Conformità MOCA: arrivano le schede di supporto

Progetto CAST 2: pronte le Linee Guida per la documentazione di supporto necessaria per le GMP e alle dichiarazioni di conformità sul contatto alimentare, con due nuovi capitoli su inchiostri e colle. Lo ha annunciato l’Istituto Superiore di Sanità in un recente convegno organizzato dall’Istituto Italiano Imballaggio.

«Questa sala magnificamente affrescata un tempo era il refettorio dei Francescani» ha ricordato in apertura dei lavori il portavoce della Società Umanitaria: ente morale e promotore di cultura, che ha ereditato le mura e i chiostri del convento quattrocentesco nascosto dalla grigia mole del Tribunale di Milano. Quale sede più adatta, dunque, a ospitare un convegno sulla riduzione dello spreco alimentare, che si è svolto, non a caso, in concomitanza con la Giornata mondiale dell’Alimentazione. Un incontro di alto contenuto tecnico che, a dispetto dei problemi di viabilità generati dal vertice fra i 53 capi di Stato dell’Asem, ha riempito la grande sala rinascimentale di esperti e operatori che di sicurezza alimentare si occupano quotidianamente nelle aziende, nelle ASL, nelle Università.

Contenuti per l’Expo. Organizzato dall’Istituto Italiano Imballaggio e intitolato “Food packaging: sicurezza e riduzione dello spreco di alimenti”, il convegno si è svolto il 17 ottobre scorso, nell’ambito del terzo “Salone internazionale della Ricerca, Innovazione e Sicurezza Alimentare” organizzato dall’Umanitaria come contributo a Expo 2015. E contributo è stato senz’altro anche quello dell’Istituto che, come ha espresso con chiarezza a inizio lavori il suo direttore, Marco Sachet, «lo ha concepito come elemento di un più grande disegno in fase di sviluppo, coerente e complementare con gli obiettivi di Expo, che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e gli operatori su quanto determinante sia il packaging nell’evitare sprechi di derrate alimentari lungo l’intera catena del valore».
In quest’ottica il progetto CAST assume una rilevanza tutta particolare, oltre a costituire un lavoro unico e originale del nostro Paese, tanto che i rappresentanti dell’Istituto Superiore della Sanità, responsabile scientifico, sono stati invitati più volte a illustrarne premesse, metodologie e contenuti sia dalle istituzioni europee sia da analoghi enti statunitensi.
Nel convegno di ottobre ne sono stati presentati gli ultimi, importanti sviluppi.

Linee Guida CAST: le novità. Nelle due sessioni della mattinata, Maria Rosaria Milana dell’Istituto Superiore della Sanità e altri autorevoli relatori ”moderati” da Roberto La Pira (direttore de “ilfattoalimentare.it”) hanno aggiornato sulle Linee Guida per la documentazione di supporto alle dichiarazioni di conformità MOCA e sul ruolo del packaging nella riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari.
A Milana, logicamente, è spettata la presentazione dei nuovi documenti. Come le Linee Guida generali, sono strutturati in capitoli dedicati alle filiere dei singoli materiali e oggetti (alluminio, carta e cartone, imballaggi flessibili, materie plastiche, legno, metalli e leghe rivestite e non rivestite, sughero, vetro... con due aggiunte di rilievo che diremo subito). Inoltre, sono formulati sulla base di un modello generale condiviso e declinato in una serie di procedure distinte in base alle caratteristiche di ciascun tipo di materiale, realizzando quella difficile “quadratura del cerchio” che tiene insieme affinità e differenze.
Indispensabile complemento operativo, le nuove schede (disponibili a inizio 2015) vengono proposte alle aziende come guida per stilare i documenti che attestano il rispetto delle norme sul contatto alimentare, ma anche ai tecnici delle ASL per aiutarli a effettuare una verifica corretta. Ai materiali dell’elenco originale sono anche stati aggiunti due nuovi capitoli, dedicati a quegli elementi fondamentali del packaging che sono gli inchiostri e i sigillanti. Non si tratta - ha ribadito ancora una volta l’esperta - di procedure obbligatorie, ma solo consigliate: esistono sicuramente altri modi di raggiungere gli stessi risultati, ma seguendo le Linee Guida si percorre una strada sicura. E conclude il suo intervento con un invito: le Linee guida sono un documento aperto e tutti sono quindi esortati a trasmettere integrazioni e suggerimenti.

