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May 2004




Il consumatore? Più soggetto, meno assoggettato
The consumer? The subject rather than subjected

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I comportamenti d’acquisto denunciati dai lombardi - campione dell’indagine promossa da quattro Associazioni Consumatori con il supporto della Regione Lombardia, portano a interessanti considerazioni. Libertà di scelta, consapevolezza e fiducia vanno tutelate a più livelli, così da diventare il motore di una crescita di mercato equilibrata.


Il consumatore “tipo” è assai attivo, e per certi versi sorprendente: questo il profilo delineato dalla ricerca condotta dal Centro per lo studio della moda e della produzione culturale dell’Università Cattolica di Milano, per conto di Adiconsum Lombardia, Confconsumatori, Movimento Consumatori e Movimento Difesa del Cittadino.
L’indagine definisce i criteri di giudizio e scelta dei cittadini riguardo a cosa, dove e come acquistare, e rappresenta il primo risultato di un ambizioso progetto di education promosso dalla Regione Lombardia, nell’ambito del programma “Comunicazione e informazione”.
Martedì 23 marzo 2004, presso la sede milanese di Unioncamere, sono stati presentati i risultati dell’indagine conoscitiva, commentati dagli estensori. È seguita una tavola rotonda che ha coinvolto Coldiretti, AEM, Unione commercio e Assessorato Regionale al Commercio in un confronto critico e propositivo sui grandi temi del consumo consapevole e della tutela del cittadino.
Obiettivo ultimo: il coinvolgimento di istituzioni, produttori, distributori e consumatori, su un progetto comune (dunque sempre più solido, articolato e incisivo) che mira a creare le condizioni normative e operative per una maggiore trasparenza del mercato, a beneficio di tutti. E a realizzare azioni concrete di informazione e di educazione delle fasce meno tutelate dei consumatori.

I risultati della ricerca
… Dove effettuate i vostri acquisti? Che criteri seguite nella scelta del punto vendita? Comperate solo ciò che serve in quel dato momento o considerate anche le offerte particolarmente interessanti? Ancora: vi sentite tutelati come consumatori? Da chi, soprattutto? Come protestate in caso di disservizio o di merce difettosa? Con quali esperienze e aspettative?
A queste, e altre domande “topiche”, formulate su questionario, hanno risposto 500 cittadini di Milano e di Sondrio, Bergamo e Cremona con le relative province, individuati come rappresentativi della popolazione della regione lombarda. Il campione, equamente distribuito tra maschi e femmine, per la maggior parte fra i 31 e i 60 anni, è stato articolato anche per titolo di studio (il 37,1% con diploma di scuola dell’obbligo, il 44,2% con diploma di scuola media superiore e il 18,7% laureato) e per reddito familiare mensile: le fasce più numerose sono quelle che dichiarano un reddito da 1000 a 2000 Euro (36,5%) seguite un 28,3% che guadagna da 2000 a 3000 Euro e un 16,9% che deve “tirare fine mese” con un reddito compreso fra 500 e 1000 Euro.
Ecco che cosa emerge dalle risposte.

Acquisti: dove e perché - Fatto 100 il totale di acquisti di beni di consumo in un mese - dunque, non solo generi alimentari - la maggioranza degli intervistati (29,2%) va al supermercato, seguita a ruota (28,1%) da chi preferisce il centro commerciale, e dal 22,8% che si rivolge al tradizionale negozio al dettaglio. A grande distanza il pur rispettabile 10,7% che fa acquisti sulle bancarelle del mercato e il 9,2% che va al discount.
Gli intervistati hanno inoltre rivelato che nella scelta del punto vendita contano più la vicinanza a casa, l’abitudine e la varietà dell’offerta (a cui sono stati assegnati in media 3 punti sui 4 a disposizione), seguiti da facilità di parcheggio, comodità degli orari di apertura e cortesia e professionalità del personale (2,8 punti ciascuno), che non la presenza di promozioni sui prodotti (2,7), le raccolte di punti e carte fedeltà (2,3) o, men che meno, la presenza di prodotti col marchio del distributore (per esempio a marchio Coop piuttosto che Esselunga).
La vicinanza conta dunque più del prezzo? Che la realtà sia più complessa, e il consumatore capace di tenerne in considerazione i vari aspetti, si vede dal fatto che, una volta entrati nel negozio, gli intervistati scelgono cosa comprare innanzitutto in base al prezzo (3,4) e alle promozioni che abbassano il prezzo (3.1), ma anche dalla marca e dall’abitudine (3 punti ciascuna). Seguono la rapidità di acquisto (a libero servizio o assistito) con un punteggio di 2,9, il tipo di garanzie offerte (durata, marchio biologico, assistenza) con 2,6 punti, e via scendendo con il luogo di produzione (2,3) e, proprio in fondo alla lista, la presenza di gadget (1,7).

