May 2003





Confezioni "salutari"
"Healthy" packaging

Ortofrutta nuovo modello
Fruit & vegetable: new model

Una, 100, mille… troppo uguali
One, 100, thousand… all too much the same

M&D News







Plastica: crescita contenuta
Plastic: modest growth

Prospettive di automazione
Automation prospects

F&F News







Innovazioni in anteprima
A preview of the innovations

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All for one, one for all

Insieme per la leggerezza
Together for lightness

Più speciale, più digitale
More special more digital

I&M News







Regole per il biopackaging
Rules for biopackaging

E&L News

IE&L News







2002: avventura nel nylon biorientato
2002: a biaxially oriented nylon odyssey

M&M News











L’Italia lotta contro la Natura e i grandi competitor del Mediterraneo per difendere lo status di primo produttore europeo di ortofrutta. E se i consumi interni si orientano sempre più sui prodotti ad alto valore aggiunto, l’export si difende coi freschi. E.P.

Per il settore ortofrutticolo italiano non si può dire che il 2002 sia andato né veramente male né veramente bene. La produzione complessiva di frutta, agrumi e ortaggi è stata di 23.420.000 t, dunque in calo dello 0,77%, ma con un aumento di fatturato del 5,71%. Il saldo della bilancia commerciale è ancora largamente in attivo (1.046,9 milioni di Euro), ma ha segnato una perdita di ben 9,9 punti percentuali dopo un triennio di incremento continuo. I consumi famigliari interni sono scesi del 2,42% in quantità ma sono saliti del 6,94% in valore (il che si spiega non solo con l’aumento dei prezzi, ma anche con il maggior consumo di varietà pregiate e dunque più costose).
Dunque, uno scenario molto critico sul fronte dell’export (ma analizzando i dati vedremo che non è proprio così), a fronte di un risultato tutt’altro che negativo in termini di PIL (compreso il grande indotto).

Clima, eventi naturali e distribuzione
Per spiegare le difficoltà, gli analisti evocano l’influenza del clima e dei fenomeni naturali sullo sviluppo del comparto.
Nel 2002 l’agricoltura italiana ha sofferto di gelate e di un andamento siccitoso che hanno frenato alcune varietà, soprattutto orticole, mentre l’eruzione dell’Etna ha generato una grande quantità di polvere vulcanica, che ha gravemente compromesso il raccolto di agrumi siciliani (-15% circa), arrivando fino alla Calabria.
Naturalmente, però, il clima è solo uno degli elementi che influenzano, in questo caso negativamente, il bilancio dell’ortofrutta italiana, la quale infatti perde quote e valore alla voce “agrumi” (export -13,7% t) ma al contempo registra incrementi di superficie e quantità nei segmenti pesche (+7%), nettarine (+3%) e mele, mentre il kiwi sfiora addirittura il record con una produzione prossima alle 395.000 t.
I fenomeni di maggiore portata sullo scenario internazionale sembrano piuttosto essere la grande distribuzione, sempre più globale e organizzata, che anche nel nostro atipico Paese supera ormai il 40% del valore complessivo del mercato, oltre che - ancora una volta - la concorrenza degli altri Stati, in primo luogo della fascia mediterranea, ma non solo.
L’Italia, commentano gli stessi produttori, non è in grado di contrastarli con una politica basata sul prezzo e non può che proseguire con maggiore determinazione sulla strada della qualità. Che, come mostra l’analisi dei consumi delle famiglie, fa sempre più rima con servizio (leggi prodotti di IV e V gamma, e biologici).

