Esportare in Francia passando per Emballage
Emballage e Manutention mette in mostra 1.500 espositori del packaging, processing, printing e handling e si propone come porta d’accesso a uno dei più grandi mercati europei. Quanto grande ce lo dicono gli organizzatori con dati e cifre sui settori alimentare, delle bevande, igiene e bellezza, lusso, salute e multi-industriale.
L’industria francese è una delle più sviluppate del mondo - soprattutto nei comparti alimentare e delle bevande, della bellezza e del lusso - e rappresenta per i produttori di imballaggio uno sbocco interessante. Comexposium, che organizza Emballage e Manutention 2014 (Paris Nord Villepinte, 17-20 novembre), ha raccolto i dati relativi ai principali settori industriali di riferimento, di cui proponiamo una sintesi.
Beverage: W la lattina. Secondo l’associazione francese delle aziende del beverage (ANIA), nel 2010 l’industria nazionale di settore “valeva” 23,679 miliardi di euro, pari al 16% del Pil. Vi operano 2.571 imprese con 43.321 addetti, che fanno della Francia il primo esportatore mondiale di bevande con una quota del 16,7% (ma anche il terzo produttore di vino dopo Spagna e Usa, il primo esportatore di acqua minerale, il terzo produttore di acqua in bottiglia dopo Germania e Italia, e infine il quinto produttore europeo di birra). E lo champagne? Le bollicine più famose del mondo vedono in campo 300 aziende.
Il commercio estero traina lo sviluppo del beverage francese che, nel complesso, rappresenta il 30% dell’export agroalimentare nazionale. Il saldo della bilancia si mantiene intorno ai 10,7 miliardi di euro (dati 2013) e il mercato interno mostra una lenta discesa, a partire dal -0,9% del 2012 e dal più consistente -3% del 2013.
Quanto al packaging, si segnala la crescita delle bevande in lattina, che nel 2013 hanno registrato un anno record.
Food, attenti al bisfenolo A. Se consideriamo che l’alimentare europeo fattura circa 917 miliardi di euro, con 310mila imprese e più di 4 milioni di dipendenti, diventano ancora più significativi i dati relativi alla Francia. Nel 2012 le sue industrie alimentari fatturavano 160,9 miliardi di euro (pari al 17,5% della produzione dell’EU-27), con 11.852 imprese (4,4% del totale UE), 495mila salariati (12,4% del totale UE) e un saldo commerciale positivo di 9,1 miliardi di euro che fa della Francia il quinto esportatore del mondo dopo Usa, Paesi Bassi, Germania e Brasile. Stando alle statistiche del 2013, tuttavia, il saldo della bilancia commerciale è sceso del 7% evidenziando come anche l’industria francese abbia subito il contraccolpo della crisi economica generale.
Sul piano qualitativo, i fenomeni che più orientano la domanda di imballaggi sono il progressivo invecchiamento della popolazione (nel 2035 un terzo dei francesi avrà più di 60 anni ma già dal 2015 i senior rappresenteranno il 60% del mercato dell’alimentazione domestica); lo sviluppo dell’e-commerce (sarebbero 600 milioni le transazioni on line, per un valore di 51,1 miliardi di euro) e il progressivo insediamento del drive-in nel panorama distributivo nazionale. Si segnalano, inoltre, la tendenza a ridurre la taglia degli imballaggi (anche in funzione anti spreco) e la diffusione di sempre maggiori informazioni sulle etichette - dalla dicitura “da consumare entro” alle indicazioni nutrizionali, passando per i rivelatori di temperatura che permettono il monitoraggio della catena del freddo. Infine, un’avvertenza: in Francia la legge vieta (a partire dal 1 febbraio 2015) l’uso di imballaggi contenenti bisfenolo A.
Tanta R&D per igiene e bellezza. Nell’economia mondiale la cosmesi vale più di 425 miliardi di dollari (Euromonitor 2011) e quella francese, considerando tutta la filiera, fattura più o meno 25 miliardi (fonte: Cosmetic Valley) ed è costituita da 800 imprese con 70mila addetti. Qui troviamo azuende che non solo occupano i vertici delle classifiche internazionali, ma trainano l’innovazione e fanno cultura di settore.
I principali fenomeni che caratterizzano il packaging riguardano lo sviluppo di nuovi sistemi di applicazione e l’uso generalizzato dell’airless, la miniaturizzazione delle confezioni per prodotti di prestigio, l’ingresso del legno fra i materiali dell’imballaggio cosmetico, la diffusione dell’eco-design.
Qualche esempio di successo rende l’idea dell’impegno in R&D: il sistema brevettato di tenuta adottato dallo Squeeze’n Clean di Séphora; i deodoranti “compressi” di Unilever che, a parità di contenuto, riducono la taglia del packaging; lo smalto Bioplan con la “giusta” dose incorporata nel pennello, l’applicatore 3D del Gloss Volupté di Yves Saint-Laurent...
