September 2004




Latte: l’UHT passa al PET
Milk: UHT goes into PET

M&D News







Rapporto sullo stato dell’imballaggio (2)
Report on the state of the packaging industry (2)

Confezionare con carta e cartone
Paper and board packaging

F&F News






L’eccellenza delle macchine
Machine excellence

Tra la Via Emilia e il West
Between the via Emilia and the Far West

Marcare dappresso (il mercato)
Closely mark (the market)

I&D News







E&L News







Packaging Links
Packaging Links

Le tante forme del caffè
The many shapes of coffee

Sistemi di codifica e marcatura
Coding and marking systems

Una scelta vincente
A winning choice

M&M News










A dispetto delle valutazioni di inizio anno, “l’azienda Italia” fatica ad agganciare la ripresa che, da alcuni mesi, interessa gli USA e molti paesi asiatici. La situazione a metà 2004. A cura di Plinio Iascone

Come e dove viene utilizzato l’imballaggio
La movimentazione delle merci comporta sempre l’impiego di imballaggi, siano essi primari o secondari o da trasporto. Nella presente trattazione si considerano i principali settori di impiego e, in particolare, quelli che utilizzano diverse tipologie di imballaggi o quelli in cui si riscontra una presenza significativa in quantità di una o più famiglie di imballaggi.

Area agro alimentare
Il settore alimentare rimane una delle principali aree di impiego degli imballaggi: ne assorbe globalmente il 55%, destinandone poi il 30% al confezionamento di cibi e il 25% alle bevande.
L’industria agro alimentare italiana continua a dare un contributo essenziale allo sviluppo del Paese, anche in periodi critici come l’attuale. Mentre l’industria italiana nel suo complesso, nel 2003 segnava un regresso produttivo dello 0,8% (che diventava dell’1,3% per l’industria manifatturiera) l’agro alimentare ha confermato un tasso di espansione, modesto ma significativo, pari all’1,3%, confermando così la propria solidità e le sue caratteristiche “anticicliche”. Le previsioni per il 2004 parlano di uno sviluppo dell’1,5-1,8% circa.
Questa vasta area di mercato può essere suddivisa in due importanti comparti: alimenti e bevande.

Prodotti alimentari
Il trend evolutivo 2003 si presenta differenziato, a seconda dei settori.
• I salumi hanno archiviato una crescita in quantità dell’1,1%, grazie alla buona tenuta della domanda interna e all’ottimo andamento delle esportazioni. Una crescita analoga è ipotizzabile per il 2004.
• I formaggi hanno fatto segnare un incremento produttivo contenuto allo 0,6%, derivante da un exploit delle esportazioni (+78%) ma da una stagnazione dei consumi interni.
• Le paste alimentari, uno dei settori di punta del made in Italy, hanno chiuso il 2003 in discesa (-2%): la contrazione è stata causata dalla caduta delle esportazioni, arretrate del 3,4%. Una sostanziale stabilità è prevista per il 2004.
• Le carni fresche hanno segnato un
-2,2%, con un possibile recupero nel 2004 dello 0,3%.
• Un trend positivo costante intorno al 2,5% medio anno continua a essere caratteristico dei surgelati.
• Le conserve ittiche hanno fatto registrare una discreta performance pari a +3% (il trend favorevole dovrebbe proseguire anche nel 2004).
• I derivati dei pomodori, dopo due anni di sensibili cali produttivi, hanno archiviato il 2003 con una crescita del 25%. Nel 2004 è prevista una crescita del 4-5%, in sintonia con il trend evolutivo della domanda.
• Conserve di legumi e frutta sciroppata continuano a evidenziare, nella loro globalità, tassi di crescita modesti, sia per la sostanziale stabilità della domanda che per le sempre maggiori difficoltà nelle esportazioni.
• Il settore dolci e prodotti da forno ha espresso un incremento produttivo del 2,3% in volume; i gelati, che hanno segnato un +12,8%, sono stati il prodotto di punta. Per il 2004 dovrebbe essere confermato un incremento del 2-2,5%.
• I prodotti ortofrutticoli freschi hanno concluso il 2003 con un calo in quantità pari al 5%; in particolare i prodotti freschi destinati al consumo (famiglie e horeca) hanno segnato un -14%. Sia la domanda interna che le esportazioni hanno evidenziato una contrazione, rispettivamente del 7% e del 20%. Il 2004 dovrebbe risultare in lieve recupero.
L’area alimentare utilizza una vasta gamma di imballaggi primari, secondari e da trasporto. Il 30% circa è costituito da imballaggi cellulosici, nell’ambito dei quali il cartone ondulato (come materiale per l’imballaggio da trasporto) è presente in tutti i settori. Anche il legno è molto diffuso (30%) come materia prima per i pallet e, circoscritto all’ortofrutta, come cassetta.
Gli imballaggi di plastica, declinati in un’ampia gamma di tipologie, detengono una quota del 27,5%. Seguono gli imballaggi di metallo (6,5%) e il vetro (6%).