Réclame... - E se di norma il consumatore acquista solo ciò che gli serve nel momento in cui entra in negozio (30,8%), o che compra perlopiù ciò che gli manca (55,8%), mette anche nel carrello le offerte particolarmente interessanti: il 13,4% invece dichiara di acquistare tutto ciò che è conveniente, perché tanto prima o poi tutto serve.
In questo caso, l’atteggiamento degli intervistati che sono anche membri di un’associazione consumatori sembra essere più razionale di quello del consumatore “generico”, soggetto alla fascinazione della “réclame”, in quanto i primi sarebbero portati a privilegiare il bisogno reale più che a inseguire il miraggio dell’“affare” a tutti i costi. Ma la distinzione fra “normali” e “iscritti” (presumibilmente più consapevoli delle dinamiche che influenzano il mercato) diventa pregnante soprattutto quando si affronta il grado di soddisfazione post acquisto. Il 47,6% degli intervistati, infatti, trova la qualità che si aspettava, il 48% “non sempre” e il 4,4% “raramente”.
Ma se guardiamo ai soli “iscritti”, ne troviamo il 31,4% di soddisfatti, il 64,7% critici e il 3,9% soddisfatto solo raramente. La ricerca offre ancora molti spunti sui comportamenti d’acquisto che appaiono, nel complesso, piuttosto maturi, articolati e, al contempo aperti. Vengono analizzate risposte che riguardano differenti categorie di beni (alimenti, prodotti per l’igiene personale e della casa, abbigliamento....) e, infine, l’importante capitolo della tutela del consumatore.
Anche qui, nonostante i recenti, drammatici, intrecci tra finanza e risparmio, emerge un quadro niente affatto disfattista, dove la maggioranza dei consumatori intervistati si dichiara “abbastanza” tutelato, ma anche dove la fiducia appare nettamente sbilanciata a favore dei membri delle associazioni, mentre il cittadino singolo si percepisce più solo e spaesato.

... e reclami - E come pensa allora il cittadino di potersi tutelare a fronte di un “bidone”? Innanzitutto, quasi la metà degli intervistati (ma, ovviamente quasi il totale dei membri) valuta le associazioni consumatori come i soggetti meglio in grado di sostenerli in caso di contenzioso. Viene poi attribuito un grande ruolo agli organi di informazione (26,3%) e si esprime fiducia nelle forze dell’ordine (15%), mentre le istituzioni (ASL, assessorati, ecc.) totalizzano un più scarno 8,4%.
Ma, aspettative a parte, qual è l’esperienza vissuta? Quasi la metà degli intervistati (45,6%) dichiara di recarsi personalmente a esporre il reclamo, mentre il 13,9% tramite un’associazione di consumatori; fra questi due estremi figura un elenco di azioni, prevalentemente scandite per “modalità” utilizzata: telefono, lettera o fax, posta elettronica, numero verde o lettera ai giornali.
Risultato? Il 37% di chi ha protestato ha ricevuto soddisfazione (il 58,8% degli affiliati alle associazioni consumatori); il 23% ha ottenuto risposta ma non esiti importanti; il 30,4% dichiara di non aver mai avuto bisogno di protestare e il 9,6% di non averlo mai fatto perché “tanto non servirebbe a nulla”.
In questa parte della ricerca emergono con particolare evidenza le differenze fra intervistati “generici” e affiliati a un’associazione consumatori. Rispetto ai primi, infatti, gli “associati” mostrano una percezione più positiva delle opportunità di difesa, accompagnata a una valuazione più corretta dei soggetti preposti a tali azioni. Questa differenza, poi, ne richiama un’altra, che emerge più o meno chiaramente in vari passaggi della ricerca, fra “acquisto consapevole” e “consumo responsabile”. Il primo è azione di un consumatore sufficientemente preparato a perseguire con successo la soddisfazione dei propri bisogni. Il secondo è consapevole che consumatore non è solo una pratica “privata” ma anche un fatto sociale, che genera possibilità di itnervento e combiamento.

