Prodotti per la detergenza domestica

I NUMERI E IL PACKAGING La "cultura del pulito" porta i consumatori a privilegiare i prodotti per la cura della casa caratterizzati da alto contenuto di servizio (anche in relazione al risparmio di tempo) e da elevate funzioni battericide; la precisa differenziazione per specificità d’uso messa in atto dalle grandi marche del settore è tra i fattori che ne determinano il successo.

La gamma dei prodotti chimici per uso domestico è molto ampia e comprende detergenti e prodotti ausiliari per bucato e per stoviglie, detersivi per stoviglie, detersivi per superfici, prodotti per la pulizia e il riassetto della casa (cere, disinfettanti ecc.), deodoranti, insetticidi ecc.

Il mercato
L’andamento evolutivo della domanda di questa area di mercato ha presentato un trend sostanzialmente positivo per diversi anni. Tuttavia, secondo un'analisi messa a punto da Federchimica, nel corso del 2012 la domanda di detergenti ha segnato una contrazione dell’1,4% in termini quantitativi; con riferimento al valore, la contrazione si è invece limitata all’1%, a seguito di una domanda più consistente di prodotti concentrati, caratterizzati da prezzi più elevati.
In particolare le maggiori contrazioni hanno interessato il comparto dei coadiuvanti al lavaggio (additivi e ammorbidenti), quello degli insetticidi (il cui -2% va ascritto a condizioni climatiche sfavorevoli al loro impiego, alla luce di una stagione estiva più breve) e i prodotti per la pulizia delle superfici in arretramento del 5%.
Per contro, hanno evidenziato una crescita i detersivi per lavatrici (in particolare i concentrati liquidi, fronte di un calo di quelli in polvere) e i detergenti per piatti sia per il lavaggio a mano che in lavastoviglie.

Alla voce "commercio estero", l'analisi dei dati elaborati dall’Istat evidenzia, nel 2012, un'esportazione di 1.180 t/000 (49% circa della produzione) in lieve calo rispetto al 2011.
Le importazioni, 560 t/000 (+2% circa rispetto all’anno precedente) hanno coperto il 3% della domanda interna.
Il commercio estero italiano è attuato essenzialmente da importanti imprese internazionali dislocate in territorio nazionale. Si ritiene che, anche nel 2013, la perdurante crisi economica e le relative ripercussioni sul reddito indurrà le famiglie ad acquistare solo lo stretto necessario per gestire la “cura della casa”, il che porterà presumibilmente a un ulteriore ridimensionamento dei consumi. In particolare, come già emerso nel corso del 2012, ci sarà una sostanziale tenuta dei prodotti “di base” a uso generalista, mentre si determinerà una possibile contrazione dei coadiuvanti, dei concentrati e, in genere, dei prodotti per usi specifici.
Si tratta comunque di un mercato avviato alla maturità, ma ancora attivo e vitale, in particolare in termini di innovazione di prodotto.

Confezionare i prodotti chimici per uso domestico
Analizzando le tipologie di imballaggi utilizzati, si nota la predominanza della plastica (buste, flaconi ecc.) seguita dagli imballaggi cellulosici (astucci, fustini ecc.) e da quelli metallici (essenzialmente bombolette spray).
Come in tutto il settore chimico, la scelta del materiale di imballaggio è in gran parte funzionale alle caratteristiche chimico-fisiche del prodotto da confezionare, ma dipende anche da esigenze di comunicazione atte a differenziare i diversi marchi commerciali e le novità di prodotto.
Tra le principali innovazioni degli ultimi anni è senz’altro da evidenziare il ricorso alle plastiche provenienti da riciclo per la produzione dei contenitori.
Un’altra azione significativa è stata la riduzione progressiva del peso medio degli imballaggi.
Per quanto concerne il mix del packag- ing primario utilizzato per confezionare i prodotti della detergenza domestica, la quota maggiore è detenuta dai contenitori di plastica (attualmente valutata al 91,6%, di cui 68% flaconi, 21,6% buste e sacchi di poliaccoppiato flessibile da converter, 1% tubetti flessibili, 1% da incarti vari). I tubetti flessibili sono usati essenzialmente per contenere creme studiate per pulire oggetti di metallo.

La significativa presenza dell’imballo plastico, con tendenza a un possibile ulteriore rafforzamento, trae origine dai seguenti fattori:
- orientamento della domanda nei confronti dei prodotti per il bucato e per il lavaggio delle stoviglie in forma liquida e semi liquida a scapito delle polveri;
- progressivo sviluppo dell’impiego di additivi specifici per il lavaggio, generalmente in forma liquida.
Queste tendenze hanno causato un ridimensionamento della presenza dell’astuccio di cartoncino.
Per quanto concerne le bombolette spray (share globale dell’1,7%), quelle di acciaio risultano in netta prevalenza. Il loro impiego è circoscritto agli insetticidi (ambito nel quale stanno però prendendo piede gli emanatori), agli smacchiatori e agli "elimina polvere".
Nel corso degli ultimi due-tre anni ha fatto la propria apparizione il distributore automatico, che induce un nuovo tipo di consumo e, va da sé, di “confezionamento”. La sua presenza presso alcuni centri della GDO è attualmente ancora piuttosto modesta (0,7% circa) e interessa essenzialmente i prodotti per la pulizia delle stoviglie e della biancheria.
Potenzialmente presenta buone possibilità di sviluppo.
Accanto agli imballaggi primari e secondari troviamo, logicamente, anche quelli da trasporto, e cioè scatole di cartone ondulato, film termoretraibile e pallet. 

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio

 

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