Bevande
Il settore delle bevande ha concluso il 2003 con un incremento del 5% rispetto al 2002 e per il 2004 è previsto uno sviluppo del 2% circa.
• Le bevande alcoliche hanno limitato la crescita all’1,4%, e lo sviluppo è stato essenzialmente determinato dalla birra. Le prospettive per il 2004 limitano lo sviluppo all’1,5-1,7%.
• Le bevande analcoliche hanno archiviato un 2003 eccezionale, a seguito della lunga e calda estate: +7% rispetto al 2002. A fronte di un’estate “normale”, quest’anno, il comparto potrebbe crescere del 2,5-3%.
Nel settore delle bevande, il mix del packaging primario utilizzato è il seguente: bottiglie di plastica (53%), bottiglie di vetro (27,5%), contenitori di cellulosa accoppiata (13%), lattine metalliche (2%), altro (5,5%).

Area non food
Si tratta dell’area che, tanto nel 2002 quanto nel 2003, ha subito i maggiori contraccolpi in relazione alla difficile situazione congiunturale dell’economia. Per questo motivo, nel 2004, sarà la “cartina al tornasole” dell’industria manifatturiera italiana. Nel complesso assorbe il 45% circa degli imballaggi utilizzati.

Prodotti chimici
Il comparto comprende colori, inchiostri, colle, fitofarmaci, lubrificanti, diluenti e prodotti per la detergenza domestica, ed esprime una produzione globale di oltre 22 milioni di t. In quest’area il calo di attività è stato del 2% nel 2002 e dell’1,5% nel 2003. L’arretramento è dipeso sia dal calo delle vendite sul mercato interno che delle esportazioni (14% circa della produzione).
Gli inchiostri per uso industriale e i prodotti per la detergenza domestica e pulizia della casa sono gli unici a presentare un trend moderatamente positivo. Per l’intera area si ipotizza un lieve recupero (1%), ma solo dal 2005 è ritenuta possibile una vera ripresa.
Gli imballaggi utilizzati per il confezionamento di questi prodotti sono essenzialmente contenitori di plastica e acciaio con capacità sino a 20-30 litri, fusti da 200 litri in acciaio e plastica, cisternette, sacchi di plastica e di carta e fusti in cellulosa per prodotti in polvere o granuli. Per alcuni prodotti è previsto l’uso, ovviamente, di grosse cisterne.
Prendendo a riferimento solo gli imballaggi primari, il mix generale è invece il seguente: cisterne (43%), imballaggi di plastica (30%), imballaggi di acciaio (9,4%), imballaggi cellulosici (17%), altro (0,6%). La movimentazione dei prodotti prevede in genere l’uso di scatole di cartone ondulato, film plastici e pallet.

Farmaci
Dopo una crescita media del 3% annuo dal 2000 al 2002, nel 2003 il settore ha contenuto lo sviluppo al 2%. È venuto anche a mancare il sostegno delle esportazioni che, in passato, avevano contribuito a sostenere l’attività produttiva (basti pensare che tra il 1998 e il 2001 il settore è cresciuto del 7% medio annuo).
A seguito di un ulteriore ridimensionamento delle spese farmaceutiche a carico dello Stato e una situazione ancora difficile per le esportazioni, nel 2004 la crescita non dovrebbe superare l’1,5%.
Come noto, il mix del packaging muta a seconda dell’andamento delle diverse forme farmaceutiche: iniettabili, liquidi bevibili, liquidi non bevibili, solidi orali, solidi non orali, trans-dermici, farmaci per uso esterno, spray.
L’utilizzo complessivo di imballaggi nel settore è comunque in generale aumento, spinto dalla maggior produzione di farmaci monodose. Imballaggi di vetro, di plastica e blister (plastica+alluminio) e astucci di cartoncino sono i più diffusi, seguiti da bombolette aerosol (prevalentemente di alluminio), tubetti flessibili di alluminio ecc.

