Alla ricerca del benessere
La fotografia scattata dal Rapporto Coop 2024 - Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani - evidenzia come la dimensione olistica del cibo continui a prevalere nelle decisioni di acquisto degli italiani, anche in funzione del benessere ambientale. Primeggiano Mdd e discount. Il packaging ha un ruolo centrale nel paradigma della sostenibilità
A cura di Milena Bernardi
Dopo un anno complesso diviso tra andamenti altalenanti dell’inflazione e crisi internazionali, l’economia mondiale torna a crescere (+3,2% nel 2024 e +3,3% nel 2025) scongiurando quel rischio stagflazione paventato da molti economisti. L’Europa appare più in difficoltà rispetto al Nordamerica, ma sono soprattutto le economie emergenti ad assumere un ruolo sempre più preminente: l’India, con una crescita prevista del 7% nel 2024 e del 6,5% nel 2025, si prepara infatti ad assumere entro il 2027 il ruolo di nuova locomotiva dell’economia mondiale, subito dietro i giganti Cina e Stati Uniti.
In questo scenario, l’Italia ha dimostrato una notevole resilienza e, un po’ a sorpresa, registra una crescita economica superiore ad altri paesi europei, sostenuta soprattutto da una rinnovata esuberanza dell’export e da politiche fiscali finalmente procicliche.
Il Bel Paese inquieto
La ripresa economica non basta però a tranquillizzare gli italiani. La fotografia scattata dal Rapporto Coop 2024 è quella di un Paese inquieto, dove si riduce la quota di chi guarda con fiducia al futuro (che scende di 4 punti in due anni) e aumenta il timore (+11 punti percentuali 2024 sul 2022). Una inquietudine di fondo, generata anche dal fatto che la maggioranza degli italiani (il 55%) è alle prese con una vita ben diversa dalle proprie aspettative di partenza molto spesso in senso peggiorativo (44% del campione). Se è vero che il potere di acquisto ha recuperato i livelli pre-pandemia e che oggi più di ieri sono diminuiti gli italiani che hanno vissuto situazioni di disagio profondo (l’ammettevano 20 milioni di persone nel 2022 rispetto ai 12 milioni di oggi), restano comunque ampie le difficoltà sociali del Paese.
Le nuove regole dei consumi
Superati gli anni difficili dell’inflazione, gli italiani tornano con parsimonia ad accrescere i propri consumi alimentari e attribuiscono al cibo significati nuovi e più complessi. La spesa resta frugale e attenta, meno sensibile ai contenuti intangibili dei brand, improntata a scelte di sobrietà e limitazione del superfluo. Contemporaneamente, il cibo resta centrale nell’identità personale e collettiva degli italiani e si arricchisce di sempre nuovi attributi: si privilegiano le diete ipocaloriche e personalizzate, quelle salutistiche, quelle sportive, si rinuncia alla carne e si cercano possibili sostituti proteici, più in generale si prediligono diete orientate al benessere personale e a quello del pianeta. Partendo dalla tradizione italiana, gli italiani si aprono all’esplorazione di nuovi stili alimentari, una sfida difficile anche per gli operatori della filiera del food.
Mens sana in corpore sano
Il legame intrinseco tra benessere sia fisico che mentale e alimentazione consapevole, la cosiddetta “mindful eating”, sta catturando l’interesse di un numero sempre maggiore di italiani.
Oltre tre quarti della popolazione, infatti, sceglie settimanalmente alimenti ricchi di sostanze benefiche, mentre oltre sei consumatori su dieci opta regolarmente per prodotti “free from”; in paralleo, anche i prodotti iperproteici (+2% sul 2023) così come quelli vegani, vegetali e i fit sport, stanno guadagnando terreno. Aumenta l’interesse verso i prodotti biologici, considerati una scelta consapevole che coniuga qualità, sicurezza alimentare e rispetto per l’ecosistema. Secondo la consumer survey “Idee di futuro” realizzata dall’Ufficio Studi Coop in collaborazione con Nomisma, sono 4,8 milioni gli italiani che seguono uno stile alimentare prevalentemente biologico, e 9,6 milioni quelli intenzionati ad aumentare l’acquisto di prodotti biologici in futuro.
Packaging: certificazioni e filiera per un prodotto sostenibile
Per i consumatori la sostenibilità alimentare non si manifesta solo nella maggiore attenzione verso cibi salutari e a basso impatto ambientale, ma anche nella sensibilizzazione contro gli sprechi e nella preferenza per un packaging ridotto o riciclabile. I dati dell’Osservatorio Packaging del Largo Consumo di Nomisma, che indicano come la sostenibilità ricopra un ruolo importante nella vita di sei consumatori su dieci: un 29% le conferisce addirittura un ruolo centrale, descrivendola come l’elemento che incide sulla maggior parte delle proprie scelte di comportamento e di acquisto.
A questo si sommano anche gli aspetti legati alla tracciabilità dei prodotti, alla produzione locale e alla sostenibilità sociale, che garantisce il rispetto dei diritti dei lavoratori e un prezzo equo lungo tutta la filiera.
Mdd e discount le principali leve del risparmio
Nel primo semestre del 2024, i prodotti a marchio del distributore (Mdd) hanno consolidato la propria posizione sul mercato italiano, raggiungendo a volume il 38,2% delle vendite totali del mercato con un incremento di 2,2% a valore e 2,4% a volume rispetto allo stesso periodo 2023, a fronte di una variazione dei prodotti di marca (TOP 20) del -0,5% a valore e -2,2% a volume.
La fiducia riposta dagli italiani nei prodotti a marchio del distributore è tale che il 78% dei manager del settore Food & Beverage prevede che questa tipologia di marca sarà la più performante nei prossimi 12-18 mesi. Allo stesso modo continua la crescita del discount che, anche grazie a una continua espansione della rete di vendita, raggiunge il 23% di quota di mercato, con un incremento di circa 4 punti percentuali rispetto al 2019.
Le traiettorie future della filiera alimentare
Il 2023 si è caratterizzato come un anno di svolta per la filiera alimentare italiana, con segnali positivi che si riflettono tanto sulla Grande distribuzione organizzata (Gdo), quanto sull’industria alimentare. Nel dettaglio, la Gdo ha raggiunto un fatturato netto di oltre 81 miliardi di euro, che evidenziano un incremento di 8,4 punti percentuali rispetto ai 74,8 miliardi registrati nel 2022 mentre l’industria alimentare ha visto un aumento del fatturato del 7%, passando da 75,9 miliardi di euro nel 2022 a 81,2 miliardi nel 2023.
Gli investimenti stanno gradualmente recuperando i livelli prepandemici, mentre, a detta del 60% dei manager, si prevede un significativo aumento dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale a livello globale. Nello specifico, il 20% dei manager del comparto food & beverage dichiara di utilizzare già soluzioni basate sulla IA. Inoltre, oltre un manager su cinque riconosce l’importanza della sua adozione e prevede che, nei prossimi 12-18 mesi, gli investimenti in IA dovranno essere una strategia prioritaria per le imprese del settore alimentare, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza operativa, ridurre i costi e offrire esperienze più personalizzate ai clienti per incrementarne la fidelizzazione.