Or tu le ragioni tue puoi dire a lui...

Or tu le ragioni tue puoi dire a lui / Che mi pare uom assai giusto e saputo*.
Bilancio della Economic Packaging Conference, organizzata dall’Istituto Italiano Imballaggio in collaborazione con Conai a maggio.

Editoriale di Stefano Lavorini                 

* Luigi Pulci, Poeta (Firenze 1432 - Padova 1484)

Economic_PC_sito.pngUn incontro destrutturato. Lo lascia chiaramente intendere l’eterogeneità degli argomenti trattati, ma quello che forse è più difficile da cogliere è il senso e il valore dato dall’interazione di relatori e partecipanti, in generale delle persone tra loro: manager di impresa e rappresentanti delle associazioni di settore, industriali affermati e giovani titolari di aziende, mondo accademico, giornalisti.

Questo il bilancio della Economic Packaging Conference, organizzata dall’Istituto Italiano Imballaggio in collaborazione con Conai, che si è svolta a Venezia l’11 e il 12 maggio 2016.

Il “Mercato che sarà”, titolo dell’ottava edizione della Economic Packaging Conference, moderata ancora una volta da Marco Lo Conte (Plus Il Sole 24 Ore), era già di per sé evocativo di molti interrogativi, che potremmo richiamare con locuzioni del tipo prevedere, indovinare, predire, leggere il futuro, con tanto di corollario di incertezze e speranze legate a tutto ciò che non è dato conoscere.
Materia più per indovini, poeti e filosofi, che per persone normali con difficoltà “al volo”.

Eppure, proprio un filosofo come Edgar Morin scrive: «La prima difficoltà di pensare il futuro è di pensare il presente».
E così, proprio dall’oggi ha preso le mosse l’incontro veneziano confermandosi, come ormai tradizione, una sorta di acceleratore di particelle che porta a “scontrare” esperienze e visioni del mondo diverse. Anche molto distanti, ma con in comune l’imballaggio, o il packaging che dir si voglia, non foss’altro in quanto ragione di impegno quotidiano.

Complice l’atmosfera irreale di Venezia -  che da secoli “è” nella sua unicità, nel suo splendore e nella sua decadenza - chi ha partecipato ha avvertito una tensione al superamento di ruoli e convincimenti, in una dinamica che portava a confondere alto e basso, al pari di razionalità e sentimento.
Come dice Alessandro Mendini, il designer che ha inventato la poltrona Proust: «Per realizzare qualcosa di interessante dobbiamo guardare a un obiettivo non raggiungibile. Occorre avere sensibilità per il lontano per raggiungere il vicino».
Bel concetto, peccato cozzi con le urgenze e le ansie di ogni giorno, che tolgono il fiato e che esigono almeno una saltuaria contropartita: un po’ di incosciente riposo, un attimo di distrazione dalle cose intelligenti che si dovrebbero fare.
Sacrosanto, verrebbe da aggiungere, senza dimenticare però, che ognuno è artefice delle scelte che fa, della scala di priorità che ha saputo costruirsi.

Ad ognuno, allora, il suo... contenuto.

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Packaging, mon ami
Per principiare, una buona notizia: la filiera dell’imballaggio in Italia continua a crescere, non solo in termini di produzione e fatturato, ma anche per quanto riguarda le attività di recupero e riciclo, proponendosi in tal modo come esempio, seppur in divenire, di economia circolare.

Nel 2015, ha ricordato con simpatica energia Simona Fontana (responsabile centro studi - area prevenzione Conai,1), si stima che sia aumentato l’immesso al consumo, (12 mln/t, +1,7%), ma ancor più i rifiuti di imballaggi da raccolta differenziata gestiti (3,8 mln/t, +4,6%), i rifiuti di imballaggi recuperati, pari al 77,5 % dell’immesso al consumo (9,3 mln/t, +2,3%), nonché i rifiuti di imballaggi avviati a riciclo, che arrivano al 66,5 % dell’immesso al consumo (8 mln/t, +2,7%).

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Le ha fatto eco Barbara Iascone (ufficio studi Istituto Italiano Imballaggio, 2). Riferendosi ai dati di preconsuntivo relativi allo scorso anno, ha anticipato che la produzione di imballaggi è cresciuta del 2,8%, sostenuta da una dinamica positiva sia del mercato interno che delle esportazioni, a fronte di un incremento del fatturato del 3,9%, che supera così i 31 miliardi di euro: un risultato particolarmente interessante, se consideriamo la diminuzione di prezzo di molte materie prime.

