Un’ottima annata
«Un Vinitaly effervescente, sia sul fronte interno, dove la “ripresina” sta dando i suoi frutti, sia su quello dell’export, dove abbiamo registrato buoni appuntamenti e la presenza di buyer».
Questo il commento di Domenico Zonin, titolare dell’omonima impresa, ed è emblematico delle valutazioni degli operatori convenuti all’edizione 2015 di Vinitaly, la fiera italiana del vino (Verona, 22-25 marzo).
La manifestazione ha ospitato circa 4.000 espositori e 150mila visitatori, con una crescita dei paesi di provenienza dei buyer (dai 120 dell’anno corso agli attuali 140), e oltre a 2.600 giornalisti da 46 nazioni a fare da cassa di risonanza a un evento che svolge senz’altro un ruolo importante nella promozione dell’industria vitivinicola nazionale.
Tra i fenomeni da segnalare, la ripresa del mercato interno in entrambi i canali horeca e GDO e l’incremento dei buyer stranieri, anche grazie al +34% di investimenti per l’incoming e alla collaborazione con Ministero dello Sviluppo economico, Agenzia-ICE e Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali. Le new entry più rilevanti si registrano da estremo oriente (Thailandia, Vietnam, Singapore, Malesia) Messico, Africa (Camerun e Mozambico) e Nord Africa con Egitto, Tunisia e Marocco in ripresa, sia per il vino sia per l’olio extravergine d’oliva.
Guardando ai numeri assoluti, è il Nordamerica a guidare i flussi, con Usa e Canada al 20% degli oltre 55mila visitatori esteri, preceduto, ma non di molto, solo dall’Europa. Qui domina l’area di lingua tedesca (Germania, Svizzera e Austria) al 25% delle presenze, seguita da Regno Unito (10%), Paesi Scandinavi e Benelux. Cresce sensibilmente la Francia, che precede il Giappone nella classifica generale delle presenze, mentre Cina, Hong Kong e Taiwan si collocano all’ottavo posto; la Russia, nona, è l’unica in controtendenza in conseguenza della difficile situazione geopolitica in atto e il Brasile chiude la top ten. Quote minori ma in crescita da altri Paesi UE, in particolare Polonia e Romania.