Cala il saldo attivo
Riportiamo i principali dati del bilancio 2002, elaborato dall'Associazione Nazionale Esportatori Importatori Ortofrutticole ed Agrumai (Aneioa), e diffusi dall’ufficio stampa del Macfrut.
Nel 2002, il saldo attivo della bilancia commerciale del settore registra una diminuzione di quasi dieci punti percentuali in valore e sedici in quantità sul 2001 (tabella 1). È un segnale da considerare attentamente, anche perché segue un triennio di costante incremento (639 milioni di Euro nel 1999, 969 nel 2000). Secondo Aneioa, infatti, l’Italia ha esportato 3.835.305 t (+0,3%) e ha importato 2.535.780 t (+11,4) di prodotti ortofrutticoli. Pertanto ha incassato 2.926,7 milioni di Euro (+0,7% sul 2001) contro un esborso di 1.879,7 milioni di Euro (+7,7%), che portano il saldo attivo a 1.046,9 milioni di Euro, in calo del 9,9% sul 2001.
Esportazioni - Domina su tutto l’ormai permanente crisi degli agrumi italiani, che - come già accennato - hanno ridotto le quantità esportate (-13,7%) e il valore (-14%), mentre le importazioni segnano un +21,4% in volume e un +4,9% in valore (177,5 milioni di Euro contro i 169,2 del 2001). L'export è stato segnato anche dalla contrazione globale di legumi e ortaggi freschi, che scendono in quantità (-2,3%) e in valore (-3,9%).
Segno positivo, invece, per l’export di frutta fresca che fa registrare un +4,5% in volume e +5,4 in valore, passando da 1.683,3 a 2.775 milioni di Euro. Questo risultato è tanto più importante in quanto la frutta fresca rappresenta la voce più consistente dell’export ortofrutticolo italiano. Denunciano invece un calo in quantità (-1,9%) l’export di frutta secca che, in compenso, realizza un +8,9% in valore, e la frutta tropicale (-8,5% in quantità, -14,7% in valore).
Nel 2002 le esportazioni hanno raggiunto complessivamente i 3.835.305 di t, con una crescita dello 0,3% sulle 3.824.296 del 2001, per un controvalore di 2.926,7 milioni di Euro (+0,7%).
Importazioni - L’import ha visto un incremento di tutte le voci con l’eccezione della frutta tropicale che, pur segnando un aumento in quantità (+4,5%), fa registrare un -5% in valore. Nel 2002 l’Italia ha importato 968.822 t di ortaggi e legumi (+16,6%), che si confermano al primo posto anche per valore fra i prodotti ortofrutticoli provenienti dall’estero.
La frutta fresca d’oltre confine registra invece un +8,8% in quantità e un +4,8% in valore, a cui si aggiunge il +4,9% della frutta secca.
In totale, nel 2002 sono state dunque importate 2.535.780 t di prodotti ortofrutticoli (+11,4%), con un esborso di 1.879,7 milioni di Euro (+7,7%). Preziosa, al riguardo, la notazione degli economisti Aneioa: confrontando l’incremento in quantità con quello in valore si evidenzia che, rispetto all’anno precedente e ad esclusione di ortaggi e legumi, le importazioni hanno perlopiù riguardato prodotti a prezzi inferiori.

