Mercati da esplorare: Polonia
Dalla collaborazione fra ICE-Agenzia ed Edizioni Dativo, la rubrica dedicata alle imprese italiane che operano nell’imballaggio e guardano con attenzione alle possibilità di sviluppo all’estero. La rete di uffici all’estero dell’ICE fornirà un aggiornamento periodico sullo sviluppo del packaging nel breve/medio periodo in alcuni Paesi.
Il mercato polacco, caratterizzato da 37 milioni di consumatori, è Paese-membro UE dal 2004, con obbligo di introdurre l’Euro senza una scadenza determinata.
Il PIL pro-capite al 70% della media UE è caratterizzato da una dinamica di crescita sostenuta e la congiuntura interna è più resistente alla crisi internazionale anche grazie ai fondi UE 2007-2013/2014-2020.
Nello specifico, l’importanza dell’industria alimentare è determinata da forte produzione agricola/ortofrutticola.
Allo sviluppo del settore in Polonia contribuiscono fattori specifici:
- forte presenza di capitale estero, inclusi colossi internazionali, presenti nei beni di consumo;
- Profonda penetrazione della GDO.
Con riferimento all’imballaggio, il mercato polacco risulta maturo, fortemente internazionalizzato, caratterizzato da una concorrenza aggressiva e sensibile al prezzo. Va considerato che il consumo pro-capite degli imballaggi in Polonia, seppure in progressione annuale del 3-4%, ammonta al 60% circa di quello dell’Europa occidentale.
Imballaggio: materiali e settori di sbocco
Si stima che nel 2016 il mercato polacco degli imballaggi raggiungerà i seguenti livelli: 1,4% del mercato mondiale; 8,5 mld di euro fatturati da 8.000 produttori, in prevalenza PMI.
Le grandi aziende, spesso controllate da capitale estero, operano soprattutto nei settore degli imballaggi di vetro, metallo (lattine) e chimica industriale. A questi dati va aggiunto il potenziale legato alla crescente domanda interna, pari al 5-10% annuo, generata da produttori di articoli esportati (alimentari, mobili, elettrodomestici, parti e accessori di auto-moto, farmaceutici e cosmetici). Last but not least, l’export di imballaggi incide per il 15-20% sulla produzione nazionale.
In Polonia la struttura dei materiali per il confezionamento si prospetta piuttosto stabile. Al primo posto carta e cartone (38,5%), al secondo le materie plastiche (38%), di cui poco più della metà film flessibili. In merito infine ai settori di sbocco, domina l’alimentare (65%) seguito da articoli industriali e chimici (24%).
Importazioni di macchine
Il mercato è dominato da due leader: Germania e Italia. Tutti i marchi riconosciuti a livello internazionale sono presenti in Polonia da anni. L’industria locale (spesso tratta macchine semplici e/o ausiliarie) è in grado di soddisfare il 15% circa della domanda nazionale. I dati statistici confermano che i livelli registrati nel 2008 restano un “picco” non eguagliato. Il fatto è da attribuire non tanto a una crisi del mercato polacco quanto alla sua saturazione, nonché ai problemi di sbocco in altri Paesi di grandi gruppi transnazionali che producono in Polonia.
Occorre notare i numeri del primo semestre 2016 (si veda la tabella 1) che, a confronto con il periodo analogo dell’anno precedente, risultano instabili e sfavorevoli alla leadership tedesca mentre le importazioni dall’Italia continuano ad aumentare.
Andrebbe inoltre approfondito l’argomento sollevato da alcuni esperti locali intervistati che ritengono che la “quota Cina”, peraltro crescente, sia effettivamente più elevata rispetto ai dati ufficiali in quanto una parte dei macchinari/impianti importati formalmente dai fornitori europei sarebbe di fatto prodotta in Asia.
Ostacoli tarrifari e non
Dato che la Polonia è Paese-membro UE, il commercio con gli altri Paesi europei è libero da qualsiasi dazio doganale. In Polonia vigono le direttive UE e/o le normative EN.
Prospettive di sviluppo
Se il PIL polacco continuerà a crescere al ritmo attuale (3,5%), il livello di consumo degli imballaggi raggiungerà, in meno di 10 anni, quello dei più avanzati Paesi europei.
Prospettive di sviluppo per il settore andrebbero individuate nella realizzazione di confezioni più piccole (famiglie meno numerose) e negli imballaggi “intelligenti”.
Da non trascurare poi le opportunità specifiche locali, relative al recupero del gap nel confezionamento al dettaglio di prodotti freschi ortofrutticoli e gli sviluppi nel settore di prodotti di largo consumo deperibili, che offrono spazi interessanti soprattutto per il Made in Italy.
NOTA Il progetto è coordinato presso la sede centrale di ICE-Agenzia in Roma, dall’Ufficio Tecnologia Industriale, Energia e Ambiente diretto da Ferdinando Pastore. Funzionario di riferimento: Matteo Masini,
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