I tre stadi del consumatore
(arrabbiato)
Analizzando i comportamenti d’acquisto denunciati dai lombardi-campione dell’indagine, si possono dunque individuare tre stadi di maturazione del consumatore:
- il soggetto target, facile bersaglio per le azioni di marketing dell’impresa manifatturiera e distributiva;
- l’acquirente consapevole, che si pone in modo attivo al fine di ottenere dal mercato il meglio per sé;
- il consumatore responsabile, che persegue i propri obiettivi privati senza dimenticare che le sue scelte incidono anche sul contesto socio-culturale a cui appartiene.
Si tratta, sottolineano gli estensori, di un cammino non facile, che ha bisogno del sostegno delle istituzioni, delle imprese e delle forme di rappresentanza, il cui esito è la definizione di nuove regole per un mercato equo e trasparente.
Anche in relazione a un altro dato senz’altro rilevante emerso dalla ricerca, da cui giunge inaspettata, quantomeno per importanza, la disponibilità ad aderire ad eventuali azioni di boicottaggio per motivi etici e di opportunità. Infatti, se il 37,4% degli intervistati si dichiara tendenzialmente non disponibile (il 12,5% “mai”, il 24,9% “non penso che serva”), viceversa il 20,3% si dichiara disponibile “ma solo per gravi motivi di tipo etico” e ben il 42,3% si dichiara pronto a mettersi in gioco “tutte le volte che si approfitta ingiustamente dei consumatori”.
Si tratta di un dato interessante, commentano ancora i ricercatori, che rivela una sensibilità di ampio respiro alle tematiche sociali del consumo. Dietro al prodotto si celano questioni di spessore etico, storie di fatti e persone, che interpellano non solo la dimensione economica dell’agire, ma anche quella dei valori.
E questo è un dato meritevole di approfondimento e maggiore comprensione.



The consumer? The subject rather than subjected
The purchasing behaviour described in the Lombardy sample of the survey promoted by four Consumers’ Associations with the support of the Lombardy Region throws up some interesting considerations. Freedom of choice, awareness and trust are to be protected at several levels, becoming the driving force for the growth of a balanced market.

The “typical” consumer is very active and, in certain respects, surprising: this is the picture painted by the research carried out by the Centre for the Study of Fashion and Cultural Production of Milan’s Università Cattolica on behalf of Adiconsum Lombardia, Confconsumatori, Movimento Consumatori (Consumers’ Movement) and Movimento Difesa del Cittadino (Movement for the Defence of the Citizen).
The survey defines the criteria for the citizen’s judgement and choice of items, where and how to buy them, and is the first outcome of an ambitious educational project promoted by the Lombardy Region, as part of the ‘Communication and Information’ programme. On Tuesday 23rd March 2004, at Unioncamere’s Milan headquarters, the results of the survey were presented and commented on by its compilers. This was followed by a round table involving Coldiretti, AEM, Unione commercio and the Regional Department of Commerce in a critical discussion making proposals on the general themes of consumer awareness and protection of the citizen.
The final objective: the involvement of institutions, producers, distributors and consumers in a common (therefore sounder, better articulated and more incisive) project aimed at creating regulatory and operative conditions for greater transparency in the market, for the benefit of all. And to set up concrete actions for the information and education of the less well-protected sector of consumers.

Results of the survey
… Where do you make your purchases? What criteria do you follow in choosing the point of sale? Do you only buy what you need at that moment or do you also consider particularly interesting offers? Then again: do you feel protected as consumers? By whom, especially? How do you complain in the event of bad service or defective goods? With what results and expectations?
To these and other “topic” questions, presented in the form of a questionnaire, replies were received from 500 citizens from Milan, Sondrio, Bergamo and Cremona and their provinces, identified as representative of the population of the Lombardy region. The sample, made up equally of men and women, for the most part aged between 31 and 60, was also representative of educational achievement (37.1% with a diploma received at the end of compulsory education, 44.2% with higher middle school diploma and 18.7% graduates) and monthly family income: the largest group were those who declared an income of between 1000 and 2000 Euro (36.5%) followed by 28.3% who earned between 2000 and 3000 Euro and 16.9% who had to “make it to the end of the month” on between 500 and 1000 Euro. This is what emerged from the answers.