I consumi delle famiglie
Da diversi anni, Agri Cesena (la SpA che organizza Macfrut, partecipata da Comune di Cesena e Camera di Commercio di Forlì-Cesena) ha dato vita a un “Osservatorio dei consumi ortofrutticoli delle famiglie italiane”, curato da Iha Italia: un prezioso strumento per comprendere i comportamenti d’acquisto dei 20.680.000 nuclei familiari nazionali. Che, nel 2002, hanno consumato meno ortofrutta (-2,42%) ma speso di più (+6,94% sulle cifre del 2001).
Sommando i valori relativi a frutta e verdura fresca con quelli degli ortaggi surgelati si ottengono 9.262.702 t di alimenti (-2,42%) per un valore di 13.074,8 milioni di Euro (+6,94 sul 2001).
Come si può vedere dalla tabella 2, comparando il 2002 e 2001, gli acquisti di verdura (in quantità) sono calati in misura superiore (da 4,9 a 4,7 milioni di t) a quelli di frutta (da 4,3 a 4,2 milioni di t), mentre sono di molto aumentati quelli di ortaggi surgelati, tanto da superare le 190mila t. Di conseguenza, il consumo medio si riduce a 448,97 kg contro i 460,82 del 2001.
Frutta - Nel 2002 gli italiani hanno preferito le mele (il che non ha impedito il calo dell’1,4%), seguite da arance, banane, pere, pesche e clementine. Inoltre, si segnalano consistenti incrementi di acquisto per fragole e ananas.
Verdura fresca - Le patate rimangono al primo posto negli acquisti delle famiglie, nonostante il calo del 7%, (ma le patate novelle sono cresciute del 7,9%), prima di pomodori, angurie, cipolle, zucchine, carote e peperoni. Positive le performance di cavolfiori, finocchi e asparagi. Infine, è interessante notare l’incremento del 6,6% segnato dalle verdure in sacchetto, con 13.630 t.
Ortaggi surgelati - Il minestrone si conferma al primo posto negli acquisti di surgelati: nel 2002 le famiglie italiane ne hanno consumato 48.466 t (+9,1%). Leggerissima flessione, invece, per i piselli (-0,3) che perdono la precedente leadership, pur precedendo di molto patate (+7,9%) e spinaci (+7,7%).
I prezzi - Confrontando il valore della spesa, vediamo che le famiglie hanno comprato meno mele (-1,4%) ma hanno speso il 10,9% in più; lo stesso vale per le arance, dove il valore aumenta del +8,6% nonostante la quantità sia calata del -2,9%. Le pesche, invece, con un +0,8% in volume fanno registrare un -7,9% nella spesa, e le clementine, che nel 2002 sono cresciute del 5,2% in quantità, segnano un +23,5% in valore. Interessante, al riguardo, che il presidente di Aneioa, Giuseppe Calcagni, valuti “esagerate” le denunce di speculazione sui prezzi avanzate durante lo scorso anno da alcune Associazioni dei Consumatori, in quanto basate su indagini “approssimative”, caratterizzate da “inconsistenza delle fonti e totale disomogeneità dei dati raccolti”. Potrebbe dunque costituire un’interessante occasione di approfondimento il convegno dedicato a questo tema, durante l’edizione 2003 di Macfrut.

I canali di acquisto
Come evidenziato in tabella 3, nel 2002 la moderna distribuzione ha eroso alcuni punti percentuali agli altri canali di acquisto, superando il 40% in valore e il 36% in quantità. La quota di mercati e ambulanti, peraltro, resta ancora molto consistente ma, avvertono gli estensori dell’Osservatorio, i dati mostrano che vi si acquistano le verdure di minor costo, tanto che a fronte del 38,4% (verdure) e 36% (frutta) veicolato da questo canale in quantità, fa riscontro un 33% (verdura) e un 31% (frutta) in valore.
Del tutto diversa, invece, la ripartizione degli acquisti relativa agli ortaggi surgelati, dove la distribuzione moderna fa la parte del leone, con percentuali simili a quelle europee (ossia prossime al 75%).
Va comunque considerato come l’Italia, nel panorama dell’Ue, continui a rappresentare un’anomalia, in quanto gli acquisti di ortofrutta fresca nei super e iper mercati non superano quelli nei negozi e mercati, con una quota di ambulantato e mercato rionale o coperto che rappresenta ancora più del 30% del totale.

Il “fenomeno” biologico
Infine, un cenno d’obbligo al biologico, in cui l’Italia si è affermata come primo produttore europeo, fornendo circa il 30% dei prodotti consumati. Il nostro Paese vanta oltre 60.000 aziende biologiche (fra produzione e trasformazione) e 1,2 milioni di ettari di superficie dedicata, con una produzione di oltre 1,8 milioni di tonnellate (valore stimato, circa 1.600 milioni di Euro). Di questo totale, le colture ortofrutticole rappresentano un 20%.
Quest’anno a Macfrut l’Osservatorio di Agri Cesena presenta i dati riguardanti gli acquisti di frutta e verdura bio mentre AC Nielsen ne fornisce un’analisi qualitativa che promette di essere interessante per tutti i marketer che si occupano di consumi salutisti.

Fruit & vegetable: new model
Italy is combating nature and the largescale competitors of the Mediterranean to defend its status as the leading European producer of fruit & vegetables.
And if domestic consumption is ever more oriented to products with a high added value, exports are defending themselves with fresh produce.
E.P.

