May 2002





L’ortofrutta e l’imballaggio
Fruit and vegetables and packaging

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Creativity without frontiers

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Tra incrementi e flessioni, che hanno contraddistinto le singole tipologie di imballaggio, quelli di legno continuano a esprimere una presenza importante.

Plinio Iascone

I
l legno è uno dei materiali più antichi impiegati per la produzione di imballaggi. Botti per il vino, casse per il trasporto di merci varie, cesti hanno infatti costituito per anni una delle forme di imballaggio a maggiore diffusione.
Le principali tipologie di imballaggi di legno attualmente sul mercato sono:
- imballaggi industriali (strutture per il trasporto di macchinari o impiantistica, bin di elevata capacità per prodotti ortofrutticoli, cassette per bottiglie, casse per il trasporto di cavi ecc.);
- cassette per prodotti ortofrutticoli o altro;
- pallet.
Da alcuni anni il settore degli imballaggi di legno attraversa una fase di profonda riconversione e riassetto, legata a molteplici fattori, tra cui un ruolo di rilievo è rivestito dalla pressione concorrenziale dei materiali sostitutivi (cassette di plastica o cartone ondulato per ortofrutta) e da nuove esigenze del mercato in termini di logistica (pallet a rendere e loro standardizzazione).
Le principali aree di destinazione degli imballaggi di legno sono i settori manifatturieri, l'industria alimentare e la grande distribuzione moderna.
I pallet sono senza dubbio la forma di imballaggio a maggior diffusione, mentre l'impiego degli imballaggi industriali si distribuisce tra le seguenti aree di mercato: meccanica-impiantistica, cavi telefonici e elettrici, raccolta prodotti ortofrutticoli e cassette per bottiglie.
L'unico manufatto condizionato essenzialmente da un'unica area di utilizzo, ovvero il comparto degli ortofrutticoli freschi, è la cassetta di legno.

Il settore: comparti e cifre
Nel 2001 la filiera del legno ha prodotto globalmente 3.140.000 t di imballaggi esprimendo un fatturato di 1.574 milioni di Euro. Questo significa un aumento rispetto al 2000 del 10% sulla produzione in peso e del 14% circa sul fatturato.
L'exploit del settore è derivato essenzialmente dalla sensibile crescita del settore pallet, mentre gli imballaggi industriali hanno segnato una lieve crescita e le cassette per ortofrutta una sensibile flessione.
L'intero comparto industriale annovera oltre 2.000 aziende che occupano circa 11.450 addetti. Il loro riferimento associativo è Assolegno (Federlegno-Arredo), che rappresenta non solo i produttori di manufatti di legno, ma anche le aziende che lavorano le materie prime legnose.
Vediamo ora in dettaglio l'andamento dei tre principali comparti della filiera (tabella 1).

Imballaggi industriali
Nel 2001 il comparto degli imballaggi industriali ha segnato una crescita del 4,6%. Tale sviluppo è stato conseguito dall'area degli imballaggi costruiti ad hoc dagli utenti dell'area meccanica (+8% rispetto al 2000), mentre le casse industriali standard (compreso i bins) hanno segnato una flessione del 5%. Sono stati prodotti imballaggi industriali per un fatturato di circa 423 milioni di Euro, con un peso totale della produzione pari a 675.000 t.
Il 57% dell'offerta è riconducibile ad aziende specializzate, che lavorano per più clienti; il restante 43% si riferisce ad autoproduzione o ad aziende che lavorano in esclusiva per un unico cliente.
La grande varietà che ne deriva, rende estremamente difficoltosa la rilevazione statistica delle cifre del settore. Le alternative agli imballaggi industriali di legno sono, in certi casi, i container.
Per quanto riguarda i bins, manufatto incluso nei valori sopra evidenziati, trovano un’alternativa nei bins in plastica (in aumento).
Per quanto concerne le strutture per cavi, al momento non si intravedono soluzioni alternative al legno, mentre le casse di legno per liquori e vino devono confrontarsi con le scatole metalliche e con quelle in cartone.