Purchases: where and why - Making 100 purchases of consumer goods in a month (and therefore not just food shopping) the majority of those interviewed (29.2%) use the supermarket, followed by 28.1% who prefer shopping centres and 22.8% who use the traditional retail outlets. A big gap then to the 10.7% who make their purchases at market stalls and 9.2% who go to discount stores.
The interviewees also revealed that in choosing the point of sale they also take into consideration the distance from home, habit and the variety of supply (to which on average were assigned 3 of the 4 points to be allocated), followed by ease of parking, convenience of opening hours and the courtesy and professionalism of staff (2.8 points each), the existence of promotions on products (2.7), the collection of points and loyalty cards (2.3) or, to a lesser extent, products with the retailer’s brand (for example the COOP brand rather than Esselunga).
So is distance more important than price? That the truth is more complex, and that the consumer is able to take several aspects into consideration, can be seen from the fact that, having entered the shop, those interviewed chose what to buy aboveall based on the price (3.1), but also on the brand and on habit (3 points each). These were followed by speed of purchase (self service or through an assistant) with 2.9 points, the type of guarantee offered (length, organic brand, assistance) with 2.6 points, then going down to place of production (2.3) and, right at the bottom of the list, the offer of giveaways (1.7).

Advertising... - And if the consumer usually only buys what he wants at the time he enters the shop (30.8%), or mainly buys the things he needs (55.8%), he also puts in his trolley particularly interesting offers: 13.4% admitted to buying whatever seemed a bargain, as sooner or later it would come in useful.
In this case, the attitude of those interviewed who were also members of a consumers’ association seems more rational than that of the ‘generic’ consumer, fascinated by ‘advertising’, where the former would be moved to satisfy a real need rather than to pursue the mirage of a ‘bargain’ at all costs. But the distinction between ‘normal’ purchasers and ‘members’ (presumably more aware of the dynamics which influence the market) becomes especially meaningful when one considers the after-sales level of satisfaction. In fact, 47.6% of the interviewees found the quality they expected, 48% ‘not always’ and 4.4% ‘rarely’. But if we consider only the ‘members’, we find 31.4% satisfied 64.7% critical and 3.9% only rarely satisfied.
The research provides still more clues to buying behaviour shown, overall, by the more mature, articulate and at the same time, forthcoming. Answers regarding different types of goods were analysed (foodstuffs, products for personal hygiene and the home, clothing, etc.) and, finally, the important matter of consumer protection. Here, too, despite the recent dramatic interweaving of finance and saving, there emerged a not totally defeatist picture, where the majority of consumers interviewed declared themselves ‘fairly well’ protected, although this trust seems quite unbalanced in favour of members of associations, while the ‘individual’ consumer saw himself as more isolated and disorientated.

... and complaints - And how do people think they are protected in the face of a ‘swindle’? First and foremost, almost half of those interviewed (but, obviously, almost all members) rated the consumer associations as the best means of support in the event of contention. An important role was also attributed to the organs of information (26.3%) and faith was expressed in the forces of order (15%), while the institutions (ASL, local government departments, etc.) totalled a more meagre 8.4%.
But, expectations aside, what is the actual experience? Almost half of those interviewed (45.6%) declared that they depended on themselves to make the complaint, while 13.9% did so through a consumers’ association. Between these two extremes there was a range of actions, mainly based on the ‘method’ used: telephone, letter or fax, e-mail, freephone numbers or letters to newspapers.
The result? 37% of those who complained received satisfaction (58.8% of those affiliated to consumer associations); 23% received replies but no significant outcome; 30.4% said they had never needed to complain and 9.6% said they had never done so because ‘it simply does no good’.
This part of the research clearly shows the differences between ‘generic’ interviewees and those affiliated to consumer associations. Where the former are concerned, these ‘associates’ show a more positive perception of the opportunities for defence, accompanied by a more accurate evaluation of the areas where action can be taken. This difference leads to another, which emerges more or less clearly in certain parts of the research, between ‘aware purchases’ and ‘responsible consumption’. The former is an action by a consumer who is sufficiently prepared to successfully pursue the satisfaction of his needs. The latter is aware that consumption is not just a ‘private’ practice but also a social act, which generates possibilities for intervention and change.