Cosmesi e profumeria
In analogia all’anno precedente, il settore nel 2003 ha sofferto di una contrazione delle esportazioni e di un contenuto aumento della domanda interna.
In termini reali i consumi interni sono risultati in aumento dello 0,8%, mentre le esportazioni hanno subito una contrazione di oltre il 10%. Di conseguenza l’attività del settore presenta un arretramento di circa il 2,5-3%.
È prevista una lenta ripresa per il 2004, ma le difficoltà incontrate sui mercati esteri continueranno a pesare.
Tra i materiali di confezionamento, la plastica continua la propria escalation all’interno del comparto, ad eccezione di alcune aree: nel settore dei profumi il vetro risulta la soluzione di confezionamento nettamente rilevante e insostituibile. La maggioranza dei prodotti è astucciata.
Anche per questi prodotti la movimentazione avviene mediante scatole di cartone ondulato, film plastici e pallet.

Beni di consumo (area moda)
A partire dal 2001 vestiario, scarpe e pelletteria varia hanno evidenziato un progressivo e sensibile calo dell’attività produttiva che, per il terzo anno consecutivo, è risultata in flessione (-4% in termini reali). Il rafforzamento dell’Euro ha reso difficile poter essere competitivi su molti prodotti.
Le aspettative per il 2004 sono purtroppo orientate verso una stagnazione sui bassi livelli del 2003; si parla anche qui di una possibilità di ripresa solo a partire dal 2005.
Per quanto concerne gli imballaggi utilizzati per il confezionamento e il trasporto, primeggiano gli imballaggi cellulosi e quelli plastici.

Elettrodomestici
Dopo alcuni anni di crescita progressiva, sorretta dal buon andamento della domanda interna e in particolare di quella estera (il 2003 ha evidenziato uno sviluppo dell’11%), nel 2004 dovrebbe esserci una battuta d’arresto (almeno sulla base delle prime indicazioni).
In termini di imballaggi, continua l’impiego del cartone ondulato (in molti casi sostituito con profili di polistirolo) e del film plastico.

Mobili
Da alcuni anni il mercato dell’arredamento è caratterizzato da una sostanziale stagnazione. Dopo il limitato +0,6% del 2003, si ipotizza per il 2004 un inizio di ripresa (+2,5%).
Cartone ondulato e film plastici sono gli imballaggi nettamente prevalenti

Costruzioni
L’attività edilizia è fortemente correlata ai seguenti prodotti: cemento, calce, laterizi, vetro piano, tondo per cemento armato, piastrelle ecc.
Negli ultimi anni ha beneficiato di un trend favorevole (+4% medio annuo tra il 1998 e il 2002) e anche il 2003 si è concluso con un +3%.
Soltanto le piastrelle hanno evidenziato lievi cedimenti, a seguito di un ridimensionamento delle esportazioni, da sempre componente fondamentale della domanda. Ridimensionate anche le aspettative di crescita per il 2004 (2% circa).
Imballaggi cellulosici, film plastici, sacchi di carta e plastica nonché pallet di legno sono gli imballaggi più utilizzati in quest’area.

Report on the state of the packaging industry (2)
Despite estimates at the start of the year, ‘the Italian system’ is struggling to match the recovery which for several months has been enjoyed by the USA and many Asian countries. The situation in mid-2004. Edited by Plinio Iascone

How and where packaging is used

The handling of goods always requires the use of packaging, whether it be primary, secondary or for transport. Here we will consider the main sectors of use and, in particular, those which use different types of packaging or those where there is a significant use of one or more families of packaging.

The agrofood area
The food sector continues to be one of the main areas for the use of packaging: it accounts for a total of 55%, 30% being used for the packaging of foodstuffs and 25% for drinks.
The Italian agrofood industry continues to make an essential contribution to the development of the country, even in a critical situation such as exists at present. While in 2003 Italian industry overall showed a decline in production of 0.8% (1.3% for manufacturing industries), the agrofood sector enjoyed modest but significant growth of 1.3%, thus confirming its strength and ‘anticyclic’ characteristics. Forecasts for 2004 speak of development of about 1.5-1.8%.
This vast area of the market can be subdivided into two important sectors: food and drink.