Con passo pacato e implacabile, Iascone è andata  illustrando anche le ipotesi evolutive 2016/2019… che indicano una crescita in termini di produzione di imballaggi intorno al 2% medio anno in quantità.

Partecipare la virtù comune, salvaguardando le specificità
Questo è il compito di cui, quasi senza dirlo, i produttori conto terzi si fanno carico sia per quanto riguarda la formulazione dei prodotti che lo sviluppo dei packaging e della parte tecnico-regolatoria legata alla sicurezza.

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Contract manufacturer, così li chiama, con orgoglio di appartenenza, Patrizia Poggiali (direttore tecnico di Gala, 3) facendo riferimento a una pluralità di aziende di riconosciuta eccellenza al servizio, soprattutto, dei brand del settore cosmetico.
Un mondo in cui il prodotto (cosmetico), in quanto miscela complessa di ingredienti, è definito fisicamente e legislativamente solo da un contenitore adeguatamente etichettato.
E tanto meglio poi se la formulazione è bio e il packaging realizzato con materiali provenienti da fonti sostenibili. Un mondo però, ha ricordato Poggiali, che ancora necessita di elaborare un linguaggio tecnico condiviso da tutti i soggetti della filiera (fornitori di materiali in primis) per costruire un’adeguata qualità e sicurezza del contenuto/contenitore.

4_VACCHI_presentazione-ERAMIAT.pngclicca per ingrandire l'immagine

Cambio totale di registro con l’immaginifico Daniele Vacchi (in veste di segretario generale dell’associazione E.R.-AMIAT Emilia-Romagna Advanced Mechanics and Industrial Automation Technology, 4) che ha tra i suoi progetti “ERA 4.0” per la valorizzazione dell’industria europea, ovvero l’alternativa nostrana a Industry 4.0 di matrice germanica.
Entriamo così, a piè pari, nella quarta rivoluzione industriale, un fenomeno di portata mondiale destinato a cambiare non solo i processi produttivi, ma anche la dinamica dei rapporti di mercato.

Infatti, la convergenza fra le scelte del consumatore finale, orientato a premiare la sostenibilità (economica, sociale e ambientale) nella scelta di beni e servizi, e l’avanzamento della tecnologia, che favorisce una maggiore partecipazione dal basso e un’interazione costante con il mondo aziendale, secondo Vacchi, deve permettere di riconciliare gli interessi di imprese e società attraverso la creazione di valore condiviso, a misura della nostra civiltà.
Il che corrisponde a dire, con intelligenza, “europei si nasce e noi, modestamente, lo nascemmo”.

Un mondo a guida cinese
5_BENEDINI_Prometeia.pngclicca per ingrandire l'immagine

L’economia mondiale sta vivendo una fase di transizione, con andamenti contrastanti. Insomma, stiamo vivendo una situazione in cui neanche gli esperti riescono più a raccapezzarsi.
Nel 2015, la quotazione di molte materie prime è tornata indietro di 10 anni, complice il raffreddamento della crescita delle economie emergenti, ma da febbraio di quest’anno i prezzi delle commodities hanno mostrato un rimbalzo, guidato dal nuovo orientamento alla crescita della politica economica cinese.
Difficile però che questo trend sia destinato a consolidarsi, così ha detto con chiarezza Alessandra Benedini (Prometeia, 5) illustrando nel dettaglio dati e grafici che registrano impietosamente una volatilità elevata (e poco rassicurante).
Il PIL mondiale dovrebbe, infatti, crescere nel 2016 meno del 3%, il valore del dollaro resterà su livelli elevati, e le quotazioni delle commodity scendere ancora. Per quanto riguarda il packaging, ribassi attesi per plastiche, alluminio e, in misura minore, acciaio e cellulosa.
Ergo: per aumentare i margini, a fronte del lieve rientro dell’incidenza dei costi nel 2016, le aziende del settore dovranno puntare a trovare nuovi spazi per accrescere le vendite e/o la produttività.

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La conferma che noi comuni mortali, e non Dei, giochiamo una partita in cui le regole sono dettate da altri, arriva dalla brava Pinuccia Parini (Aletti Gestielle Sgs, 6). Tanto per mettere i puntini sulle “i”, la Cina vale il 16% del PIL mondiale, l’India (solo!) il 3%, come la Francia, l’Italia il 2%, al pari del Brasile.

