ISO/TC 313 Packaging machinery: lavori in corso

Sviluppi normativi nel settore delle macchine di confezionamento e imballaggio: excursus storico e aggiornamenti, in vista della riunione del Comitato tecnico ISO 313 prevista a ottobre 2019.


L’interesse per la normazione nel campo della sicurezza delle macchine d’imballaggio ha origini lontane.
Nel 1989 venne costituito il comitato tecnico CEN 146, che raggruppò attorno a tavoli di lavoro i principali paesi europei.
Era da poco tempo iniziato il processo indotto in Europa dall’Atto Unico del 1986 (definito “nuovo approccio”), col quale si stabiliva che le Direttive, destinate a diventare leggi nei vari paesi e quindi a contenere requisiti obbligatori, avrebbero avuto un contenuto orientato agli obiettivi da raggiungere ma non alle misure tecniche necessarie.
Per le misure tecniche si dava inizio a un'intensa attività di sviluppo normativo, mediante l’emanazione di norme tecniche, alle quali veniva attribuito il carattere di non obbligatorietà ma anche la presunzione di soddisfare i requisiti delle direttive qualora fossero redatte rispettando le procedure previste e i riferimenti fossero pubblicati nella Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea.
La non obbligatorietà aveva lo scopo di non imporre l’adozione di misure tecniche previste in norma quando lo sviluppo tecnologico avrebbe messo a disposizione misure diverse, potenzialmente migliori.
La presunzione di conformità ai requisiti delle direttive, ottenibile rispettando le norme tecniche, era invece un'importante misura di chiarezza in quanto i fabbricanti potevano disporre di mezzi tecnici sicuramente adeguati a rispettare gli obblighi legali.
Dal 1989, nel campo delle macchine per imballare, sono state prodotte 10 norme tecniche denominate EN 415 che hanno riguardato tutte le tipologie di macchine.

Norme in divenire
Attualmente le cinque norme più antiche sono in fase di revisione, per mantenerle adeguate agli sviluppi tecnologici degli ultimi trent’anni.
In questo lasso di tempo, le macchine di imballaggio e confezionamento hanno infatti in gran parte cambiato struttura e soluzioni tecniche, passando dai cinematismi meccanici e dalle motorizzazioni singole a sistemi robotizzati, con motorizzazione multiple e sistemi di comando/controllo automatizzati mediante un uso intenso di elettronica.
Anche l’interfaccia macchina-operatore ha subito molte modifiche: le macchine sono predisposte per collegamenti remoti e le modalità di manutenzione sia sulle parti hardware che software sono molto diverse rispetto al passato.
In parallelo, i mercati di riferimento per i principali fabbricanti sono andati cambiando: da mercati domestici o in prevalenza europei comunitari, siamo arrivati alla situazione attuale, in cui le esportazioni verso il resto del mondo sono decisamente prevalenti.
In questo contesto è risultato evidente l'opportunità di portare l’attività normativa dai tavoli europei al livello internazionale gestito dall’ISO, che è appunto l’ente di normazione mondiale.

Confronto aperto fra i vari approcci normativi
Per iniziativa di UCIMA è stato costituito il Comitato tecnico ISO 313 (si veda il box) a cui hanno aderito, oltre ai principali paesi europei, USA, CINA, Giappone; molto probabilmente, a breve, altri paesi si uniranno.
La segreteria è gestita dall’Ente di normazione italiano UNI, che da trent’anni cura anche la segreteria europea, e italiani sono i presidenti dei due comitati, Europeo e mondiale.
Il comitato tecnico ISO ha tenuto una prima riunione a fine 2018 e una seconda riunione è prevista il prossimo ottobre. In parallelo è stato attivato un gruppo di lavoro per lo sviluppo della prima norma ISO, che riguarda i “requisiti generali per le macchine per imballare”.
Il primo incontro è servito soprattutto a confrontare gli approcci normativi europei e americani. In Europa esiste la norma tecnica EN 415-10 e negli USA la norma ANSI B155-5: entrambe relative a “requisiti generali”, differiscono non tanto per le misure tecniche previste quanto per l'impostazione.
La norma europea tende a essere più deterministica mentre la norma USA orienta maggiormente i fabbricanti a fare accurate valutazioni del rischio e mette l’accento sui rapporti collaborativi tra fabbricante e utilizzatore delle macchine, sull’addestramento degli utilizzatori e sui requisiti igienici delle macchine per l’industria alimentare e farmaceutica che, nel quadro europeo sono attualmente coperti da norme specifiche.
Su questo progetto si concentrerà nei prossimi due-tre anni il massimo sforzo per rendere disponibile una norma mondiale, adeguata allo stato dell’arte e soprattutto condivisa, in modo da poter essere accettata senza eccezioni dal maggior numero possibile di attori del mercato.
Già dalla prossima riunione di ottobre emergerà un quadro più preciso degli orientamenti degli altri paesi presenti al tavolo di lavoro.

Standard comuni per evitare i conflitti
L’ISO - Organizzazione internazionale per la standardizzazione, ha dato vita nell'aprile 2018 all’ISO/TC 313 Packaging Machinery Group, approvando la proposta presentata dall’Italia in merito alla creazione di un nuovo gruppo di lavoro a valenza internazionale, cui affidare il compito di elaborare norme in materia di standardizzazione delle macchine e degli impianti per il packaging, con particolare riferimento agli aspetti di sicurezza, terminologia, classificazione, design, efficienza, disponibilità.
Sotteso al compito “operativo”, l’intento è di “trovare un linguaggio comune” per ridurre le potenziali controversie, migliorando la trasparenza delle negoziazioni e, in ultima analisi, condividere benefici di ordine economico grazie alla rimozione degli ostacoli. 
Ma quali sono le criticità maggiori per le aziende produttrici di tecnologie per il packaging che esportano sui mercati esteri? Di fatto, gli ostacoli più difficili da superare sono proprio legati alla quantità di regole tecniche disuniformi, alla presenza di molte certificazioni nazionali e, non ultimo, agli standard aziendali della clientela, spesso differenti gli uni dagli altri.
Questo non consente di progettare in modo omogeneo e comporta una forte penalizzazione per alcuni costruttori di macchine, costretti a uno sforzo eccessivo  per adeguarsi alla molteplicità di norme tecniche. A tutte queste problematiche il gruppo di lavoro cercherà di dare una soluzione con norme internazionali univoche, il che consentirà non solo di elevare gli standard qualitativi ma favorirà sia le aziende clienti sia i costruttori di macchine per il packaging.

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