La detergenza domestica

I prodotti, l’andamento del mercato e il confezionamento Barbara Iascone


In base alla classificazione di Federchimica Assocasa, l’area dei prodotti per la pulizia, la manutenzione e l’igiene degli ambianti comprende detersivi, saponi da bucato, coadiuvanti di lavaggio, disinfettanti e disinfestanti ambientali, cere, prodotti per la cura dell’auto, deodoranti ambientali e prodotti per la pulizia e manutenzione in generale.
Il rapporto annuale dell’associazione di marzo 2018 segnala, per il 2017, una sostanziale stabilità: analizzando i dati a valore, si ottiene infatti un -0,2% sull’anno precedente.
Valutando i singoli comparti, le migliori performance sono da attribuirsi ai disinfestanti (+4,8%), favoriti dalle condizioni climatiche dello scorso anno.
I prodotti coadiuvanti da lavaggio registrano un +0,5%: in testa, gli ammorbidenti in forma concentrata.
Sempre parlando in termini di valore, a registrare un calo sono i prodotti detergenti con un -0,8%; nell’ambito di questo comparto, spiccano gli andamenti positivi dei detersivi liquidi per il bucato e dei detergenti per lavastoviglie.

Tutto cambia però se ragioniamo in termini quantitativi.
Secondo le rilevazioni Istat, la produzione globale nell’area detergenza nel 2017 è in crescita di oltre il 7%, attestandosi intorno ai 3.205.000 t. Sempre secondo le rilevazioni Istat, il commercio estero (guidato essenzialmente da importanti imprese internazionali attive nel settore e presenti in Italia), chiude l’anno 2017 con un +6,5% per le importazioni e un +6% per le esportazioni.
Il consumo apparente supera i 2.500.000 di tonnellate (+7,7% rispetto al 2016).
La differenza di andamenti tra volumi e valori, che persiste ormai da alcuni anni, si spiega essenzialmente con l’abitudine consolidata di risparmiare con le offerte promozionali (il “3 per 2” per intenderci) o di preferire le confezioni in grado di fornire un maggiore numero di lavaggi a parità quantitativa di prodotto.
Proprio per questi motivi l’industria della detergenza sta mettendo in campo parecchi sforzi per riuscire, da un lato, a soddisfare le esigenze e i bisogni delle famiglie, dall’altro per offrire prodotti innovativi e performanti.
A influire sulle scelte di produzione e di packaging sono inoltre le precise richieste dei consumatori, per certo più attenti al risparmio, ma anche alla tutela ambientale.

I canali della distribuzione
Per quanto riguarda i canali di vendita, sempre secondo l’analisi di Assocasa, le uniche realtà distributive che registrano tassi di crescita sono i negozi specializzati (Drug Specialist), dove si può trovare un ottimo assortimento quantitativo e qualitativo, affiancato da buone opportunità di risparmio: nel 2017, questa tipologia di negozi segna infatti un +5,9%. I discount registrano un modesto +0,3%, mentre le piccole superfici distributive, gli Iper e i Super, continuano a registrare cali.

Le tipologie di confezionamento
Nel settore della detergenza continuano a dominare gli imballaggi di plastica, siano essi rigidi o flessibili: gli unici spostamenti di quote di mercato registrate continuano ad essere quelli tra le diverse tipologie di plastica.
La scelta del materiale di imballaggio, come in tutto il settore chimico, risulta in gran parte funzionale alle differenti caratteristiche chimico-fisiche del prodotto da confezionare, ma dipende anche da esigenze di comunicazione che sempre più spesso rappresentano un modo per differenziare i diversi marchi commerciali e le innovazioni di prodotto.
Analizzando i numeri della Banca Dati dell’Istituto Italiano Imballaggio, il mix del packaging evidenzia quanto segue.
Nel 2017, gli imballaggi di plastica coprono il 93,5% del confezionamento dei prodotti per la pulizia e la manutenzione degli ambienti, una percentuale costante ormai da qualche anno. Sono comprese in questa percentuale le confezioni realizzate in plastica biodegradabile, in costante crescita.
Nello specifico troviamo:
- i flaconi in plastica, che nel 2017 si sono attestati al 68% (-0,3% rispetto al 2016);
- i contenitori realizzati con materiale accoppiato flessibile da converter, che crescono anno dopo anno e nel 2017 raggiungono il 22,2% del totale delle confezioni del settore;
- le ricariche per i flaconi dei detersivi realizzate con materiale plastico biodegradabile (che si aggiungono alla famiglia degli imballaggi di plastica) e risultano in costante crescita, raggiungendo nel 2017 l’1,3% del totale mix del packaging.
Questa ultima tipologia di imballaggio, in particolare, è destinata ai prodotti concentrati, che messi in acqua calda all’interno di un flacone, si sciolgono rilasciando quanto necessario a ricostituire il detersivo o il detergente originale. Ancora nell’area “imballaggi di plastica” troviamo gli incarti utilizzati per i saponi in pezzi (1%) e i tubetti (1%).
Il restante 6,5% del packaging del settore è composto da:
- astucci di cartoncino, impiegati in prevalenza per i prodotti in polvere e per tabs per lavastoviglie che, nel 2017, rimangono costanti al 4%;
- bombolette spray di metallo (ormai quasi esclusivamente in acciaio a scapito dell’alluminio) che si attestano all’1,5%;
- contenitori accoppiati rigidi, che passano dall’1% del 2016 allo 0,5% nel 2017;
- il restante 0,5% è rappresentato dai distributori automatici di prodotti sfusi, un fenomeno che in Italia non ha attecchito come in altri paesi e negli anni è andato via via diminuendo.
Accanto agli imballaggi primari troviamo gli imballaggi secondari e da trasporto (scatole di cartone ondulato, film termoretraibile e pallet).

La detergenza, nei primi mesi del 2018
I dati Istat relativi ai primi 5 mesi del 2018 confermano che il settore della detergenza è partito bene, con una produzione in crescita dell’1,7% rispetto allo stesso periodo del 2016. Nello stesso periodo, il commercio estero è caratterizzato da un import che cresce del 12,5% e un export in crescita del 10,5%.
Il consumo apparente dovrebbe registrare un calo intorno al -0,2%.
Secondo le ipotesi dell’Istituto Italiano Imballaggio, per quanto riguarda il mix del packaging, si dovrebbero confermare gli andamenti del 2017, con il flessibile e le confezione in materiale plastico biodegradabile in crescita, assestati rispettivamente al 22,5% e all’1,4%. Questi incrementi andranno ancora scapito dei flaconi in plastica.

Barbara Iascone
Istituto Italiano Imballaggio

 

Il nostro network