva realizzata in Autorotor; oggi, i legami fra gli uffici tecnici delle due aziende restano strettissimi - per sfruttare le sinergie di intelligenza e abilità - tuttavia la differenza di lavorazioni ha suggerito la strada della specializzazione, e quindi della creazione di un’azienda indipendente. In Tecmes, infatti, si “produce” in primo luogo engineering, che sfocia nella costruzione di una macchina base che può arrivare, a seconda dei pezzi assemblati e dell’equipaggiamento necessario, a cadenze di 80 cicli al minuto. Anche in questo caso, le applicazioni sono potenzialmente infinite: interruttori, valvole per aerosol, portalampade, valvole per l’irrigazione e quant’altro. Il livello di eccellenza raggiunto in Tecmes è testimoniato, fra l’altro, dal fatto che è stata selezionata come uno dei pochissimi integratori europei della Bodine, numero uno al mondo delle grandi macchine per l’assemblaggio.
• Autcam è l’ultima nata. Nata a sua volta in Autorotor come divisione specializzata nella produzione di camme, è stata fondata quattro anni fa con l’intento di “aprirsi al mondo esterno”. La risposta è stata «furiosamente positiva». La sua forza? Prodotti di qualità indiscussa, testati al 100% prima della consegna, e una forte rete commerciale sempre alla ricerca di nuovi mercati.

3 companies x 1 success
• Autorotor produces rotary indexing tables (where it is Italian leader by a long shot), intermitters and oscillators on parallel and square axes, linear and rotary manipulators, as well as a broad range of accessories such as bases for automatic and semiautomatic machines, disks etc. Their application cover all industrial sectors. Founded in 1978, today it is a consolidated reality, that works on the principles of the world market and trades its own products through a widespread network of agents in Italy and exclusive representatives in Europe, the US, Brazil, Singapore and Israel. In Germany it has opened a direct branch.
• Tecmes, founded in 1983, designs and produces rotary and linear mechanical assembly machines. Originally the Tecmes machines were made at Autorotor; today the links between to two technical offices are extremely close - to exploit the synergies of intelligence and ability - all the same the difference in way of working has led to specialisation, and hence to the creation of independent concern. In Tecmes in fact one “produces first and foremost engineering” , this has led to the building of a basic machine that can attain, according to the pieces assembled and to the fitted resources, rhythms of 80 cycles a minute. Also in this case applications are potentially infinite: switches, valves for aerosols, light mountings, irrigation valves and a lot of other things. The level of excellence attained is born witness to among other things by the fact that it has been selected as one of the few European integrators of Bodine, number one in the world for the huge assembly machines.
• Autcam was the latest company to be set up. Initially created as a specialised division of Autorotor for the production of cams, it was founded four years ago with the intention of “opening up to the outside world”. The answer was «furiously positive». Its force? Produced by inimitable qualities, 100% tests before delivery and a strong commercial network always on the look-out for new markets.

Se l’elettronica è in auge, l’automazione meccanica non cede e mostra tutta la sua forza sul terreno della precisione, facilità di gestione, durata di vita e convenienza di costo. Così, Autorotor vince la sua terza sfida di mercato e veleggia verso nuove mete.
Stefano Lavorini

P
er fortuna ci sono i giovani che, sostenuti dall’incoscienza dell’età, si innamorano di un’idea e rischiano per realizzarla. Ferdinando Bertolotti aveva trent’anni quando ha “importato” in Italia, dagli Stati Uniti, la prima tavola rotante meccanica, e col senno di poi si può affermare che non di azzardo si trattava, ma di intuito felice. Poi, nonostante i primi successi, non ha perso il gusto della sfida, strutturandosi per affrontare altre due impegnative scommesse riguardanti gli sviluppi dell’automazione industriale: contrastare l’egemonia della pneumatica prima, e l’avvento dell’elettronica poi.
I risultati? Nel 1978 Bertolotti ha fondato Autorotor, dedicata alla produzione di componenti meccanici per l’automazione (in pratica, tutto quanto trasforma il moto rotatorio uniforme in entrata, in moto intermittente in uscita), che oggi fattura oltre 15 miliardi, ha una quarantina di dipendenti e sta raccogliendo i frutti di un meticoloso lavoro di espansione in Italia e all’estero.
Ma non basta. Assieme ai quattro soci che detengono la proprietà di Autorotor (con quote rigorosamente paritetiche) ha aperto due nuove realtà, rispettivamente focalizzate sulla produzione di macchine per l’assemblaggio meccanico (Tecmes), e di camme (Autcam), ambedue di successo e con un solido radicamento nel mercato.
E ora, forte dei risultati ottenuti, può dedicarsi a sviluppare alcuni grandi mercati di sbocco fino ad oggi appena abbozzati (l’imballaggio sopra tutti), con la convinzione di avere molto da offrire. Ecco perché.

Meccanismi sempreverdi
«La sincronia dei movimenti data da un’unica motorizzazione assicura un livello di precisione, ripetibilità e certezza nel tempo che solo la meccanica può garantire. E, in più, offre un rapporto costi-benefici più vantaggioso rispetto ad analoghe soluzioni di natura elettronica o pneumatica». Così Ferdinando Bertolotti sintetizza i vantaggi della “sua” tecnologia, e precisa: «se il più grande plus dell’elettronica è la flessibilità, è pur vero che quando la macchina deve eseguire movimenti fissi e preordinati, ad altissima velocità e precisione, seguendo determinate leggi (per esempio, lo spostamento di un peso dal punto A al punto B, con un’accelerazione e/o una decelerazione controllata), è la meccanica a offrire le massime garanzie. E con costi di esercizio inferiori almeno di cinque volte. Ma c’è un altro motivo di gradimento, che è legato al fatto che la meccanica è disciplina consolidata e diffusa da tantissimo tempo: la facilità degli interventi di assistenza. Se si verifica un problema su una macchina elettronica, spesso può intervenire solo il softwarista che ha creato quel determinato sistema, mentre un guasto meccanico può essere affrontato da qualsiasi tecnico ben addestrato. Il che, soprattutto sulle lunghe distanze, costituisce un vantaggio non indifferente».

Ridurre e semplificare
C’è poi un altro pregiudizio da sfatare, argomenta l’industriale, e riguarda la rigidità della macchina meccanica. «Le prestazioni dipendono, ovviamente, in primo luogo dalle capacità del progettista ed è per questo che la consulenza pre-vendita costituisce un nostro grande punto di forza. Questo premesso, è possibile raggiungere livelli di flessibilità molto elevati. La macchina Tecmes, per esempio, offre numerosissime possibilità di regolazione e si presenta come una sorta di “meccano” da comporre a seconda delle applicazioni, tanto che il nostro concessionario americano ha intitolato la sua brochure di presentazione “Tecmes, the flexible automation”». I ritorni in termini di semplicità sono considerevoli: «anche le nostre macchine adottano componenti elettronici (per esempio, nelle funzioni di controllo), ma ogni volta che è possibile li sostituiamo con dei meccanismi, ottenendo un insieme più coerente, veloce e molto meno costoso. È lo stesso processo che, a livello più generale, si è verificato tempo addietro con l’avvento della pneumatica: all’inizio sembrava che fosse la panacea per tutti i problemi, poi - verificati i tempi di risposta dei dispositivi e verificati i costi - l’impiego di componenti pneumatici si è andato ridimensionando, a favore di un più equilibrato e razionale mix di tecnologie».

Pianificazione e rapporti umani
Lo sviluppo del business Autorotor - che in sette anni ha più che raddoppiato il fatturato - si deve in buona parte alla progressiva conquista di quote, a spese della concorrenza, e alla maggiore attenzione dedicata a mercati di sbocco prima poco frequentati (packaging in prima fila, dove anche Autcam trova prospettive sempre più importanti).
Ma, ultimamente, è l’estero che trasmette i segnali più incoraggianti. «Ci stiamo radicando soprattutto in Europa, Brasile, Singapore, Israele e Stati Uniti (dove opera il nostro cliente più importante) e a fine maggio - quantifica Bertolotti - gli ordini provenienti dai mercati stranieri erano superiori di oltre il 40% rispetto allo stesso periodo del 1999». La crescita si deve, ovviamente, alla capillarità dell’organizzazione commerciale, basata su distributori esclusivi all’estero («tranne in Germania, dove da tre anni abbiamo una filiale diretta, che ci sta dando molte soddisfazioni») e su una rete di agenti multimandatari in Italia, che coprono il Nord e il Centro del paese. «Ora ci stiamo concentrando sul Sud, dove abbiamo un agente per la Campania e stiamo cercandone uno per la Puglia».
Numeri a parte, lo sviluppo delle tre società cremasche si deve, a monte, a fattori qualitativi. «I rapporti con gli addetti alla vendita sono strettissimi - anche perché, soprattutto all’estero, hanno anche la responsabilità dell’assistenza tecnica - e sono alimentati da contatti quotidiani e da frequenti training di aggiornamento che hanno dei risvolti non meramente “tecnici”: alimentano la fiducia reciproca e agevolano la comunicazione». La creazione di un team affiatato, che condivide valori e obiettivi, è uno dei pilastri del progetto di trasformazione di Autorotor da società padronale ad azienda strutturata per affrontare le sfide del mercato internazionale: la “soddisfazione” del cliente - è il “credo” societario - può essere garantita solo da un’organizzazione non improvvisata e dalla disponibilità di tempo e intelligenza di tutte le persone che lavorano allo stesso progetto». Questo si riverbera, fra l’altro, sui tempi di risposta dell’azienda. «Noi “prendiamo per mano” i nostri clienti, a partire dall’individuazione del componente più adatto fino al controllo finale, per poterci assumere la piena responsabilità del risultato. Se però si verificasse un guasto garantiamo l’intervento immediato, via cavo o di persona. Così, qualche anno fa un nostro tecnico è partito per l’America, con un preavviso di sole 24 ore, il 14 di agosto, con il componente da sostituire in valigia e quando - due settimane or sono - da Vienna ci hanno segnalato un guasto, a metà mattina, alle tre del pomeriggio il nostro collaboratore locale era già sul posto».
Automation going against the grain
If electronics is all the rage, mechanical automation is not giving ground and shows all its force on the terrain of precision, ease of use, lifespan and cost/performance ratio. Thus Autorotor wins its third market challenge and sails towards new goals.

