Una Federazione di idee e fatti

La Federazione della Filiera della Carta e della Grafica riunisce i valori di tre associazioni nazionali di categoria - Assografici (grafica e cartotecnica -  trasformazione), Assocarta (carta) e Acimga (macchine per la grafica e cartotecnica) cui si aggiunge Comieco come socio aggregato - con lo scopo di aumentare il livello di rappresentanza e di tutela di interessi nei confronti degli interlocutori istituzionali.

Dati e fatti
Nel corso dell'Assemblea annuale del 22 giugno, il Presidente Pietro Lironi ha fatto riferimento alle azioni messe in campo dalla Federazione a sostegno della competitività delle imprese (presenza proattiva ai tavoli dei rinnovi contrattuali di grafici e cartotecnici, proposte per una revisione delle politiche energetiche così da contenere i costi industriali che gravano sulle imprese, traendo ispirazione dai principi dell'economia circolare) e ha descritto il quadro di riferimento generale in cui operano le imprese della filiera.  

Secondo le rilevazioni 2015, la Federazione rappresenta 9.400 aziende, con oltre 170.000 addetti; esprime un fatturato di 23,5 miliardi di euro (1,4% del PIL italiano) e un saldo attivo della bilancia commerciale di 3,8 miliardi di euro.

Analizzando i singoli settori, a fronte della forte caduta di fatturato e addetti dell’industria grafica dal 2007 in poi, il 2015 testimonia una discreta ripartenza del settore cartario e cartotecnico-trasformatore e una decisa crescita del settore delle macchine grafiche e per il converting.

Dal lato della domanda, fra 2007 e 2015, i consumi di prodotti culturali (libri e giornali) si sono ridotti del 35%, scendendo sotto l’1% della spesa complessiva delle famiglie italiane, mentre gli investimenti pubblicitari sulla stampa si sono più che dimezzati (-56%): tassi di lettura che hanno fatto guadagnare all'Italia un misero terzultimo posto fra i Paesi della UE.



Rilevante, in termini di domanda, specie per il settore Stampa (e quindi per le carte grafiche), anche il crollo del mercato di riferimento della pubblicità su stampa in Italia, in termini di investimenti pubblicitari, che è scesa ancora del 5,7% nel 2015 sul 2014.La pubblicità su stampa, fra il 2007 e il 2015 si è infatti più che dimezzata: da 2,8 miliardi di euro a 1,2 miliardi (-56%). I primi 3 mesi del 2016 testimoniano una ripresa della pubblicità complessiva (+2,3% per Nielsen) su quasi tutti i mezzi e diffusa in molti settori merceologici, ma non sulla stampa (-4,4%).

Per questi motivi la Federazione ha proposto al Governo due iniziative di politica fiscale, per stimolare i consumi di prodotti culturali e la pubblicità sulla stampa: poter detrarre dalla dichiarazione dei redditi le spese per l’acquisto di libri e prevedere la detassazione della pubblicità incrementale.
 

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