Gli imballaggi cellulosici (2018)

Caratteristica degli imballaggi di carta è di essere largamente utilizzati in quasi tutti i settori dell’attività manifatturiera, sia come packaging primario sia come imballaggio secondario. Di rilievo anche l’impiego come imballaggio da trasporto e come accessorio. Dati e fatti del comparto italiano.


photo: Deles
In base gli ultimi dati Eurostat disponibili relativi al 2018, nell’Unione Europea a 28 paesi l’industria della cartotecnica trasformatrice, che comprende anche la categoria imballaggi, registra un fatturato di circa 109,5 miliardi di euro (+5,6% rispetto al 2017). A livello produttivo la crescita risulta ridotta e si assesta intorno al +0,9%.
I primi 5 paesi in termini percentuali sul fatturato restano Germania, Italia, Regno Unito, Francia e Spagna. Fra questi, il range di crescita si aggira tra il 3% e il 5%, con la Germania in testa (+4,8%), seguita da Spagna (+4,3%),  Francia (+3,1%), Italia (+2,9%), Regno Unito (+1,2%).

Il settore degli imballaggi cellulosici in Italia
In base la classificazione ripresa da Imballaggio in cifre - la pubblicazione che l’Istituto Italiano Imballaggio redige ogni anno per fornire una fotografia del settore packaging in Italia - gli imballaggi cellulosici si suddividono tra:
- fogli e contenitori in cartone ondulato (compreso espositori);
- astucci e scatole pieghevoli in cartoncino;
- sacchi in carta di grandi dimensioni;
- altri imballaggi cellulosici (fusti in cellulosa, tubi, carta da incarto, sacchetti piccoli e shopper, etichette, supporti in carta nel settore maglieria e abbigliamento, ecc.);
- contenitori rigidi accoppiati a prevalenza carta.
Ampiamente utilizzati in quasi tutti i settori dell’attività manifatturiera, sia come packaging primario per confezioni a diretto contatto con il prodotto, sia come imballaggio secondario (è il caso degli astucci in cartoncino utilizzati in cosmetica o nel farmaceutico).
L’impiego come imballaggio da trasporto risulta essere, in termini di peso, quello più significativo e in costante espansione anno dopo anno, ma anche l’impiego come “accessorio” di imballaggio (etichette, protezione, ecc.) è largamente diffuso.
Nel 2018 in Italia gli imballaggi cellulosici hanno rappresentato circa il 33% del totale packaging espresso in tonnellate. Secondo i dati riportati in Imballaggio in cifre 2019, gli imballaggi cellulosici vuoti in Italia hanno registrato una produzione pari a circa 5.440.000 tonnellate (compresi gli accoppiati rigidi a prevalenza carta), in crescita dell’1,9% rispetto al 2017. Le esportazioni crescono del 2,9% e le importazioni dell’1,3%, con un utilizzo apparente che si assesta intorno alle 4.967.000 tonnellate, in crescita dell’1,8% rispetto all’anno precedente.

Cartone ondulato
Oltre il 71% degli imballaggi cellulosici è di cartone ondulato, con una produzione che, nel 2018, è arrivata a 3.886.000 t (+2,5% rispetto al 2017).  Utilizzato in prevalenza come imballaggio da trasporto, è proprio in questo ambito che negli ultimi anni si sono registrate crescite costanti, sull’onda dell’input positivo impresso dal commercio online: i soli acquisti di beni (esclusi i servizi) nel 2018 crescono infatti del 25%, movimentando quantitativi importanti di scatole di cartone ondulato e non solo, perché spesso anche l’imballaggio di protezione risulta essere composto dagli scarti della produzione di scatole in cartone ondulato.
Anche la produzione di cassette per l’ortofrutta ha contribuito alle buone performance di questo materiale, dato che un numero sempre maggiore di aziende ortofrutticole le preferiscono alle cassette in legno.
Il commercio estero ha registrato un -6,3% in fatto di importazioni e un +7,6% per le esportazioni, portando l’utilizzo apparente a crescere del 2%.
Secondo l’analisi dei settori monitorati attraverso la Banca Dati dell’Istituto Italiano Imballaggio, l’impiego di imballaggi in cartone ondulato è preponderante nel settore alimentare (food, bevande e ortofrutta compresi) dove segna il 60%; il restante 40% è suddiviso tra arredamento (12%) e  settore non food, ovvero prodotti chimici, elettronica, edilizia e altro (28%).

