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RICERCHE Scarsa educazione, poco impegno concreto e, laddove mancano le infrastrutture di raccolta e conferimento (tipicamente nel Mezzogiorno), un’autovalutazione negativa. I risultati del primo Osservatorio Iard-Comieco sul rapporto tra giovani e ambiente indica con chiarezza la strada da percorrere per colmare una grave lacuna civica. E.P.
La scuola latita, i media scarseggiano e i personaggi pubblici che dovrebbero indicare la strada appaiono alquanto distratti (salvo eccezioni). È, dunque, essenzialmente colpa dei “grandi”, ma resta il fatto che gli italiani fra i 15 e i 24 anni risultano davvero poco attenti ai problemi ambientali (nonostante la gran frequentazione di Internet consenta, in teoria, di accedere a tutte le informazioni che servono).
Lo testimonia la prima edizione dell’Osservatorio condotto dall’Istituto Iard per Comieco - presentato lo scorso ottobre a Milano nel corso di un’apposita conferenza stampa - che elabora le informazioni raccolte tramite questionario su un campione rappresentativo di 1.000 ragazzi e ragazze in età di studi superiori (media secondaria e università). E che, indirettamente, indica la strada da percorrere per affrontare il problema alla radice.
Scuola: dopo le elementari il nulla
Secondo l’Osservatorio, la scarsa attenzione dei giovani ai temi ambientali (dall’inquinamento alla raccolta differenziata) cresce in misura esponenziale con l’evolversi del percorso scolastico. Il 28% degli intervistati ha ricevuto rudimenti di educazione “verde” alle elementari, il 14% alle medie inferiori e solo il 2% al liceo, mentre all’università - dove esistono facoltà specifiche, come ingegneria e scienze ambientali - si assiste a una lieve inversione di tendenza (5%).
Nella latitanza dell’ente formatore per eccellenza, dunque, la scuola elementare appare in controtendenza. Ma attenzione, avvisano i commentatori: se non viene portata avanti anche nel corso degli anni successivi, l’educazione ambientale nella prima età scolare rischia di creare dei “guasti” che si traducono in una serie di leggende metropolitane, difficili da sfatare.
Un esempio per tutti: pensando alla raccolta differenziata di carta e cartone, il 95% degli intervistati è convinto che riciclare carta e cartone limiti l’abbattimento degli alberi e delle foreste primarie. Nella realtà, invece, gli alberi e le foreste equatoriali non si prestano a produrre carta ed esistono delle coltivazioni ad hoc in cui, per ogni albero utilizzato, ne vengono piantati tre (il che ha portato addirittura a un incremento della forestazione europea).
Insufficienza per i Media - Ma, secondo i ragazzi intervistati, il male non è limitato a una scuola “cattiva maestra di vita”: una carenza di attività informative viene imputata anche ai mass media, anche se in misura meno grave visto che quasi la metà degli intervistati (il 48%) dichiara che i giornali sono la loro unica fonte di informazione in materia ambientale, seguiti da TV e radio, “consultati” pariteticamente dal 35% del panel.
Fra le varie reti italiane a RAI 3 spetta la palma di “green TV” (51%), con RAI 1 e La 7 a grande distanza, segnalate rispettivamente dal 10% e dal 5% dei ragazzi coinvolti nella ricerca. Alle reti Mediaset, invece, la maglia nera: pur avendo in palinsesto trasmissioni dedicate (da Mela Verde a Pianeta Mare), genera nei ragazzi una percezione negativa.
E i testimonial? La classifica desunta dai questionari presenta qualche sorpresa, a partire dalla testa dove accanto a Claudio Bisio, (segnalato dal 37% degli intervistati) figurano Fiorello e il Papa, a pari merito con 33 preferenze su 100. Seguono Valerio Staffelli e Fabio Fazio, mentre in fonda alla lista, fra i “cattivi”, troviamo George Bush, Platinette e Vasco Rossi.
Ma la consapevolezza c’è - Bocciati, dunque, su tutti i fronti? Magari, invece, solo rimandati.
Da un lato, infatti - quello concreto delle scelte di vita - gli interpellati non paiono orientati a fare sacrifici in nome dell’ambiente. Consultati, per esempio, sulla disponibilità ad acquistare prodotti ecologici, solo il 16% afferma di poter rinunciare a qualcosa in termini di qualità o prezzo in cambio di maggiori garanzie di eco-compatibilità, mentre ben il 60% dichiara di acquistare un prodotto “verde” solo se è almeno omologo a quello tradizionale.
