Prodotti nutraceutici e farmaceutici

Andamento di mercato, tipologia dei consumi, distribuzione e forme di confezionamento alla luce dei trend specifici delle due aree negli ultimi anni.

Barbara Iascone
Istituto Italiano Imballaggio

Nella presente disamina, prendiamo in esame due diverse categorie di prodotti - i nutraceutici e i farmaceutici - che, per analogia, facciamo rientrare in un unico e grande comparto, di cui forniamo i dati evolutivi con riferimento al 2019 e le prime ipotesi elaborate per il 2020.

Prodotti nutraceutici

Nutraceutica in breve. Il termine nutraceutica, coniato da Stephen De Felice nel 1989, deriva da “nutrizione” e “farmaceutica” e si riferisce dunque allo studio di principi nutrienti, che hanno effetti benefici sulla salute: estratti e sintetizzati, vengono utilizzati per produrre integratori alimentari, da qui definiti prodotti nutraceutici.

Rientrano nella categoria, i probiotici, gli antiossidanti, gli acidi grassi polinsaturi (omega-3, omega-6), le vitamine e i complessi enzimatici.

I prodotti nutraceutici possono essere assunti sia sotto forma di “alimento naturalmente nutraceutico”, sia sotto forma di “alimento arricchito” di uno specifico principio attivo (ad esempio, latte addizionato con vitamina D o acidi omega-3). Infine possono essere assunti anche sotto forma di integratori alimentari in formulazioni liquide, in compresse o capsule.

Rimandando al breve excursus sul significato di “nutraceutica” ripreso nel riquadro, focalizziamo l’attenzione sugli alimenti arricchiti e sugli integratori.

Da un primo esame dei dati relativi al 2019, non ancora completi al momento in cui si scrive, emerge che il segmento nutraceutico registra consumi in crescita del 3% circa: un trend che spicca notevolmente nel contesto generale di stabilità registrato lo stesso anno.

Da questo trend si evince che il consumo di integratori sia ormai un’abitudine radicata nello stile di vita degli italiani, sostenuta soprattutto dai consigli dei medici. A tal proposito, risulta significativo che nel 2018 (ultimi dati disponibili al riguardo) le prescrizioni mediche di integratori alimentari siano state 26 milioni, a fronte dei 20,3 milioni del 2016.

A oggi, gli italiani che consumano prodotti nutraceutici sono circa 32 milioni, di cui circa 18 milioni vi ricorrono abitualmente.

Nel 2019 le confezioni acquistate in Italia si attestano attorno ai 256 milioni, +3,7% circa rispetto al 2018.

Tabella 1. Prodotti nutraceutici: trend consumi 2016-2019, valori in milioni di unità.
  2016 2017 2018 2019
  231,6 241,1 246,4 255,5

Fonte: Quintiles Multichannel View Nutraceutica - Canali farmacia, parafarmacia, GDO / Pharmaceutical & Parapharmaceutical channels, largescale retail

Volumi di mercato e canali distributivi

L’attenzione crescente degli italiani verso la salute e la corretta alimentazione negli ultimi anni ha determinato una crescita esponenziale del consumo di prodotti nutraceutici, per cui il nostro Paese risulta essere tra i primi in Europa.

In Italia, in base alle ultime analisi disponibili elaborate da Ims Health Italia, nel 2018 sono stati venduti prodotti nutraceutici per un valore superiore ai 3,3 miliardi di euro, di cui oltre l’86% tramite le farmacie, seguite da parafarmacie e GDO.

In base all’analisi dei dati relativi al 2019 delle 255 milioni di confezioni circa il 70% viene distribuito tramite il canale delle vendite online, di cui una parte tramite i siti intenet di farmacie e parafarmacie e non in negozio. Una percentuale di acquisti proviene invece da altri canali non regolarmente monitorati (portali, servizi web appositi, ecc.).

I consumi, specie in Italia, hanno avuto un’evoluzione tanto positiva da risultare un importante fattore di compensazione per il mondo delle farmacie che, al contrario, ha registrato una certa sofferenza a causa della contrazione dei prezzi.

Tra i fattori che supportano il trend positivo del consumo di prodotti nutraceutici, raddoppiato negli ultimi otto anni, vi è il loro continuo processo di innovazione. Ogni anno, infatti, il fatturato del comparto cresce a fronte dell’introduzione di nuovi prodotti, che sottraggono quote di mercato alle referenze “storiche”.

La promozione e la comunicazione pubblicitaria giocano, in questo senso, un ruolo fondamentale e tanto più risultano efficaci, tanto più il consumo di un prodotto si consolida.

