L’Italia che fa la differenz(iat)a

Lockdown e raccolta acciaio. L’Italia tra migliori della Ue con una percentuale di riciclo pari all’80%. I dati RICREA: nel primo trimestre 2020 raccolte oltre 40mila t di acciaio (+16%). La crescita più forte al Sud (+35%).

Le oggettive difficoltà generate dal blocco forzato sono state in parte controbilanciate anche da aspetti positivi, come la maggior sensibilità degli italiani nei confronti dell’ambiente e della raccolta differenziata. Non tutti i mali vengono per nuocere, verrebbe da dire…

A segnalarlo, con dati alla mano, è RICREA, il Consorzio nazionale per il riciclo e il recupero degli imballaggi in acciaio (uno dei sei consorzi di filiera che compongono il Sistema CONAI), che ha analizzato i risultati di questa prima parte dell’anno mettendoli a confronto con quelli degli anni precedenti.

Nel periodo di emergenza, l’imballaggio d’acciaio (barattoli, scatolette, tappi, coperchi e bombolette) ha registrato trend di crescita a doppia velocità (+16%, pari a 5.600 t in più) rispetto allo stesso trimestre 2019: un risultato molto incoraggiante, che la maggiore consapevolezza degli italiani in relazione al corretto smaltimento dei rifiuti.  

Va tuttavia sottolineato che, negli ultimi anni, il nostro Paese ha compiuto grandi passi avanti sul fronte della raccolta differenziata, così come spiega Federico Fusari, direttore di RICREA: «Per quanto riguarda gli imballaggi in acciaio abbiamo raggiunto una percentuale di riciclo superiore all’80%, che posiziona il nostro Paese tra i migliori in Europa. Il trend di crescita registrato in questa prima parte dell’anno è davvero molto marcato, in particolare nelle regioni del Centro e del Sud dove la crescita percentuale è stata rispettivamente del +31,5% e del +35%».

Se, nel complesso, la raccolta degli imballaggi in acciaio è passata dalle 35.007 t del primo trimestre 2019 alle 40.606 dei primi tre mesi 2020, le regioni del Sud hanno infatti raggiunto il risultato record di 10.800 tonnellate, registrando la crescita più significativa (nel primo trimestre 2019 erano state 8.000). Forte aumento anche nel Centro Italia, dove si è passati dalle 5.400 t del 2019 alle 7.100 di quest’anno.

Risultati di eccezione su cui può certamente avere influito anche l’aumento dei consumi dei prodotti conservati in contenitori in acciaio (come barattoli di pomodoro o scatolette di tonno) ma, senza dubbio, il tempo trascorso in casa durante le settimane di quarantena ha portato a una maggiore attenzione nei confronti dell’ambiente.

Il conseguente incremento delle quantità raccolte ha messo peraltro alla prova l’intera filiera del riciclo, in un periodo già estremamente delicato e complesso a causa della chiusura delle acciaierie con forno elettrico in cui viene realizzata la fusione del rottame.

«Dobbiamo ringraziare gli operatori che ricevono il materiale raccolto, perché nonostante tutte le difficoltà, sono riusciti a stoccare grandi quantità nelle settimane in cui le acciaierie non hanno potuto operare» ha proseguito Fusari. «Fortunatamente la situazione si sta normalizzando, e tutti gli imballaggi in acciaio differenziati potranno rinascere sotto forma di nuovi prodotti».

L’acciaio è un metallo che si ricicla al 100% per infinite volte. Gli imballaggi possono quindi tornare a nuova vita trasformandosi ad esempio in chiodi, bulloni, travi per l’edilizia, binari ferroviari o arredi urbani.

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