As regards the Italian fruit & vegetable sector one can’t really say that 2002 went either really well or really badly.
Overall production of fruit - including the important citrus sector - and market garden produce stood at 23,420,000 t, hence down 0.77%, but with an increase in turnover of 5.71%. The balance of trade is still heavily in the black (1,046.9 million Euros), yet it is down by as much as 9.9 percent after three years of continuous growth. Domestic family consumption is down 2.42% in quantity but up 6.94% in value (which can be explained not only by the increase in prices but also by a greater consumption of prestige and hence more costly produce).
Hence a very critical scenario as far as exports are concerned (but analysing the figures ones sees it’s not quite like that), this against an anything but negative result as regards the GNP (including the huge supplier area).

Climate, natural events and distribution
To explain the difficulties, the analysts evoke the influence of the climate and natural phenomena affecting the development of the segment.
In 2002 Italian agriculture suffered frost and a tendency to drought that limited some varieties, aboveall in the market garden sector, while the eruption of Etna generated a large amount of volcanic dust, that has seriously affected the Sicilian citrus fruit harvest (-15% approx), even reaching Calabria.
Naturally though the climate is only one of the elements that influenced - in this case negatively - the Italian fruit & vegetable balance. Citrus fruit lost out, exports being down 13.7%, at the same time an increase in surface and quantity was registered for peaches (+7%), plums (+3%) and apples, while kiwis are close to the record with a production close to 395,000 t. The most far-reaching phenomena on the international scenario would appear to be broadscale distribution, evermore global and organized, and that in atypical Italy by now exceeds 40% of the overall value of the market, along with - as ever - competition with other States, first and foremost the Mediterranean countries - but not only these. Italy, as the selfsame producers comment, is unable to counter the other countries with a policy based on price and can only persevere with ever greater determination along the road to quality.
Which, as the analysis of family consumption shows, ever increasingly rhymes with service (IV and V range produce and the biological segment).

Positive balance declining
We here cite the main figures of the balance for 2002, as laid out by the National Italian Association of Fruit & Vegetable Importers and Exporters (Aneioa), and divulged by the Macfrut press office.
In 2002 the positive balance of trade in the sector registered a drop of close on ten percent in value and sixteen in quantity against 2001 (table 1). It is a signal that is to be considered carefully, also because it follows on from a three year period showing a constant increase (639 million Euros in 1999, 969 in the year 2000). According to Aneioa in fact Italy exported 3,835,305 t (+0.3%) and imported 2,535,780 t (+11.4) of fruit & vegetable produce. Thus one had an income of 2,926.7 million Euros (+0.7% on 2001) against an outlay of 1,879.7 million Euros (+7.7%), leading to a positive balance of 1,046.9 million Euros, down 9.9% on 2001.
Exports - These are dominated by what is now the permanent crisis of Italian citrus fruit that - as already stated - has meant a reduction of the quantity exported (-13.7%) along with its value (-14%), while imports are up 21.4% in volume and + 4.9% in value (177.5 million Euros against the 169.2 of 2001). Exports were also marked by the global shrinkage in market garden produce (including pulses), that are down in quantity (-2.3%) and value (-3.9%).
Things though are looking up as regards the export of fresh fruit that is up 4.5% in volume and 5.4% in value, going from 1,683.3 to 2,775 million Euros. This result is all the more important inasmuch as fresh fruit is the largest listing in Italian fruit & vegetable exports. However the export of dried fruit dropped in quantity (-1.9%) though putting in a +8.9% in value, tropical fruits showing a downturn in both readings (-8.5% in quantity, -14.7% in value).
In 2002 exports reached an overall 3,835,305 t, with an increase of 0.3% on the 3,824,296 of 2001, to a value of 2,926.7 million Euros (+0.7%).
Imports - Imports have seen an increase in all listings except tropical fruit, that while showing an increase in quantity (+4.5%), shows a drop in value (-5%). In 2002 Italy imported 968,822 t of market garden produce and pulses (+16.6%), that are seen to be in first place also in terms of value among the fruit & vegetable produce imported to Italy from abroad.
Imports to Italy of fresh fruit are up +8.8% in quantity and +4.8% in value, to which a +4.9% for dried fruit is to be added.
Hence all told in 2002 Italy imported some 2,535,780 t of fruit and vegetable produce (+11.4%), with an outlay of 1,879.7 million Euros (+7,7%). Aneioa offered precious information on this point: comparing the increase in quantity with that of value it can be highlighted that compared to the year previous and excluding market garden produce, including pulses, on the whole imports to Italy regarded lower priced produce.

