Le bevande in Italia: valori e volumi

Fatti, dati e dinamiche del comparto nel 2019, con prime, caute anticipazioni sull’evoluzione del mercato nel 2020.

Barbara Iascone
Istituto Italiano Imballaggio

Ripartito tra bevande alcoliche e bevande analcoliche, il comparto nel suo complesso occupa un’ampia porzione del settore alimentare.

Analizzando le valutazioni di IRI Infoscan, nel 2019 - anno in cui il manifatturiero italiano si è distinto per stabilità - l’area bevande ha dimostrato una buona dinamicità, registrando un +2,2% di fatturato rispetto al 2018.

In base alle analisi della Banca dati dell’Istituto Italiano Imballaggio, dal punto di vista quantitativo, il settore ha registrato un +2,3% portando le bevande prodotte in Italia nel 2019 a superare i 25.300 milioni di litri.

Ancora in termini quantitativi, sono risultati piuttosto stabili i consumi, fermi a un esiguo +0,3% (e quindi in linea con l’andamento generale dell’industria manifatturiera).

Tabella 1 - Bilancio settore bevande. Valori in milioni di litri.
  2007 2016 2017 2018 2019 Ipotesi 2020
Produzione 22.266 23.478 24.604 24.790 25.355 25.512
Import 1.283 1.226 1.267 1.300 1.303 1.309
Export 3.017 3.960 4.212 4.415 4.641 4.487
Consumo 20.532 20.744 21.658 21.675 22.017 22.334

Fonte: Banca Dati Istituto Italiano Imballaggio

Diverso l’andamento di fatturato, in relazione al consumo nei differenti settori del beverage. Partendo dalle bevande alcoliche, la birra registra infatti consumi in crescita dell’1,9%, la spesa relativa al vino cresce del 2% (che diventa +8% per spumanti e champagne), e il consumo di aperitivi cresce del 6,4%.

Per quanto riguarda le bevande analcoliche, troviamo il trend negativo della spesa relativa a succhi e nettari (-3,3%) e, sempre a valore, calano le vendite di bevande gassate, mentre crescono quelle di acqua minerale e bevande piatte.

I 25.300 milioni di litri di bevande raggiunti nel 2019 sono suddivisi tra 77% bevande analcoliche e 23% alcoliche. Il trend positivo della produzione è sostenuto dal +5% delle esportazioni, che arrivano a superare i 4.600 mln di litri; risultano stabili le importazioni. I consumi nazionali, sempre in termini di volume, crescono del +1,6%.

Le ipotesi evolutive per il 2020 sono molto caute, data la difficoltà di esprimersi su un anno così particolare.

Se, da un lato, i consumi sono stati sostenuti dalle vendite online e in generale dalla continuità produttiva garantita da quasi tutto il comparto alimentare, dall’altro va considerato il disastroso andamento dell’Horeca (solo parzialmente in ripresa durante i mesi estivi).

In base alle analisi dell’Istituto, si ipotizza un +0,6% in produzione, sostenuta però quasi esclusivamente dal mercato interno, viste le previsioni di un calo del 3% nelle esportazioni.

Il mercato delle bevande alcoliche

Vini, spumanti, birra, super alcolici e aperitivi: nel 2019, la produzione globale espressa a volume è cresciuta del 6% (sono stati superati i 6.000 mln di litri), guidata essenzialmente dal +9,5% delle esportazioni. In calo l’import (-6,8%) mentre il consumo apparente chiude con un +1,6%.

Nell’ambito delle bevande alcoliche, le più rappresentative sono i vini e spumanti che, insieme, occupano il 63% del segmento e crescono del 3,8% (gli spumanti da soli crescono del 9%).

Ottimo anche il trend della birra, che chiude il 2019 con un +5% di produzione espressa in litri, degli aperitivi alcolici (+2,5%) e degli spirits, che crescono spinti soprattutto dall’aumento dei consumi di cocktail.

Per quanto riguarda il 2020, ipotizziamo che saranno proprio gli alcolici a risentire maggiormente dell’“effetto lock-down”, anche a causa dei pesanti cali dell’Horeca, portando il segmento a un -1,8%. In generale, tutti i trend potrebbero essere negativi (-2% circa), con le uniche eccezioni di spumanti e le birre, che dovrebbero assestarsi rispettivamente intorno al +1,5% e al +1%.

