May 2002





L’ortofrutta e l’imballaggio
Fruit and vegetables and packaging

Creatività senza confini
Creativity without frontiers

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Cardboard for fruit and vegetables

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Su una superficie coltivata di oltre un milione e mezzo di ettari, operano oltre 2 milioni di addetti. Dati e commenti sull’ortofrutta italiana, con una finestra di approfondimento su modalità di confezionamento e distribuzione. Plinio Iascone

C
omparto delicato, quello dell’ortofrutta, interessato com’è da sensibili picchi produttivi in negativo o in positivo, in funzione delle condizioni climatiche.
Rimandiamo alla spalla per le informazioni generali sul settore, e ci focalizziamo invece sulle modalità di confezionamento di questi beni.

Scelte di imballaggio
La scelta del confezionamento è legata al tipo di prodotto, al canale distributivo e alla distinzione tra mercato nazionale e mercati esteri.
Il confezionamento, a sua volta, differisce a secondo della funzione d’uso, nel caso si prendano in considerazione gli imballaggi per la raccolta, per il trasporto e gli imballaggi per la vendita al consumo finale.
In questa trattazione viene esaminato il mix del packaging relativo a:
- trasporto dai centri di raccolta e selezione alla distribuzione;
- vendita al dettaglio (famiglie).

Imballaggi da trasporto
Dal centro di raccolta e selezione
alla distribuzione

L’imballaggio da trasporto per i prodotti ortofrutticoli ha vissuto, in questi ultimi anni, interessanti evoluzioni che coinvolgono soprattutto i materiali utilizzati. Nel corso dell’ultimo decennio si assiste all’affermazione prima delle cassette di cartone ondulato e in un secondo tempo delle cassette di plastica.
La crescita di cartone e plastica ha determinato una progressiva riduzione della cassetta di legno che, fino a una decina di anni fa, rappresentava di fatto l’unica soluzione di imballaggio da trasporto.
Nel 2001 si valuta che la quota di mercato della cassetta di legno sia stata pari al 36%, in progressivo calo, e quello della cassetta di cartone ondulato si sia assestata al 31%: si tratta, in entrambi i casi di imballaggi a perdere.
La cassetta di plastica, in controtendenza, ha raggiunto uno share del 22%, dove le cassette a rendere risultano in progressiva crescita.
La restante quota di mercato è suddivisa tra sacchi di rafia per il trasporto di patate, cipolle, limoni (6,5%) e mini bin di plastica da esposizione (4,5%).

A perdere o a rendere, ma di plastica
La grande novità in termini di imballaggi da trasporto per prodotti ortofrutticoli è costituita dagli imballaggi di plastica e in particolare la progressiva diffusione di quelli a rendere.
Nel 2001 si valuta che le cassette di plastica rigida a rendere abbiano raggiunto uno share del 13,5%, mentre quelle a perdere non superino l’8,5%.
Secondo le valutazioni i prodotti ortofrutticoli movimentati con le cassette di plastica a rendere, raggiungono le 1.920.000 t circa.
Calcolando infatti una media (prudenziale) di 6 giri all’anno e una capacità media di trasporto di 7 kg, il parco cassette è stimato intorno a 45 milioni di unità; se si usassero cassette a perdere per movimentare la stessa quantità di frutta, occorrerebbero circa 274 milioni di unità!
Le cassette rigide di plastica a rendere differiscono notevolmente rispetto a quelle rigide a perdere:
- le cassette a perdere sono in genere fabbricate con plastica da riciclo (il prodotto è a contatto con un film plastico vergine) e pesano 400-500 g; le cassette a rendere, fabbricate con materia plastica vergine (PP), pesano mediamente 1 kg.
Le cassette di plastica a rendere sono di diversi tipi:
- cassetta impilabile a sponde fisse;
- cassetta inseribile;
- cassetta inseribile e impilabile;
- cassetta ripiegabile.
In prospettiva le cassette ripiegabili dovrebbero avere ottime possibilità di affermazione per motivi logistici.

Destinazioni
Il mix del packaging relativo al trasporto presenta delle differenziazioni in base al mercato di destinazione, interno o estero.
Nei prodotti destinati al mercato italiano la presenza della cassetta di legno è sostanzialmente simile a quella relativa alla produzione totale movimentata, mentre il rapporto plastica/cartone è più favorevole alla plastica. Per quanto riguarda l’ortofrutta destinata all’esportazione, l’imballaggio leader è la scatola di cartone ondulato, con uno share del 55%.

Imballaggi per la vendita al dettaglio
La famiglia predilige il servizio
Il confezionamento dei prodotti ortofrutticoli in funzione di unità di vendita ha raggiunto un ottimo indice di diffusione e, tendenzialmente, assisteremo a ulteriori interessanti sviluppi.
Si tratta di confezioni medio piccole, mediamente da 1 kg di capacità. In questo caso, il fattore propulsivo è stata l’affermazione della vendita attraverso la distribuzione moderna.
Il consumatore gradisce queste soluzioni, in particolare nel caso in cui vengano offerte verdure fresche pre-tagliate o altro (frutta e verdura di quarta gamma).
Commercializzare prodotti già confezionati consente inoltre di fare arrivare a destinazione il prodotto senza danni legati al trasporto.
La plastica si è subito inserita in questo segmento sotto forma di cestelli, vaschette, vassoi e sacchetti.

I cestelli di plastica
In genere avvolti da film plastico estensibile di PVC, coprono una quota del 14,5% e sono costituiti per l’85% di PP o OPS (nel caso dei trasparenti) e per il restante 15% di PET; il cestello di PVC è invece quasi del tutto scomparso.
In questo segmento, il cestello di cartoncino trattato contro l’umidità e quello in sfogliato di pioppo rappresentano la soluzione competitiva, anche se globalmente non supera l’1% di utilizzo.

I vassoi e le vaschette di plastica
Sono tutti di PS (circa 8,3%). L’alternativa al vassoio di PS potrebbe essere un vassoio in composit (polvere di legno e cellulosa da riciclo). Anche i vassoi e le vaschette vengono avvolti con un film estensibile al momento in PVC. Il ricorso alla vaschetta riguarda essenzialmente la frutta di grossa pezzatura e gli ortaggi in foglia. Vaschette e vassoi sono presenti prevalentemente nei circuiti della distribuzione moderna, ma vanno diffondendosi progressivamente anche nella distribuzione tradizionale.

I sacchetti di plastica
Sono impiegati ampiamente sia presso la distribuzione moderna che presso la distribuzione tradizionale (sono esclusi dall’analisi gli shopper). L’impiego presso la distribuzione moderna è connesso alla scelta dei supermercati di modificare, almeno in parte, il banco dell’ortofrutta, con possibilità per i consumatori non solo di scegliere i prodotti ma anche le quantità grazie all’auto pesatura da parte dell’acquirente: questa pratica, presso la distribuzione moderna, si va diffondendo a scapito del confezionamento in vaschette e vassoi. I sacchetti sono generalmente di PVC o di LLDPE.

Sacchetti di carta
Ampiamente diffusi presso la vendita tradizionale (mercati rionali e negozi di ortofrutta), il 48% circa dei prodotti venduti al dettaglio presenta ancora questa soluzione, ma lo share risulta in progressivo calo.

Cestelli, vassoi e sacchetti in plastica sono gli imballaggi che progressivamente acquisiranno spazi nella vendita al dettaglio: tale tendenza deriva dal progressivo sviluppo delle vendite presso la distribuzione moderna, dove queste soluzioni sono di fatto d’obbligo, ma anche dall’orientamento delle esigenze del consumatore che richiede prodotti già puliti e, in ogni caso, meglio conservati.

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio


Fruit and vegetables and packaging
More than 2 million employees farm a surface area of more than a million and a half hectares.
Data and comments on the Italian fruit and vegetables sector, with an in-depth look at packing and distribution methods.
Plinio Iascone

A delicate sector, that of fruit and vegetables, given that it's subject to marked peaks in production (negative and positive) due to the weather.
See shoulder article for general information on this sector. Here we're going to concentrate on how these goods are packed.

Packaging choices
The choice of packaging is linked to the type of product, the distribution channel and the distinction between the domestic market and foreign markets. The packing, in turn, differs in view of the function, such as crates used for harvesting, those for shipping and the packaging used for sale to the final consumer. This article looks at the packaging mix for:
- transporting from harvesting and sorting centres to the distribution chain;
- retail sales (families).

Shipping packaging
From the harvesting and sorting centres to the distribution chain
The packaging used to transport fruit and vegetables has evolved significantly in recent years, especially with regard to the materials used.
Over the last decade, corrugated cardboard crates have become very popular, followed by plastic crates. This increase in the use of cardboard and plastic has meant a progressive drop in the use of wooden crates, which until ten years ago represented the only shipping solution.
The 2001 market share of wooden crates has been estimated at 36% and falling, while that of corrugated cardboard crates has stabilised at 31%: both these packaging solutions are non-returnable.
Meanwhile, plastic crates now represent a share of 22%, indicating that returnable crates are growing in popularity.
The remaining market share is split between raffia sacks for potatoes, onions and lemons (6.5%) and mini plastic display bins (4.5%).

Non-returnable or returnable, but always plastic
The great novelty in terms of the packaging used to ship fresh produce lies in the use of plastic packaging and especially the constant growth in the use of returnable packaging. It's been estimated that stiff returnable plastic crates reached a market share of 13.5% in 2001, while that for non-returnable crates is not more than 8.5%.
According to these estimates, the amount of fresh fruit and vegetables shipped using returnable plastic crates comes to roughly 1,920,000 t. In fact, with a (conservative) mean figure of 6 returns a year and average capacity of 7 kg, there's an estimated 45 million crates circulating in Italy. If non-returnable crates were used to move the same amount of fruit, one would need about 274 million crates!
Stiff, returnable plastic crates differ considerably from stiff, non-returnable crates:
non-returnable crates are generally made from recycled plastic (the product comes into contact with a film of virgin plastic) and weigh 400-500 g, while returnable crates are made from virgin plastic (PP) with an average weight of 1 kg.
Returnable plastic crates come in two types:
- stackable, fixed side crates;
- insertable crates;
- insertable and stackable crates;
- folding crates.
Folding crates with knock-down sides are expected to become a great success thanks to the obvious logistical benefits.

Destinations
The packaging mix for shipping fruit and vegetables differs depending on the market of destination: domestic or abroad.
For products to be sold on the Italian market, the presence of the wooden crate is very much the same as that of the total production being shipped, while the plastic/cardboard ratio is definitely in the favour of plastic. With regard to fruit and vegetables for export, the leading packaging is the corrugated cardboard with a share of 55%.

Packaging for retail Families prefer service
The packing of fruit and vegetables in terms of retail units represents an excellent index of diffusion and the trend is for further interesting developments.
The packs are medium/small in size, each holding 1 kg on average. The driving force here has been the success of supermarket sales.
The consumer appreciates these solutions, especially for fresh pre-cut vegetables and other items (ready fruit and vegetables).
In fact, to be able to sell pre-packed products means that the product arrives at its destination without damage during transit.
Plastic has immediately become king here, in the shape of baskets, trays, tubs and bags.

Plastic baskets
Generally wrapped in PVC stretch film, these represent 14.5% of the market and are made from PP or OPS 85% of the time (transparent baskets) and PET the remaining 15%.
The PVC basket, instead, has almost completely disappeared. Carton baskets with humidity treatment and woven baskets of poplar strips are a competitive alternative in this segment, even though their joint share is less than 1%.

Plastic trays and tubs
All made from PS (about 8.3%). The alternative to the PS tray could be a composite tray (recycled sawdust and cellulose).
The trays and tubs are again wrapped in stretch PVC film. Tubs are mainly used for large fruit and leaf vegetables.
Trays and tubs are mainly used in supermarkets, but are also catching on in traditional outlets too.

Plastic bags
These are widely used in both supermarkets and traditional outlets (shoppers not considered in this study). Their use in supermarkets is linked to the decision by supermarkets to alter the fruit and vegetable section, at least in part, by introducing the chance for consumers not only to select the produce, but also the quantity thanks to "weigh-your-own" systems: this trend is becoming more and more popular in supermarkets, to the detriment of tray and tub packaging.
The bags used are generally made from PVC or LLDPE.

Paper bags
Widely used by traditional sellers (open-air markets and greengrocer's shops), representing some 48% of all retail sales, but this figure is constantly falling.
Plastic baskets, trays and bags are the packaging solutions that are gradually gaining space in retail.
This trend is mainly the result of the on-going rise in supermarket sales, where these solutions are absolutely necessary, but it's also due to the needs of the consumer, who demands already washed products and, in any case, better preserved products.

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio



Fotografia di un settore
Il comparto ortofrutticolo italiano è composto, in base alle stime, da circa 450 mila aziende orticole, 330 mila frutticole e 130 mila agrumicole, per una superficie di oltre un milione e mezzo di ettari.

Produzione - Gli addetti sono circa 2 milioni, il giro d’affari globale (produzione, trasformazione e distribuzione) si aggira attorno ai 19.109 milioni di Euro.
La superficie agricola, dal 1990 a oggi, è diminuita a un tasso medio annuo del 10% circa ma, al contempo, sono aumentate le rese per ettaro. Infatti, nello stesso periodo, la produzione ortofrutticola italiana mostra un tasso di sviluppo contenuto entro lo 0,5-1% medio annuo.
Il settore è ovviamente interessato da sensibili picchi produttivi in negativo o in positivo, in funzione delle condizioni climatiche che si sono verificate nei diversi anni: nel 2000 e nel 2001, per esempio, le poco favorevoli condizioni climatiche hanno determinato un calo produttivo.
La produzione di prodotti ortofrutticoli, che nel 2001 ammonta a 25.800.000 t, evidenzia un calo del 12% rispetto al 2000 (incluso l’avviato a trasformazione, ma non l’uva destinata a vinificazione).
Questa sensibile contrazione delle quantità ha però mantenuto un buon livello di remunerazione; il fatturato è infatti cresciuto per effetto dell’aumento dei prezzi.
Le esportazioni italiane di prodotti ortofrutticoli freschi hanno raggiunto le 3.750.000 t (+0,1% rispetto all’anno precedente.
Le importazioni sono aumentate del 4,6% raggiungendo le 2.392.000 t.
Completano il quadro statistico i seguenti valori:
- la disponibilità di prodotti ortofrutticoli freschi sul mercato italiano (produzione-export +import) è di 24.442.000 t;
- il prodotto avviato a trasformazione si stima sia pari a 11.578.000 t;
- il prodotto avviato al consumo fresco è calcolabile in 12.864.000 t, di cui 9.310.000 t destinate ai consumi delle famiglie e 3.554.000 t destinate a catering e comunità.
Commercio - I prodotti ortofrutticoli vengono sempre più veicolati attraverso la distribuzione moderna che ha raggiunto uno share del 35% circa, con riferimento agli acquisti delle famiglie.
Il 38% resta veicolato attraverso i mercati rionali, gli ambulanti e i negozi tradizionali, che sono in progressivo calo e presentano uno share del 27%.
Gli ortofrutticoli freschi presentano indici di rappresentatività nel paniere dei consumi familiari già molto elevati (0,99%) e quindi i consumi (94 kg circa pro capite per anno) difficilmente possono aumentare.
Competitor dei prodotti ortofrutticoli freschi sono i prodotti conservati e quelli surgelati, il cui consumo pro capite si attesta attualmente intorno ai 3 kg, ma è in progressiva crescita (sia a scapito dei prodotti conservati che dei freschi).



Snapshot of a sector
It's estimated that the Italian fruit and vegetable sector consists of about 450,000 market gardens, 330,000 fruit farms and 130,000 citrus fruit farms, covering a total surface area of more than one and a half million hectares.

Production - With about 2 million employees, global turnover (production, converting and distribution) comes to about 19,109 million Euro.
The actual surface area farmed has dropped by an average of about 10% a year since 1990, but the yields per hectare have increased at the same time. In fact, over the same period, Italian fruit and vegetable output has seen modest average growth of 0.5-1% each year.
This sector is, of course, affected by significant peaks in production (negative and positive) due to the weather over the years: in 2000 and 2001, for example, the unfavourable climatic conditions caused a drop in output.
The production of fruit and vegetables - which in 2001 came to 25,800,000 t - has fallen by 12% compared to 2000 figures (including produce sent for conversion, but not grapes for wine-making). This marked reduction in quantities has meant the business remains highly profitable. In fact, turnover has increased thanks to higher prices. Italian exports of fresh fruit and vegetables now comes to 3,750,000 t (+0.1% compared to the previous year).
Imports have increased by 4.6%, to reach 2,392,000 t.
The following values complete the statistics for this sector:
- availability of fresh fruit and vegetables on the Italian market (production-exports + imports) amounts to 24,442,000 t;
- produce sent for conversion is estimated at 11,578,000 t;
- produce for fresh consumption is calculated as 12,864,000 t, with 9,310,000 t for consumption in the home and 3,554,000 t for the catering sector and communities.
Trade - Fruit and vegetables are increasingly being sold in supermarkets, now with a share of about 35% for home purchases.
38% continues to be sold in open-air markets, street traders and traditional greengrocer's shops - though these are constantly disappearing - with a share of 27%.
Fresh fruit and vegetables already represent a large part of the family's shopping basket (0.99%) and thus it's improbable that consumption levels (about 94 kg per head per year) can rise further. The competitors for fresh fruit and vegetables are preserves and frozen produce, the latter with per capita consumption of roughly 3 kg, but growing steadily (to the expense of both preserved and fresh produce).