Food products
The development trend in 2003 varied according to the sector.
• Cured meats recorded a quantitative growth of 1.1%, thanks to the strength of domestic demand and excellent exports. Similar growth is forecast for 2004.
• Cheese saw a modest increase in production of 0.6%, due to the exploitation of exports (+78%) but stagnation in domestic consumption.
• Pasta, one of Italy’s most typical products, ended 2003 on a downturn (-2%): this contraction was caused by a fall in exports of 3.4%. In 2004 the sector is expected to remain basically stable.
• Fresh meats declined by -2.2%, with a possible recovery of 0.3% in 2004.
• A continued positive trend of around 2.5% annual average characterised the frozen foods market.
• Preserved fish products performed reasonably at +3% (this favourable trend should continue in 2004).
• Tomato derivatives, after two years of significant decline, ended 2003 with growth of 25%. Growth of 4-5% is forecast for 2004, in line with a developing trend in demand.
• Preserved vegetables and fruit in syrup continued to exhibit modest growth overall, both in stability of demand and increasing difficulties in exports.
• The bakery and confectionery sector showed an increase in production of 2.3% in volume; ice cream, with +12.8%, was the star performer. An increase on 2-2.5% is expected for 2004.
• Fresh fruit and vegetable products ended 2003 with a quantitative drop of 5%; in particular, fresh products intended for consumption (by families and catering) fell by -14%. Both domestic demand and exports suffered a contraction, of 7% and 20% respectively. 2004 should show a slight recovery.
The food area uses a vast range of primary, secondary and transport packaging. About 30% is made up of cellulose-based packaging, of which corrugated cardboard (as a packaging material for transportation) is used in all sectors. Wood is also widely used (30%) as the main material for pallets and, in the fruit and vegetable sector, for boxes.
Plastic packaging, of which many types are used, accounts for 27.5%. This is followed by metal (6.5%) and glass (6%).

Drinks
The drinks sector ended 2003 with an increase of 5% compared with 2002, and growth of about 2% is forecast for 2004.
• The growth of alcoholic drinks was limited to 1.4%, and this trend was mainly due to beers. Prospects for 2004 are for development of 1.5-1.7%.
• Soft drinks had ad excellent year in 2003, due to the long, hot summer: +7% compared with 2002. Faced with a ‘normal’ summer this year, the sector may grow by 2.5-3%.
In the soft drinks sector, the mix of primary packaging used is as follows: plastic bottles (53%), glass bottles (27.5%), bonded cellulose containers (13%), metal cans (2%), other (5.5%).

Non-food area
This is an area which, in 2002 and in 2003, suffered the greatest repercussions due to the difficulties of the economic crisis. For this reason, in 2004 it will be the ‘litmus test’ for the Italian manufacturing industry. Overall, it accounts for 45% of packaging used.

Chemical products
This sector includes paints, inks, glues, plant protection products, lubricants, solvents and household cleaning products, and accounts for overall production of more than 22 million tonnes. In this area, there was a drop in activity of 2% in 2002 and 1.5% in 2003. This slowdown is due both to the drop in sales on the domestic market and exports (about 14% of production).
Inks for industrial use and household cleaning products were the only sectors to show a moderately positive trend. A slight recovery (1%) is forecast for the whole sector, but no real recovery is foreseen until 2005.
The materials used for packaging these products are essentially plastic and steel containers with capacities of up to 20-30 litres, 200-litre steel and plastic drums, small tanks, paper and plastic sacks and cellulose-based drums for products in powder or granular form. Obviously, for some products large tanks are used.
Where primary packaging alone is concerned, the general mix is as follows: tanks (43%), plastic packaging (30%), steel packaging (9.4%), cellulose-based packaging (17%), other (0.6%).
In general, the handling of products involves the use of corrugated cardboard, plastic film and pallets.

Medicines
After average annual growth of 3% from 2000 to 2002, in 2003 growth in the sector was limited to 2%. There was also a lack of support from exports which, in the past, contributed to sustaining production (remember that between 1998 and 2001 the sector grew by an average of 7% annually).
Following a further reorganisation of State spending on medicines and continuing difficulties with exports, in 2004 growth is not expected to exceed 1.5%.
As mentioned, the packaging mix varies according to the characteristics of the various types of medicine: for injection, drinkable liquids, non-drinkable liquids, oral solids, non-oral solids, transdermal, medicines for external use and sprays.
Overall, however, the use of packaging in the sector is on the increase, driven by an increase in the production of single-dose medicines. Packaging in glass, plastic and blisters (plastic + aluminium) and card packets are the most widely used, followed by aerosols (mainly aluminium), flexible aluminium tubes etc..