Pallet
Si tratta di un comparto attualmente in ottima salute. Questo imballaggio è uno strumento indispensabile nella moderna logistica distributiva, poiché permette una veloce e razionale movimentazione delle merci. La storia dei pallet in Italia ha inizio nel primo dopoguerra, ma il primo modello di pallet, come lo si intende oggi, risale agli anni Cinquanta quando furono redatti i primi capitolati con la nascita degli europallet.
Negli anni Sessanta inizia la progressiva e sensibile diffusione di questo sistema di trasporto come uno strumento, con caratteristiche di durata e resistenza, da utilizzare più volte. Durante il boom economico, viene immesso sul mercato il pallet "a perdere", ossia dismesso dopo il primo utilizzo. Questo tipo di bancale avrà un’affermazione tale da superare ampiamente le quantità di quello a rendere, il cui recupero, a causa dell'impiego in viaggi a sempre più lunga percorrenza, presentava diversi problemi.
In questo periodo nascono le prime norme UNI per i pallet italiani e la standardizzazione nei formati oggi in uso.
Gli anni Settanta rappresentano il periodo di massima espansione dei pallet sia in Italia che in Europa, anche a seguito del sensibile sviluppo della distribuzione moderna. A fronte di un numero ancora limitato di produttori, e dell’espansione in atto, i ricavi risultavano più che soddisfacenti.
Lo scenario negli anni Ottanta cambia, in relazione al rapporto domanda-offerta: rallentano i tassi di crescita della richiesta, e il progressivo aumento dell'offerta si coniuga con un conseguente abbassamento dei prezzi.
A partire dagli anni Novanta, oltre al progressivo miglioramento qualitativo si evidenzia un sensibile aumento della standardizzazione, con conseguente riduzione delle tipologie di formati: si tende infatti a eliminare i pallet personalizzati, in nome di una maggiore unifrmità.
Tra fine anni Novanta e inizio 2000, Federlegno promuove una profonda innovazione, tesa a rivoluzionare il segmento introducendo sul mercato pallet standard certificati a marchio Epal. Questi pallet soddisfano caratteristiche rigide di tenuta e sicurezza e dovrebbero notevolmente favorire il riuso degli stessi per molteplici volte.
Il fenomeno si sta riflettendo sulla quantità di pallet prodotti e su quella di pallet riparati e rimessi in circolazione, della categoria Epal.
Negli ultimi anni si sta cercando di ovviare a questa difficoltà, creando un circuito di pallet standard che possano essere scambiati con altri bancali di pari caratteristiche, semplificando in questo modo le procedure di recupero. In particolare dal 1° marzo 1999 è stato introdotto in Italia il marchio di certificazione "Epal", che permette e favorisce la circolazione dei pallet a rendere in tutta Europa.
Nella realtà italiana predomina ancora il pallet a "perdere", con una quota che si stima intorno al 60%, con riferimento al nuovo immesso sul mercato. La restante quota si riferisce ai pallet a rendere, costruiti secondo i diversi standard (Centromarca, Eurepal e CP) e che sono in progressivo aumento.
È importante però sottolineare che, in Italia, esiste anche una quota di pallet a "perdere", che vengono in realtà riciclati, pur con un ciclo di vita mediamente più breve.
Il parco reale circolante globale (pallet standard + pallet "a perdere riutilizzati") si può quindi stimare che rappresenti il 50% circa dei pallet utilizzati in un anno .
Il parco si valuta in circa 748.000 t (44 milioni di unità) a cui si devono aggiungere i pallet a perdere impiegati. Il numero di giri effettuati in un anno del pallet a rendere, secondo Rilegno, sono 4-5 e la vita media di un pallet standardizzato è di 7 anni.
In Italia si contano circa 300 costruttori di pallet e 527 riparatori per un totale di 827 operatori, di cui il 75% nel nord della penisola, il 18% al centro e il restante 7% nel sud e isole.
Nel 2001 quest'industria ha prodotto un fatturato di circa 955 milioni di Euro immettendo sul mercato circa 1.850.000 t di pallet, per oltre il 55% nuovi e il restante 45% pallet riparati. Il comparto nel 2001 ha segnato un sensibile +17%.
La crescita segue un 2000 che ha, a sua volta, segnato uno sviluppo rispetto al 1999, del 19%.
Questo poderoso incremento per due anni consecutivi dipende dal rinnovo in atto del parco pallet a seguito dell'introduzione degli Epal, con conseguente diminuzione sia dei pallet a perdere che di quelli a rendere delle altre categorie.
Gli Epal, peraltro, hanno un peso medio superiore alle altre famiglie.
Tale rinnovo, a regime probabilmente già nel 2002, potrà comportare per qualche anno una flessione nel nuovo immesso sul mercato.
Il pallet di legno si può presentare in tre principali formati standard che vengono di seguito riportati con le relative percentuali di utilizzo:
- formato 800 x 1.200 mm (70%);
- formato 1.000 x 1.200 mm (25%);
- formato 1.200 x 1.200 mm (5%).
Globalmente l'impiego di pallet di legno risulta così ripartito: agro-alimentare (24%), materiali per edilizia (59,5%), cosmesi-farmaceutica (0,5%), altro, compreso prodotti chimici (16%) (rimandiamo alla tabella 2, evidenziando il trend dell’impiego di imballaggi di legno nell’ortofrutta).
Esistono pallet alternativi a quello di legno. Prodotti in plastica, cartone o acciaio, globalmente, rappresentano una quota marginale del mercato (5%) e negli ultimi anni il loro share è rimasto pressoché invariato, lasciando al pallet di legno la netta predominanza. Nel 2001 si è però rilevata una lieve crescita dei prodotti di plastica (tabella 3).