Sul versante astratto, invece, i nostri ragazzi appaiono ben consapevoli della priorità dei problemi ambientali. Data una scala di importanza da 1 a 10, il punteggio maggiore (9) è assegnato al terrorismo e ai conflitti internazionali, ma subito dopo arrivano l’inquinamento, i problemi energetici e i cambiamenti climatici. Non solo: i tre quarti degli intervistati sono persuasi che la raccolta differenziata sia un’attività rilevante per la salvaguardia dell’ambiente, con carta e cartone in posizione privilegiata.
Reagire è possibile - In questo contesto, quantomeno contraddittorio, spiccano altri dati significativi, primo fra tutti quello che evidenzia la stretta correlazione che esiste fra auto valutazione dei giovani come soggetti attivi e incisivi sul piano ambientale, e presenza organizzata e visibile di una rete di raccolta differenziata dei rifiuti sul territorio. Lo ha riferito Antonio De Lillo, presidente dell’Istituto Iard, commentando la ricerca insieme al direttore di Comieco, Carlo Montalbetti. Riferendosi, in particolare, all’annosa questione del gap fra Nord e Sud in termini di risultati della raccolta differenziata, infatti, De Lillo ha sottolineato come sia direttamente proporzionale, quantomeno nei giovani, la relazione tra fare e poter fare. Fra i ragazzi del Sud, insomma, non c’è meno consapevolezza o meno disponibilità a impegnarsi direttamente in azioni pro-ambiente (fra cui la più immediata, facile e gratificante, è la appunto la differenziazione dei RSU); piuttosto c’è meno possibilità reale di fare, a causa della mancanza o carenza di cassonetti specializzati, attività di recupero ecc. E - cosa di non poco conto - questo genera anche una sorta di spirale negativa che parte dalla coscienza di sé come soggetto poco virtuoso.
Le indicazioni che ne possono derivare i soggetti impegnati a colmare le lacune civiche nazionali, appaiono piuttosto chiare. Servono, soprattutto nelle famose aree a emergenza rifiuti, due tipi di intervento coordinato: una migliore e più organica opera di informazione e formazione sui problemi ambientali, e una puntuale, chiara e continuativa presenza sul territorio delle istituzioni preposte a gestire la soluzione di questi problemi, con presidi visibili, accessibili e comprensibili. Non è facile, ma è possibile.
Le iniziative di Comieco - Comieco, dal canto suo, conferma l’impegno sul fronte educazione, attento anche a un altro dato evidente a chiunque operi con il pubblico: il gioco e la sfida sono ottimi modi per coinvolgere in prima persona la gente, e i giovani soprattutto. Da qui il successo di tante iniziative di promozione territoriale della raccolta differenziata, a partire dalle ormai famose “Cartoniadi” alias olimpiadi del cartone, che percorrono a tappe la Penisola impegnando i cittadini ad avviare al riciclo quanti più imballaggi di carta e cartone possibili (senza dimenticare la carta grafica).
Ecologici, naturalmente, anche i premi, che consistono in somme di denaro destinate a finanziare progetti di carattere socio-ambientale proposti dai cittadini stessi.
Fra le tante, almeno un’altra iniziativa di Comieco si segnala, per risonanza e dimensioni, fra gli appuntamenti di rilievo nazionale. Si chiama RicicloAperto e consiste in una serie di visite guidate, aperte alle scolaresche e alle famiglie, a un centinaio impianti di riciclo distribuiti sul territorio. Il suo successo si deve alla possibilità di “toccare con mano” ciò che altrimenti si deve solo immaginare, senza peraltro averne gli strumenti visto che, nel nostro mondo “post industriale”, i giovani non hanno grande consapevolezza di cosa sia un’industria.
Dal 2005, inoltre, Riciclo Aperto è anche una mostra interattiva e itinerante, ideata per “portare in piazza” i temi e le pratiche del riciclo, che da quest’anno viene allestita in tre tendoni che ospitano i percorsi guidati. Molte e divertenti le attività cognitive messe in campo per coinvolgere direttamente il pubblico, che si concludono con la visione di un filmato in 3D di chiarezza esemplare.
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The young
Poor marks in Environmental matters
STUDIES Little sensibility and awareness, scanty commitment and where the infrastructures for collection and conferment are lacking (like typically in Italy’s south), poor self-rating. The results of the first Iard-Comieco Observatory on relations between the young and the environment clearly indicate the way to closing a serious gap in public spirit. E.P.
The school is absent, the media lacking and the public figures that should show the way appear to be otherwise engaged (with exceptions). Hence basically the fault lies with the grown-ups, but one still has the fact that Italians from 15 to 25 years of age show surprisingly little attention to environmental problems (despite the fact that long spates on internet in theory allow access to all the information needed).
This is borne witness to the first edition of the Observatory carried out by the Institute Iard for Comieco - presented last October in Milan during a special press conference - a processing of the information gathered from a questionnaire on a representative sample of 1,000 young people in the higher education (secondary school and university) age bracket; and that indirectly shows how to tackle the problem at its root.
School: after the primary school a total void - According to the Observatory, the scanty attention of young people to environmental questions (from pollution to segregated collection) increases sharply the further one proceeds in ones school career. Twenty-eight percent of interviewees declare to have received the rudiments of “green” education at primary school, 14% at the lower middle school and only 2% in the upper school, while the university - where special faculties exist like engineering and environmental sciences - witnesses a slight turnaround (5%).
Hence while education in general is putting in a poor show, only the primary school is seen to be going against the trend. But one should look out, commentators say: if not continued in the subsequent years of schooling, environmental education in the primary school stage may lead to distorted appraisal, resulting in a series of urban legends hard to disprove. An example for all: thinking of the segregated collection of paper and cardboard, 95% of those interviewed are convinced that recycling paper and cardboard limits the felling of trees and the destruction of primary forests. In actual fact, equatorial trees and forests are not used for producing paper and special cultivations exist in which, for each tree felled, another three are planted (which has even led to an increase in European forestation).
Poor marks also for the Media
But, according to the young people interviewed, the shortcomings do not only lie with a school that acts as a poor example: the mass media are also accused of not giving enough information on the subject. Almost half those interviewed (48%) declared that the newspapers are their only source of information on environmental subjects, followed by TV and radio, “consulted” by an equal 35% of the panel.
Among the Italian networks RAI 3 is awarded the title of “green TV” (51%), with RAI 1 and La 7 a fair way off, indicated respectively by 10% and 5% of the young people involved in the research. Mediaset in turn is in last place: even though their programming includes dedicated programs (from Mela Verde to Pianeta Mare), Mediaset generates a negative perception in young people.
And the testimonials? The ratings desumed from the questionnaires shows some surprises, where starting off from the top, alongside Claudio Bisio (indicated by 37% of those interviewed) one has Fiorello and the Pope, both with 33 votes out of a 100. Valerio Staffeli and Fabio Fazio follow suite, while at the bottom of the list, among the “baddies”, one has George Bush, Platinette and Vasco Rossi.
But awareness is not lacking
Poor marks don’t mean you’re being sent down.
On the one hand - on the concrete side of making choices in ones daily actions - those interviewed did not show themselves inclined to make sacrifices in the name of the environment. Consulted for example on their willingness to purchase ecological products, only 16% state they are prepared to give up on something in terms of quality or price in exchange for greater guarantees as regards ecocompatibility, while as many as 60% declare they buy a “green” product only if it is at least equivalent to a traditional one.
On the abstract side of things, Italian youth appears well aware of the priorities of environmental problems, Given a rating of importance from 1 to 10, the highest marks (9) go to terrorism and international conflicts, but immediately after that one has pollution, energy problems and climatic changes. Not only that: three quarters of those interviewed are convinced that segregated collection is an activity important for the safeguarding of the environment, with paper and cardboard in lead position.
A reaction is possible - In this somewhat contradictory context, other important figures emerge, first and foremost that which highlights the close correlation that exists between the self-rating of young people as subject active and incisive regarding the environment, and a locally organised and visibly present segregated waste collection network. This was referred by Antonio De Lillo, president of the Iard Institute, commenting on the study alongside Comieco head Carlo Montalbetti. Refering in particular to the age-old question of the gap between the north and south of the country, that is to say, one finds the same awareness and readiness to commit oneself directly to actions in favour of the environment (the most immediate, easily and gratifying in fact being the segregation of MSW); rather, due to a lack or dearth of special skips, there is less real possibility of carrying out recovery activities and the like. And - something that counts a lot - this also generates a sort of negative spiral that starts off from the awareness of oneself as being non virtuous.
The indications that can be derived by the subjects involved in contributing to building up public spirit in Italy appear fairly clear. Aboveall what are needed are two types of coordinated action in the renowned areas where a waste emergency has been declared: a better and more basic work of informing and training as to environmental problems, and a precise, clear and continuative presence locally of the institutions that have the task of administering the solutions to these problems, with visible, accessible, clearly defined and marked facilities placed at public disposal. It won’t be easy, but it can be done.
Comieco’s undertakings - For its part Comieco confirms its commitment on the education front, with its eye to another feature evident to anyone operating with the public: a game and a challenge are excellent ways of getting people involved, aboveall the young. Hence from the success of many local undertakings regarding segregated collection, starting off from the by now famous “Cartoniadi”, alias the cardboard olympics, that are held at various stages up and down the peninsular, committing the public to recycle as much paper and cardboard possible (without forgetting graphics paper).
The prizes too are ecological naturally consisting in sums of money for funding projects of a social-environmental nature proposed by the selfsame public. Among the many, we highlight at least another Comieco undertaking worthy of mention for its renown and scale among the undertakings of national standing. It is called RicicloAperto and consists in a series of guided visits, open to school groups and families, to a hundred recycling plants all over the country. Its success is due to the possibility of “seeing for oneself” what otherwise one can only imagine, without what is more having the facility to do so given that in our “post industrial” world, many young people probably have little idea as to what a factory looks like.
From 2005 what is more Riciclo Aperto is also an interactive itinerant show, created to “bring out” the themes and the practises of recycling, that this year is set up in three large tents hosting a series of “guided routes”. The public is directly involved through a host of fun activities, that end up with the viewing of a 3D film clip of exemplary clarity.
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Lo sapevate che…
• Negli ultimi otto anni, in Italia la raccolta e il riciclo di carta e cartone sono aumentati così rapidamente che nel 2005 il Paese ha raggiunto con tre anni di anticipo il livello previsto in UE per il 2008 (il 60% dell’immesso al consumo).
• Nel 2005, a fronte di un immesso al consumo di 4,3 milioni t di imballi cellulosici, Comieco ne ha portati al recupero oltre il 76% (con un incremento del +7,5% sul 2004) e al riciclo più del 66%.
• Il recupero di carta e cartone dal 1998 al 2005 ha evitato la costruzione di 100 discariche, con un risparmio di costi di gestione pari a circa 344 milioni di euro.
• Nel solo 2005 le attività di riciclo hanno evitato l’immissione in atmosfera di un quantitativo di anidride carbonica pari a quello prodotto da tutto il traffico urbano nazionale per una settimana.
• Nel solo 2005, a titolo di rimborso per le attività di raccolta di carta e cartone, i Comuni italiani hanno ricevuto dal Comieco oltre 74 milioni di euro (derivati dal contributo che le aziende operanti in Italia sono tenute a versare per ciascun imballo a base cellulosica immesso al consumo).
• L’anno scorso in Italia l’utilizzo industriale di macero è stato di circa 5,5 milioni t. Grazie al recupero, il nostro Paese non è più un importatore di macero, ma è diventato un esportatore.
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Did you know that …
• Over the last eight year, in Italy the collection and recycling of paper and cardboard has increased so rapidly that in 2005 the country reached the level laid down by the EU for 2008 (60% of that placed on the market for consumption) three years ahead of time.
• In 2005, what with 4.3 million tons of cellulose packaging placed on the market for consumption, Comieco has seen to the recovery of 76% (with an increase or 7.5% on 2004) recycling more than 66%.
•The recovery of paper and cardboard from 1998 to 2005 has avoided the construction of 100 landfills, with a saving in administration costs of around 344 million Euro.
• In 2005 alone recycling activities have avoided the release into the atmosphere of a quantity of carbon dioxide equivalent to that produced by the whole of Italy’s urban traffic in an entire week.
• In 2005 alone, as a reimbursement for their activities of paper and cardboard collection, the Italian Municipalities received from Comieco over 74 million Euro (derived from the contribution that the companies operating in Italy are called upon to pay for each and every cellulose based packaging placed on the market for consumption).
• Last year in Italy the industrial use of waste paper was around 5.5 million tons. Thanks to recovery, Italy no longer imports waste paper, but has become an exporter.
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