Gli imballaggi di plastica rigida, nel 2003, segnano un +1,8%, grazie alle nuove "occasioni" di confezionamento offerte dal comparto alimentare e dal consolidarsi delle abitudini nel beverage. Ma anche dalla progressiva affermazione a scapito di materiali concorrenti. Plinio Iascone
Gli imballaggi di plastica hanno concluso il 2003 con un modesto tasso di crescita pari all1%, che segue a quello del 2,5% registrato nel 2002. Rispetto alla globalità dellindustria manifatturiera italiana, il settore si colloca comunque su livelli decisamente migliori (ricordiamo che lindustria manifatturiera ha segnato un -1,4% nel 2002 e un -0,9% nel 2003).
La produzione totale di imballaggi di plastica nel 2003 (ma il dato deve considerarsi ancora non definitivo) ha raggiunto le 3.470.000 t, di cui il 44% circa riguarda imballaggi rigidi, ovvero bottiglie, flaconi, secchielli, vaschette, bins, blister, alveoli, cassette, pallet, tubetti flessibili e chiusure.
La presente analisi prende in considerazione proprio questa vasta area di mercato, che, stando alle prime valutazioni, nel 2003 ha espresso una produzione di 1.517.000 t, evidenziando un tasso di crescita dell1,8%.
L80% circa della produzione di imballaggi plastici rigidi è destinata al mercato italiano, le esportazioni sono rappresentate essenzialmente da preforme per bottiglie e in particolare da chiusure.
Nel 2003 la corrente delle vendite allestero ha subito una flessione, quindi la crescita è imputabile esclusivamente alle vendite sul mercato italiano.
I settori di punta che hanno consentito tale performance sono stati quelli delle bottiglie per bevande, delle cassette per il settore ortofrutticolo e dei vassoi e vaschette destinate ai prodotti alimentari freschi preconfezionati. (tabelle 1, 2).
Lofferta è molto diversificata in termini di tipologia di imballaggi prodotti e, in molti casi, anche estremamente frazionata rispetto al numero di operatori presenti sul mercato (il che rende particolarmente difficile stilare una classifica di aziende leader). L'imballaggio rigido nel suo complesso presenta buone potenzialità di crescita, e l'ottimismo si fonda su alcuni dati di fatto, ovvero il graduale ricorso al contenitore di plastica, a scapito di altre soluzioni di imballaggio e la progressiva diffusione dei prodotti freschi porzionati e confezionati.
Continua inoltre la tendenza alla riduzione del peso medio anche se, in molti casi, è stato ormai raggiunto il limite.
È importante quindi tenere presente che il trend di sviluppo degli ultimi anni, con riferimento al numero di confezioni, è senzaltro migliore rispetto a quello dedotto dai dati sul peso complessivo.
Dove vengono impiegati
gli imballaggi plastici
Gli imballaggi rigidi di plastica trovano innumerevoli applicazioni settoriali (alimenti freschi e conservati, bevande, prodotti tecnici ecc.) e possono essere divisi in due grandi sotto sistemi:
- bottiglie e flaconeria varia (40%);
- contenitori come vaschette, secchielli, pallet, cassette, tubetti flessibili, vassoi
(60%).
Bottiglie e flaconeria
Presidiano saldamente il comparto bevande (alcoliche e analcoliche); sulla base del campione monitorato dallIstituto Italiano Imballaggio, hanno una quota del 62%, e i principali utilizzatori sono i settori acqua minerale e bevande analcoliche in genere (gassate e non). In questi ultimi anni lo sviluppo è stato favorito sia dall'andamento positivo del comparto beverage sia dal maggior ricorso alla bottiglia di PET rispetto a imballaggi competitor. Nel 2003 il comparto ha risentito in termini positivi di una lunga e calda estate, segnando circa l'8% in più.
Nel settore della detergenza domestica, la flaconeria (19% del consumo) cresce progressivamente anche in funzione di una maggiore diffusione dei prodotti liquidi, sebbene da qualche tempo subisca la concorrenza dei sacchetti poliaccoppiati di plastica.
A cosmesi, profumeria e farmaceutico arriva il 7% circa della flaconeria, che riassume in questa caso alcune caratteristiche particolari, sia in termini di design che di caratteristiche tecniche richieste (ad esempio inerzia nei confronti del prodotto).