Cassette
Il settore delle cassette, impiegate per oltre il 97% per il trasporto dei prodotti ortofrutticoli, vive ormai da diverso tempo, una crisi che ne sta notevolmente ridimensionando produzione e fatturato.
Introdotte e affermatesi sul mercato a partire dagli anni Cinquanta, le cassette di legno venivano utilizzate per il trasporto dell'ortofrutta e dei prodotti ittici. Tra fine ‘80 e inizio ‘90, con l'introduzione di cassette in cartone ondulato e in polietilene per i prodotti ortofrutticoli e in polistirolo per gli ittici, inizia la fase di arretramento del comparto.
Nel 2001 il mix del packaging ha evidenziato le seguenti quote di impiego: legno 39%, plastica perdere 9%, plastica rendere 10,8% (5 giri anno), cartone 30,8%, sacco raffia 6,7%, mini bins plastica da esposizione 3,7%.
Se a inizio anni Novanta la cassetta di legno rappresentava il 90% circa, ha raggiunto oggi il 39%, di cui si prevede, entro il 2004, un’ulteriore flessione fino al 27-30%.
Nel 2001 sono state prodotte 523.000 t di cassette, con un fatturato di 196 milioni di Euro segnando, rispetto all'anno precedente, una flessione del 17% circa, sia sul peso che sul fatturato.
I produttori di questo imballaggio sono diverse centinaia distribuiti per il 42% al nord, per il 9% al centro e il 49% al sud e isole.
La cassetta di legno è presente sul mercato in diverse tipologie: plateaux, cassetta aperta, gabbia, cestino e vassoio.