Cosmetics and perfumes
As was the case the previous year, in 2003 the sector suffered a reduction in exports and a modest rise in domestic demand.
In real terms, domestic consumption increased by 0.8%. while exports fell by more than 10%. Consequently, activity in the sector underwent a contraction of about 2.5-3%.
A slow recovery is forecast for 2004, but the difficulties encountered in foreign markets will continue to have an effect.
Among the packaging materials, the use of plastic continues to grow within the sector, with the exception of a few areas: in the perfume sector, glass remains the most important and irreplaceable material. Most products also come in cardboard packets.
The handling of these products is carried out with corrugated cardboard boxes, plastic film and pallets.

Consumer goods (fashion sector)
From 2001 clothing, shoes and leather goods showed a progressive an significant fall in production, which for the third consecutive year resulted in a reduction (-4% in real terms).
The strengthening of the euro made it difficult for many products to be competitive.
Unfortunately, the expectations are that 2004 will see the market remain stagnant at the low 2003 levels; there is also talk here of the possibility of recovery only from 2005. Regarding the materials used in this sector for packaging and transportation, the most important ones are cellulose-based or plastic.

Electrical appliances
After several years of steady growth, sustained by strong demand at home and especially abroad (2003 saw development of 11%), 2004 should see a slowdown (at least on the basis of first indications).
In terms of packaging, the use of corrugated cardboard continues (in many cases replaced by polystyrene profiles) and plastic film.

Furniture
For several years, the furniture market has been characterised by stagnation. After the modest +0.6% in 2003, it is expected that a recovery will start in 2004 (+2.5%).
Corrugated cardboard and plastic film are the packaging materials mainly used.

The construction trade
The building trade is strongly linked to the following products: cement, lime, bricks, plate glass, reinforcement for concrete, tiles, etc. In recent years the sector has benefited from a favourable trend (+4% yearly average between 1998 and 2002) and 2003, too, ended with growth of +3%. Only tiling suffered a slight decline, following a reorganisation of exports, which has always been a basic component of demand. There has also been a revision of expectations for growth in 2004 (around 2%). Cellulose-based packaging, plastic film, paper and plastic sacks and wooden pallets are widely used in this area.





Il settore degli imballaggi ha concluso il 2003 con una produzione globale di circa 16,1 milioni di t, registrando un modesto incremento dell’1% rispetto al 2002. Bene le vendite sul mercato interno, calo nell’export.