Family consumption
For some years now, Agri Cesena (the SpA that organizes Macfrut, along with the Comune di Cesena and the Forlì-Cesena Chamber of Commerce) has created an “An observatory of fruit and vegetable consumption of the Italian family”, edited by Iha Italia: a precious tool for understanding the purchasing of the 20,680,000 family nuclei in Italy, that in 2002 consumed less
(-2.42%) but spent more (+6.94% on figures for 2001) on fruit & vegetables.
Adding the figures of fresh fruit and vegetables with that of frozen market garden produce one achieves a total of 9,262,702 t of food (-2.42%) to a value of 13,074.8 million Euros (+6.94 on 2001).
As can be seen from table 2, comparing 2002 and 2001, the purchase of vegetables (in quantity) dropped (from 4.9 to 4.7 million t) more than fruit (from 4.3 a 4.2 million t), while frozen market garden produce increased, to the point of exceeding 190 thousand t. Consequently, average consumption is down to 448,97 kg against the 460,82 of 2001.
Fruit - In 2002 the Italians preferred apples (though this did not prevent a drop of 1.4%), followed by oranges, bananas, pears, peaches and clementines. As well as that one sees a considerable increase in the purchase of strawberries and pineapples.
Fresh vegetables - Potatoes are in first place in family purchases, despite the drop of 7%, (but new potatoes are up 7.9%), before tomatoes, water-melons, onions, zucchini, carrots and peppers. Cauliflower, fennel, and asparagus put in a good showing. Finally, it is interesting to note the increase of +6.6% put in by bagged vegetables, with 13.630 t.
Frozen vegetables - Minestrone in first place in the purchase of frozen foods: in 2002 Italian families consumed 48,466 t (+9.1%). A slight drop for pears (-0,3) that lose the lead they previously held, while still being way ahead of potates (+7.9%) and spinache (+7.7%).
Prices - Comparing value against outlay, we see that families bought less (-1.4%) but spent 10.9% more on apples; the same goes for oranges where expenditure was up 8,6% and quantity down 2.9%. However peaches with +0.8% in volume registered a 7.9% drop in expenditure, and clementines showed a 5.2% rise in quantity, while their value increased by 23.5%, this still speaking of the year 2002. It is interesting on this count that Aneioa President Giuseppe Calcagni considers the accusations of price speculation vented during the year by some Consumer Associations as “exaggerated”, insamuch as based on “approximative” studies featuring “inconsistent sources and a totally haphazard gleaning of data”. Hence the convention on this theme to be held during the 2003 edition of Macfrut might constitute an interesting occasion for going further into the matter.

Purchasing channels
As shown in table 3 in 2002 modern distribution eroded some percent on other purchasing channels, exceeding 40% in value and 36% in quantity. The share held by mobile markets though is still sizeable but Observatory experts warn, figures show that this is where the lowest cost vegetables are bought, to the point where the 38.4% (vegetables) and 36% (fruit) shifted by this channel in quantity, is countered by a 33% (vegetables) and 31% (fruit) in value. The purchasing share for frozen vegetables shows an entirely different picture, where modern distribution takes the lion’s share, with percentages near European ones (or that is close on 75%).
It should though be considered that inside the EU Italy is still an anomaly, inasmuch as the purchase of fresh fruit & vegetables in the supermarkets and hypermarkets does not exceed those purchased in shops and markets, and mobile traders and the local market still account for more than 30% of the total.

The biological “phenomenon”
Lastly we mention the biological segment, where Italy has won a place for itself as foremost European producer, supplying some 30% of products consumed. Italy can boast over 60,000 biological concerns (between producers and converters) and 1.2 million hectares of surface dedicated to the same, with a production of over 1.8 million tons (estimated figures 1,600 million Euros). Out of this fruit & vegetables account for 20%.
This year at Macfrut the Agri Cesena Observatory will be presenting figures concerning the purchase of bio fruit & vegetables while AC Nielsen will be providing a qualitative analysis that promises to be interesting for all marketers involved in health oriented consumption.