Luckily there are the young who, buoyed up by the recklessness that comes with age, fall in love with an idea and stick their necks out to make it happen. Ferdinando Bertolotti was thirty years old when he “imported” the rotary indexing table from the US to Italy, and with aftersight one can now state it was not by chance but by happy intuition. Then, despite the first successes, he has not lost the taste for a challenge, structuring to face two other committing challenges regarding the development of industrial automation: contrasting the hegemony of pneumatics first and foremost and following that facing up to the advent of electronics.
The results? In 1978 Bertolotti founded Autorotor, dedicated to the production of mechanical components for automation (practically everything the transforms ingoing uniform rotary motion into outgoing intermittent motion), that today has a turnover of over 15 billion lire, has some forty employees and is reaping the benefits of a meticulous work of expansion in Italy and abroad.
But this is not all. Together with his four partners that detain the ownership of Autorotor (with rigorously equal shares) he has opened two new concerns, respectively focused on the production of machines for mechanical assembly (Tecmes) and cams (Autcam), both successful and solidly rooted on the market.
And now, bolstered by the results obtains, he can devote his time to developing other great outlet market that he previously never had the time to even look at (aboveall packaging), with the conviction of having a lot to offer.Here is why.

Evergreen mechanisms
«Synchronous movement given by a single motorization ensures a level of precision, repeatability and certainty in time that can only be guaranteed by mechanics. And what is more it offers cost benefits that are more advantageous compared to similar solutions in electronics or pneumatics».
Thus Ferdinando Bertolotti sums up the advantage of his technology, and states «if the greatest plus-point of electronics is flexibility, it is all the same true that when the machine has to carry out given preset movements, at high speed and precision, following given laws (for example the shifting of a weight from point A to point B, with controlled acceleration and/or controlled deceleration), it is mechanics that offers the max guarantee. And this with running costs that are at least five times lower. But there is another reason, based on the fact that mechanics is a discipline that has been consolidated and spread over a long period of time: ease of intervention and servicing.
If you have a problem on an electronic machine, very often only the software designer who created that specific system can intervene, while a mechanical malfunction can be tackled by a well-trained technician. This, aboveall in the longterm constitutes a not indifferent advantage.

Reduce and simplify
There is another prejudice to be got rid of, the industrialist states, and it concerns the rigidity of the mechanical machines. «The performance depends obviously in first place on the capacity of the designer and this is why pre-sale consultancy constitutes one of our great strongpoints. Having said this, one can reach a very high level of flexibility. Our Tecmes machine, for example offers numerous possibilities of setting and is a sort of “meccano” to be made up depending on the applications, to the point where our American dealer titled their presentation brochure “Tecmes, the flexible automation”».
The returns in terms of simplicity are considerable: «Our machines also adopt electronic components (for example in the command functions), but each time we can we substitute them with mechanisms, obtaining a more coherent, speedy and far less costly whole.
It is the same process that on a more general level one saw sometime back with the advent of pneumatics: at the beginning it seemed it was a panacea for all problems, then - having checked the response times of the devices and the cost -the usage of pneumatic components dropped, in favour of a more balanced and rational technological mix».