Se consideriamo i risultati conclusivi del 2002 che riportano di una contrazione pari allo 0,4%, nel 2003 sono stati registrati dati lievemente migliori (16,2 milioni di t, +0,2%) seppur lontani dai trend del recente passato, quando il settore marciava a tassi di sviluppo del 3,5% medio annuo. Il rallentamento generalizzato dell’economia nazionale e internazionale dell’ultimo biennio ha quindi influito anche sull’evoluzione del settore dell’imballaggio, sebbene in misura inferiore al totale dell’industria manifatturiera (si veda il commento in apertura relativo all’economia nazionale). Come più volte ricordato, infatti, questo comparto presenta una significativa correlazione con i due importanti macro indicatori economici, ovvero produzione industriale e PIL. Il trend evolutivo - ed è questa la sua tipicità - risulta sempre lievemente migliore rispetto all’andamento dei due indicatori, siano essi in salita o in discesa.
In particolare, nel 2003, si è verificato un calo del 7% delle esportazioni e un aumento del 2% delle vendite in Italia: l’attività ha quindi tratto il maggior beneficio, seppur contenuto, dalla domanda nazionale. Le ipotesi evolutive per il 2004 permangono prudenti, in quanto le aspettative della ripresa economica nazionale sono moderatamente positive. Tenendo conto della correlazione esistente tra produzione di imballaggio ed evoluzione dell’attività dell’industria manifatturiera e del PIL (rispettivamente +0,9% e 1,2%), l’attività dell’industria del packaging potrebbe svilupparsi del 2-2,5% circa, con una crescita ancora guidata dalle vendite sul mercato nazionale (dato che i problemi legati alla competitività dei nostri prodotti continueranno a sussistere).
Imballaggi d’acciaio - Comprensivo di imballaggi leggeri di banda stagnata e fusti in acciaio di 200 litri di capacità, ha concluso il 2003 con un +3%; l’incremento ha tratto impulso essenzialmente dal mercato interno, grazie all’andamento positivo dei derivati dei pomodori e alla tenuta delle esportazioni, anche se queste ultime presentano preoccupanti segnali di rallentamento.
Imballaggi di alluminio - Si valuta che il 2003 si sia concluso con una crescita del 9%. Tale risultato deriva dall’ottimo andamento del comparto delle lattine per bevande e da una più che soddisfacente evoluzione dei settori delle scatolette per alimenti e delle vaschette. Valori analoghi al 2002 o in lieve calo per gli altri settori di utilizzo.
Imballaggi di plastica - Il trend evolutivo degli imballaggi di plastica, comprensivi dei poliaccoppiati flessibili da converter, evidenzia per il 2003 un tasso di sviluppo del 2%, così strutturato: consumo interno +7%, esportazioni -8,5%. Il crollo dell’export ha interessato gli imballaggi di plastica in senso stretto, poiché i poliaccoppiati flessibili, cresciuti del 6,3%, hanno registrato risultati positivi sia rispetto alla componente interna della domanda sia di quella estera. In relazione alle vendite in Italia, le aree trainanti sono state quelle delle bottiglie per liquidi alimentari, delle chiusure e degli imballaggi per il confezionamento dei prodotti alimentari freschi porzionati (vaschette, vassoi, film, alveoli ecc.).
Imballaggi cellulosici - Nel 2003 la stagnazione-recessione dell’economia nazionale ha avuto effetti negativi anche in quest’area e la produzione globale ha confermato sostanzialmente i valori del 2002.
La battuta di arresto del trend evolutivo positivo che ha interessato questa filiera negli ultimi anni ha scontato la lieve contrazione dell’attività produttiva del settore del cartone ondulato (il 69% dell’intero settore) e il calo di altri settori minori, come la carta da incarto e le scatole di cartoncino teso. In crescita risultano i settori degli astucci pieghevoli, dei sacchi di grande capacità e i contenitori di cellulosa accoppiata per liquidi alimentari.
Imballaggi di vetro - Il 2003 si è concluso con un incremento della produzione contenuto allo 0,5% in relazione alle quattro categorie di packaging (bottiglie, vasi, flaconeria e vetro tubo per fiale e flaconi). La crescita è correlata essenzialmente all’aumento delle esportazioni (+6%) e alla sensibile diminuzione delle importazioni
(-15%), con conseguente aumento della quota della produzione nazionale. Il consumo apparente nazionale ha segnato un aumento contenuto all’1%. Tuttavia, è importante rilevare che il consumo effettivo, stimato in base all’andamento dei settori di utilizzo e tenuto conto dell’evoluzione del mix del packaging, avrebbe segnato un aumento intorno all’1/1,5%, con una discrepanza rispetto al consumo apparente imputabile al “destoccaggio” avvenuto presso i produttori di bottiglie e vasi.
Imballaggi in legno - Rispetto al 2002, si è registrato un calo del 4% complessivo. Risultano stabili i pallet, mentre gli imballaggi industriali hanno segnato un -1% e le cassette per ortofrutta un -22%.

Plinio Iascone
Iascone Packaging Marketing


Packaging: the amount produced
The packaging sector ended 2003 with a global production of 16.1 millions of tons, registering a modest increase of 1% compared to 2002. Sales going well on the Italian domestic market, though with a drop in exports.

