Un finale degno di nota

“Chi al mondo si mantiene probo, se non l'invade la paura?”. Lo chiede Atena nelle Eumenidi di Eschilo, quando fonda l’Areopago, l’antico tribunale ateniese riservato ai delitti più gravi. L'editoriale di Stefano Lavorini

Ne abbiamo avuto la riprova in questi tempi inattesi e difficili, sia a titolo personale che collettivo. Individui, aziende, organizzazioni hanno dovuto rispettare nuove regole, prendendo atto che tutto può accadere, a dispetto di rocciosi e temprati convincimenti che si ritenevano indiscutibili: tutti siamo stati costretti ad acuire lo sguardo per ampliare i nostri orizzonti, anche al prezzo di scoprire i nostri limiti.
Tutti noi siamo stati di fatto chiamati ad adeguarci, prendendo atto di verità scomode, magari prima ignorandole, poi aggredendole e, infine, dicendo che erano già nell’aria e le conoscevamo.

Come potete leggere in questo numero nell’articolo “Cosmetica: temi di futuro”, viviamo in una sorta di Terra di mezzo di “tolkieniana” memoria - tra virtuale e reale. Secondo gli esperti, infatti, la pandemia ha solo anticipato alcuni trend prospettati da tempo, di cui si è fatto tra l'altro interprete WeCosmoprof, la piattaforma modulare organizzata da BolognaFiere Cosmoprof.
L'evento digitale, complementare all’esperienza fieristica vera e propria, non ha avuto la pretesa di sostituire tout court il valore della relazione interpersonale e la possibilità di testare un nuovo prodotto, una texture o una fragranza “dal vivo”. Tuttavia, ha centrato l'obiettivo di mantenere in contatto produttori, retailer e compratori in questa delicata fase storica, rafforzando le basi di una rinascita dell'industria cosmetica nel suo complesso.

D’altronde, questo, è un sentire comune di tanti organizzatori di fiere, che hanno dovuto riprogrammare gli eventi, trovando soluzioni alternative e facendo scelte dolorose.
Lo ha peraltro sottolineato anche Richard Clemens, Managing Director della VDMA Food Processing and Packaging Machinery Association, in occasione dell’annuncio (ahimé) fatto il 3 dicembre da Messe Düsseldorf, in cui si comunica la decisione di annullare le fiere interpack e components 2021, a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia di Covid-19: «Per il settore l’incontro personale e l’esperienza live - soprattutto della tecnologia complessa - rimane estremamente importante. Questo rende possibile un confronto di mercato diretto, nascono idee nonché nuovi lead e reti. Con i formati online i risultati in questa forma si ottengono solo in parte. Attendiamo, a questo punto, di assistere al successo dell’interpack 2023, in occasione della quale il settore potrà di nuovo incontrarsi a Düsseldorf».

Per fortuna, come canta Francesco De Gregori “… qualcosa rimane, fra le pagine chiare e le pagine scure…”. Nel momento, infatti, di trionfo del digitale tanto nel campo della produzione e del commercio quanto in quello dell’informazione, sembra di cogliere i segnali di una nuova consapevolezza.
Così come gli incontri, i convegni e le fiere virtuali non possono rimpiazzare gli appuntamenti in presenza, parimenti l’informazione sul web non può essere sostitutiva di quella su carta.
La lettura di una rivista è infatti un’esperienza che non si nutre della rapidità, bensì della durata, della profondità, della ricchezza. È una lettura che apre agli indugi, ai ritmi della mente e alle emozioni piuttosto che alle scorciatoie.

Ne sono davvero convinto, così come credo che la legge del mercato non sia ineluttabile e irrevocabile come la  legge di gravità.
D’altronde, come qualcuno ha ben scritto: “Gli uomini non hanno visto granché del mondo andando lenti, figuriamoci se vedranno di più andando veloci”.

Il nostro network