2018, timori addio!

In un sondaggio di fine 2017, COOP ha chiesto agli italiani con quali parole rappresenterebbero al meglio le loro aspettative per il nuovo anno e il risultato è stato molto positivo. Parole come “crisi” scivolano in fondo alla classifica sostituite dall’ottimismo di espressioni come speranza, ripresa e cambiamento. E insieme all’umore ripartono i consumi: +15.6% a Natale.


* IL “RAPPORTO COOP” è redatto dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori) con la collaborazione scientifica di REF Ricerche, il supporto d’analisi di Nielsen e i contributi originali di Iri Information Resources, GFK, Demos, Nomisma e Pwc, Ufficio Studi Mediobanca, Crif e BeMyEyecon la collaborazione scientifica di Ref. Disponibile al link www.italiani.coop.

Se nel 2016 e nel 2017 la “speranza” era stata la parola chiave con cui gli italiani avevano etichettato l’anno in arrivo, il 2018 nasce sotto il segno del “benessere”, termine più concreto su cui gli italiani sembrano concentrare le aspettative. La “ripresa”, annunciata già un anno fa, intanto si consolida, tira aria di “novità” e finanche “soddisfazione”.

Gira dunque al meglio l’umore degli italiani per il 2018, stando alla fotografia scattata con il sondaggio di fine anno Coop-Nomisma e le previsioni sui consumi del “Rapporto Coop” * (da cui sono tratte le tabelle riportate in questo articolo).
Tra le parole con cui gli italiani descrivono l’anno appena iniziato scendono di molto i termini con connotazione negativa quali “timore” e “crisi” (altre due parole d’ordine del 2017 indicate rispettivamente da oltre il 10% e il 7,6% del campione, ora entrambe intorno al 4,5% e il confronto è ancora più impietoso con i dati raccolti appena 2 anni fa a fine 2016 quando di luci in fondo al tunnel se ne vedevano davvero poche).
Se ne avvantaggiano voci quali appunto “ripresa” (15,4%), “cambiamento” (15,1%), “benessere” (10,3%), “novità” (7,9%). A crederci di più gli over 50 rispetto a generazioni più giovani ma evidentemente meno appagate. E il Mezzogiorno a fare da pioniere della “ripresa” (parola che qui arriva al 18%).

Che ottimismo sia! Lo dimostrano le intenzioni di spesa 2018 rispetto al 2017. Tutte le voci figurano al rialzo e sono soprattutto i segmenti dedicati al tempo libero, ai viaggi, al piacere personale a farla da padrone. Ritorna anche la vecchia passione degli italiani per la casa e dunque aumenta la spesa per arredamento, ristrutturazioni, grandi elettrodomestici. Consapevolmente poi gli italiani mettono tra le voci di spesa in aumento anche bollette, utenze e servizi sanitari.

Rispetto al 2017 la spesa sarà… Già il 2017 d’altronde si era rivelato migliore rispetto alle attese sul versante consumi sfiorando l’1,5%, buoni dunque gli auspici anche per il 2018 grazie a un aumento del potere d’acquisto delle famiglie che dovrebbe raggiungere ritmi di crescita prossimi all’1%. Un bicchiere mezzo pieno che toccherà stando alle previsioni più i comparti dell’audiovisivo,  computer e accessori (+ 8,5% nel 2018), telefoni e equipaggiamento (+7,8%) e solo in parte l’alimentare (+ 2,1%).

Stando poi alla distribuzione moderna l’andamento sarà ancora positivo (+1%) ma dimezzato nei ritmi di marcia rispetto al 2017, anno contrassegnato da un eccezionale effetto climatico.

Buona performance prevista per il largo consumo confezionato (+1,3%), del fresco ortofrutticolo (+1,6%), continua viceversa a registrare un andamento negativo il no food (-3,7%). A livello territoriale, la tendenza attesa è quella di una parziale inversione rispetto al 2017: archiviata una fase in cui il Sud ha sovraperformato in confronto alla media nazionale, si osserva un incremento del fatturato più solido nel Nord Italia (+1,2% e +1,4% per le aree del Nord-Ovest e Nord  Est).

Intanto il 2017 si è chiuso con un boom di vendite sotto l’albero e la settimana di Natale ha fatto registrare un +15,6% (iper + super dati Nielsen per Coop) rispetto alla stessa settimana di un anno fa. Più carne che pesce, molta gastronomia e formaggi con un Centro Sud che guida ancora la classifica degli acquisti (Campania in testa con +16,2% seguita da Molise, Umbria, Puglia). In controtendenza ma giustificato dall’effetto Natale anche il dato di un +9,7% segnato dai settori no food (giochi, elettronica etc).         
 

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