Benché la crescita si sia attenuata negli ultimi due anni, l’andamento del segmento nutraceutico rimane comunque positivo, continuando a sostenere i consumi del comparto farma. Peraltro, sempre più spesso, i medici preferiscono - laddove possibile - prescrivere questa tipologia di prodotto, rispetto ai farmaci veri e propri.

Tabella 2. Il mercato dei prodotti nutraceutici: segmentazione merceologia, valori in milioni di unità, anno 2016
  Million pieces %
Apparato digerente/intestinale 69,5 27,2
Vitamine/minerali/integratori alimentari 54,4 21,3
Tosse raffreddore/apparato respiratorio 23 9
Apparato circolatorio 15,6 6,1
Tonici 14,3 5,6
Urologia e sistema riproduttivo 11,2 4,4
Calmanti 11 4,3
Analgesici 7,9 3,1
Prodotti per perdere peso  7,7 3
Altri 40,9 16
TOTALE 255,5 100

Fonte: Quintiles Multichannel View Nutraceutica - Canali farmacia, parafarmacia, GDO / Pharmaceutical & Parapharmaceutical channels, largescale retail

Categorie merceologiche e confezionamento

Il settore nutraceutico riveste una certa rilevanza anche per quanto riguarda il volume degli imballaggi impiegati, sebbene rappresentino solo una piccola parte del comparto packaging nazionale.

In base alle valutazioni elaborate dall’Istituto Italiano Imballaggio le oltre 255 milioni di confezioni riferibili all’anno 2019 si suddividono principalmente tra blister in plastica/alluminio utilizzato per capsule e pastiglie, e flaconi e vasetti in plastica. I primi rappresentano il 43,9% del confezionamento del settore, mentre i secondi registrano una share del 33,9%.

Queste tipologie di confezionamento sono presenti in tutti i settori della nutraceutica, dai prodotti a sostegno dell’apparato digerente a quello cardiovascolare, passando dagli integratori alimentari.

A seguire troviamo i flaconi e vasetti di vetro (16,5% del mix del packaging). Il vetro è impiegato per confezionare sia i liquidi sia le capsule. Particolarmente presente nel settore dei tonici e stimolanti, prescritti il più delle volte per curare stress e stanchezza, ma anche nell’ambito dei prodotti a sostegno dell’apparato circolatorio.

Il restante 5,7% è suddiviso tra bustine in accoppiato (CA + ALL + PE) per il 4,9%, e tubetti in alluminio per lo 0,8%. Le prime sono utilizzate per prodotti granulari e solubili, gli altri per pomate e creme.

Le percentuali sopra indicate si riferiscono all’imballaggio primario, ovvero a diretto contatto del prodotto, cui vanno aggiunti gli astucci di cartoncino (imballaggi secondari) nonché chiusure ed etichette (accessori).

Sempre secondo le elaborazioni della Banca Dati dell’Istituto, quest’area di mercato genera oltre 12.000 tonnellate di packaging (comprese le chiusure, gli accessori e gli astucci in cartoncino teso).

Tabella 3. Prodotti nutraceutici: mix del packaging (valori % riferiti alla quantità di prodotto confezionato, anno 2019).
  %
Flaconi e vasetti di plastica 33,90%
Bustine in accoppiato (CA+ALL+PE) 4,90%
Tubetti rigidi di alluminio 0,80%
Blister (ALL/PVC e ALL/ALL) 43,90%
Flaconi e flaconcini di vetro 16,50%
Totale 100%

Fonte: Istituto Italiano Imballaggio elaborations on Quintiles Multichannel View Nutraceutica data.

Prodotti farmaceutici

L’analisi dell’area farmaceutica rimane un’attività abbastanza lineare nel tempo, dato che la tipologia di prodotti che ne fanno parte, per loro natura e funzione, non mostrano evidenti cambiamenti da un anno all’altro.

Altra caratteristica fondamentale del settore è la tipicità del manufatto, che porta alla suddivisione merceologica in tanti sotto-settori rappresentati da prodotti insostituibili l’uno con l’altro (un antiinfiammatorio non può essere sostituito da un antibiotico).

Altro elemento da evidenziare riguarda il canale di vendita, che ormai da qualche anno non è più solo appannaggio di farmacie e ospedali. Grazie a diversi interventi regolatori da parte dello Stato (Dlgs 31 marzo 1998 e dell’art.5 della L 248/06) anche GDO, parafarmacie ed erboristerie possono infatti vendere i cosidetti “prodotti da banco”, che non necessitano di alcuna ricetta medica.

