La filiera ortofrutticola: emissioni e food waste i rischi del PPWR

Regolamento Ue sugli imballaggi: i rappresentanti delle principali organizzazioni, riuniti da Pro Food alla fiera Fruit Logistica, ribadiscono l’importanza di un approccio non ideologico.

In occasione della fiera Fruit Logistica, i rappresentanti delle principali organizzazioni europee della filiera ortofrutticola riuniti da Pro Food in una tavola rotonda sul PPWR, hanno concordato sulla necessità di un approccio non ideologico e basato sui dati.

Mentre a Bruxelles si discute per trovare una soluzione di compromesso tra le diverse opinioni, Pro Food, associazione che rappresenta i principali produttori europei di imballaggi per alimenti freschi, ha organizzato la tavola rotonda The european packaging Regulation: benefit or damage for the fruit and vegetable supply chain? durante la quale alcuni dei rappresentanti strategici del comparto hanno portato le proprie esperienze e valutazioni sulla PPWR.

Molto critico verso la proposta di eliminare gli imballaggi per l’ortofrutta è Massimiliano del Core, presidente di Ortofrutta Italia che ha sottolineato l’importanza del packaging plastico nella difesa del valore dei prodotti, nel prolungamento della shelf life evidenziando la necessità di gestione del fine vita per incentivare il riciclo.

Luigi Scordamaglia, CEO di Filiera Italia e Presidente di Eat Europe ha evidenziato come la proposta di regolamento porterebbe alla distruzione di 32mila posti di lavoro solo in Italia.

Contrario anche Luc Vanoirbeek, presidente del F&V working group di COPA-COGECA, che specifica che le leggi devono essere imparziali, realistiche e convenienti.

Martin Engelmann, general manager di IK Industrie­vereinigung Kunststoff­verpackungen, che rappresenta le industrie di trasformazione della plastica in Germania ha inoltre sottolineato come dal punto di vista dell’approccio giuridico, il divieto di utilizzare solo gli imballaggi in plastica potrebbe violare il principio della parità di trattamento sancito dal diritto dell'UE, a meno che non vi sia una giustificazione oggettiva per un trattamento differenziato.

Philippe Binard, delegato generale di Freshfel Europe ha sottolineato come il puntare il dito contro il settore ortofrutticolo sia sproporzionato rispetto all’impatto che lo stesso ha sui volumi di packaging immessi sul mercato poiché gli imballaggi per prodotti freschi rappresentano infatti solo l’1,5% di tutti gli imballaggi alimentari utilizzati attualmente nell’UE. Circa il 50% della frutta e della verdura viene già venduta sfusa, dimostrando che il mercato ha già ottimizzato quanto necessario.

I rischi sulla sostenibilità della filiera ortofrutticola determinati da proposte normative mal ponderate non riguardano solo l’Unione europea, come ha evidenziato Daniel Duguay, sustainability specialist di CPMA (Canadian Produce Marketing Association), che ha spiegato la situazione vissuta in Canada a causa della proposta del Ministero federale dell'Ambiente che prevede la vendita di frutta e verdura sfuse o in imballaggi senza plastica (75% entro il 2026 e 95% entro il 2028).

Infine, Mauro Salini Presidente PRO FOOD, ha evidenziato come l'imballaggio sia un elemento essenziale per la catena di approvvigionamento di frutta e verdura con delle funzionalità molto importanti anche se non sempre evidenti al consumatore. L’eliminazione o la sostituzione delle confezioni in plastica deve essere valutato con dati scientifici non solo dell’imballaggio stesso ma anche dell’impatto sulla logistica e sul contenuto.

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