Tabella 2 - Bilancio settore bevande alcoliche. Valori in milioni di litri.
  2007 2016 2017 2018 2019 Ipotesi 2020
Produzione 5.062 5.280 5.495 5.704 6.047 5.953
Import 809 889 913 919 856 862
Export 1.617 2.060 2.168 2.217 2.427 2.336
Consumo 4.254 4.109 4.239 4.406 4.476 44.790

Fonte: Banca Dati Istituto Italiano Imballaggio

Il mercato delle bevande analcoliche

Nel 2019 anche le bevande analcoliche hanno registrato trend positivi, sebbene con ritmi più moderati rispetto agli alcolici. La produzione è in crescita dell’+1,2% rispetto al 2018, con volumi superiori ai 19.300 mln di litri.

Per quanto riguarda il commercio estero, le esportazioni crescono di un esiguo 0,7%, mentre le importazioni registrano un andamento decisamente migliore (+17%).

Il consumo risulta crescere dell’1,6%.

In base all’analisi dei volumi, la bevanda più rappresentativa del segmento è l’acqua minerale, che tocca uno share del 73%. Nel 2019, la produzione italiana di acqua minerale registra un +1,7% e supera i 14,700 mln di litri. Un trend, questo, di certo influenzato dal +3,7% delle esportazioni ma anche dall’andamento del mercato interno che vede crescere i propri volumi dell’1,5%. Ottime le performance delle importazioni, che chiudono il 2019 al +8%.

Dopo il trend negativo registrato nel 2018, anche i soft drinks registrano un tasso di crescita positivo: produzione al +2,3% con 2.500 mln di litri.

Si conferma invece il trend negativo per i succhi e i nettari di frutta (produzione al -10%) e negativa anche la situazione delle bibite piatte (-1,3%).

Nel 2020 si dovrebbe registrare un +1% in termini produttivi, confermando che le vendite presso la GDO hanno retto molto bene durante il lockdown. Anche l’export di bevande analcoliche subirà un arretramento, che si tradurrà in un tasso del -2,8%, mentre le importazioni saranno stabili e i consumi positivi (+1,8%).

Tabella 3 - Bilancio settore bevande analcoliche. Valori in milioni di litri.
  2007 2016 2017 2018 2019 Ipotesi 2020
Produzione 17.204 18.198 19.109 19.086 19.308 19.559
Import 474 337 354 381 447 447
Export 1.400 1.900 2.044 2.198 2.214 2.151
Consumo 16.278 16.635 17.419 17.269 17.541 17.855

Fonte: Banca Dati Istituto Italiano Imballaggio

Il confezionamento delle bevande

Il packaging, come è noto, resta una variabile strategica del settore beverage. Molto spesso la competizione fra diverse tipologie di imballaggio si gioca all’interno degli uffici marketing e comunicazione e spesso la scelta di un materiale rispetto a un altro diventa una questione strategica. Ne è un esempio il ritorno alla bottiglia di vetro per alcune famosissime bevande carbonate, oppure il ricorso all’imballaggio flessibile da converter nel confezionamento dei succhi di frutta a scapito del brick.

Il mix del packaging del settore bevande globale (alcoliche + analcoliche) vede dominare la bottiglia in plastica (59,3%), seguita dal vetro (30,6%). I contenitori rigidi in cellulosa poliaccopiata hanno una quota di partecipazione pari al 2,9%, le lattine al 2,5% e la voce “altro” al 4,7% (cheer pack, bicchierini di plastica, distribuzione alla spina, fustini keg, damigiane).

Tabella 4 - Mix del packaging settore bevande. Valori %.
  2016 2017 2018 2019 Ipotesi 2020
Bottiglie vetro 29,30% 29,40% 30,10% 30,60% 30,20%
Contenitori accoppiati prev. carta 3,20% 3,20% 3,10% 2,90% 2,90%
Bottiglie PET 60,10% 60,20% 59,70% 59,30% 59,90%
Lattine metallo 2,50% 2,50% 2,50% 2,50% 2,50%
Altro (1) 4,80% 4,70% 4,60% 4,70% 4,70%
Totale 100% 100% 100% 100% 100%

(1) Cheerpack, bicchierini, distributori alla spina.
Fonte: Banca dati Istituto Italiano Imballaggio

Per quanto riguarda il confezionamento delle bevande alcoliche, “sovrana indiscussa” del comparto resta la bottiglia di vetro sia a perdere che a rendere: vari tentativi di sostituirla con altri materiali - plastiche o brick - non ne hanno intaccato le quote di mercato (77,6%). Con il 13% di share segue la voce “altro”, dove troviamo fustini, damigiane ed erogatori di bevande alla spina.

