CAMA: se il reclutamento è una questione di valori
Un racconto sulle imprese che innovano anche quando si parla di risorse umane
Maria Costanza Candi

Promossa da Cama e Omet, Tech4students è ormai una tradizione consolidata per il mondo della scuola e il tessuto sociale dell’area di Lecco, dove le imprese mirano a costruire una stretta relazione con il mondo della formazione per intercettare i talenti e mantenere alta la competitività e la forte tradizione manifatturiera del territorio. Ecco perché il 30 gennaio oltre 300 studenti, parte di quei 1000 che ogni anno visitano Cama, sono stati coinvolti in una giornata all’insegna delle visite aziendali organizzata in collaborazione con Confindustria Lecco e Sondrio.
Forti di una cultura d’impresa che valorizza le reti sociali e territoriali sentendosene parte, all’incontro non sono mancati gli stakeholder istituzionali che hanno presentato le opportunità pensate per formare i giovani tecnici del futuro, intercettandone gli interessi e le attitudini che nelle imprese del territorio possono trovare piena espressione.
A margine dell’evento “Il lavoro del futuro: le competenze tecniche chiave per la crescita”, ItaliaImballaggio ha incontrato Annalisa Bellante, vicepresidente di Cama Group con la responsabilità di affari legali e risorse umane.
Tech4students cura le persone prima ancora che entrino in azienda. Quali sono le vostre policy?
“Il nostro obiettivo è creare cultura d’impresa per diffondere un’immagine attrattiva dell’industria manifatturiera grazie al coinvolgimento di scuole, enti pubblici e istituzioni territoriali. Oltre al lavoro e alle risorse interne richiesti per accogliere circa 1000 ragazzi in azienda, puntiamo molto sulla collaborazione tra imprese del territorio, con cui costruiamo percorsi di orientamento che permettano a tutti di trovare il proprio spazio nelle nostre aziende, convinti che uniti si vinca. Grazie a un gentlemen’s agreement non siamo in concorrenza sulle risorse umane e puntiamo invece a creare un territorio che sia bacino di talenti a vantaggio di tutti. A prevalere è quindi la responsabilità sociale d’impresa, basata su valori e visione condivisi, dove all’interesse del singolo si antepone una strategia di sistema”.
Gestire le risorse umane in CAMA: ci racconta alcuni progetti?
“Il nostro coinvolgimento in questo senso spazia dalla formazione al reclutamento, dalle iniziative sociali sul territorio all’attenzione alla di parità genere su cui siamo certificati. E’ un tema su cui abbiamo molti progetti attivi, in particolare riguardo alla genitorialità condivisa: non sia solo responsabilità femminile. Ci sono poi congedi parentali, corsi di formazione che permettano un rientro efficace dai periodi di maternità e paternità, part time progettati per favorire il doppio ruolo di genitori e lavoratori: tutte iniziative dove la persona è al centro del welfare aziendale. E ancora i campi estivi convenzionati nel centro sportivo adiacente all’azienda o la partecipazione a progetti sociali come la rete Whp Lombardia, Luoghi di lavoro che Promuovono Salute, dedicato alla promozione degli stili di vita sani in azienda. Le dipendenze rappresentano infatti un problema per tutta la famiglia con conseguenze su ogni aspetto della quotidianità, incluso il lavoro. I carichi famigliari non devono limitare i percorsi di carriera, ma stimolare le aziende alla ricerca di soluzioni che rispondano alle nuove esigenze organizzative orientate al miglior equilibrio tra vita e lavoro”.
Che cosa guida le scelte dei lavoratori e dei potenziali neoassunti come nel caso dei ragazzi coinvolti in Tech4students?
“Secondo una ricerca commissionata da Cama e Omet, per attrarre nuovi talenti serve guardare alle motivazioni, che sono mosse da più fattori. Alla retribuzione, importante per l’8.4% del campione, seguono il clima aziendale ritenuto centrale dall’8%, le opportunità di formazione e il grado di innovazione, rilevanti rispettivamente per il 7,3 e il 7,1% degli intervistati. Per il 49,4%, in sintesi, lo stipendio non è la sola leva di valutazione di un ambiente di lavoro. I valori aziendali sono centrali nella scelta delle nuove generazioni, ecco perché” conclude Annalisa Bellante” i progetti sociali, la partecipazione a iniziative contro la violenza sulle donne ma anche il monitoraggio del clima aziendale sono fondamentali per trattenere e far crescere il personale in azienda”.
La rivoluzione del lavoro non è solo tecnologica ma richiede sempre più soft skills. Il World Economic Forum stima in 98 milioni i ruoli sostituiti nei prossimi anni e in 78 milioni le nuove professioni tra profili tecnici, operai edili, assistenti allo shopping, professori, braccianti. Quanto gioca il rapporto tra cultura tecnica e umanistica in un contesto così mutevole?
“Con l’accesso al digitale, informazioni e approfondimenti sono immediati, mentre le soft skills sono più complesse da acquisire. Ecco perché è stato citato il volontariato come eccellente passaggio verso il mondo del lavoro a cui si aggiungono cultura, famiglia, interazione con contesti diversi, formazione ed esperienze di vita necessarie per ottenere la più impagabile delle qualità: le soft skills. In questo senso più umanesimo, soprattutto nelle scuole tecniche, significa capacità di gestire il gruppo o attività come il debate, che insegna a dialogare in pubblico, fondamentale anche per una presentazione tra colleghi o con i clienti. In sintesi, il digitale permette l’accesso alle informazioni, la loro elaborazione di base, ma è la trasversalità che porta le persone a toccare un livello più elevato di competenza che è quella che serve alle aziende.”