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ETICHETTE Sono 77 le aziende italiane, di cui ben 11 lombarde, a contrassegnare i propri prodotti con il marchio Ecolabel, ponendo il Belpaese in testa alla classifica europea. E il consumatore gradisce. Dati e spunti dal convegno organizzato dal movimento consumerista, in collaborazione con Regione Lombardia e Camera di Commercio di Milano. E.P.
Iconsumatori chiedono più trasparenza nelle etichette e nelle eco-certificazioni, considerate strumenti efficaci sia per garantire qualità e sicurezza dei beni, sia per promuovere, tramite azioni di acquisto consapevole, una maggiore sostenibilità delle produzioni (e magari ridurne i prezzi).
Sulla base di questa constatazione, un pool di associazioni del movimento consumerista particolarmente sensibili all’argomento (Adiconsum Lombardia, Confconsumatori e Movimento Difesa del Cittadino-MDC,) hanno organizzato a Milano, in collaborazione con la locale Camera di Commercio e con Regione Lombardia, un convegno dedicato al “fenomeno” Ecolabel.
Ne sono emerse informazioni interessanti sulla quantità e tipologia di beni certificati come “amici dell’ambiente” dal fiore stilizzato della Comunità Europea. Inoltre, è stato presentato un manuale informativo a uso del pubblico, realizzato grazie ai fondi del Ministero delle Attività Produttive (ora Sviluppo economico) nell’ambito del Programma generale di intervento 2005-2006 di Regione Lombardia.
Cifre e tendenze - Introdotto dall’Unione Europea nel 1998, oggi il “marchio di qualità ecologica” Ecolabel interessa decine di tipologie di prodotti - dalle calzature ai detersivi, passando per frigoriferi, lampadine e persino materassi - a cui si aggiungeranno presto mobili, sapone e shampoo e altre nuove categorie merceologiche. Negli ultimi anni la sua diffusione ha conosciuto una sensibile accelerata. Dal 2003 a oggi, in Italia i prodotti che riportano sulla confezione la “margheritina” comunitaria sono aumentati del 143%, raggiungendo il numero di 1305. Sono prodotti da 77 aziende, titolari di 92 licenze complessive, di cui ben sono 11 lombarde fra le quali figurano anche alcune note catene della GDO. I numeri relativi alla diffusione del fenomeno sono aggiornati a giugno di quest’anno a cura del Comitato per l’Ecolabel e l’Ecoaudit di Apat (Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici), che è l’organismo preposto all’esame delle richieste e al rilascio della licenza d’uso del marchio.
Nell’Europa dei 25 il numero complessivo di licenze ammonta a 309. Questo studio rivela che, sulle 309 licenze in uso complessivamente nell’Europa dei 25, 92 sono concesse all’Italia, che guida così la classifica seguita da Danimarca (53), Francia (48) e Spagna (21). La Germania, in altri campi più attiva sul fronte della sostenibilità ambientale (per esempio nella diffusione delle energie rinnovabili), conta invece solo 15 licenze assegnate.
Istruzioni per l’uso - Il manuale presentato al convegno è rivolto al pubblico dei consumatori e mira a sostenere una progressiva maggior diffusione dei beni a marchio Ecolabel, descrivendo le caratteristiche che distinguono il prodotto “verde” dagli altri. Con quali aspettative? «La trasparenza delle etichette e le certificazioni ambientali ha affermato la presidente di MDC Lombardia Lucia Moreschi - sono strumenti importanti per garantire la sicurezza dei consumatori e per promuovere, orientando gli acquisti, i prodotti delle imprese che scommettono sull’eco-sostenibilità. Inoltre, una maggiore diffusione dei prodotti a marchio Ecolabel stimolerebbe la competizione fra fornitori, creando maggiore concorrenza e, dunque, una dinamica di riduzione dei prezzi, a tutto vantaggio del consumatore».