La peculiarità del settore si manifesta infine nelle tipologie di imballaggio utilizzate: ogni prodotto, infatti, necessita di uno specifico pack che difficilmente può essere sostituito.

Tabella 4. Numeri indici calcolati con riferimento alle quantità di imballaggi espresse in tonnellate.
  2009 2010 2011 2012 2013 2014
  1980 2030 2050 2061 2071 2081
  2015 2016 2017 2018 2019 19/18 var % m.a.
  2052 2003 1965 1951 1934 -0,90% -0,20%

Fonte: Banca Dati Istituto Italiano Imballaggio

Andamento del comparto

In base alle elaborazioni di Prometeia, il settore farmaceutico nella sua globalità (OTC e prodotti da banco, inclusi gli ospedalieri e farmaci veterinari), in termini di fatturato a prezzi correnti ha espresso nel 2019 una crescita del 2,2% circa. Anche la produzione, secondo l’ISTAT, ha registrato nello stesso anno un analogo trend positivo (+2,2%).

Le analisi di Federfarma nel 2019 hanno rilevato un lieve calo della spesa farmaceutica convenzionata (-0,2%, escludendo i farmaci a uso veterinario), corrispondente a un calo del valore medio delle ricette.

Anche le confezioni erogate dal Sistema Sanitario Nazionale registrano un calo dello 0,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Diverse le previsioni per il 2020, per il quale Prometeia ha previsto che il farmaceutico sarà l’unico settore a registrare un tasso positivo di crescita, chiudendo l’anno con un +4,2%, su cui presumibilmente influiscono gli l’effetti imprevisti della pandemia.

Quantità e consumi di imballaggi nel 2019

Le confezioni commercializzate possono essere ripartite nel seguente modo:

l’85,5% circa va ascritto ai prodotti etici delle classi A, B e C (con riferimento alla ripartizione del Ministero della Sanità), il 2% circa ad altri prodotti etici venduti senza prescrizione medica e l’12,5% ai farmaci da banco, tendenzialmente in aumento.

L’analisi relativa al mix del packaging riportata in questa relazione si riferisce all’area dei farmaci etici e OTC venduti in farmacia, con prescrizione medica, escludendo quindi i farmaci ad uso ospedaliero e i famaci ad uso veterinario.

In base ai numeri provenienti dalla Banca Dati dell’Istituto Italiano Imballaggio, considerando il solo imballaggio primario, nel 2019 sono stati utilizzati 1.934 milioni di confezioni; da tale stima sono quindi esclusi gli astucci di cartoncino, il bugiardino descrittivo ed eventuali accessori per l’erogazione del medicinale.

In termini di peso, le confezioni prodotte in Italia hanno raggiunto le 50.100 t circa, cui vanno però aggiunti gli astucci di cartoncino per l’imballaggio secondario, arrivando così a un totale di circa 110.000 t (-0,1% rispetto al 2018).

Tipologie di farmaco e forme di confezionamento

A seconda della tipologia, possiamo suddividere il settore in prodotti liquidi, prodotti solidi e prodotti in crema/gel/schiuma.

  • Prodotti liquidi. L’area si suddivide in farmaci liquidi a uso orale, iniettabili e non bevibili (in prevalenza oftalmici). Per la prima categoria, il mix del packaging si suddivide tra packaging in vetro (62%), flaconi in plastica (35%) e bustine di materiale accoppiato (3%); i secondi sono confezionati esclusivamente in vetro; la terza categoria impiega per il 93% flaconcini in plastica, per il 5% bustine in materiale accoppiato e per il restante 2% flaconcini in vetro.
  • Prodotti solidi. In generale per uso orale, granuli, compresse, confetti, ecc. vengono confezionati per il 92% in blister di ALL/PVC o ALL/ALL; la parte restante è suddivisa tra bustine di poliaccoppiato (4,5%), flaconi di plastica (2%), tubetti rigidi di alluminio (1%), e flaconcini di vetro (0,5%).
  • Prodotti in crema/pomata/gel/schiuma. Per i prodotti transdermici vengono utilizzati tubetti di alluminio (66%), tubetti in plastica (24%), bustine di materiale accoppiato (10%).
  • Packaging secondario, da trasporto e chiusure. Oltre al packaging primario, il confezionamento dei farmaci comprende anche gli imballaggi secondari (astucci di cartoncino) e da trasporto (casse di cartone ondulato, pallet, film estensibile ecc.).

