Il mercato del pet food

DATI E FATTI IN SINTESI. In questa sede, puntiamo l’attenzione sul packaging degli alimenti per cani e gatti domestici. Due le tipologie di prodotto considerate: pet food tradizionale (secchi e umidi) e snack dolci e salati.


Il settore nazionale del pet food, con riferimento all’area “cane e gatto”, continua a manifestare una domanda molto vivace, sebbene negli ultimi anni lo sviluppo si sia lievemente ridimensionato: sino al 1994, il tasso di crescita medio annuo era infatti saldamente attestato intorno al 10%, mentre oggi i valori sono del 3- 5% medio annuo.
Il potenziale di sviluppo nel nostro Paese è tuttavia ancora molto buono, se si confrontano le percentuali di diffusione nazionale con quelle degli altri paesi europei: in Italia, il pet food soddisfa il 70% del fabbisogno calorico di cani e gatti a fronte dell’80-85% dei principali paesi del nord Europa.
Al momento attuale, l’Italia è il quarto mercato europeo e presenta i migliori tassi di sviluppo, con prospettive di crescita a medio termine intorno al 4-5% medio annuo. E questo anche in considerazione di un atteggiamento sempre più generalizzato degli italiani nei riguardi degli animali domestici, molto amati e ormai considerati “di famiglia”.
 
Cosa succede nel Belpaese?

Si valuta che, in Italia, gli animali domestici siano circa 48 milioni, distribuiti tra cani, gatti, pesci, uccelli, roditori ecc. Cani e gatti, oggetto della presente analisi, toccano i 20 milioni circa: sia in termini di quantità di alimenti sia di fatturato, si tratta dunque del segmento più significativo.
Nel 2014 (ultimo dato disponibile), il settore ha espresso un fatturato di circa 1.830 milioni di Euro. La distribuzione del pet food per cani e gatti avviene per il 70% circa tramite GDO e per il restante 30% attraverso i negozi specializzati (pet shop).
 
I numeri del 2015
• Bilancia commerciale. La produzione globale italiana di pet food destinato a cani e gatti, è stata, nel 2015, pari a circa 669 t/000, in calo del 2% rispetto al 2014: la contrazione ha interessato sia il prodotto umido che quello secco.
Il consumo, di contro, ha evidenziato un incremento del 2,5%, che ha interessato entrambe le tipologie di alimenti.
La dinamica di sviluppo vede l’import crescere del 6% (coprendo il 34% del consumo interno), mentre il prodotto italiano destinato al mercato nazionale segna una crescita minima (0,7%).
Nel biennio 2014-2015, le esportazioni hanno vissuto un trend negativo,  rispettivamente del -4% e -7%; attualmente rappresentano il 35% della produzione.
Le potenzialità di sviluppo del pet food restano buone.

• Il confezionamento
Anche nel caso del pet food, l’imballaggio riveste un ruolo fondamentale: richiama l’attenzione e spinge all’acquisto agendo come strumento di comunicazione, ma deve anche fidelizzare per il contenuto di servizio offerto in relazione a capacità di conservazione e facilità di fruizione del prodotto.
Gli imballaggi usati in questo segmento presentano significative differenze tra il prodotto in Italia e quello d’importazione.  
Il confezionamento dei prodotti della linea “secco” avviene in astuccio di cartoncino (fino a 1 kg) o in sacchi di carta/politenata (per contenuti di peso superiore, in genere destinati ai cani, e in particolare per prodotti destinati agli allevamenti).
Più articolate, invece, le tipologie di packaging adottate nella linea “umido”.
Fino a 3 - 4 anni fa si ricorreva esclusivamente alla scatola in BSE, ma negli ultimi tempi il comparto è caratterizzato da maggiore diversificazione.
Sono presenti infatti vaschette di alluminio rivestite con film plastico e con top (costituito da coperchio in alluminio pelabile), vasetti di vetro e recentemente anche buste flessibili in poliaccoppiato plastica/alluminio. La produzione italiana (totale cani e gatti) per il 52,7% si valuta confezionata  mediante busta in poliaccoppiato flessibile da converter, il cui posizionamento risulta in crescita tendenziale (nel 2010 la percentuale era del 45,5%).
Da alcuni anni, l’orientamento è proprio all’impiego di buste in poliaccoppiato: una tendenza, questa, che interessa il mercato europeo e, in particolare, quello italiano.
La lattina d’acciaio (imballaggio storico per il pet food) si posiziona attualmente al 23,8%, evidenziando un lieve ridimensionamento (24% nel 2010).
Anche il tradizionale sacco di carta, oggi al 16,2%, risulta in lieve cedimento (22,1% nel 2010).
La lattina di alluminio occupa una quota del 2%, in crescita rispetto all’1,2% del 2010.  Per quanto concerne il confezionamento è presente anche il contenitore di poliaccoppiato (brick) con una partecipazione dello 0,2%.                                 

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio

 

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