If we consider the final results for 2002 that show a drop of 0.4% in 2003 slight improvements have been registered (16,2 milions t, +0,2%), even if far from the trends of the recent past, when the sector strode ahead at growthrates of a yearly average of 3.5%.
The generalised slowdown of the national and international economy in the last two years has hence also influenced the packaging sector, even if to a degree below the total of the manufacturing industry (see opening comment on the Italian economy). As stated on many occasions, this segment has important correlations with two important economic macro indicators, or that is industrial output and GNP. The evolutionary trend - this its typical feature - is always slightly better than the run of the two indicators, whether these show an upward or downward trend.
In particular in 2003, a drop of 7% of exports and an increase of 2% of sales in Italy was shown: the activity has hence drawn greater albeit limited benefits from national demand.
The growth prospects for 2004 all the same are still prudent, in that the expectations for Italian economic recovery are moderately positive. Considering the existing correlation between packaging production and development of manufacturing industry activity and the GNP (respectively +0.9% and 1.2%), packaging industry activity could grow by around 2-2.5%, with growth still guided by sales on the Italian market (given that the problems as regards the competitivity of Italian products continue to exist).
Steel packaging - Including light tinplate packaging and 200 litre steel drums, concluded 2003 with a +3%, the increase basically drawing impulse from the Italian domestic market, thanks to the positive run of tomato derivates and to the holding of exports, even if the latter show worrying signs of a slowdown.
Aluminium packaging - It is rated that 2003 ended with a growth of 9%. This result is due to the excellent run of the beverage can segment and by a more than satisfactory growth of the canned food and tub segments. Figures the same as 2002 or showing a slight drop for the other user segments.
Plastic packaging - The growthrend for plastic packaging, including converter flexible polylaminates, shows for 2003 a growthrate of 2%, structured as follows: domestic consumption +7%, exports –8.5%.
The collapse of exports has affected plastic packaging in the strictest sense, in that flexible polylaminates, having grown 6.3%, have registered positive results both regards to domestic as well as foreign demand. As regards sales in Italy, the driving areas were those of bottles for liquid foods, closures and packaging for packing portioned fresh foods (tubs, trays, film, honeycombs etc.).
Cellulose packaging - In 2003 the stagnation-recession of the Italian economy had negative effects also in the area and global production mainly confirming the rates for 2002. The slowdown of the upswing that affected this segment in the latter years has been affected by the slight contraction of the production activity of the corrugated cardboard segment (69% of the entire sector) and the drop of other minor sectors, like wrapping paper and flat board cardboard boxes.
The folding case sectors, large capacity bags and laminated cellulose containers for liquid foods are showing growth.
Glass packaging - 2003 ended with an increase in production limited to 0,5% as regards the four packaging categories (bottles, jars, flacons and tubular glass for vials and flacons). Growth is mainly due to the increase in exports (+6%) and the considerable drop in imports (-15%) with a consequent increase in Italian national production. National Italian apparent consumption has seen a limited increase of 1%.
All the same it should be noted that actual consumption, estimated on the basis of the run of the user sectors and considering the evolution of the packaging mix, should have put in an increase of 1/1.5%, with a discrepancy seen against apparent consumption that can be put down bottle and jar producers drawing on existing stocks.
Wood packaging - Compared to 2002, an overall drop of 4% has been seen. Pallets are stable, while industrial packaging has shown a –1% and fruit & vegetable crates are down 22%.

Plinio Iascone
Iascone Packaging Marketing



Evoluzione dell’economia italiana
Come di consueto, l’evoluzione dell’economia è stata analizzata utilizzando i dati e i commenti espressi dai principali istituti di ricerca (Prometeia, Confindustria) e dagli Uffici studi dei principali Istituti Bancari.