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio



Data about wood

Among the upturns and downturns which characterised the various types of packaging materials, wood still continues to occupy an important position.
Plinio Iascone

Wood is one of the oldest materials used for the production of packaging. Wine barrels, crates for the transportation of various types of goods, boxes.
For years these have been a very widespread form of packaging.
The main types of wooden packaging in the market today are:
- industrial packaging (constructed for the transport of machinery or equipment, large-capacity bins for fruit and vegetable products, crates for bottles, crates for the transport of cables, etc.);
- boxes for fruit, vegetables and other products;
- pallets.
For some time now, the wooden packaging sector has been going through a phase of radical change and re-organisation, linked to many factors including the important role played by the pressure of competition from substitute materials (plastic and corrugated cardboard crates for fruit and vegetables) and new requirements of the market in terms of logistics (the standardisation of pallets and their return for re-use).
The main areas where wooden packaging is used are the manufacturing sectors, the food industry and modern chain store distribution.
Without doubt, pallets are the most widespread form of packaging, while the use of industrial packaging is spread throughout the following market areas: machinery and equipment, telephone and electric cables, containers for fruit and vegetable products, and crates for bottles.
The only article affected by a single area of use, in the fresh fruit and vegetable sector, is the wooden crate.

The sector: sections and statistics
In 2001, the wood sector produced an overall total of 3,140,000 t of packaging, with a turnover of 1,574 million Euro. Compared with 2000, this was a rise of 10% in terms of weight and about 14% in turnover.
The success of the sector came mainly from substantial growth in the pallet sector, while industrial packaging showed a slight rise and crates for fruit and vegetables a noticeable drop.
The whole sector of the industry includes more than 2,000 companies with about 11,450 employees. Their industrial association is Assolegno (Federlegno-Arredo), which represents not only producers of wooden articles but also companies which process the raw material.
Let us now examine in detail the progress of the three main sections of the sector (table 1).

Industrial packaging
In 2001 the industrial packaging sector recorded a growth of 4.6%. This development was achieved from the area of packaging built as necessary by users in the machinery sector (+8% compared with 2000), while standard industrial crates (including bins) recorded a downturn of 5%. The industrial packaging produced resulted in a turnover of about 423 million Euro, with a total weight of production of 675,000 tonnes.
57% of production was attributable to specialised companies working for several customers; the remaining 43% related to in-house production or to companies working exclusively for a single customer.
The great variety involved makes it difficult to produce statistics for the sector. The alternatives to wooden industrial packaging are, in certain cases, containers.
With regard to bins, included in the figures above, plastic bins are seen as an alternative, and are increasing. At present, there is no alternative to wood for constructions for the transport of cables, while wooden crates for wines and spirits find competition from boxes in metal and cardboard.