Tutti i farmaci etici e OTC venduti in farmacia prevedono l’impiego di astucci di cartoncino, che contengono il medicinale, il “bugiardino” ed eventuali accessori per l’erogazione.

Si stima che nel 2019 il peso totale dei soli astucci in cartoncino si aggiri intorno alle 38.500 tonnellate.

Le chiusure degli imballaggi primari si suddividono tra quelle di alluminio (59%) e di plastica (41%) per un totale di circa 1.600 tonnellate.

Tabella 5 - Mix del packaging: valori % riferiti alle confezioni, suddivise per famiglie di farmaci. Anno 2019
Prodotti liquidi uso orale
Flaconi in vetro 62
Flaconi in plastica 35
Bustine in materiale accoppiato 3
Prodotti liquidi iniettabili
Flaconcini in plastica 93
Bustine in materiale accoppiato 5
Flaconcini in vetro 2
Prodotti solidi orali
Blister in ALL/PVC ALL/ALL 92
Bustine in materiale accoppiato 4,5
Flaconi plastica 2
Tubetti alluminio 1
Flaconcini in vetro 0,5
Prodotti creme/gel/schiume
Tubetti alluminio 66
Tubetti plastica 24
Bustine in materiale accoppiato 10

Fonte/Source: Banca Dati Istituto Italiano Imballaggio

Il mix del packaging per materiale

Riportiamo le informazioni sul mix dei materiali del confezionamento, sulla base delle rilevazioni relative al 2019 dell’Istituto italiano Imballaggio, con riferimento ai principali formati di packaging primario. Si evidenzia che per sua natura il settore farmaceutico non mostra grandi scostamenti nel mix del packaging relativo ai prodotti confezionati, pertanto nel corso del tempo si registrano solo piccoli cambiamenti dovuti all’andamento dei singoli prodotti.

  • Alluminio. Si conferma il materiale “leader” del settore con il 60% di share di i cui blister rappresentano 55,4% del totale confezionato. La parte restante è rappresentata da tubetti flessibili e rigidi (che insieme raggiungono il 3,6% del totale), seguiti dalle bombolette spray (1%).
  • Vetro. Le confezioni di vetro rappresentano il 21% del totale e i flaconcini sono destinati ai prodotti iniettabili oppure bevibili: i primi rappresentano il 10,1% del totale packaging mentre i secondi ne rappresentano il 4,6%. Altra tipologia di packaging in vetro sono i flaconi per sciroppi (6% circa dell’intero comparto imballaggi per prodotti farmaceutici). I flaconcini di vetro per prodotti oftalmici si attestano intorno allo 0,4%, scalzati dalla plastica, ormai preminente per questa tipologia.
  • Plastica. I farmaci confezionati in flaconi, tubetti flessibili ecc. di plastica negli ultimi anni hanno espresso un trend di lento ma progressivo sviluppo, raggiungendo nel 2019 uno share del 18,8%.
  • Carta. I contenitori di cartoncino spiralato per prodotti farmaceutici granulari rappresentano lo 0,2% del mercato. Il 63,5% dei suddetti medicinali (farmaci etici e OTC venduti in farmacia), risulta essere in forma solida (compresi granulari, compresse), il 31% in forma liquida ed il 5,5% in altre forme. Analizzando la segmentazione in base alla tipologia di farmaco possiamo individuare tre categorie di prodotto: liquidi, solidi e in crema/gel/schiuma.
Tabella 6- Mix del packaging in ambito farmaceutico. Valori % riferiti alle confezioni suddivise per famiglie di farmaci.
  2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019
Confezioni di alluminio 59,6 60,8 60,8 60,7 60,7 60,5 60
Prodotti blisterati 55,1 56 55,8 55,8 55,9 55,8 55,4
Tubetti flessibili e rigidi ALL 3,2 3,8 3,9 3,9 3,8 3,7 3,6
Bombolette spray di metallo 1,3 1 1,1 1 1 1 1
Confezioni di vetro (fiale, flaconcini, flaconi) 20,9 20,2 20,2 20,2 20,2 20,5 21
Confezioni di plastica 19,1 18,6 18,8 18,9 18,9 18,8 18,8
Flaconeria, tubetti flessibili, ecc. 12,4 12,1 12 12 12 12 12,1
Alveoli di plastica, strip, bustine in poliaccoppiato, monodose 6,7 6,5 6,8 6,9 6,9 6,8 6,7
Cartoncino spiralato 0,4 0,4 0,2 0,2 0,2 0,2 0,2
Totale 100 100 100 100 100 100 100

Fonte: Banca dati Istituto Italiano Imballaggio

 

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