Viribus unitis

Curiosità, attese e conferme sulla Ronchi. Specialista nella costruzione di macchine per il confezionamento di prodotti per l’igiene personale e la detergenza liquida, Ronchi cresce per vie interne, puntando come sempre alla concretezza dei fatti, tanto in termini di innovazione tecnologica che di capacità produttiva e qualità del servizio. E in questo modo continua a registrare, anno dopo anno, esercizi record.
Oggi la sfida si rinnova con l’obiettivo di migliorare la flessibilità delle macchine e di ridurre (azzerare?!) i tempi di cambio formato in una prospettiva 4.0.

Stefano Lavorini

11_Cesare_Gianmario.pngCi siamo nuovamente incontrati a inizio 2017. Nell’occasione, i fratelli Ronchi, Cesare e Gianmario, mi hanno aggiornato sui loro progetti in corso, sulle ultime realizzazioni e mi hanno permesso di visitare il nuovo stabilimento, operativo da poco più di un anno.
Al momento dei saluti, abbiamo fatto una sorta di scommessa, che suona in controtendenza con i tanti, troppi proclami che piovono da più parti: abbiamo infatti concordato che, a mo’ di testimone, sarei stato chiamato a verificare, a distanza di qualche mese e prima di pubblicare le informazioni sulla rivista, quanto ci eravamo detti, a riprova che, nello spirito dell’azienda, ciò che contano sono le cose concrete e non le parole.
Ecco, quindi, il resoconto puntuale di quanto l’azienda ha fatto e non fatto.

Obiettivo crescita: bilancio consolidato oltre i 70 milioni. Partendo da metà 2016, quando Ronchi Mario Spa ha festeggiato il traguardo dei cinquant’anni di attività, di cose ne sono accadute parecchie.

L’azienda ha infatti vissuto un’ulteriore vigorosa crescita, rispettando puntualmente i programmi: anzitutto la costruzione, in soli 6 mesi, della nuova unità produttiva di via Monza, sempre a Gessate (MI) e, a seguire, il primo gennaio 2017, l’avvio delle attività nonché la messa a regime della produzione nel corso dell’anno, con l’assunzione di 20 nuovi addetti.
I risultati dell’esercizio 2017, ufficializzati lo scorso giugno, parlano chiaro: un nuovo anno record per numero di macchine prodotte e per fatturato, che per la casa madre italiana è passato da 47 a 62 milioni di euro, anche se Cesare si limita a definirlo “particolarmente buono e importante”.

Zero Emission Building. La nuova unità produttiva di Ronchi Mario Spa sorge su un’area di circa 20.000 mq, di cui 4.000 coperti. Il complesso industriale, pienamente operativo dal 2017, è progettato secondo criteri di sostenibilità ed è a tutti gli effetti un “edificio a zero emissioni”.
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Motore di questo sviluppo, oltre all’acquisizione di nuove quote di mercato, una significativa commessa ottenuta - peraltro solo a fine 2016, ovvero a lavori del nuovo stabilimento in corso d’opera - da un gruppo multinazionale.
Si tratta di una serie di linee di confezionamento, che comprendono alimentatore/orientatore bottiglie, etichettatrice, riempitrice, tappatore, bilancia per controllo peso, altra etichettatrice nonché tutta la logistica di nastri trasportatori per trasferire i materiali da imballaggio (bottiglie e tappi) dalla zona di stoccaggio/depalettizzazione alla linea di riempimento. Una commessa che impegnerà la capacità dell’impianto di via Monza fino a metà 2019.

Se non bastasse, nel 2017, si è consolidata l’attività di produzione avviata da Ronchi America, l’anno precedente; un fatto che ha consentito all’azienda, che produce negli USA una linea di macchine specificatamente dedicate a quel mercato, di ottenere “risultati molto interessanti”, commenta Gianmario… In altre parole, vuol dire aver quasi raddoppiare il fatturato.

Programmi 2018: niente effetti speciali. Ronchi continua a lavorare sull’innovazione di prodotto e sono previsti sviluppi particolarmente significativi nel corso dell’anno: dal consolidamento di tecnologie già sviluppate, come ad esempio la nuova generazione di misuratori di flusso intelligenti in grado di autoregolarsi in funzione delle caratteristiche del prodotto, alla riduzione dei tempi e delle attrezzature necessarie per effettuare il cambio formato, partendo dall’alimentazione bottiglie, così da rispondere alle nuove esigenze della vendita e della distribuzione.
In azienda, ovviamente, non stanno trascurando quanto è correlato al nuovo modello di automazione industriale, con il chiaro obiettivo di mettere in campo qualcosa di concreto, che si traduca in valore aggiunto per il cliente.
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Posto che le singole macchine sono già Industry 4.0 ready, partendo da quello che realmente il mercato chiede Ronchi sta studiando un pacchetto di soluzioni da offrire ai clienti, che attraverso l’implementazione sulla macchina di strumenti intelligenti (sensori vari, nonché servomotori al posto di motori asincroni, ad esempio) vada nella direzione della digitalizzazione della produzione, della raccolta e gestione dei dati, nonché della manutenzione predittiva.

Al di là delle parole d’ordine attualmente in voga, Cesare aggiunge che, a essere realistici: «Oggi abbiamo, in non pochi casi, difficoltà ad avere accesso a una connessione remota per fare assistenza sulle macchine in produzione, e non è facile prevedere quando le aziende utilizzatrici saranno pronte a consentirci l’accesso al complesso dei dati di linea».
Forti di questi investimenti in ricerca e sviluppo, le previsioni di inizio anno trovano conferma nei dati della semestrale, come sottolinea Gianmario «e tutto fa prevedere che il 2018 chiuderà in crescita ancora una volta».

Concludendo… Qualcuno potrebbe obiettare che non ho chiarito quanto NON è stato fatto. Ebbene una cosa è andata disattesa: i fratelli Ronchi non mi hanno ancora invitato ad assaggiare il vino nuovo di loro produzione.
Scherzando… Prosit!

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