Pallets
At the moment this is a very healthy area. This type of packaging is an indispensable tool in the logistics of modern distribution, since it allows fast and rational movement of goods. The history of the pallet in Italy shortly after the Second World War, but the first model of the pallet as we understand it today came in the 1950s when the first specifications were published with the birth of the Euro-pallet.
The 1960s saw the start of a progressive and substantial spread of this means of transportation, with its characteristics of durability and strength, as an article which could be used more than once. During the economic boom, the “throwaway” pallet appeared on the market, to be discarded after only one use. This caught on so well that it quickly overtook the number of returnable pallets, since the recovery of the latter, because of their bulk and the longer and longer journeys involved, presented problems.
This period also saw the first UNI regulations for Italian pallets and the standardisation of the formats in use today.
The 1970s were the time of greatest expansion in the use of pallets both in Italy and in Europe, particularly as a result of substantial development on modern distribution methods. Because of a still limited production level, and the expansion in their use, the resulting profits were more than satisfactory.
In the 1980s things changed with regard to supply and demand: the growth in demand slowed, and the progressive increase in supply led to a lowering of prices.
Starting in the 1990s, as well as a progressive improvement in quality, there was a notable increase in standardisation, with a consequent reduction in the number of formats: in fact, personalised pallets tended to disappear, in the name of greater uniformity.
Between the late 1990s and early 2000, Federlegno promoted a radical innovation, aimed at revolutionising the sector by introducing into the market a standard pallet certified with the EPAL mark. These pallets provide characteristics of rigidity and security and should greatly encourage being used several times.
This phenomenon is reflected in the number of pallets of the EPAL category produced, and the number of those pallets being repaired and put back into circulation.
In recent years attempts have been made to overcome that difficulty, by creating a circuit of standard pallets which can be exchanged with others with the same features, thus simplifying the recovery procedure. In particular, since 1 March 1999 in Italy there has been the EPAL certification mark which makes it possible to circulate returnable pallets all over Europe.
In Italy, “throwaway” pallets still predominate, with an estimated 60% of new pallets introduced onto the market. The rest are returnable pallets, manufactured to several standards (Centromarca, Eurepal and CP) and are on the increase.
It is however important to emphasise that in Italy there are a number of “throwaway” pallets which are in fact re-used, although their life cycle is relatively short.
The number of pallets actually in circulation (standard pallets + “re-used throwaway” pallets) is thus estimated at 50% of the pallets used in a year.
This stock constitutes around 748,000 tonnes (44 million units) to which must be added the throwaway pallets in use. The number of times a returnable pallet is used, according to Rilegno, is around 4-5 and the average life of a standardised pallet is 7 years.
Italy has about 300 pallet manufacturers and 527 repairers, making a total of 827 operators, of which 75% are in the north of the peninsula, 18% in the centre and the remaining 7% in the south and the islands.
In 2001 the industry produced a turnover of around 955 million Euro, putting about 1,850,000 tonnes of pallets onto the market, more than 55% of which were new and the remaining 45% repaired. In 2001 the sector recorded substantial growth of 17%.
This growth followed 2000 which in its turn showed a 19% increase over 1999.
This substantial growth for two consecutive years stems from the renewal of the stock following the introduction of EPAL, with the consequent reduction both of throwaway pallets and returnable pallets of other categories.
The EPAL pallets also weigh more than other types.
This renewal could result in a reduction in the number of new pallets introduced into the market for several years, probably starting in 2002.
Wooden pallets come in three standard formats, shown here followed by the percentages in use:
- format 800 x 1.200 mm (70%);
- format 1000 x 1200 mm (25%);
- format 1200 x 1200 mm (5%).
Of the total number of wooden pallets, they are used as follows: agro-food (24%), construction materials (59.5%), cosmetics-pharmaceuticals (0.5%), others, including chemical products (16%) (this refers to table 2, which highlights the trend towards the use of wooden packaging for fruit and vegetables).
There are alternative pallets to wood. Produced in plastic, cardboard or steel, these represent a marginal section of the market (5%) and over the last few years their market share has remained pretty well unchanged, ceding predominance to the wooden pallet. In 2001, however, there was a slight increase in the number of plastic pallets (table 3).

Boxes
The sector for boxes, 97% of which are used for the transport of fruit and vegetable products, has for some time been going through a crisis which is resulting in a substantial change in production and turnover.
Introduced onto the market in the 1950s, and soon becoming well-established, the wooden box was used for the transportation of fruit and vegetables and fish products. Between the late 1980s and early 1990s, with the introduction of boxes in corrugated cardboard and polyethylene for fruit and vegetables, and polystyrene for fish, the sector entered a phase of contraction.
In 2001 the packaging mix was as follows: wood 39%, throwaway plastic 9%, re-usable plastic 10.8% (5 times per year), cardboard 30.8%, raffia bags 6.7%, plastic display mini-bins 3.7%.
Although in the early 1990s the wooden box accounted for around 90%, today this has fallen to 39% and by the end of 2004 a further fall to 27-30% is expected.
In 2001 523,000 tonnes of boxes were produced, with a turnover of 196 million Euro, a fall of about 17% both in weight and turnover compared with the previous year.
There are several hundred producers of this type of packaging, located 42% in the north, 9% in the centre and 49% in the south and the islands.
Several types of wooden box are to be found on the market: plateaux, open boxes, crates, baskets and trays.

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio