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Viviamo tempi “globali”: tutto, ma proprio tutto sembrerebbe conformarsi alle nuove regole che guidano il mercato mondiale. Sta di fatto che, in questo contesto “globale”, c’è ancora spazio per affermare il valore dell’individualità e dell’originalità. Iman Pack, che quest’anno festeggia venticinque anni di attività, offre un esempio di come sia possibile coniugare tradizione e cambiamento.
Stefano Lavorini

È cresciuta, in un certo senso, “a immagine e somiglianza” del fondatore e, forse, proprio per questo Iman Pack non si è mai arresa di fronte alle prove più impegnative, non accontentandosi mai di assecondare la banale routine.
Anzi, puntando sull’effetto sorpresa che deriva da cambiamenti di rotta tempestivi o scelte di campo inaspettate, questa azienda di macchine confezionatrici ha saputo giocare con efficacia le proprie carte: coraggio imprenditoriale, conoscenza del mercato, spinta all’innovazione, forza commerciale.
Probabilmente la molla di tutto è stata la più antica delle curiosità, quella che spinge l’uomo, in questo caso Antonio Bonotto, a provare i propri limiti, accettando talvolta sfide impossibili, come quella di realizzare “macchine che non esistevano”.
Proprio partendo da queste premesse, il nome Iman Pack, a venticinque anni dalla fondazione, è sinonimo di qualità e competenza, tanto da essere conosciuto e apprezzato anche in paesi difficili, come gli Stati Uniti e le aree dell’estremo oriente.

Andata e ritorno
Bonotto è uno di quei personaggi che, tendenzialmente, sfugge a schemi e convenzioni.
Tecnico e progettista di formazione, parte con la sola forza delle idee, e riesce a crearsi un proprio spazio operativo: progetta e brevetta un prototipo di confezionatrice piccola e agile, tagliata sulle esigenze dell’industria alimentare radicata nella zona. Dopo aver dato vita a una prima struttura commerciale, amplia l’offerta di macchine orizzontali (HFFS) e verticali (VFFS).
La storia testimonia che Bonotto ha sempre avuto un istinto particolare nel cogliere i dettagli in grado di “fare la differenza” offrendo un reale valore aggiunto, e questo lo ha portato a percorrere di volta in volta nuove strade. Il rifiuto dell’omologazione si è tradotto per esempio nella decisione di scostarsi, dopo i primi anni, dal confezionamento alimentare per presidiare, imponendosi poi per eccellenza produttiva e qualità del servizio, in ambiti forse più specialistici e meno “frequentati”, come quello della minuteria metallica, dei componenti per mobili in kit, nonché dei wet wipes.
Oggi, a dispetto dell’attuale specializzazione, Iman Pack ha deciso di stupire ancora ed ecco che, di recente, si è riaffacciata al settore del food con una nuova confezionatrice a sbalzo, ad assi elettrici, che a ben vedere può essere considerata quasi un emblema dello spirito aziendale.
Robusta - questo è di certo lo standard che caratterizza l’intera gamma dell’azienda -, veloce - è in grado di effettuare 80/100 colpi al minuto - affidabile e di facile gestione, garantisce cambi formato rapidissimi, per assecondare le esigenze di produttori di piccole e medie dimensioni che abbiano la necessità di confezionare lotti ridotti di prodotti differenti, anche in atmosfera modificata.

Coniugato al presente
Oggi Iman Pack è organizzata per svolgere in proprio la progettazione e l’assemblaggio delle macchine, nonché la gestione delle lavorazioni in conto terzi.
Buona parte dei componenti meccanici elettrici ed elettronici vengono peraltro realizzati da aziende in cui Iman Pack ha una partecipazione, il che assicura un’elevata costanza qualitativa e un efficace sviluppo dei prodotti in funzione delle reali esigenze del mercato.
L’azienda, inoltre, ha di recente acquisito una società americana, specializzata nella produzione di moduli di conteggio. Al momento si stanno valutando le strategie per ottimizzare i possibili vantaggi derivanti da questa integrazione.
Una delle caratteristiche che ha fatto di Iman Pack la realtà di oggi, è quella di aver sempre saputo gestire al meglio le relazioni con i clienti. Anzi è proprio grazie ai rapporti di fiducia che spesso legano l’azienda agli utilizzatori che sono scaturiti i progetti tecnologici più innovativi.
Tra l’altro è in via di completamento la creazione di un “office no paper” (che prevede l’archiviazione elettronica dei progetti), resa possibile anche dall’impiego dei nuovi sistemi di progettazione tridimensionale. Iman Pack sta infatti recuperando e fissando in una banca dati la propria storia produttiva e tecnologica; e per un produttore fortemente sbilanciato sulla realizzazione di macchine “speciali”, dove le varianti vengono spesso stabilite in corso d’opera, si tratta di uno sforzo di tutto rispetto. Un archivio così concepito è dunque in grado di agevolare l’organizzazione del servizio di assistenza tecnica, soprattutto se integrato con l’ausilio dei nuovi mezzi di comunicazione telematici. E il “Net”, con tutte le sue potenzialità, verrà sfruttato non tanto come luogo di possibili interscambi commerciali, bensì come strumento di dialogo aperto ai clienti e alla rete di supporto tecnico/commerciale nel mondo, che comprende tra l’altro le tre filiali in Francia, Asia, America.

Istinto e buon senso
Tutte le aziende sono sistemi complessi che vivono, in primo luogo, delle relazioni interpersonali. Iman Pack è un esempio di organizzazione di stampo tipicamente italiano, dove la forza dell’impresa deriva dalla coesione fra figure decisionali forti e competenti, in grado di guardare lontano, e funzioni operative altrettanto attive nel selezionare e verificare la fattibilità dei progetti per poi implementarli.
In questo genere di realtà, invero, si lavora con il massimo dell’attenzione ai dettagli, consapevoli che il proprio impegno è valutato sulla base della capacità di interpretare le richieste del proprio interlocutore: collega o cliente che sia. Ci vuole allora abilità nel saper operare per il bene dell’azienda e per il suo sviluppo, nella consapevolezza che le relazioni interpersonali mantengono una valenza decisiva, creando quella giusta tensione che genera dinamicità e crescita. È necessario, quindi, saper eseguire correttamente ciò che viene richiesto, mettendo comunque e sempre in gioco le proprie competenze e, quando necessario, anche i propri sentimenti.
Anche nella nostra nuova dimensione globale, resta di fatto questo il modello che sostiene il “made in Italy” dell’imballaggio: istinto e buon senso, coraggio e lungimiranza.
E in funzione degli obiettivi di crescita che Iman Pack sta perseguendo, sarà decisiva la capacità di sviluppare l’organizzazione mantenendo al contempo un’dentità specifica e originale, costruita su presupposti consolidati dall’esperienza.
È sempre difficile anticipare il futuro ma, una cosa è certa: Bonotto vuole la sua azienda sempre più efficiente e competitiva e - c’è da aspettarselo - ancora una volta riuscirà a stupire.
The will to fly
We live in “global” times: everything, and we mean everything, would seem to conform to the new rules governing the world market. The fact of the matter is that, in this “global” context, there’s still room to assert the value of individuality and originality. Iman Pack, which is celebrating its twenty-fifth year of business this year, offers a good example of how it’s possible to wed tradition and change.

The company’s grown, in a certain sense, “in the image and appearance” of its founder. Perhaps it’s for this reason that Iman Pack has never given up in the face of even the most difficult trials, never being content to follow the everyday routine.
Rather, adopting the surprise effect that comes from sudden changes in direction or the choice of unexpected fields, this packaging machinery producer has managed to play its cards to great effect: entrepreneurial courage, knowledge of the market, a definite feel for innovation and commercial strength.
Probably, the force behind all this was the oldest of all: curiosity, which pushes man - in this case Antonio Bonotto - to put his limits to the test, sometimes accepting apparently impossible challenges, such as that of producing “machines that didn’t exist”.
This being the case, twenty-five years down the road the name Iman Pack has become a synonym of quality and competence, so much so that it’s recognised and appreciated even in “difficult” countries, such as the USA and the Far East.

There and back again
Bonotto is one of those people that tend to avoid patterns and conventions.
A technician and designer by training, he set out in business with just the sheer strength of his ideas and managed to create his own operating space: he designs and patents a prototype for a small, agile packing machine, tailored to meet the needs of the food industry with deep roots in the area. After opening his first commercial structure, he has extended his offer to horizontal (HFFS) and vertical (VFFS) machines.
History shows how Bonotto has always had a special instinct for absorbing the details that “make all the difference”, offering real added value, and this has meant his changing course several times. Refused type approval, for example, led to the company moving away from the food industry after the first few years and entering (and subsequently making a name for itself for production excellence and quality of service) more specialised and less “frequented” areas such as metal parts, components for furniture in kits and wet wipes.
Today, notwithstanding its current specialisation, Iman Pack has decided to amaze everyone again and so it has recently re-entered the food sector with a new cantilevered packing electrical axis machine that, by all accounts, should be seen as a symbol of the company’s spirit.
Robust (this is certainly the feature that characterises the company’s entire product range), fast (capable of 80-100 strokes per minute), reliable and easy to manage, it guarantees really quick size changes to accommodate the needs of small and medium-scale producers who must be able to pack small lots containing different products, even in a modified atmosphere.

In touch with the present
Today Iman Pack is organised in such a way that it does its own machine designing and assembly, as well as handling processing on commission.
A good percentage of their electrical, electronic and mechanical components are produced by companies where Iman Pack holds shares, thus guaranteeing constant high quality levels and effective development of products to suit the actual needs of the market.
What’s more, the company has recently purchased an American firm that specialises in the production of counting modules. At the moment, they are evaluating strategies with an eye to optimising the possible advantages deriving from this integration.
One of the features that has made Iman Pack what it is today has been its ability to manage customer relations to the best effect. Indeed, it’s thanks to the relationships of trust that often links the company to the users that some of the most innovative technological projects have come about.
Among other matters, the creation of “no paper office” is in its final stages of development (including electronic archiving of design projects), made possible thanks also the use of new 3-D design systems. Iman Pack is in fact busy collecting and turning its own productive and technological history into a database; and for a producer with a strong bent for developing of “special” machines, where the variants are often decided during the course of the work, this is no mean undertaking. Such an archive is thus able to make the organisation of the customer service that much easier, especially if integrated with new means of telematic communications. Particularly so if the “Net”, with all its potential, is to be exploited not simply as a place for possible commercial exchange, but also as a communications tool for open dialogue with customers and the technical/sales network throughout the world, including the company’s three branches in France, Asia and America.

Instinct and common sense
All companies are complex systems that live, first and foremost, through interpersonal relations. Iman Pack is an example of a typically Italian organisation, where the strength of the business comes from the cohesion between strong, competent decision-makers, capable of looking far ahead, and operational functions equally active in selecting and checking the feasibility of the designs and then implement them.
In such a situation, indeed, one works with max attention to detail, aware that one’s own efforts are assessed on the basis of the capacity in interpreting the requirements of the person one’s dealing with: colleague or customer, whichever it may be. Ability is thus the name of the game, knowing how to work for the good of the company and its development, aware that interpersonal relations have a decisive importance, creating the right level of tension that generates dynamism and growth. It’s necessary, therefore, to know how to carry out properly what’s asked of one, investing all of one’s skills and, if needed, also one’s emotions in the job in hand.
Even in our new global dimension, it’s still true that this is the model that keeps the “made in Italy” of packaging ticking: instinct and common sense, courage and foresight.
All important will be the ability to develop the organisation in line with the objectives of growth that Iman Pack’s currently working towards, while at the same time keeping its specific and original identity, built on preconditions consolidated by experience.
It’s always difficult to anticipate the future, but one thing’s certain: Bonotto wants his business to become more and more efficient and competitive, and once again he’s going to amaze us all, you can bet on it.