Larea delle bottiglie per olio di semi e del latte (7,5%) evidenzia una certa crescita, grazie all'incremento di diffusione rispetto alle tipologie di imballaggi alternativi (tabella 3).
Vaschette, secchielli, pallet
Si valuta che gli imballaggi rigidi afferenti a questa seconda area vengano assorbiti per il 74% dal macro aggregato del food, e per il 26% dal non food (tabella 4).
Gli imballaggi a pareti sottili (vaschette, vassoi, coppette ecc.) sembrano presentare, tendenzialmente, i tassi di crescita migliori. La loro affermazione viene essenzialmente sostenuta dallo sviluppo del porzionamento pre-pesato presso la grande distribuzione (carni, salumi, formaggi, ortofrutta, prodotti da rosticceria ecc...), una pratica peraltro in aumento anche presso la distribuzione tradizionale.
La cassetta di plastica si sta via via affermando nella movimentazione dei prodotti ortofrutticoli freschi: le cassette a perdere, ma soprattutto, a rendere, risultano in sensibile crescita. Limpiego degli imballaggi rigidi di plastica nel settore dellortofrutta fresca (cassette e vaschette) arriva al 40% circa del consumo globale di contenitori rigidi.
Il comparto chiusure (tappi a vite, cappucci, ecc
) ha espresso una produzione di circa 95.000 t, di cui quasi il 50% destinata all'export.
Materie prime impiegate
Imballaggi di plastica con la stessa destinazione duso possono avere caratteristiche chimico-fisiche differenti, che dipendono dalla natura delle materie prime impiegate. La capacità di adattarsi alla tipologia di prodotto con cui entra in contatto rappresenta uno dei maggiori punti di forza dellimballaggio di plastica, che gli ha permesso di inserirsi nella quasi totalità dei settori industriali utilizzatori di imballaggi. Nellarea degli imballaggi plastici rigidi troviamo rappresentate tutte le principali famiglie di polimeri.
Su un totale di circa 1.550.000 t di materie prime plastiche impiegate per produrre imballaggi rigidi, i polimeri più utilizzati sono lHDPE e il PET, rispettivamente 27% e 26%. L'HDPE è impiegato principalmente per contenitori di grande capacità (fusti e taniche) e per flaconi destinati a prodotti tecnici liquidi.
Il PET viene impiegato principalmente nella fabbricazione delle bottiglie per bevande e liquidi alimentari. Proprio in quest'ultimo settore si segnala la tendenza in atto al sempre più intensivo impiego di bottiglie in PET nel packaging di prodotti quali olio di semi e latte fresco pastorizzato.
Altri materiali plastici impiegati nella produzione di imballaggi sono PP ed EPS.
Il PP risulta in progressiva e sensibile crescita, grazie soprattutto al massiccio ricorso a vaschette rigide per prodotti freschi porzionati presso la grande distribuzione. LEPS nelle diverse tipologie (espanso e non) viene utilizzato per vaschette, cestelli, alveoli, bicchierini e materiale di protezione.
In merito ai materiali impiegati per la fabbricazione degli imballaggi è importante evidenziare che un quantitativo significativo è costituito dalle plastiche provenienti dal riciclo.
Nel 2003 limpiego di materie seconde (plastica proveniente da riciclo) ha toccato le 421.000 t, di cui il 66% utilizzato per la fabbricazione di sacchi e il 34% per la produzione di imballaggi rigidi (come cassette e flaconeria).
Gli imballaggi realizzati con plastiche da riciclo vengono impiegati per contenere prodotti non alimentari.
Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio
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Plastic: opportunities for growth
Stiff plastic packaging in 2003 saw a rise of +1.8% thanks to the new packing "opportunities" offered by the food sector and to the strengthening of habits in the beverage sector. Not to mention also plastic's increasing supremacy over other competing materials.
Plinio Iascone
Plastic packaging saw modest growth of 1% in 2003, following a rise of 2.5% in 2002. When compared to the Italian manufacturing industry as a whole, this sector is definitely performing better (NB: the manufacturing industry saw -1.4% in 2002 and
-0.9% in 2003).
Overall output of plastic packaging in 2003 (not the final figure) reached 3,470,000 t, with some 44% or so consisting of stiff packaging (i.e. bottles, flacons, tubs, trays, bins, blister packs, honeycomb packs, crates, pallets, flexible tubes and closures).
This analysis looks at this vast market area, with estimated 2003 output of 1,517,000 t, marking a rise of 1.8%.
