Produzione europea di tubetti al +2%
Nella prima metà del 2017, il numero totale di tubi forniti da tutti i membri di etma (European Tube Manufacturers Association) ammontava a circa 5,4 miliardi; a metà anno si è registrata una crescita del 2% rispetto al dato corrispondente del 2016.
Nella prima metà del 2017, il numero totale di tubi forniti da tutti i membri di etma (European Tube Manufacturers Association) ammontava a circa 5,4 miliardi; a metà anno si è registrata una crescita del 2% rispetto al dato corrispondente del 2016. I tubi di alluminio hanno registrato una performance superiore alla media, con un aumento del 3%, beneficiando di una domanda stabile espressa dai mercati principali, vale a dire cosmetici e prodotti farmaceutici, oltre a considerevoli aumenti nel segmento domestico e alimentare.
Il nuovo presidente di etma, Oliver Höll, ha espresso grande soddisfazione per il trend di crescita stabile dell’industria europea: «I nostri prodotti continuano a guadagnare terreno e i settori di utilizzo finali sono nel complesso piuttosto stabili. Altro fattore positivo è che la situazione economica generale, in diversi paesi dell’Europa meridionale, è nuovamente migliorata, il che rende il clima più positivo. Il nostro settore è quindi ottimista, prevedendo una solida crescita per l’intero 2017»
Nonostante l’aumento dei costi di alluminio, lacche e inchiostri da stampa, il segretario generale di etma, Gregor Spengler, concorda sulla favorevole situazione del mercato e ritiene che il trend di crescita espresso dal mercati venga confermato anche nel lungo periodo: «A prescindere dal materiale utilizzato - alluminio, plastica o laminato - i tubetti continuano a essere imballaggi estremamente popolari tra i consumatori, grazie alle molte caratteristiche positive. Sono perfettamente in linea con le tendenze attuali: sono leggeri e garantiscono una chiusura efficiente. Si tratta di imballaggi robusti e dalle dimensioni ideali per una società mobile come la nostra e un consumo on-the-go. Infine, sono facili da usare, il che non è da sottovalutare a fronte del fenomeno di progressivo invecchiamento della popolazione europea».