The three stages of the
(angry) consumer
An analysis of purchasing behaviour displayed by the Lombardy sample of the survey enables us to identify three stages in the development of the consumer:
- the ‘target’, an easy target for the marketing activities of the manufacturing and distribution companies;
- the aware purchaser, who actively strives to get from the market what is best for himself;
- the responsible consumer, who pursues his personal objectives while not forgetting that his choices have an effect on the socio-cultural context of which he is a part.
As the compilers emphasise, this is not an easy road, and support is needed from institutions, from companies and from other forms of representation, whose object is the definition of new regulations for an equitable and transparent market. With regard to other undoubtedly relevant data buried in the research, which was unexpected rather than important, it transpired that there was a willingness to take part in boycotts for ethical reasons. In fact, although 37.4% of those interviewed declared themselves as ‘tending’ to be unwilling (12.5% ‘never’, 24.9% ‘I don’t think it does any good’), 20.3% said they would take part ‘but only for serious ethical reasons’ and 42.3% said they were ready to take action ‘every time consumers are unjustly exploited’. These are interesting statistics, according to the researchers, which show great sensitivity to the social aspects of consumerism. Concealed behind the product are matters of ethical significance, stories of fact and of individuals, which question not only the economic dimension of actions, but also values. And this is a statistic which merits further investigation and greater understanding.



Educare al consumo consapevole
Un consumatore libero - cioè informato e capace di giudicare quindi scegliere - è condizione indispensabile per lo sviluppo del mercato.

Scelte di consumo consapevoli favoriscono la libera concorrenza fra imprese, creano plusvalore a fronte di investimenti corretti, continuità e sicurezza a chi lavora. In altre parole, quando un consumatore sceglie un prodotto perché lo riconosce adatto a soddisfare i propri bisogni, è certo della ragionevolezza del suo prezzo e dell’eticità della sua storia, svolge un ruolo regolatore in un mercato libero, a beneficio di tutti. Su questo assunto si basa il progetto portato avanti, in stretta collaborazione, da Adiconsum Lombardia, Confconsumatori, Movimento Consumatori e Movimento Difesa del Cittadino, con riferimento all’ambito di intervento indicato dalla Regione Lombardia come “Comunicazione e informazione”. Obiettivo di fondo: ideare e realizzare strumenti di informazione che aiutino a formare il consumatore consapevole.
Per raggiungere questo scopo, le associazioni coinvolte hanno individuato tre grandi aree di intervento:
- operare una verifica seria delle condizioni di mercato e del grado reale di responsabilità del consumatore, superando superficialità e pregiudizi;
- coinvolgere istituzioni, produttori, commercianti e consumatori in un confronto che miri a ideare e verificare tutte le possibili azioni comuni, atte a creare le condizioni normative e operative per una reale trasparenza;
- rendere accessibili e praticabili alle fasce meno tutelate di consumatori tutte le conoscenze necessarie a muoversi con responsabilità.
In questo contesto si inserisce il convegno del 23 marzo svoltosi a Milano, prima testimonianza della volontà che anima i promotori del progetto, decisi a evitare exploit di immagine e determinati ad agire concretamente, dialogando con i consumatori “veri”, alquanto differenziati per peculiarità sociali, culturali e di espressione. La ricerca condotta dall’Università Cattolica rappresenta il primo esito dell’opera di indagine e monitoraggio, mentre la tavola rotonda organizzata dopo la lettura dei dati costituisce un importante momento di verifica congiunta, da parte di autorevoli istituzioni dell’industria, del commercio, dei servizi e, naturalmente, dei cittadini.

I promotori della ricerca
Impegnate a coordinare al meglio le proprie competenze e risorse, così da migliorare la propria incisività nei vari ambiti della società civile, ecco le quattro associazioni che, senza fini di lucro, operano sul territorio nazionale a tutela del cittadino e che in Lombardia hanno promosso, con il sostegno della Regione, la ricerca “Il consumatore Soggetto nel mercato”.

