Gli imballaggi cellulosici (2017)
Caratteristica degli imballaggi di carta è di essere largamente utilizzati in quasi tutti i settori dell’attività manifatturiera, sia come packaging primario sia come imballaggio secondario. Di rilievo anche l’impiego come imballaggio da trasporto e come accessorio (etichette, materiale di protezione...). Dati e fatti del comparto italiano. Barbara Iascone
** NOTA I contenitori rigidi accoppiati a prevalenza carta su Imballaggio in Cifre vengono analizzati in un capitolo specifico, ma nella presente analisi rientrano nella categoria imballaggi cellulosici.
In base gli ultimi dati Eurostat disponibili e relativi al 2017, l’industria cartotecnica trasformatrice (che comprende anche la categoria imballaggi) dell’Unione Europea a 28 paesi ha registrato un fatturato di circa 103,7 miliardi di euro ed è rappresentata da circa 17.500 imprese, che impiegano 483.400 addetti. Sempre nel 2017, la produzione europea è cresciuta del 2,7% mentre il fatturato del 4,2%.
I primi 5 paesi in termini percentuali sul fatturato restano Germania, Italia, Regno Unito, Francia e Spagna (da evidenziare che, nel 2017, il Regno Unito ha superato la Francia). Analizzando questo quadro, l’Italia si attesta in una posizione di rilievo, dato che risulta il secondo produttore europeo per cartone ondulato e imballaggi stampati.
Gli imballaggi cellulosici in Italia
Secondo la classificazione di Imballaggio in cifre - pubblicazione che l’Istituto Italiano Imballaggio redige ogni anno per fornire una fotografia del settore packaging nel nostro Paese - gli imballaggi a base carta si suddividono in:
- fogli e contenitori in cartone ondulato (compreso espositori);
- astucci e scatole pieghevoli di cartoncino;
- sacchi di carta di grandi dimensioni;
- altri (fusti di cellulosa, tubi, carta da incarto, sacchetti piccoli e shopper, etichette, supporti in carta per il settore maglieria e abbigliamento, ecc.);
- contenitori rigidi accoppiati a prevalenza carta**.
Nel 2017, in Italia, gli imballaggi cellulosici hanno rappresentato il 32,6% del totale packaging espresso in tonnellate. Secondo i dati elaborati dall’Istituto Italiano Imballaggio nell’edizione 2018 di Imballaggio in cifre, gli imballaggi vuoti in Italia hanno registrato una produzione espressa in tonnellate pari a 5.310.000 t (compresi gli accoppiati rigidi a prevalenza carta) in crescita rispetto al 2016 del 2,2%. Le esportazioni crescono dell’1,9% e le importazioni dell’1%, con un utilizzo apparente che si assesta intorno alle 4.858.000 t (+2,2% rispetto all’anno precedente).
Confezioni di cartone ondulato
Il cartone ondulato rappresenta il 71% degli imballaggi cellulosici, con una produzione che nel 2017 è arrivata a 3.791.000 t (+1,9% rispetto al 2016). Il cartone ondulato è utilizzato per la maggior parte come imballaggio da trasporto, ed è proprio grazie a questo utilizzo che negli ultimi anni si sono registrate crescite costanti. Continua l’input positivo che deriva dal commercio online: si pensi che, secondo un’analisi di Netcomm, nel 2017 sono stati confermati 150.000 gli ordini in più rispetto al 2016 in relazione alle sole merci vendute tramite internet (esclusi i servizi).
Il commercio estero ha registrato -6% nelle importazioni e +5,8% per le esportazioni, portando l’utilizzo apparente a crescere dell’1,5%.
Secondo l’analisi dei settori monitorati attraverso la Banca Dati dell’III, gli imballaggi di cartone ondulato vengono impiegati per il 60% nel settore alimentare (food + bevande + ortofrutta) e per il restante 40% nell’arredamento (13%) e nel non food, ovvero prodotti chimici, elettronica, edilizia… (27%).
Astucci e scatole di cartoncino teso
Questo materiale è utilizzato in prevalenza per produrre astucci pieghevoli (83%) e scatole (17%).
