Rapporto Acimga: tre anni per tornare ai livelli pre-Covid
Nel 2020 ricavi in calo a doppia cifra, ma i risultati del primo semestre 2021 confermano già una forte accelerazione con una raccolta ordini a +67,1% e un giro d’affari cresciuto del 21,4%. Si torna ai livelli pre-Covid nel 2023.
Il settore delle macchine grafiche, cartotecniche e di trasformazione ha archiviato il 2020 registrando una forte contrazione di tutti gli indicatori. È quanto emerge dal rapporto elaborato da Acimga, l’associazione confindustriale che rappresenta il comparto, ai primi posti nella classifica mondiale. Nel primo anno della pandemia, le imprese del settore hanno generato un fatturato di 2,4 miliardi di euro, in calo del 15,8% rispetto al 2019, in un contesto, tuttavia, che ha visto l’industria della meccanica strumentale italiana segnare mediamente -27% secondo Federmacchine. Il consumo nazionale si è contratto del 14,7% attestandosi a quota 1,4 miliardi di euro. Allo stesso modo sono calati gli investimenti (-24,1%), mentre il livello occupazionale ha visto una flessione molto più contenuta (-1,2%), grazie al blocco dei licenziamenti e alla predisposizione delle imprese a mantenere la manodopera anche nei periodi difficili.
Import ed export in sofferenza
Chiude in negativo anche la voce esportazioni (-18%) attestandosi a 1,4 miliardi di euro, circa il 60% del fatturato totale. Il dato, tuttavia, non compromette il posizionamento dell’industria italiana delle macchine grafiche, cartotecniche e di trasformazione quale terzo maggior esportatore al mondo, con una quota del 10% nei mercati internazionali. Tra questi, i più importanti restano i paesi dell’area UE, dove si concentra il 40% delle vendite, seguiti dal Nord America (21%) e dai paesi del continente europeo extra UE (11%). Il calo più netto è stato registrato nell’area UE, dove le esportazioni (555 milioni di euro nel 2020) sono diminuite mediamente del 15% rispetto al 2019, con estremi compresi tra il -9% della Francia e il -43% della Spagna. Negli Stati Uniti, primo paese di destinazione con una quota di mercato del 16%, le vendite sono scese del 17%, mentre nelle aree continentali più marginali come Sud America, Africa e Medio Oriente, i volumi sono risultati inferiori rispetto all’anno precedente per una percentuale compresa tra il 20 e il 43%. In generale, tra i primi venti paesi per quota di mercato dell’industria italiana del settore, solo sei hanno registrato una crescita delle esportazioni: Turchia (+12%), Cina (+2,5%), Regno Unito (+31,8%), Canada (+60,9), Egitto (+59,7), Portogallo (+64,7).
Anche l’import arretra attestandosi su un valore di 437,4 milioni di euro (-19,6% sul 2019).
In calo la bilancia commerciale, ma il saldo resta positivo
Il saldo della bilancia commerciale del settore ammonta a +950 milioni di euro, in calo di circa 200 milioni rispetto al 2019. Tale risultato deriva dal trend negativo di quasi tutte le macchine: in particolare, solo gli apparecchi per la preparazione delle forme hanno registrato un minimo miglioramento del dato, mentre il saldo delle macchine da stampa è diminuito di oltre 100 milioni e le macchine cartotecniche hanno registrato addirittura un saldo commerciale negativo (-4,1 milioni), cosa che non si verificava da molti anni. Per quanto concerne il confronto con i singoli paesi – con riferimento ai primi dieci per valore totale dell’interscambio – l’Italia ha un saldo positivo con la grande maggioranza. Fa eccezione la Germania, primo partner del nostro paese, con cui nel 2020 il passivo si è attestato a 89,3 milioni di euro (14,8% in meno rispetto al 2019). Dietro i tedeschi si piazzano gli Stati Uniti, secondo partner commerciale dell’Italia, con cui il saldo è positivo per 215 milioni di euro (oltre 20 milioni in meno rispetto al 2019). Anche con i paesi che seguono nella classifica dell’interscambio, l’Italia vanta un export maggiore dell’import: Francia +28,8 milioni, Cina +23,3 milioni. Alle loro spalle altri paesi con i quali l’Italia vanta un robusto avanzo: Turchia +66,7 milioni (con una crescita di 10 milioni), Regno Unito +41,6 milioni, Spagna +45,8 milioni. L’unico altro paese, tra i primi dieci partner, con cui l’Italia ha un saldo negativo nel 2020 sono i Paesi Bassi, che esportano 4 milioni in più rispetto a quanto importano.
«Il rapporto di settore restituisce in modo evidente le difficoltà di un’annata eccezionale, segnata dall’emergenza sanitaria – afferma Andrea Briganti, direttore generale di Acimga – Per le esportazioni, che hanno visto un calo in tutti i comparti della produzione, bisogna risalire al 2011 per trovare valori inferiori. Occorre sottolineare, tuttavia, che il surplus ottenuto dall’industria italiana delle macchine per l’industria grafica, cartotecnica, cartaria, di trasformazione e affini ha contribuito a determinare il positivo saldo commerciale (+19,8 miliardi di euro) del più ampio segmento dei beni strumentali, il quale a sua volta costituisce una quota affatto trascurabile sull’economia italiana nel suo insieme, con un fatturato complessivo vicino ai 40 miliardi di euro (2,4% del PIL nazionale) ed esportazioni per 27 miliardi (5,6% di quelle complessive del nostro paese)».
«L’industria italiana del settore resta un’eccellenza e un modello di Made in Italy riconosciuto a livello internazionale – prosegue Briganti –Il nostro osservatorio export ci prefigura uno scenario di crescita nel triennio 2021-2023, con i maggiori contributi che verranno dai mercati di Stati Uniti, Germania, Turchia, Polonia, Francia e Spagna: saranno tre anni necessari per tornare ai livelli di performance pre-Covid. I dati relativi al primo semestre 2021 confermano già una forte ripartenza per tutta l’industria: nei primi sei mesi dell’anno in corso, infatti, la raccolta ordini ha registrato una crescita del 67,1% e il fatturato è cresciuto del 21,4%, per un valore che raggiunge 1,4 miliardi di euro.»