In materia di ecologia, dunque, il ruolo sociale delle aziende è sempre più rilevante, e le istituzioni comunitarie si sono poste, fino ad oggi, come driver principale. Ma anche quelle nazionali possono offrire un contributo di rilievo. Lo ha dimostrato, fra l’altro, l’effetto del Green public procurement, ossia l’impegno da parte della Pubblica Amministrazione a orientare verso prodotti eco-sostenibili il 30% del budget destinato agli approvvigionamenti (carta riciclata, lampadine a basso consumo, ecc.), come previsto da un Decreto ministeriale del 2003.
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Meeting The consumer loves Eco(label)
LABELS Seventy-seven Italian concerns - 11 of which from Lombardy - use the Ecoloabel brand on their products, placing Italy at the top of the European rating. And consumers are showing their appreciation. Figures and features from the convention organised by the consumer movement, in cooperation with Regione Lombardia and the Milan Chamber of Commerce. E.P.
Consumers are asking for greater transparency in labels and in eco-certification, considered effective tools both for guaranteeing the quality and the safety of goods, as well as for promoting greater production sustainability (and perhaps even leading to price reductions) through conscientious purchasing undertakings.
On the basis of this statement, a pool of associations from the Italian consumer movements particularly sensitive to the subject (Adiconsum Lombardia, Confconsumatori and Movimento Difesa del Cittadino-MDC,), in cooperation with the local Chamber of Commerce and the Regional Authorities, organised a convention in Milan, dedicated to the “phenomenon” of the Ecolabel.
A lot of interesting information emerged on the quantity and the type of goods certified as “friends of the environment” sporting the stylised EU flower.
On top of that an informative manual for the public was presented, funded by the Ministry for Productive Activities (now of Economic Development) as part of the general program of intervention of the Regione Lombardia.
Figures and trends - Introduced by the EU in 1998, today the Ecolabel, a real “ecological quality brandmark”, covers dozens of types of products - from footwear to washing powder, going by way of fridges, light-bulbs and even mattresses - to which furniture, soap, and shampoo and other new categories of merchandise will shortly be added. Its application has accelerated notably over the last few months. Since 2003 products in Italy bearing the EU daisy on their pack have increased 143%, reaching the figure of 1305. They are produced by 77 concerns owning 92 licences all told, as many as 11 of which being Lombard concerns, including some wellknown broadscale distribution chains.
The figures cited here refer to June of this year, issued by the Ecolabel and Ecoaudit Committee under Apat (Agency for the protection of the environment and for technical services), that is the organism set up for examining the applications and for issuing the license to use the brand.
In Europe of the 25 member nations the overall number of licences totals 309. This study reveals that, out of the 309 licences in use overall in the Europe of 25, 92 have been conceded by Italy, that thus leads the way, followed by Denmark (53). France (48) and Spain (21). Germany, more active in the field of environmental sustainability (for example in the spread of renewable energy), has as yet only assigned 15 licences.
User instructions - The manual presented at the convention is aimed at the consuming public and intends fostering a progressively ever greater spread of Ecolabel branded products, describing the characteristics that set the “green” product apart from other products. Where is this headed? “The transparency of the label and the environmental certification - MDC Lombardia president Lucia Moreschi states - are important tools guaranteeing consumer safety and for promoting, by way of orienting purchasing behaviour, the products of the concerns that invest in eco-sustainability.
As well as that, a greater spread of Ecolabel branded products would stimulate competition between suppliers, creating greater competitivity and hence engendering a drop in prices, this all to the advantage of the consumer”.
On the subject of ecology hence, the social role of concerns is evermore important where to date EU institutions have taken on the role as the main driver.
But national institutions can also offer a considerable contribution. This among other things has been demonstrated by the success of the “Green public procurement”, or that is public administration’s commitment to earmark 30% of their procurement budget for purchasing eco-sustainable products (recycled paper, low consumption light-bulbs etc.) as laid down in the ministerial decree of 2003.
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