Gli astucci pieghevoli possono essere composti al 100% di cartoncino oppure abbinati a film di PE o a foil di alluminio. L’abbinamento del film plastico o del film di alluminio si rende in genere necessario per conferire all’astuccio un aspetto più accattivante, come accade in ambito cosmetico, o per rispondere a particolari esigenze legate all’impiego.
Nel 2017 la produzione è ammontata a 783 t/000 (+1,8% rispetto all’anno precedente). Per quanto concerne l’impiego, gli astucci pieghevoli e le scatole in cartoncino teso risultano così distribuiti: food 45%, bevande 18,8% (essenzialmente cluster), cosmesi e farmaceutico 10%, altro non food 26,2%.
Tra i principali utilizzatori delle scatole di cartoncino teso, il settore calzaturiero, la pelletteria e il settore abbigliamento.
Sacchi di carta di grandi dimensioni
Nel 2017 questa tipologia di imballaggio ha chiuso con una produzione pari a 195.000 t (-4,3%). Ottimo l’andamento dell’utilizzo apparente (+6%), sostenuto dall’incremento di oltre il 30% delle importazioni; le esportazioni risultano in crescita dell’1,5%.
L’edilizia rimane il settore di sbocco privilegiato di questa categoria di packaging (64,2%); alimenti come riso, farina, caffè e legumi ne impiegano il 15,7%, seguiti dai mangimi per animali (a quota 9,1%) e dalla voce “altro” (11%).
Altre categorie di imballaggi
Nelle tipologie di packaging cellusico rientrano anche fusti di cellulosa e tubi per confezionare bottiglie, tubi per carta ad uso domestico, carta da incarto, carta pergamena e solfito da incarto, carta ondulata, piccoli sacchetti, shopper, incarti automatici, fogli di carta per capi di abbigliamento, etichette, espositori di cartone teso e cartoncino, ecc.
Si stima che, nel 2017, la produzione globale di quest’area abbia raggiunto le 402 t/000, +4,2% rispetto al 2016. Positivo anche l’andamento del commercio estero: +9,7% le importazioni, +4,9% le esportazioni. L’utilizzo apparente aumenta di un +6%.
Contenitori accoppiati rigidi a prevalenza carta
Questa tipologia di imballaggio è utilizzata in prevalenza nel settore bevande, ma trova anche qualche impiego in area food, nel confezionamento delle conserve. Negli ultimi anni, gli imballaggi comunemente conosciuti con il nome di “brick” stanno attraversando una fase di stallo, con trend evolutivi stabili sia dal punto di vista della produzione che del fatturato. La prima si è assestata ormai già dal 2015 intorno alle 139 t/000, mentre il fatturato si stima sia assestato intorno ai 470 milioni di euro.
IL RICICLO DEGLI IMBALLAGGI CELLULOSICI Secondo i dati Comieco, nel 2017 in Italia i rifiuti da imballaggi cellulosici conferiti a riciclo sono stati circa 3.886 t/000 (+3,6% rispetto al 2016). Le previsioni per il prossimo biennio, sempre secondo le stime del Consorzio, sono di +2,9% per il 2018 e di +1,9% per il 2019. I quantitativi riciclati si stimano in leggera crescita, in linea con l’immesso e le previsioni di maggiore raccolta differenziata nel Centro e Sud Italia.
QUOTAZIONE PREZZI MATERIE PRIME IMBALLAGGI CELLULOSICI L’Istituto Italiano Imballaggio monitora mensilmente le quotazioni relative alla materie prime utilizzate per produrre imballaggi.
Nel 2017 tutte le medie delle quotazioni relative alle materie prime impiegate per produrre imballaggi di carta risultano in crescita. In alcuni casi, gli aumenti sono stati assorbiti senza incidere sul prezzo dell’imballaggio finito, in altri casi questo non è stato possibile. A guidare il trend è il cartone ondulato, con una crescita media del 7% (2017 su 2016). A seguire la carta proveniente da macero, le cui quotazioni crescono con una media del 7%, così come quelle relative alla carta utilizzata per produrre i sacchi di grandi dimensioni.
Barbara Iascone
Istituto Italiano Imballaggio