Salute fra export e sicurezza. A livello globale, nel 2012 il mercato dei farmaci valeva 856 miliardi di dollari (-1% rispetto al 2011), con il Nordamerica attestato al 40,7% delle quote, Europa a un quarto della “torta” (25,5%), l’insieme di Africa, Asia, Pacifico e Australia al 27,6%, e l’America Latina al 6,2%. In questo contesto, la Francia è il secondo mercato europeo dietro la Germania, con un fatturato di 52,287 miliardi di euro di cui quasi la metà realizzato all’estero; detiene, infatti, il 4,8% di mercato globale, con un saldo della bilancia commerciale di 7,146 miliardi, in forte incremento. I fornitori di imballaggio per il farma sono molto dinamici, anche sotto il pungolo della regolamentazione di settore. Le innovazioni più evidenti riguardano le modalità di uso del farmaco, la somministrazione degli iniettabili, lo sviluppo di materiali e ausili più sicuri e sostenibili; la tracciabilità delle singole confezioni di medicinali; i dispositivi anti effrazione e di autenticazione.
Lusso: grandi trasformazioni. Considerando tutti i segmenti, dai gioielli alle auto, dagli abiti agli alberghi... nel 2013 il mercato mondiale del lusso ammontava a 1.130 miliardi di euro (+6,5%), quello europeo a 440 miliardi e quello francese a circa 34. Si tratta, dunque, di un’industria strategica per il Paese numero 1 del settore (suoi 130 su dei 270 marchi mondiali). Sull’andamento dei beni di lusso, e soprattutto della redditività delle sue imprese, non è facile fare chiarezza.
Secondo le fonti del rapporto stilato per Comexposium, fra il 1994 e il 2008 il commercio globale è cresciuto al ritmo del 7,3% l’anno, fra il 2009 e il 2012 ha conosciuto uno sviluppo a due cifre e ora è entrato in una nuova fase di “normalizzazione”. Dal punto di vista sociologico, secondo Bain&Co il numero di consumatori nel mondo è più che triplicato negli ultimi 20 anni ed è destinato a crescere ancora, dai 90 milioni del 1995 ai 400 milioni previsti per il 2020. Resta, però, ancora saldamente nelle mani dei “babyboomers” che assorbono il 45% dei consumi mondiali. Importante, e in crescita, è anche il mercato dei falsi di lusso, dove le merci contraffatte varrebbero più di 200 miliardi di euro ma, secondo la Commissione Europea, potrebbero raddoppiare entro il 2015.
Per questo, il ricorso ai sistemi di tracciabilità e identificazione si fa sempre più sofisticato e “invisibile” coinvolgendo direttamente il packaging. Altri fenomeni che influiscono direttamente sullo sviluppo dell’imballaggio sono l’importanza assegnata al talento del designer, al valore intrinseco e alla ricercatezza dell’imballaggio mentre, sul coté distributivo, la diffusione dell’e-commerce impone, in questo settore in particolare, la creazione di packaging ad hoc, che veicolino il valore della marca.
Multindustria in ripresa? Nel 2011, il settore manifatturiero francese (esclusi energia e miniere) valeva circa 900 miliardi di euro, con 206.998 imprese e quasi 3 miliardi di addetti. Come è accaduto nelle altre economie, soprattutto occidentali, ha sofferto la crisi globale e perso progressivamente quota negli ultimi anni. Tuttavia, secondo il rapporto di Comexposium, l’industria dell’automotive dovrebbe ormai iniziare una fase di stabilizzazione, quella aeronautica e spaziale appare in crescita, il settore della meccanica lascia prevedere un rialzo del 2% dopo la stabilità del 2013, e i produttori di componenti per autoveicoli dovrebbero beneficiare dell’atteso aumento del 5% delle immatricolazioni previste in Europa per l’anno in corso. L’imballaggio, anche in questo caso, dovrà misurarsi con le specificità del commercio elettronico, oltre che seguire i sofisticati sviluppi tecnologici che interessano la codifica RFID, l’elettronica stampata, la ricerca sulle nanotecnologie.
L’imballaggio del futuro
L’imballaggio sarà sempre più intelligente e capace di creare valore aggiunto, a tutto vantaggio del prodotto, del brand, dell’utilizzatore/consumatore e della società nel suo insieme. Come e con quali prospettive è stato indagato dal Comitato Pack Experts di Emballage 2014, coordinato da Annette Freidinger-Legay e formato da rappresentanti di Charal, Coca-Cola Entreprise, Danone Research, Eco-Emballages, Fromageries Bel, Groupe Carrefour, Guerlain, L’Oréal, Mars Petcare France, Nestlé, Pfizer Sante Familiale, Vente-Privee.Com. Le loro riflessioni sugli aspetti chiave del packaging design, dal servizio alla comunicazione-educazione, passando per l’ambiente, vengono riprese e discusse nel corso di Emballage 2014, durante le conferenze e le trasmissioni della TV della manifestazione (programma completo su www.all4pack.fr).