Astucci e scatole di cartoncino teso

Gli astucci pieghevoli rappresentano l’83% del comparto, mentre le scatole ne rappresentano il restante 17%.
Gli astucci pieghevoli possono essere composti al 100% di cartoncino oppure abbinati a film di PE o a film di alluminio; l’abbinamento del film plastico o del film di alluminio si rende in genere necessario per conferire all’astuccio un aspetto più accattivante, come accade per esempio nel settore cosmetico, o per particolari esigenze legate all’impiego.
Globalmente nel 2018 la produzione è ammontata a 790 t/000, in crescita dello 0,9% rispetto all’anno precedente.
Per quanto concerne gli impieghi di astucci pieghevoli e scatole di cartoncino teso (queste ultime destinate essenzialmente a calzature, pelletteria e abbigliamento) la distribuzione è la seguente: food 43,6%, bevande 18,9% (essenzialmente cluster), cosmesi e farmaceutico 10,2%, altro non food 27,3%.

Sacchi di carta di grande dimensione
Nel 2018, l’area chiude con una produzione pari a 197.000 tonnellate, in crescita dell’1% rispetto al 2017, sostenuta in buona parte dalla domanda interna, in crescita del 4,6% circa. Trend negativo, invece, per il commercio estero, che chiude l’anno con un -6,9% per le importazioni e con un -5,6% per le esportazioni.
La principale area di utilizzo di questa tipologia di packaging rimane l’edilizia (64,7%), seguita da prodotti alimentari quali riso, farina, caffè e legumi (14,7%), mangimi per animali (9,6%), “altro” (11%).

Altre tipologie di imballaggi cellulosici
Fusti di cellulosa e tubi per confezionare bottiglie, tubi cellulosici per carta a uso domestico, carta da incarto, carta pergamena e solfito da incarto, carta ondulata, sacchetti piccoli, shopper, incarti automatici, fogli di carta per supporto capi di abbigliamento, etichette, piattaforme ed espositori di cartone teso e cartoncino… Si stima che la produzione globale di quest’area diversificata, nel 2018, abbia raggiunto le 428 t/000, -0,4% rispetto al 2017 quando la produzione raggiungeva le 429 t/000. Il commercio estero risulta crescere per quanto concerne le importazioni (+1,5%), mentre si registra un calo di esportazioni pari al -0,8%; sostanzialmente stabile l’utilizzo apparente.

Contenitori accoppiati rigidi a prevalenza carta
Questa tipologia di imballaggi è utilizzata in prevalenza nel settore bevande, ma trova anche qualche impiego nell’area food per il confezionamento delle conserve. Il mercato degli imballaggi comunemente conosciuti con il nome di brik® è caratterizzato da un trend evolutivo ormai stabile da anni. Tale stabilità riguarda sia la produzione che il fatturato: già dal 2015, la prima si è  assestata intorno alle 139 t/000, mentre il fatturato stimato è di circa 470 milioni di euro.

Nell’ambito dei comparti di utilizzo, si registrano però alcune varianti: nel 2018  si conferma infatti una diminuzione dell’impiego dei contenitori accoppiati nel settore latte, a seguito di un calo di consumi del prodotto, compensata però da un recupero di posizioni nell’area bevande analcoliche e altri settori (in prevalenza conserve alimentari).

2018: riciclo degli imballaggi 
Secondo i dati espressi da Comieco, i rifiuti da imballaggio cellulosico conferiti a riciclo sono stati circa 3.981 t/000 (+2,5% rispetto al 2017). Se consideriamo anche la loro valorizzazione energetica, la percentuale di riciclo sale dal 79% del 2017 all’81% del 2018.
Comieco rivela anche il riciclo del macero misto è stabile, mentre cresce del 5% quello del cartone ondulato.
Le previsioni per il prossimo biennio, sempre secondo le stime del Consorzio, sono di un +1,2% per il 2019 e di un +1,7% per il 2020. I quantitativi riciclati sono stimati in leggera crescita, in linea con l’immesso e le previsioni di maggiore raccolta differenziata nel Centro e Sud Italia.

QUOTAZIONE PREZZI MATERIE PRIME L’Istituto Italiano Imballaggio monitora mensilmente le quotazioni relative alla materie prime utilizzate per produrre imballaggi.
Nel 2018 tutte le medie delle quotazioni relative alle materie prime utilizzate per produrre imballaggi di carta risultano in aumento. A guidare il trend è il cartone ondulato, con una crescita media del 9% (2018 su 2017).
A seguire, per la materia prima utilizzata per produrre i sacchi in carta, il tasso di crescita m.a. risulta essere del 7,5% circa, mentre i cartoncini registrano un +1,4% m.a. Anche il prezzo della carta proveniente da riciclo risulta crescere con una media intorno al 2,3%.

Barbara Iascone
Istituto Italiano Imballaggio

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