• Adiconsum - Da 17 anni tutela i diritti dei consumatori. Si batte per regole più giuste, contratti più equi e trasparenti, tariffe più basse. Promuove campagne informative per un consumo consapevole, è interlocutore qualificato delle istituzioni sulle più importanti materie di consumo. Ogni anno oltre 250.000 consumatori si rivolgono ad Adiconsum per ricevere informazioni e assistenza.
• Confconsumatori - È nata a Parma nel 1976 ed è nota per aver realizzato il primo sciopero dei consumatori in Italia: quello del formaggio Parmigiano Reggiano. È presente in Lombardia dal 1994 e, ha sedi in 7 province. La Confederazione generale dei Consumatori svolge attività di informazione e di consulenza su diversi temi del consumerismo.
• Movimento Consumatori - È un’associazione senza scopo di lucro che dal 1985 opera per migliorare la qualità della vita dei cittadini, in quanto consumatori, risparmiatori, utenti, contribuenti. Sin dalla nascita ha ritenuto prioritario favorire la presa di coscienza dei cittadini sui propri diritti e doveri.
• Movimento Difesa del Cittadino - Indipendente da partiti e sindacati, è nato a Roma nel 1987 con l’obiettivo di promuovere la tutela dei cittadini, informandoli e dotandoli di strumenti giuridici di autodifesa, oltre che prestando assistenza tramite esperti. MDC collabora con Legambiente e con le principali associazioni di tutela dei diritti dei cittadini; è membro del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti, del Centro Europeo Consumatori e del Consumers Forum.



Education in consumer awareness
A liberated consumer - that is, one who is informed and able to judge and thus to make choices - is indispensable for the development of the market.

Awareness of consumer choices encourages free competition between companies, creates surplus value to place in judicious investments, continuity and job security. In other words, when a consumer selects a product because he realises that it satisfies his needs, is happy that the price is reasonable and that it has an ethical background, he is playing the role of a regulator in a free market, to everyone’s benefit. This assumption forms the basis of the project being developed in close collaboration by Adiconsum Lombardia, Confconsumatori, Movimento Consumatori (Consumers’ Movement) and Movimento Difesa del Cittadino (Movement for the Defence of the Citizen), as part of the Lombardy Region’s initiative known as ‘Communication and information’. The basic objective is to devise and set up information tools which will help to create aware consumers.
To achieve this aim, the associations involved have identified three main areas of investigation:
- to carry out a serious verification of market conditions and the actual level of consumer awareness, overcoming superficiality and prejudice;
- to involve institutions, producers, traders and consumers in a survey targeting the identification and verification of all possible common actions, aimed at creating the regulatory and operating conditions for true transparency;
- to make accessible to the less protected sections of consumers all the knowhow necessary to act responsibly.
It is in this context that the conference took place on 23rd March in Milan, the first evidence of the willingness of the promoters of the project, their decisiveness to avoid exploitation of image and their determination to take concrete actions by holding dialogues with ‘real’ consumers, some of whom are differentiated by social and cultural characteristics. The research carried out by Università Cattolica is the first result of the survey and monitoring work, while the round table organised after the reading of the data marks an important phase of joint verification on the part of authoritative institutions from the worlds of industry, commerce, services and, naturally, ordinary citizens.

The promoters of the research
Operating at a national level for the protection of the citizen are the four associations which, with no motives of financial gain, have undertaken to coordinate to the best of their abilities their experience and resources to improve their impact in various areas of civil society and in Lombardy, with the support of the Region, have promoted the research entitled ‘The Consumer in the Market’.
These associations are as follows:

• Adiconsum - has championed the rights of the consumer for 17 years. It fights for fairer laws, more equitable and transparent contracts and lower taxes. It promotes information campaigns for consumer awareness and is an experienced interlocutor for the most important institutions in consumer affairs. Every year more than 250,000 consumers turn to Adiconsum for information and assistance.
• Confconsumatori - Founded in Parma in 1976, it is noted for having organised the first consumers’ strike in Italy, over Parmigiano Reggiano cheese. It has been active in Lombardy since 1994 and has premises in 7 provinces. The General Consumers’ Federation carries out information and consultation activities on various subjects connected with consumerism.
• Movimento Consumatori - This is a non-profit organisation which since 1985 has acted to improve the citizen’s quality of life as consumer, saver, user and contributor. Since its foundation its priority has been to encourage the citizen’s awareness of rights and duties.
• Movimento Difesa del Cittadino - Independent of political parties and trade unions, the movement was founded in Rome in 1987 with the aim of promoting the defence of citizens, informing them and providing them with the legal tools for self defence, as well as providing assistance through experts. The MDC collaborates with Legambiente and with the main associations for the protection of citizens’ rights. It is a member of the National Council of Consumers and Users, the European Consumers’ Centre and the Consumers’ Forum.