I brick rappresentano il 5,5% del mix del packaging, le lattine di metallo sono al 3% e le bottiglie di plastica rappresentano solo lo 0,9%.

Tabella 5. Mix del packaging settore bevande alcoliche. Valori %.
Bottiglie vetro 77,60%
Contenitori accoppiati prev. Carta 5,50%
Bottiglie PET 0,90%
Lattine di metallo 3%
Altro  (1) 13%
Totale 100%

(1) Cheerpack, bicchierini, distributori alla spina
Fonte: Banca dati Istituto Italiano Imballaggio

Nel segmento bevande analcoliche, la bottiglia di plastica destinata in prevalenza all’acqua minerale ha il predominio (78,1% in crescita); il vetro registra una quota pari al 15,5%, seguito a distanza da brick (2%), lattine (2,3%) e dalla voce “altro” (2,1%) che comprende cheerpack, fusti ed erogatori alla spina.

Tabella 6. Mix del packaging settore bevande non alcoliche. Volori %.
Bottiglie vetro 15,50%
Contenitori accoppiati prev. carta 2,00%
Bottiglie PET 78%
Lattine in metallo 2,30%
Altro (1) 2,10%
Totale 100%

(1) Cheerpack, bicchierini, distributori alla spina
Fonte: Banca dati Istituto Italiano Imballaggio

Per quanto riguarda l’evoluzione del packaging nei prossimi anni, si prevede che la maggiore sensibilità verso i temi ambientali orienterà le scelte degli operatori verso tipologie di imballaggio sostenibile, prodotto ricorrendo, per esempio, a materie prime provenienti da riciclo (come le bottiglie in rPET per confezionare acqua minerale). Ma anche la sempre maggior diffusione di formati più piccoli caratterizzerà il prossimo futuro, così come l’ampia diffusione di borracce riutilizzabili per il consumo di bevande piatte, specie acqua minerale.

Tabella 7. Bilancio settore bibite (escluso acque minerali). Valori mln litri.
  2018 2019
Produzione 4.595 4.565
Import 361 425
Export 607 564
Consumo 4.349 4.426

Focus su soft drinks

Dopo alcuni anni di continui cali nel consumo di bevande carbonate, l’Italia ha fatto registrare, nel 2019, un trend del +2,3% (sebbene il nostro consumo pro-capite sia tra i più bassi in Europa).

Tra le bibite gassate è la cola quella più consumata (50%), oltre a essere la bibita sulla quale si è investito maggiormente in termini di marketing, pubblicità e ricerca, così da una scelta più ampia tra diverse tipologie (senza zucchero, senza caffeina, con stevia, ecc.).

Le aranciate rappresentano il 17% delle bevande carbonate e registrano, anno dopo anno, continue perdite di posizione nel comparto.

Il 26% è rappresentato da altre bibite gassate (chinotto, aromatizzate varie, spume, ecc) e la quota restante si ripartisce tra toniche e aperitivi non alcolici.

Il confezionamento

Anche nei soft drinks risulta in netta prevalenza la plastica (69%), seguita da lattine (14%) ed erogatori per bevande alla spina (9,5%). Il vetro, che continua a crescere in maniera costante, registra un 7,5%.

Analizzando l’andamento delle varie tipologie di packaging, si evince che la plastica, sebbene nettamente al di sopra di altri imballaggi per quantità, negli ultimi due anni abbia subito qualche lieve calo, in particolare nel piccolo formato.

Politiche di marketing hanno portato i più importanti marchi del settore a investire con decisione sul ritorno alla bottiglia di vetro in formato 50 cl e 33 cl, che ha dunque recuperato qualche posizione. Lattine ed erogatori per bevande alla spina risultano stabili.

Infine, ricordiamo le tipologie di chiusure impiegate nei soft drinks: tappi corona di acciaio e chiusure a vite di alluminio per le bottiglie di vetro, chiusure a vite di plastica per le bottiglie di plastica.

Tabella 8. Mix del packaging settore soft drinks. Valori %.
  2019
Bottiglie vetro 7,50%
Bottiglie plastica 69,00%
Lattine 14,00%
Erogatori 9,50%

Fonte: Banca Dati Istituto Italiano Imballaggio

 

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