Come rilevato nel precedente report (pubblicato sul fascicolo 3/04 di ItaliaImballaggio) il 2003 è stato un anno molto difficile per l’economia italiana e, in particolare, per l’industria manifatturiera. L’attività produttiva ha infatti accusato un calo dell’1,3% a prezzi costanti, e la situazione è tanto più preoccupante in quanto l’arretramento viene registrato per il terzo anno consecutivo.
Dopo la deludente crescita dello 0,4% nel 2002, anche il PIL ha chiuso il 2003 con uno sviluppo limitato allo 0,4%: un dato, questo che conferma ulteriormente l’eccezionale prolungarsi del periodo di crisi (uno dei più “lunghi” degli ultimi 30 anni) e che la ripresa, più volte annunciata da qualificate fonti di analisi macro economiche, è stata smentita dalla realtà a consuntivo.
E se a inizio 2004 tutti puntavano sull’”uscita dal tunnel”, le informazioni congiunturali più recenti evidenziano ancora un quadro fortemente incerto (ne è un esempio l’ultimo rapporto di Prometeia presentato a fine aprile alla stampa e agli addetti ai lavori): i segnali di ripresa ci sono, ma sono molto tenui.
L’economia italiana appare dunque in difficoltà ad “agganciare” la ripresa in atto sui mercati internazionali, anche rispetto alla media dell’UE che, pure evolvendosi a tassi nettamente inferiori a quelli americani e cinesi, evidenzia in media valori superiori.
Secondo le ultime proiezioni, il 2004 dovrebbe segnare uno sviluppo dello 0,9% con riferimento all’industria manifatturiera e una crescita del PIL oscillante fra lo 0,9 e il 1,2% (il primo trimestre ‘04 si è concluso con un PIL in crescita dello 0,8% e questo fa sperare che almeno l’obiettivo limitato all’1% sia raggiungibile).
L’industria manifatturiera italiana continua a essere condizionata da una domanda interna debole e da un contributo decisamente negativo delle esportazioni.
La contrazione dell’export trae origine da due circostanze: l’apprezzamento dell’Euro rispetto al dollaro e la crescita fiacca dell’Europa che però, se anche dovesse mostrare i segni di una ripresa più vigorosa, solo in parte potrebbe migliorare il nostro flusso esportativo; infatti è sempre l’area extra europea (58% circa del totale) a essere determinante per molti settori industriali nazionali e in assenza di modifiche del cambio Euro/dollaro o di uno spostamento verso prodotti a maggiore valore aggiunto, l’erosione delle quote italiane su molti mercati internazionali continuerà.
La ripresa del 2004 (comunque contenuta) non potrà quindi contare molto sulla componente estera della domanda, ma essenzialmente sulla domanda interna.
Per concludere questa breve panoramica evolutiva del quadro economico nazionale possiamo evidenziare i seguenti altri parametri:

2003 Previsioni 2004
Inflazione 2,7 2,3
Consumi famiglie 1,2 1,3
Investimenti -2,1 1,3

Secondo il rapporto di Prometeia l’industria italiana potrà ripianare le perdite dell’ultimo triennio solo a partire dal 2006. Il ritmo di crescita per il triennio 2005-2008 si manterrà contenuto al 2% medio annuo.



Development of the Italian economy
As usual, the development of the economy has been analysed using data and comments expressed by the main research institutes (Prometeia, Confindustria) and by the Studies Offices of the principal Banking Institutes.

As shown in the previous report (published in issue 3/04 of ItaliaImballaggio), 2003 was a very difficult year for the Italian economy and in particular for manufacturing industry. Production suffered a fall of 1.3% at constant prices, and the situation is even more worrying because this is the third consecutive year to show a decline.
After disappointing growth of 0.4% in 2002, 2003 also ended with an increase in GDP of only 0.4%: this statistic is further confirmation of the exceptional length of the crisis period (one of the longest in the last 30 years) and that the recovery so often heralded by experienced macroeconomic sources has not been borne out by the figures.
And although in early 2004 everything was pointing to ‘light at the end of the tunnel’, the most recent information on the economic situation paints an even more uncertain picture (for example the latest Prometeia report presented to the press and those in the know at the end of April): there are signs of a recovery, but they are very fragile.
Thus the Italian economy seems to be having difficulty in jumping onto the bandwagon of recovery in the international markets, even compared with the average for the EU which, although developing at a slower rate than the American and Chinese markets, shows higher average levels.
According to the latest projections, 2004 should show development of 0.9% for manufacturing industry and a growth in GDP of between 0.9 and 1.2% (the first quarter of 2004 ended with a growth in GDP of 0.8% and this gives hope that at least the limited objective of 1% is attainable).
Italian manufacturing industry continues to be affected by weak domestic demand and a decidedly negative contribution from exports.
The contraction in exports is due to two factors: the increase in value of the Euro against the dollar and weak growth in Europe which, although it should show signs of more vigorous recovery, can only partly improve our flow of exports; in fact, it is always the extra-European area (58% of the total) which is the determining factor for many sectors of Italian industry and if there is no change in the Euro/dollar rate or a move towards products with higher added value, the erosion of Italy’s share of many international markets will continue.
Recovery in 2004 (being limited) will not have a great effect on the foreign component of demand, but essentially on domestic demand.
To conclude this brief overview of the development of the national economic picture, we can show other parameters, as follows:

2003 Forecasts 2004
Inflation 2.7 2.3
Family consumption 1.2 1.3
Investments -2.1 1.3

According to the Prometeia report, Italian industry will only cancel out the losses of the last three-year period in 2006. The rate of growth for the period 2005-2008 will remain modest at an annual average of 2%.