Facili da comprendere, quindi, i riflessi dell’economia cinese sul mercato mondiale (maggiori nella regione Asia - Pacifico), ma tutt’altro che scontata la lettura di come sta cambiando il Paese, che si avvia a far registrare quest’anno una crescita di poco superiore al 6%, in un contesto, peraltro, in cui l’attività industriale si indebolisce, ma ha maggior importanza il settore dei servizi.
Come ha ricordato Parini, tutto dipenderà dalla tenuta della classe dirigente e dalla sua capacità di gestire il processo di aggiustamento iniziato nel 2014, nonché di proseguire sul cammino delle riforme.

Più educazione all’attenzione
7_SANTACROCE_sistema_doganale.pngclicca per ingrandire l'immagine

Si torna alle faccende domestiche con gli ultimi tre interventi. E che faccende...  perché solo con superficialità possono essere giudicate marginali.
Il fatto, ad esempio, che a maggio 2016 sia cambiato il sistema doganale europeo ha un impatto significativo, probabilmente al momento sottostimato, non solo sugli operatori specializzati della catena logistica, ma anche sulle imprese. Benedetto Santacroce (Studio Legale Tributario Santacroce-Procida- Fruscione, 7) ha illustrato egregiamente la materia, di per sé ostica, richiamando l’importanza della certificazione AEO (Operatore Economico Autorizzato), chiave di accesso alla nuova operatività doganale, nonché le novità in termini di classificazione, valore e origine dei prodotti, determinante non solo ai fini doganali e fiscali, ma anche di mercato.

Di welfare aziendale, ha parlato Federico Strada (DLA Piper), nonché dei vantaggi che possono scaturire per aziende e ai lavoratori, alla luce dell’attuale normativa fiscale, che recepisce le modifiche stabilite nella legge di stabilità del 2016.
Oggi infatti, da “atto volontario e unilaterale del datore di lavoro” il welfare aziendale diventa possibile oggetto di accordo collettivo di secondo livello, senza che venga meno il regime fiscale di favore. Un significativo passo avanti ma, secondo Falasca, affinché il welfare aziendale   si diffonda al meglio è necessario un cambio di passo della normativa (migliorata, ma perfettibile e ancora troppo ingessata), diverse relazioni industriali e, non ultimo, un cambio di mentalità e di cultura da parte dei lavoratori: perché può essere un’alternativa vincente proprio e solo se viene compresa.

8_CIPOLLETTA.pngclicca per ingrandire l'immagine

Abbiamo detto della necessità di saper guardare oltre, e lo abbiamo sentito ripetere con vigore, in chiusura dei lavori, da Innocenzo Cipolletta (Presidente AIFI - Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt, 8), richiamando l’importanza di investire nelle start-up, ovvero nel proprio futuro.

Oggi, negli anni della globalizzazione, le nuove imprese in genere non nascono più dalle aziende, ma dalla finanza e dalla ricerca. Lo dimostra il fatto che grazie al venture capital, ovvero quella parte dell’attività di investimento nel capitale di rischio volta alla realizzazione di interventi nelle prime fasi di ciclo imprenditoriale, nel 2015 il comparto dell’early stage è cresciuto in termini sia di numero di operazioni (122) sia di ammontare investito (74 milioni di euro). Si tratta, in altri termini, di una finanza che scommette sull’innovazione, suddividendo il rischio su un portafoglio di investimenti, consapevole del ritorno che può ottenere dalle start-up di successo.
Sono infatti proprio le imprese tradizionali che attingono a questo mercato per rinnovare prodotti, processi, modelli organizzativi, andando oltre una logica di semplice innovazione incrementale.
Purtroppo, nonostante l’Italia sia un paese di imprenditori, siamo assai lontani dagli altri paesi europei per numero di società finanziate dal venture capital, ma qualcosa sembra cambiare grazie anche al ruolo svolto dal Fondo Italiano di Investimento nel venture capital. A questo punto non resta altro che andare sul sito istituzionale www.ventureup.it ed entrare nel gioco… del futuro.

Arrivederci quindi alla prossima edizione dell’Economic Packaging Conference… che, mi dicono, sarà di nuovo la migliore.

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