About 80% of stiff plastic packaging production is destined for the Italian market, while exports are made up mainly of bottle and (especially) closure preforms.
Export figures dropped a bit in 2003 and so growth in this sector is purely due to sales on the Italian market.
The leading sectors behind this performance are those of drinks bottles, crates for the market garden sector and trays and tubs for fresh pre-packed food (tables 1 & 2).
The offer is highly diversified in terms of the type of packaging used and, in many cases, is also exceedingly fragmentary with regard to the number of operators on the market (making it especially difficult to draw up a list of leading companies).
Stiff packaging overall has great growth potential and this optimism is based on certain sure data, i.e. the gradual trend to resort to the use of plastic containers rather than other forms of container and the on-going spread of portioned and packed fresh products. Then there's also the trend to cut the average weight, even though in many cases the min limits have now been reached. This means that it's important to bear in mind that the actual growth over the past few years (in terms of number of packs) has been greater than one could imagine from the overall weight data.
Where plastic packaging is used
Stiff plastic packaging has applications in numerous sectors (fresh and preserved food, drinks, industrial products, etc.,), which can be split into two major sub-systems:
- bottles and various flacons (40%);
- containers, such as trays, buckets, pallets, crates, flexible tubes, tubs
(60%).
Bottles and flacons
The drinks sector (alcoholic and non alcoholic) dominates here; according to the sample monitored by the Istituto Italiano Imballaggio, this sector accounts for 62%, the main users being the mineral water and soft drinks (fizzy and still) sectors. In recent years growth has been favoured by the positive development of the beverage sector and the greater use of the PET bottle to the detriment of competitor packaging. This sector also benefited from the long hot summer of 2003: some 8% extra consumption.
In the household detergents sector, flacons (19% overall consumption) grew gradually thanks also to the more wide-spread use of liquid products, even though plastic polylaminate bags have been creating of bit of competition recently.
About 7% of all flacons are used in the cosmetics, perfumery and pharma sectors, with some special characteristics in terms of both design and the technical features required of them (e.g., non-reaction with the product).
The seed oil and milk bottle sector (7.5%) is growing steadily thanks to the wider use of the plastic bottle rather than alternative packaging types (table 3).
Trays, tubs, pallets
It's estimated that 74% of the stiff packaging belonging to this second major area is used by the macro food industry, the remaining 26% by the non food sector (table 4).
The trend seems to be for greatest growth in thin wall packs (trays, tubs, cups, etc.). Their success is mainly due to broadscale distribution's development of pre-weighed portioning (meat, hams, cheese, fresh produce, rotisserie products etc...), and this is also catching on in traditional shops too.
The plastic crate is gradually establishing itself as a valid means for handling fresh produce: the use of non-returnable crates and, especially, returnable ones is growing considerably. Stiff plastic packaging for market garden produce (crates and trays) accounts for roughly 40% of total consumption of stiff containers.
The closure segment (screw caps, capsules, etc
) amounts to roughly 95,000 t, with almost 50% exported.
Raw materials used
Different forms of plastic packaging used for the same purpose can vary greatly in terms of their chemical and physical characteristics depending on the nature of the raw materials used.
Plastic's ability to suit the type of product it's expected to come into contact with is one of the strengths of plastic packaging, meaning it has now penetrated nearly every industrial sector where packaging is used.
All the major polymer families are used for stiff plastic packaging.
Out of a total of about 1,550,000 t of raw plastic materials used to create stiff packaging, the most widely used polymers are HDPE and PET (27% and 26% respectively).
HDPE is mainly used for large volume containers (drums and cans) and for flacons expected to hold industrial liquids.
PET is mainly used to produce bottles for drinks and liquid foods. There is currently a trend in the latter sector for more intensive use of PET bottles for the packaging of products such as seed oil and fresh pasteurised milk.
Other plastic materials used to produce packaging are PP and EPS.
Use of PP is continually and steadily growing, thanks especially to the huge use of stiff trays for fresh portioned food in the supermarkets.
The various types of EPS (expanded or otherwise) are used for trays, baskets, honeycomb packs, beakers and protection material.
As for the materials used to produce this packaging, it's important to note that a significant amount is made up of recycled plastic.
The amount of secondary materials used in 2003 (recycled plastic) came to 421,000 t, with some 66% used to create bags and the remaining 34% for stiff packaging (such as crates and flacons).
Packaging made from recycled plastic is used to contain non food products.
Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio |