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Ridotte le emissioni di CO2 (per un totale di circa 17 milioni di t) grazie all'efficienza dei sistemi europei di riciclo degli imballaggi. Leccellenza del modello Conai e i punti salienti della nuova legge comunitaria (attesa per primavera) a un convegno organizzato nellambito di Cop9. E.P.
AMilano si incontrano i politici dellambiente e Conai non manca loccasione per invitare i rappresentanti delle organizzazioni europee omologhe e per affermare leccellenza del modello italiano di gestione dei rifiuti. Nel 2002 il sistema Conai-Consorzi di filiera ha infatti consentito di recuperare 6,3 milioni t di imballaggi, pari al 55,7% dellimmesso al consumo (superando dunque lobiettivo di legge del 50%) e vanta una delle percentuali di riciclo dei materiali fra le più alte dEuropa: il 50,5%, con un incremento del 72% in soli 4 anni.
Lo ha ricordato il presidente Conai, Gianfranco Faina, al convegno internazionale La gestione dei rifiuti di imballaggi in Europa: scenari e prospettive, organizzato dal Ministero dellAmbiente e dal Consorzio Nazionale Imballaggi nellambito del summit Cop9 dello scorso dicembre. Faina ha illustrato anche altri plus del modello italiano, che vanta oltre 1.400.000 aziende associate al Conai, il 75% della popolazione coinvolta, un ottimo rapporto costi-benefici e un tasso di evasione pressoché inesistente. E, tra l'altro, ha presentato gli studi comparativi sui diversi sistemi europei, compresi quelli dei paesi entranti, elaborati in collaborazione con Edizioni Ambiente.
Alla validità del sistema italiano hanno fatto cenno anche Corrado Clini, Direttore Generale del Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio, che ha coordinato la tavola rotonda animata da autorevoli rappresentanti delle istituzioni nazionali e comunitarie, il Presidente del Parlamento Europeo, Guido Podestà, e lo stesso ministro Altero Matteoli. Quest'ultimo, a chiusura di convegno, ha quindi sottolineato come, sotto la presidenza italiana, la comunità europea abbia raggiunto un accordo sulla nuova direttiva per gli imballaggi, la cui approvazione definitiva è attesa per la prossima primavera.
La direttiva: indicazioni
La nuova direttiva prevede una crescita sostanziale degli obiettivi minimi di riciclo, dallattuale 25% al 55%, da realizzare entro il 2008 (a cui dunque lItalia già oggi è assai prossima). Inoltre, introduce numerose novità di rilievo, fra cui la definizione di obiettivi parziali per materiale - commisurati alle specificità di ciascuno e soprattutto alle differenze di costo dei processi di recupero - oltre che lesplicito riferimento alla termovalorizzazione come alternativa a un riciclo meccanico troppo oneroso.
In linea di massima, dunque, si è finalmente raggiunto un accordo sullimpostazione generale da dare alla materia, anche se si devono ancora approfondire diversi punti delicati. Fra questi, per accennare un paio di esempio, figura come ciascuna categoria di materiale debba "internalizzare" i propri costi di raccolta, oppure come sia possibile promuovere la sinergia fra i singoli sistemi nazionali di raccolta e riciclo.
Ne hanno accennato gli animatori della tavola rotonda, fra cui figuravano Otto Linher in rappresentanza della DG Ambiente della Commissione Europea, Jonson Cox (General Manager Valpak, GB), Fritz Flanderka (Pro-Europe s.p.r.l. Management), Janusz Plocica (presidente Rekopol, Polonia), Marina Franke (responsabile sviluppo sostenibile Procter & Gamble) e Vittorio Ghisolfi (presidente Mossi & Ghisolfi). Gli ultimi due, in particolare, hanno illustrato il punto di vista di imprese direttamente e massicciamente impegnate a promuovere uneconomia sostenibile dal punto di vista ambientale e che - ha sottolineato Ghisolfi - sempre più spesso devono confrontarsi con i competitor (soprattutto del Far East) che non seguono le stesse regole.
Il dibattito ha evidenziato il valore dei principi condivisi ma anche limportanza di una cross-fertilization delle varie esperienze nazionali. È stato fatto cenno alla necessità di armonizzare alcune definizioni di base - rifiuto, material recovery, energy recovery e la stessa classificazione di packaging - e di promuovere la rilevazione omogenea dei dati di immesso al consumo, recupero e riciclo, import/export. E in gioco ci sono ancora i grandi principi che hanno ispirato la normativa comunitaria, dalla libera circolazione dei prodotti allo stesso criterio di responsabilità di filiera; su questi e altri obiettivi più puntuali si è auspicato il ripetersi di incontri come quello milanese.
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The Cop9 of packaging
CO2 emissions have been reduced (by a total of about 17 million tonnes) thanks to the efficiency of European systems for the recycling of packaging. The excellence of the Conai model and the salient points of the new community legislation (expected in spring) at a conference organised as part of Cop9. E.P.
At a meeting of environment "politicians" in Milan, Conai did not miss the opportunity to invite representatives of corresponding European organisations and to confirm the excellence of the Italian model for waste management. In 2002 the Conai-Consorzi network systems resulted in the recovery of 6.3 million tons of packaging, equal to 55.7% of what was put onto the market (thus surpassing the legal target of 50%) and enjoyed one of the highest percentages for the recycling of materials in Europe: 50.5%, an increase of 72% in only four years. This was stated by the Chairman of Conai, Gianfranco Faina, at the international conference "The management of packaging waste in Europe: scenarios and prospects", organised by the Ministry of the Environment and the National Packaging Consortium as part of the Cop9 summit last December. Mr. Faina also illustrated other advantages of the Italian model, which boasts more than 1,400,000 companies which are members of Conai, 75% of the population involved, an excellent cost/benefit ratio and an almost non-existent level of evasion. Among other things, he also presented comparative studies of various European systems, including those of aspirant countries, drawn up in association with Edizioni Ambiente. The validity of the Italian system was also noted by Corrado Clini, Director General of the Ministry of the Environment and protection of the Territory, who coordinated the round table attended by authoritative representatives of Italian and Community institutions, the President of the European Parliament, Guido Podestà, and the minister Altero Matteoli. At the close of the conference, Mr. Matteoli emphasised how, under the Italian presidency, the European community has reached agreement on a new directive for packaging, the definitive approval of which is expected next spring.
The directive: information
The new directive requires a substantial growth in minimum recycling targets, from the present 25% to 55%, to be achieved by the end of 2008 (an objective Italy is already close to).
It also introduces many important new features, including the definition of partial objectives for materials - commensurate with the specific qualities of each, and especially the differing costs of the recovery processes - as well as explicit reference to exploitation of heat as an alternative to over-burdensome mechanical recycling. On the whole, therefore, agreement has finally been reached on the general formulation to be given to the subject, even if some delicate points must be considered in more detail. To quote a couple of examples, these include how each category of material should "internalise" its own collection costs, or how it would be possible to promote a synergy between individual national systems of collection and recycling.
This was noted by those present at the round table, including Otto Linher representing the General Directorate for the Environment of the European Commission, Jonson Cox (General Manager of Valpak , GB), Fritz Flanderka (Pro-Europe s.p.r.l. Management), Janusz Plocica (Chairman of Rekopol, Poland), Marina Franke (in charge of sustainable development at Procter & Gamble) and Vittorio Ghisolfi (chairman of Mossi & Ghisolfi). The last two, in particular, illustrated the viewpoint of companies directly and heavily involved in promoting a sustainable economy from an environmental point of view and which - as Mr. Ghisolfi emphasised - ever more frequently are confronted by competitors (especially in the Far East) who do not play by the same rules.
The debate highlighted the value of shared principles, but also the importance of a cross-fertilisation of different national experiences. The need was noted for a harmonisation of some basic definitions - waste, material recovery, energy recovery and the classification of packaging itself - and to promote a homogeneous survey of the statistics of putting packaging into the market, recovery and recycling, import/export.
Still in play are the grand principles which inspired the community legislation, from the free circulation of products to the criterion of responsibility of the sectors. On these and other more pressing objectives, it is hoped that there will be other meetings like the one in Milan.
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Riciclare la carta fa bene all'aria
Per raccogliere e riciclare carta e cartone si consuma energia - quella necessaria a muovere gli automezzi e gli impianti di selezione e pressatura del macero - il che comporta una certa quota di emissioni di gas serra. Tale quota, tuttavia, è marginale rispetto alle emissioni di CO2 connesse alla produzione ex novo di carta e cartone, piuttosto che allavvio in discarica o allincenerimento. Lo ha dimostrato uno studio condotto per conto di Comieco da Ambiente Italia, che quantifica in 1,3 t di CO2 eq per ogni tonnellata di macero riciclato il saldo positivo del ciclo del recupero. Calcolando, dunque, che nel 2002 le cartiere italiane hanno utilizzato oltre 5.000.000 t di macero, le emissioni di C02 "evitate" nel 2002 sarebbero 6.804,6 kt, di cui 2.098,77 ascrivibili alla sola raccolta urbana (N.B.: la stima di Comieco comprende anche le emissioni da recupero).
Anche considerando i soli benefici che derivano dalla raccolta differenziata delle famiglie, per ottenere un taglio delle emissioni altrettanto consistente bisognerebbe bloccare completamente, su tutto il territorio nazionale, lintero traffico su strada per 6 giorni e 6 notti.
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Recycling paper is good for the air
Collecting and recycling paper and cardboard uses energy - whatever is needed to fuel transport and the equipment for selecting and pressing the waste paper - which leads to the emission of a certain amount of greenhouse gases. However, this amount is marginal when compared with the CO2 emissions linked to the production of new paper and cardboard, and that of dumping and incineration. This is shown in a study conducted on behalf of Comieco by Ambiente Italia, which calculates 1.3 tonnes of CO2 eq for every ton of waste paper recycled, a positive balance of the recovery cycle. Therefore, reckoning that in 2002 the Italian paper industry used more than 5,000,000 tonnes of waste paper, the C02 emissions "avoided" in 2002 would have been 6,804.6 kilotonnes, of which 2,098.77 can be put down to urban collection alone. Also, considering only the benefits deriving from differentiated collection by families, to obtain such a consistent cut in emissions it would be necessary to stop road traffic completely for six days and six nights. |
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