Una tematica complessa. Nel corso del convegno dell’Istituto Italiano Imballaggio hanno preso la parola i rappresentanti di due ASL, che hanno testimoniato la complessità del problema.
I loro interventi hanno fornito scorci di economia reale, ad esempio sottolineando la necessità di effettuare controlli più puntuali laddove è sensato aspettarsi deroghe alle norme (tipicamente sulle merci importate da Cina e dintorni), «per tutelare non solo il consumatore ma anche l’industria alimentare italiana» (Davide Bordonaro della Asl di Novara); oppure parlando delle difficoltà, soprattutto per le micro imprese, a capire cosa chiede la legge e a interpretare i documenti relativi (Ambrogio Pagani della Asl 2 Toscana). Con verve tutta toscana, molto apprezzata dall’auditorio, Pagani ha rivolto un duplice appello: per garantire la salubrità degli alimenti non basta fare bene i controlli; occorre anche rendere sistematica l’applicazione delle regole (e poi anche gli audit) e per questo è anzitutto necessario che siano comprensibili. Come quella dichiarazione di conformità che ogni negoziante sa di avere, senza per questo avere idea dei contenuti.
Nella seconda sessione del convegno Luca Falasciani dell’Università di Bologna ha documentato i tanti modi dello spreco, con il contributo perlopiù inconsapevole del cittadino, per fare poi una carrellata delle tecnologie di imballaggio già disponibili per evitare i comportamenti più dannosi.
 
Luciano Piergiovanni del Distam di Milano, dopo avere fatto un po’ di ordine sulla reale portata dei vari fattori che concorrono allo spreco alimentare, ha citato alcuni recenti studi internazionali su aspetti salienti del packaging “su cui si può fare davvero molto”, tipicamente sull’active packaging e sul packaging cosiddetto intelligente.
Molte sono le cause dello sperpero di risorse, ha ricordato il docente, fra cui spesso ci si dimentica di citare i soggetti economici che hanno interesse a generare l’eccesso di cibo (che quindi viene buttato) nel Primo Mondo, o alcune regole male applicate, come l’interpretazione della “data di scadenza” che induce a scartare ciò che è ancora buono.
Ma se l’imballaggio non figura ai primi posti - ha aggiunto Piergiovanni - non significa che non ci sia ancora molto da fare per migliorarlo.
E ha concluso con un tema a lui caro: per progredire è necessaria la collaborazione degli scienziati che, con specialità diverse, operano lungo l’intera filiera.
Proprio come si è fatto per sviluppare il progetto CAST.  

CAST - Contatto Alimentare Sicurezza e Tecnologia
Il Progetto CAST nasce nel 2007, con l’obiettivo di approcciare il tema della sicurezza alimentare in modo integrato e con un focus sui Materiali e Oggetti in Contatto con Alimenti (MOCA).
Ma “cast”, in inglese, significa anche “fusione”. Questo progetto, infatti, nasce con intenti collaborativi e tende a fondere le competenze di stakeholder pubblici e privati al fine di:
- rendere omogenea l’interpretazione del dettato della legislazione;
- migliorare l’applicazione tecnica delle norme;
- individuare metodologie condivise di approccio alla sicurezza alimentare, nonché soluzioni tecniche che costituiscano un patrimonio comune di Associazioni Industriali e Enti pubblici operanti nel settore;
- rendere più efficiente la trasmissione e delle informazioni nella filiera.
Al Progetto CAST hanno partecipato Aidepi, Aiipa, Aipe, Anfima, Assocarta, Assocomaplast, Assografici, Assografici-Gifco, Assografici-Giflex, Assoimballaggi/FederlegnoArredo, Assomet, Assorimap, Assovetro, Centroal, Cial, Centro di Informazione sul PVC,  ConLegno, Federalimentare, Federchimica-Avisa, Federazione Gomma Plastica-Unionplast Federchimica-PlasticsEurope Italia,  Istituto Italiano Imballaggio (partner contraente), Istituto Superiore di Sanità (Responsabile scientifico).

    

 

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