Planning and human relations
The development of Autorotor’s business - that in seven years has more than doubled its turnover - is due for a large part to the progressive conquering of shares at the expense of its competitors, and to the greater attention dedicated to outlet markets where initially little attention was paid (packaging first and foremost where Autcam is finding evermore important prospects).
But of late the most encouraging signals are coming from abroad. «We are aboveall putting down roots in Europe, Brazil, Singapore, Israel and the United States (where our most important customer operates) and at the end of May - Bertolotti quantifies - orders from foreign markets were up 40% on the same period in 1999».
The growth is obviously due to the widespread nature of the trade organisation, based on exclusive distributors abroad («asides Germany, where we have had a direct branch for three years now that is giving us a lot of satisfaction») and on a network of multimandatory agents in Italy, that covers the North and the Centre of the country. «Now we are concentrating on the South of Italy, where we have an agent for Campania and we are looking for one for Puglia».
Numbers to one side, the growth of the three Crema based companies are due, downstream, to quality factors. «Relations with sales persons are very close - also because, aboveall abroad, they have the responsibility of technical assistance - and are enhanced by daily contact and by frequent update training that goes beyond the merely “technical”: they build up reciprocal trust and ease communication».
The creation of a well-tried team, that shares values and objectives, is one of the pillars of the projects of conversion of Autorotor from owner company to structure concentrated on facing the challenges of the international market: customer satisfaction - the “credo“ of the company - can only be guaranteed by an organisation that is not improvised and by the availability of time and intelligence of all the persons that work at the same project».
This reverberates, among other things on the response times of the company. «We take our customers “by the hand”, starting off from locating the most suited components up to the final test, to be able to take on the full responsibility of the result. If though something goes wrong we guarantee an immediate intervention, via cable or by person.
Thus some years ago one of our technicians headed off to the US with only 24 hours notice, on the 14 of August with a component to be changed in his suitcase and when - two weeks back or so - from Vienna a breakdown was notified halfway through the morning, by three in the afternoon our local agent was on the spot».

La macchina base della Tecmes
La MB-BR di base della Tecmes è una macchina a tavola rotante a comando completamente meccanico. I movimenti sono ottenuti tramite il sincronismo di una tavola per la rotazione del disco portapezzi, di un oscillatore per il comando del movimento radiale dei bracci e di una camma eccentrica o di un oscillatore per il comando del movimento verticale della torretta centrale porta bracci.
Le macchine MB-BR sono costruite in tre dimensioni base, caratterizzate dal tipo di tavola rotante. Ciascuna di esse monta un diverso tipo di torretta centrale a seconda del numero di operazioni di assemblaggio da effettuare. Grazie alle caratteristiche di affidabilità, flessibilità, accessibilità, economicità e semplicità di funzionamento, sono utilizzate da oltre 15 anni da costruttori di macchine speciali per l’assemblaggio di componenti di piccole e medie dimensioni, con velocità di produzione variabili fra 1.000 e 4.800 cicli/ora.
Quando, per problemi tecnici, è impossibile utilizzare macchine a tavola rotante, si impone la scelta del sistema lineare. Mettendo a frutto l’esperienza maturata sulle macchine a tavola rotante con bracci radiali, Tecmes ha sviluppato una macchina lineare a comando meccanico, composta essenzialmente da un trasportatore a passo, con pallet incernierati, sul quale possono essere montati dei bracci lineari a comando meccanico o pneumatico. Nella versione lineare a comando meccanico, il nastro intermittente portapezzi TPM e l’albero centrale porta camme per il comando dei bracci lineari BL sono comandati da un’unica motorizzazione in sincronismo meccanico, in modo da garantire l’affidabilità, precisione e semplicità di funzionamento tipiche delle macchine meccaniche.


Tecmes basic machines
The basic MB-BR by Tecmes is a completely rotary indexing table. Movements are by way of the synchronisms of the table for rotating piece carrying disk, an oscillator for controlling the radial movement of the arms and eccentric cam or oscillator for controlling the vertical movement of the arm carrying central turret.
The MB-BR are built in three basic sizes, featuring the type of rotary indexing table. Each of these bears a different type of central turret depending on the number of assembly operations to be carried out. Thanks to features of reliability, flexibility, assembly, economy and simple functioning, that have been used for over 15 years by builders of special machines for the assembly of small-to-medium-sized components, with production speed that vary from 1,000 to 4,800 cycles/hour.
When for technical problems it is impossible to use rotary indexing tables, one has to resort to line machines. Drawing on the experience made on the turntable machines with radial arm, Tecmes has developed a mechanically controlled line machine, made up of a step conveyor, with hinged pallet, on which linear arms with pneumatic or mechanical commands can be assembled. In the mechanical control line version the intermittent TPM piece carrying belt and the central camshaft for controlling the liner BL arms are commanded by a single mechanically synchronised motor, so as to guarantee reliability, precision and simplicity of functioning typical of mechanical
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