Macfrut e i suoi saloni
In programma a Cesena dall’8 all’11 maggio, Macfrut 2003 si presenta come un appuntamento importante, sia per testare gli umori del mercato in un momento delicato a livello nazionale e internazionale, sia per la portata dei temi che verranno approfonditi nei convegni che animeranno la prossima edizione della fiera.
Come sempre affiancato dalle mostre complementari Agro Bio Frut, Trans World e Salone delle Produzioni Biologiche Mediterraneo, il salone romagnolo espone, su una superficie di 30.000 m2, impianti, tecnologie e servizi per la produzione, lavorazione, commercializzazione e trasporto dei prodotti ortofrutticoli, e si è da tempo affermato come punto di incontro internazionale.
L’anno scorso i visitatori sono stati 38.000 (in crescita del 10% rispetto all’edizione precedente), di cui ben il 15% stranieri, provenienti da oltre cento paesi di tutti i continenti. Da varie regioni del mondo anche gli espositori che quest'anno, fra i 600 presenti, annoverano anche aziende cinesi. Oltre 200, infine, gli incontri bilaterali fra aziende espositrici ed esponenti delle delegazioni estere accreditate.
Macfrut è organizzato da Agri Cesena, una SpA partecipata dal Comune di Cesena e dalla Camera di Commercio di Forlì-Cesena.




Macfrut and its associated shows
Scheduled at Cesena 8 to 11 May, Macfrut 2003 is an important event this both for testing the mood of the market at a delicate moment nationally as well as internationally, but also for the scope of the themes that will be gone into in greater depth the conventions that will animate the coming edition of the fair. As ever accompanied by the complimentary shows Agro Bio Fruit, Trans World and the Mediterranean Biological Production Show - spread over a surface of 30,000 m2, Macfrut will feature systems, technology and services for producing, processing, trading and transporting fruit & vegetable produce, the show having long won its standing as an international meeting point. Last year the show was visited by 38,000 people (up 10% on the previous edition), 15% of which foreign from over a hundred countries from all continents. This year too the 600 hundred strong exhibitors at the show are from various regions of the world, including companies from China. Over 200 bilateral encounters between exhibiting concerns and exponents from official foreign delegations have been organized. Macfrut is organized by Agri Cesena, an SpA part-owned by the Comune di Cesena and the Forlì-Cesena Chamber of Commerce.









Cassette per l’ortofrutta
La cassetta modello NF 6424 "Orto" della Nordcontenitori si è affermata presso le principali aziende italiane di prodotti ortofrutticoli di IV gamma. Si tratta di un contenitore inseribile e sovrapponibile, con fondo e pareti forate. Nella fattispecie, l'inseribilità è proposta come alternativa alle pareti abbattibili per ottenere un'efficace gestione degli spazi nelle fasi di lavorazione e di stoccaggio.
Questo contenitore è particolarmente indicato nel settore agricolo, per la raccolta in serra e il successivo lavaggio degli ortaggi nell'ambito dei trattamenti per ottenere i prodotti di IV gamma. Inoltre, viene usato con soddisfazione anche nel settore ittico. È prodotto in PP vergine, personalizzabile mediante marcatura a caldo, con capacità di 45 litri e un peso di 1,6 kg. Unica la misura: 600x400x240 mm all’esterno e 542x344x225 mm all’interno.




Fruit & vegetable crates
Crate model “Orto” NF 6424 by Nordcontenitori has successfully won itself a place with the main Italian producers of IV range produce. The containers are insertable and stackable, with holed base and walls. Their being insertable is offered as an alternative to collapsible walls for effective space management in the processing and storage phases. The container is particularly suited for the agricultural sector, greenhouse picking and the IV range produce. The crates are also successfully used in the ichthyic sector. “Orto” is made in virgin PP, can be personalised by hot marking, has a 45 litre capacity and weighs 1.6 kg. Only size: 600x400x240 mm exterior and 542x344x225 mm inside.